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Autore: GOICHIMONJI    19/07/2019    1 recensioni
"Broly, Cheelai e Lemo si ritrovano a vivere insieme come una famiglia, isolati da tutto e da tutti su di un pianeta ostile per proteggersi dalle mire dell'impero galattico di Freezer, cercando di vivere una vita tranquilla. Sfortunatamente la loro tranquillità stà per subite un drastico cambiamento. Freezer li tiene d'occhio e stà per colpirli duramente..."
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Broly
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1

Una vita perfetta

 

Pianeta Vampa, ai confini della galassia. Un pianeta ostile nel quale nessun essere vivente dotato di un minimo di cervello, vorrebbe vivere, i motivi sono molteplici: assenza di acqua, niente vegetazione, deserti e territori rocciosi con bizzarre conformazioni che ricoprono l’intera superficie del pianeta.
Per non parlare della fauna composta da esseri insettoidi giganteschi e pericolosissimi, così come i loro predatori naturali: degli enormi bestioni dalla pelliccia verde, le zanne affilate ed una bocca enorme; pronti ad inghiottire quei mostri schifosi.
Insomma, il pianeta peggiore in tutto l’universo a detta di molti.
E’ vero, Vampa è un pianeta tremendamente ostile, eppure sembra che tre individui abbiano scelto di viverci volontariamente, per stare lontano dai problemi che li perseguitavano; tre alieni molto diversi tra loro, in principio uniti sotto la stessa bandiera ovvero l’impero galattico di Lord Freezer, disertarono per via del loro “inusuale” senso di giustizia. Questi bizzarri alieni si erano ritrovati a vivere come una piccola famiglia dopo che i loro destini si erano incrociati e pur di proteggersi a vicenda si erano isolati da tutto il resto del loro mondo; o meglio, quasi da tutti.
Quella fu una mattina come tante su Vampa, all’interno di una grotta scavata in un’enorme montagna, trovava posto un’abitazione di fattura terrestre; il sole era sorto da poche ore e il più vecchio dei membri di quella strampalata famiglia era in piedi già da un po’, intento a pulire il salottino di quella casa con scopettone e straccio bagnato, accompagnato da un secchio di plastica morbida. Lemo, questo era il nome del vecchio, non era un perdigiorno che poltriva tutto il tempo, a differenza di un altro membro di quel gruppo. Mentre puliva, l’alieno sembrava canticchiare una canzoncina molto dolce, la conosceva solo lui, nessun altro in quel luogo sapeva di quel motivetto che Lemo fischiettava mentre svolgeva le faccende. L’anziano alieno dalla pelle arancione portava sempre indosso un grembiule bianco, due ciabatte dal colore rosato e dei pantaloni verdastri con abbinata una canottiera di color violastro quasi tendente al nero, erano alcuni dei pochi abiti che aveva a disposizione, non ce ne erano molti della sua taglia fra tutti quelli che gli erano stati donati, ma la cosa non sembrava preoccuparlo molto. L’anziano teneva sempre gli abiti puliti, il suo programma di lavaggio sembrava impeccabile, nessuno era mai rimasto senza vestiti puliti da mettersi in quella casa, nonostante la sua età Lemo sembrava davvero essere più una mamma amorevole che quello che tutti potrebbero definire un nonno.

