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Autore: Sersci    24/07/2019    1 recensioni
Christian Deveraux è ricco, cinico ed arrogante. Charlotte lavora per pagarsi gli studi all'Università.
Tra i due è odio a prima vista. Oppure no?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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"Io studio medicina monsieur Deveraux e non mi intendo di finanza o mediazioni" replicò stupita dalla strana domanda che Blackman le aveva appena rivolto. Quell'uomo era una vera incognita, la prima volta non l'aveva neppure degnata di uno sguardo dandole la mancia con aria di sufficienza quasi come fosse elemosina ed ora le parlava di affari. "Perché non si siede qui e cena con me signorina Morel?" aggiunse lui con fare intrigante e fissandola come fosse una preda. Effettivamente si sentiva quasi un topolino con davanti un grosso e famelico gatto. Non era decisamente una bella sensazione. "Mi spiace, ma non è possibile, ho altre consegne da fare oltre a questa" la risposta sembrò spiazzarlo. Si vedeva che non era un tipo abituato a sentirsi dire di no. Doveva uscire di corsa da quella stanza, la temperatura sembrava essersi alzata di dieci gradi e lei era sicura di avere il viso in fiamme. 

"Bene" replicò con un tono di voce roco che peggiorò di gran lunga la situazione "che ne dice di vederci domani nel pomeriggio? Potremmo prendere un aperitivo insieme e parlare"

"Se vuole potremmo vederci alle quattro davanti all'Università Paris V" ribadì tutto d'un fiato Charlotte. Si sentiva la bocca secca, quell'uomo le faceva uno strano effetto non poteva negarlo. D'altronde era molto affascinante. "A domani, Charlotte. Passerò a prenderla all'Università" soggiunse Deveraux. Solo dopo essere risalita sul motorino si rese conto di quello che aveva fatto. Ma che cosa le stava succedendo? Accettare l'invito di qualcuno che neanche conosceva non era da lei. L'aria inebriante di Parigi le stava dando la testa.

"Puntuale come un orologio" pensò vedendolo arrivare con una sfavillante moto nera. Dio sembrava un angelo decaduto: la giacca di pelle nera, i calzoni attillati, un ciuffo ribelle che cadeva sulla fronte ed il casco, anch'esso nero, che teneva sotto il braccio sinistro. Una visione! Scese dalla moto, le prese delicatamente la mano e poggiò appena le labbra in segno di saluto. Mille piccole scosse elettriche la trapassarono da parte a parte. Aspettò che salisse, le porse il casco e partì. Charlotte giurò a se stessa che Blackman lo stesse facendo apposta. Aumentò la velocità costringendola ad aggrapparsi a lui. "Che bastardo" ripeté mentalmente reggendosi comunque forte alla sua vita. 

Charlotte si aspettava di sorseggiare un aperitivo o prendere un caffè in un semplice bistrot  ed invece si ritrovò al Procope. Quel café era il più antico e rinomato locale di Parigi. Frequentato da Robespierre, Balzac, Verlaine e Napoleone tanto per citarne alcuni. C'era anche una leggenda a riguardo. Si diceva che Diderot avesse iniziato la stesura della sua Enciclopedia proprio sedendo sui tavolini del Procope. Il cameriere li fece entrare e salutò molto cordialmente Deveraux, si capiva benissimo che era un assiduo frequentatore del café. Mentre si sedeva al tavolo Charlotte sentiva l'ansia aumentare ed anche la curiosità. Chissà che tipo di affare voleva proporle. Lo stomaco le si era chiuso, ma non accettare nulla le sembrava scortese, inoltre non le sarebbe ricapitato mai più di tornare in quel posto. Le conveniva assaggiare qualcosa. Vide passare il cameriere con in mano un dolce molto invitante e decise di optare per quello. Deveraux ordinò per lui una coppa di champagne. "Scontato" giudicò lei mettendosi in bocca un cucchiaino di quella paradisiaca fetta di torta, che per poco non le andò di traverso quando Blackman le fece la sua proposta.

"Charlotte non sono abituato a fare tanti giri di parole. La mia famiglia si riunirà tra poco meno di un mese per festeggiare il Natale, ho bisogno di un'accompagnatrice ed ho pensato a lei. Dovremmo passare insieme una settimana, fingendo di essere una coppia innamorata" le spiegò in maniera molto dettagliata.

"Cosa? Si rende conto di quello che ha appena detto? Dovrei fare finta di essere la sua attuale fidanzata? Non ci conosciamo neanche o meglio credo che lei conosca tutto di me e che abbia preso anche delle informazioni, ma io al contrario non so nulla"  farfugliò confusamente combattendo il proprio istinto che le diceva di lanciargli la torta in faccia. 

"Charlotte si tratta di un semplice affare, tu hai bisogno di denaro per frequentare l'Università ed io di una persona come te per evitare di passare l'ennesimo Natale sotto le grinfie dei miei. Mia madre e mia nonna ti adoreranno, sei il tipo di persona che vorrebbero vedere al mio fianco. E' una semplice transazione come puoi vedere" cocluse molto pacatamente. 

Sentiva la collera salire ma non voleva dare in escandescenza in un posto come quello. "La mia offerta è di ventimila euro e stai tranquilla non ti sfiorerò neanche con un dito" aggiunse facendo un sorriso che fece apparire una fossetta. L'avrebbe trovata sexy se non fosse stato per la rabbia che ora non riusciva più a gestire. "Senta mr Deveraux penso che quei ventimila euro dovrebbe metterli in cassaforte, diciamo così. La ringrazio per la torta davvero eccellente" si alzò con calma per non fare capire quanto fosse in realtà scossa, poggiò il tovagliolo ed lasciò il locale.

"Interessante" considerò Deveraux continuando a sorseggiare lo champagne "davvero molto interessante".

 

   
 
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