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Autore: Irina_89    27/07/2009    1 recensioni
Una tristezza causata dalla nostalgia. Una nostalgia che riporta alla mente tutta una vita. Una vita da sempre passata al fianco della persona amata.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghost

Ghost

L’ombra del grande albero la riparava dai luminosi e caldi raggi del sole.

Ormai era Estate già da qualche mese e le temperature sembravano aumentare ogni giorno. Per questo, quella mattina, aveva deciso di indossare un candido vestito, leggero. Qualcosa che non attirasse tutto quel calore.

Portò lo sguardo davanti al grande prato dorato che si trovava davanti. Era tempo di raccolto, per il grano. Le spighe brillavano sotto i raggi del sole e dondolavano sinuose sotto il lieve soffio del vento estivo.

Il bambino che osservava rideva felice. I suoi grandi occhi scuri emanavano allegria. Era contento di potersi divertire tra quelle piante color oro, quasi più alte di lui. La madre cercava di non perderlo di vista, mentre raccoglieva qualche spiga da portare in casa per arricchire una composizione floreale.

Il piccolo, ogni tanto, la tirava per la grande gonna, indicandole di seguirlo per andare a giocare poco più lontano, dove anche una bambina con un piccolo cappello di paglia lo stava aspettando, ma lei gli scompigliava i capelli corvini con fare affettuoso. Aveva da fare.

Lasciò, quindi, la madre e corse verso la bambina, salutandola con la mano che agitava per aria.

La donna sotto il grande albero sorrise. Era bello vederlo contento e sorridente. Quella piccola camicia bianca, ormai tendeva a toni più bruni, e le ginocchia erano graffiate per le continue cadute. Era stato più volte rimproverato di stare più attento, ma il bambino non aveva dato molta importanza a quelle parole, che non riuscivano a fermarlo.

Lui si voleva divertire. Solo quello.

La bambina rispose al saluto, proprio come fece la donna.

Poi, un soffio di vento poco più forte le scompigliò i lunghi capelli castani, tenuti legati da un piccolo nastro bianco, e lei chiuse gli occhi. Afferrò, quindi, il suo cappello di paglia con una mano per evitare che le potesse volare via. Non sarebbe stato il primo…

Quando rivolse nuovamente il suo sguardo al grande campo davanti a lei, invece di un bambino, trovò un ragazzo.

Stava correndo, mentre una ragazza, dietro di lui, cercava di seguirlo, ridendo divertita.

Il vento le aveva fatto volare via il cappello di paglia che lei teneva sulla testa, e il ragazzo stava tentando di recuperarlo, saltando per il prato dorato ed allungando le braccia in aria per raggiungerlo.

Alla fine lui cadde e lei gli si avvicinò preoccupata. Lui non si alzava più.

La donna riuscì a provare lo stesso timore di quella ragazza. Aveva visto quel ragazzo scomparire tra le lunghe spighe di grano, come se fosse stato rapito da delle onde di un oceano d’oro.

Improvvisamente, però, lui riemerse ed afferrò la ragazza da dietro, per poi rotolare insieme in quel mare dorato, mentre ridevano divertiti.

Poi lei gli tolse quelle ciocche di capelli mori dal viso e lo baciò.

La donna sorrise dolcemente a quella visione. Poteva benissimo vedere quanto quei due ragazzi si volessero bene.

Senza che lei se l’aspettasse, un altro colpo di vento arrivò alle sue spalle, e questa volta il nastro che le teneva legati i capelli volò via. Lei lo guardò mentre danzava sempre più in alto nel cielo, mentre con una mano, tornava a tenere il cappello.

Tornò, poi, con lo sguardo davanti a sé, e anche questa volta le persone che vide erano cambiate. Non vedeva più il ragazzo e non vedeva più la ragazza.

Davanti a lei, c’era solo una donna, l’abito nero indosso ed un cappello di paglia tra le mani.

Aveva lo sguardo basso. E piangeva.

Non c’era nessuno accanto a lei. Era sola.

Le spighe che ancora ballavano sotto il vento leggero sembra volessero confortarla, ma il loro tentativo era inutile. Il loro colore da sempre dorato, si era tramutato in qualcosa di più cupo, di più triste.

Anche la donna sotto il grande albero si rattristò. Sentì una fitta al petto e gli occhi iniziarono a pizzicarle. Avvertiva una mancanza. Una perdita. La stessa perdita provata dall’altra donna in mezzo al campo di grano.

Si strusciò una mano sugli occhi e sospirò tristemente.

Poi, qualcuno le posò una mano sulle spalle, facendola voltare.

“Ehi, sei ancora qui?”

La donna annuì, cercando di nascondere quelle piccole lacrime che tentavano di sgorgare dai suoi occhi.

“Non ti senti sola?” l’abbracciò, sedendosi accanto a lei.

Lei negò, appoggiando la testa sulla sua spalla.

“Ti manca, vero?” l’accarezzò per farle sapere che le era vicino.

“Sì.” Sussurrò. “Ma ormai è passato.”

“Sicura?”

“Sicura.” Confermò lei. “E se anche non lo fossi, non posso far altro che mentire.”

L’uomo al suo fianco soffiò una piccola risata, stringendo a sé la donna. “Questa giornata è troppo bella perché tu rimanga all’ombra.” Le disse, alzandosi. Le porse una mano e lei lo guardò grata.

Si alzò a sua volta e si incamminarono nel mare dorato davanti a loro, sfiorando con le mani quelle spighe di grano che li avvolgevano nel loro passare.

Giunsero infine al centro di quel grande mare, dove era stato piantato un lungo palo tinto di nero.

La donna si allontanò dall’uomo, si tolse il cappello di paglia e lo posò sulla cima di esso, ed infine tornò da lui.

Ci fu ancora una volta un soffio di vento più forte degli altri e il cappello venne sollevato dalla sua lieve forza. Salì in alto nel cielo, verso il luminoso sole di quel giorno di piena Estate.

La donna sorrise, abbracciando il fratello.

Quel cappello sembrava stesse scappando, mentre qualcuno tentava di raggiungerlo.

Prima o poi, sarebbe arrivato il giorno in cui lui gliel’avrebbe restituito.

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Bene, una One Shot decisamente caotica. Chissà se avete capito ciò che intendevo descrivere con queste poche parole...^^

_irina_

  
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