Dopo aver terminato le pulizie, l’alieno diede un’occhiata all’orologio e dopo un piccolo sospiro si stiracchiò la schiena e si recò ai fornelli per preparare la colazione, il cibo era una di quelle cose di cui venivano costantemente riforniti da parte di un loro conoscente, uno a cui tuttavia non avevano mai chiesto aiuto, però non sembravano disdegnarlo per quanto l’orgoglio dei componenti della famiglia gridasse il contrario, ma la fame non si sazia con paroloni importanti o sfoggiando la propria forza, Lemo lo sapeva bene: dopo tutti quegl’anni nell’esercito di Freezer, aveva imparato che delle volte era necessario piegare il capo per sopravvivere, anche se in questo caso il loro conoscente aveva insistito molto pur di aiutarli - cosa inusuale dal punto di vista dell’alieno - visto che in vita sua aveva imparato ad essere parecchio diffidente nei confronti di chi lo circondava. I membri della sua nuova famiglia erano gli unici di cui si fidava ciecamente, dopo tanti anni aveva finalmente potuto rilassarsi e abbassare la guardia, potendo sentirsi al sicuro grazie alla presenza di un formidabile guerriero in quella piccola abitazione. Lo sfrigolio che proveniva dalla padella in cui Lemo stava cucinando, svegliò un altro dei membri di quel gruppo di reietti: Cheelai, una giovanissima ragazza, in passato una tremenda ladruncola che aveva dato parecchio filo da torcere alla pattuglia galattica e all’impero di Freezer; e si era unita a quest’ultimo nel tentativo di trovare protezione ed un sostegno per vivere, ma alla fine aveva solo finito per trovare crudeltà e vuoto nella sua vita, sopravvivere non era vivere davvero e Cheelai lo sapeva bene. Da quando era fuggita assieme a Lemo ed un altro amico, Cheelai si era sentita nuovamente libera di essere sé stessa, ma non le serviva rubare per sopravvivere stando accanto agli altri due, aveva finalmente scoperto cosa volesse dire essere parte di una famiglia dopo tutto quel tempo passato a cavarsela da sola in mezzo a malviventi e poliziotti. Ora la giovane si sentiva al sicuro e soprattutto sentiva di riuscire nuovamente a tenere a qualcuno oltre che a sé stessa. Cheelai, al rumore dell’olio scoppiettante, aprì a fatica gli occhi, se li stropicciò con le mani e poi scese con lentezza dal letto; aveva dormito con indosso una grossa felpa - che le copriva anche le gambe quasi fino alle ginocchia - e non portava altro addosso, se non un paio di mutande. L’aliena si era sistemata un po’ i capelli bianchi e arruffati e dopo un lungo sbadiglio finalmente uscì dalla sua camera per poi recarsi verso la cucina dove Lemo era intendo a preparare il tutto. Varcata la soglia della porta, Cheelai si era seduta a capotavola di un piccolo tavolino in metallo, dopo un altro sbadiglio ancora, a bocca spalancata mormorò: 

<< Fai sempre un casino allucinante con quella padella >>

si lamentò, grattandosi la schiena sotto quella enorme felpa

 

<< E tu non riesci proprio a metterti un pigiama normale >>

Rispose Lemo, voltandosi completamente in direzione della ragazza dopo averla squadrata voltando solo il capo al momento del suo ingresso nella stanza.

 

<< Lo sai che non è nel mio stile mettermi quella roba addosso, mi dà fastidio >>

 

<< Quando alloggiavi sulla nave di Freezer dormivi con tutta l’armatura addosso e ora dovrei credere che non riesci a sopportare un pigiama? >>

 

<< Dormo come mi pare io! >>

Rispose innervosita, grattandosi anche la pancia e deviando lo sguardo con fare offeso dal povero Lemo, il quale si arrese alla testardaggine della ragazza, chiudendo quella discussione con un rumoroso sospiro. Dopo un attimo di silenzio e l’ennesimo sbadiglio, l’aliena esordì nuovamente:

<< Tra quanto si mangia? Stò morendo di fame! >>

Domandò con fare menefreghista, giochicchiando con una ciocca dei suoi capelli albini.

 

<< Tra non molto e a tal proposito, và a svegliare Broly, non voglio che mangi un pasto raffreddato >>

 

<< Ah, di lui ti importa se mangia sano, mentre non è importante se io mi alzo tardi e trovo della pancetta che sembra più un cumulo di rocce dure come il diamante, eh? >>

A quella frase Lemo si voltò nuovamente, guardando Chellai con fare severo.

 

<< Quel ragazzo ha già sofferto abbastanza, non ha bisogno di altra severità, tu invece mi sembri proprio il tipo a cui non farebbe male un po’ di disciplina da parte dei più grandi… >>

Controbattè, facendo sbuffare la ragazza, la quale si alzò poi, balzando giù dalla sedia sulla quale si era appollaiata con le gambe incrociate, per poi dirigersi verso un’altra stanza da letto nella quale risiedeva il terzo membro.

<< Dai Broly, alzati! E’ pronta la colazione! >>

 

Esclamò di fronte alla porta, dopo aver bussato per tre volte; ma dall’interno non proveniva alcuna reazione. La ragazza, un po’ preoccupata, aprì la porta con un po’ di timore ed entrò nella stanza con passo silenzioso, cercando di intravedere la sagoma dell’amico sul letto, ma non vi era nessuno; tuttavia la finestra era aperta e a quel punto la ragazza tirò un sospiro di sollievo.

 

<< Broly è uscito di nuovo! >>

Esclamò lei per farsi udire da Lemo, il quale sospirò sorridente

 

<< Sarà andato di nuovo a caccia, nonostante tutta la roba che ci porta quel tipo, lui continua a tornare con le zampe di quegli strani insetti... sembra quasi che non possa farne a meno. >>

Rispose Lemo, mentre si dava da fare per impiattare il cibo appena preparato

 

<< Sarà la forza dell’abitudine; infondo Broly ha vissuto per più di quarant’anni qui, potendo nutrirsi solo di quei cosi e dovendo procurarsi il cibo necessario anche per quel maledetto di Paragas. >>

 

Disse Cheelai a denti stretti, potendo solo immaginare il dolore che Broly aveva provato in gioventù stando accanto a quel tiranno di suo padre

 

<< E’ così purtroppo, Broly fa ancora fatica ad abituarsi ad avere una vita più agiata. E anche se non gli piace lottare, sembra fare di tutto per farci stare al sicuro. >>
Ribadì il vecchio.

 

<< Come quando ieri ha scacciato quello sciame di quegli enormi insetti spostando l’aria col solo movimento di un braccio.
Ha sbaragliato quello sciame in un attimo! Quel ragazzo è eccezionale! >>

 

Raccontò Cheelai con fare quasi sognante, agitandosi sul posto per imitare i movimenti del suo amico, una volta rientrata nella cucina

 

<< Ne parli sempre come fosse l’eroe di qualche leggenda o come fosse un principe delle fiabe… >>

Ridacchiò l’anziano, posando uno dei piatti sul tavolo, al posto dove prima Cheelai sedeva.

 

<< Ma dai! Broly è molto meglio di quegli stupidi personaggi di cui si sente raccontare in quelle scemenze, lui è uno tosto! >>

 

<< Il tuo tipo, si direbbe… >>

Rispose ancora Lemo, guardando l’amica con fare beffardo. Quest’ultima, sentendosi parecchio a disagio, arrossì tutto d’un colpo e abbassò lo sguardo, tenendolo fisso sul piatto

 

<< Non diciamo scemenze! Broly è un bel ragazzo, ma è soltanto un amico! Niente di più, niente di meno, chiaro?! >>

 

<< Va bene, va bene. Stavo solo scherzando Cheelai, stà calma. >>

 

Quando l’alieno fece per prendere un boccone dal suo piatto, sentì un rombo e poi un tonfo fuori dalla porta di casa, per vedere chi fosse uscì dalla porta d’ingresso, ma udendo quel caratteristico suono vi erano davvero pochi dubbi sull’identità di chiunque fosse entrato, quel tonfo pesante era riconoscibile fra mille

 

<< Bentornato ragazzo, vedo che non hai perso tempo neanche stamattina. >>

 

Disse l’alieno arancione con un sorriso premuroso sul volto e le braccia incrociate, anche Cheelai l’aveva seguito con passo allegro, indossando un paio di ciabatte prima di mettere piede fuori da casa. Poco distante dall’ingresso della caverna si era presentato un uomo dal fisico possente, con vistose cicatrici sul pettorale sinistro, sulla spalla sinistra, sugli addominali e perfino sul braccio sinistro; aveva i capelli neri come la pece, l’iride degli occhi sembrava essere di un grigio scuro, era a petto nudo e indossava due bracciali e due parastinchi, oltre ad un’enorme pelliccia verde legata alla vita e due stivali bianchi sotto i parastinchi, con la punta verde acqua e le suole di color grigio chiaro. L’uomo portava sottobraccio quelle che sembravano due enormi zampe, staccate da quei mostri insetto, gocciolanti di un liquido giallastro - era sporco di quel liquido e di sabbia su tutto il corpo - e anche il viso era macchiato. Il nuovo arrivato presentava un’espressione tranquilla e sorridente, come quella di qualcuno alla presenza di un padre amorevole

 

<< Ciao, Lemo. >>

 

Esordì Broly, questo era il nome del ragazzo, uno dei pochi alieni della razza Saiyan sopravvissuti alla distruzione del proprio pianeta d’origine da parte del malvagio Freezer. Dopo aver vissuto per oltre quarant’anni assieme al padre Paragas sul pianeta Vampa, era stato ritrovato e salvato proprio da Lemo e Cheelai, i quali erano alla ricerca di forti combattenti per conto del malvagio imperatore galattico. Dopo lo scontro con altri due Saiyan sulla Terra - Goku e Vegeta - ed aver Perso suo padre su quel pianeta alieno a causa di Freezer, Broly era stato in seguito riportato sul pianeta Vampa grazie ad un desiderio esaudito dal potente drago Shenlong, espresso proprio da Cheelai. Durante lo scontro con i due Saiyan, Broly aveva perso il controllo di sé a causa della sua smisurata potenza e stava per essere ucciso, ma l’intervento dei suoi amici fu provvidenziale, riuscendo a salvargli la vita. Da quando erano tornati su Vampa, Broly aveva finalmente trovato serenità, non era più usato come uno strumento di vendetta, era anzi accudito amorevolmente dai suoi amici. L’uomo posò a terra il suo bottino di caccia, per poi essere accolto anche da Cheelai, la quale corse da lui per andarlo a salutare, con un enorme sorriso stampato in volto, ma si fermò a qualche centimetro da lui, tappandosi il naso e sventolando aria con la mano sinistra

 

<< Ewww Broly! Puzzi come una carogna! Dovresti farti subito un bel bagno! >>

 

Esclamò con voce acuta, sentendosi un rigurgito salire da dentro a causa dell’odore disgustoso del sangue di quelle creature che Broly aveva abbattuto. Il saiyan si annusò un braccio, per lui quell’odore non era così male in quanto ci era abituato, ma anche Lemo lo invitò a darsi una pulita in fretta, gli chiese anche di lasciare il suo “bottino” fuori dall’ingresso.

 

<< Fa in fretta ragazzo o la colazione che ti ho preparato si fredderà! >>

Aggiunse ancora il vecchio.

 

Non avevano il coraggio di dirgli che di nascosto, ogni notte, svuotavano quelle zampe dalla carne gettandola in pasto ad uno di quegli enormi mostri verdi che viveva sotto la montagna dove si erano stabiliti, lasciando solo le carcasse vuote di fuori; Broly era convinto che i suoi amici avessero iniziato ad apprezzare quel cibo e quei due non volevano ferire i suoi sentimenti, si impegnava tanto per portargli quei doni; chi avrebbe mai avuto il cuore per far soffrire così un ragazzo dal cuore puro?
Broly, non volendo recare alcun disturbo ai suoi amici, obbedì alla loro richiesta e senza perdere tempo si recò in bagno per darsi una pulita. Sia Lemo che Cheelai si sentivano come due genitori che dovevano crescere un bambino, nonostante questo fosse molto forte non sembrava essere particolarmente furbo, ma imparava in fretta; anche se le buone maniere gli erano più complicate da memorizzare; tuttavia a loro non dava alcun fastidio continuare a ripetergli quei concetti - specialmente a Cheelai - la quale si sentiva molto attaccata a Broly, aveva sviluppato un fortissimo legame col ragazzo. Non solo la ragazza stava insegnando al saiyan a leggere e a scrivere, ma lo aveva anche spronato a conoscere di più sul cosmo, le stelle e le tante razze aliene che vivevano sui vari pianeti. Broly era affascinato dai racconti che Cheelai gli illustrava prima di andare a dormire, immaginava con fare sognante tutte quelle culture fiorenti e la vita degli abitanti di quei mondi lontani, fino a che gl’occhi non si chiudevano per la stanchezza e Cheelai gli augurava la buonanotte, rimboccandogli le coperte con cura e lasciando la stanza senza fare alcun rumore. Insomma, fra quei tre l’armonia sembrava perfetta, cosa avrebbe mai potuto rovinare quella splendida vita?

Image and video hosting by TinyPic*Broly torna a casa, accolto da Lemo

 
   
 
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