Film > Pirati dei caraibi
Ricorda la storia  |      
Autore: AngelCruelty    28/07/2019    5 recensioni
E se Henry Turner non avesse trovato il tridente di Poseidone?
Se la maledizione dell'Olandese gravasse ancora su Will?
Elizabeth invecchia ... mentre Will viene sfigurato dalla magia oscura ... che cosa è disposto a fare loro figlio pur di dar loro un degno addio?
Nota autrice: Questa è la prima OS di una challenge intrapresa con le mie amiche Angels4ever, LadyPalma e NevilleLuna, il tema di questa è l'addio. Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Henry Turner, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'addio


 


Un colpo, forte come un fendente dritto nel suo petto vuoto.
Un respiro mancato: i polmoni all’improvviso ardenti.
Il panico montò in lui come un’onda che si prepara a infrangersi. Will Turner, capitano dell’Olandese volante, stava per morire.
Lui lo seppe nello stesso istante in cui si alzò a sedere sulla sua brandina, distolto da un sonno senza riposo. La consapevolezza lo schiacciò, persino più tremenda di quando si era reso conto che sarebbe diventato capitano, forse persino di più di quando aveva capito cosa questo compito avrebbe significato per lui e la sua amata moglie. Questa volta era davvero la fine. Questa volta qualcuno aveva pugnalato il suo cuore per sempre. Non l’avrebbe più rivista. Non avrebbe più rivisto suo figlio Henry, che era ancora in giro chissà dove in cerca di un modo per salvarlo dall’Olandese, casa e prigione allo stesso tempo. Aveva rivisto Elizabeth nemmeno un anno prima, e in quell’occasione non si erano nemmeno immaginati di doversi dire addio. Adesso era troppo tardi … con gli occhi sgranati si preparò al peggio, ma non accadde nulla. Il petto continuò a bruciargli, un dolore lancinante gli squarciava il punto in cui un tempo si trovava il suo cuore. Gli mancava il fiato e una sensazione destabilizzante in un misto di paura, rimorso, rimpianto lo avvolgeva: ma non era morto. Non ancora. Credeva di poterlo fare da un momento all’altro, ma non poteva rimanere immobile ad attendere la fine. Che morte banale per un traghettatore di anime sarebbe stata? Così corse nell’unico punto che gli venne in mente: dritto verso il suo cuore. Se fosse riuscito a salvarlo forse avrebbe rivisto sua moglie e suo figlio, e stavolta non avrebbe dato per scontato il fatto di rivederli, seppur dopo 365 lunghi giorni. Li avrebbe abbracciati come mai prima, consapevole del fatto che avrebbe potuto non esserci una prossima volta. Era un essere immortale che poteva morire.
Mentre scendeva le scale e raggiungeva la stiva della nave, dove teneva nascosto lo scrigno con il suo cuore pulsante, continuava a sentire il suo corpo venir meno. Le gambe rischiavano di cedergli all’improvviso ma continuò ad andare avanti fino ad irrompere nella stanza. Quello che si trovò davanti non era certo ciò che si era aspettato. Non c’erano dei brutti ceffi che cercavano l’immortalità, non c’erano pirati avventurieri, non c’erano uomini avidi di potere o ricchezze. Si sarebbe aspettato persino un ripensamento del famoso Jack Sparrow, ma non questo. Colui che aveva pugnalato il suo cuore era Henry Turner, suo figlio. Will ansimò. Tutt’un tratto non sapeva più cosa provare. La paura per la sua morte si sostituì a quella per la vita di suo figlio. Non gli importò più di morire, o di non rivedere Elizabeth. Non riconobbe la propria voce quando urlò in un impeto furioso: “Che cosa hai fatto?!”
Lui sarebbe morto, ma Henry avrebbe preso il suo posto. Quell’arduo, maledetto, disperato ruolo che lui era stato costretto a interpretare sarebbe passato a lui. Non poteva accettarlo e allo stesso tempo non poteva fare niente per cambiare le cose. Incespicò verso di lui e prese la sua testa tra le mani, convinto che il suo volto sarebbe stato l’ultima cosa che avrebbe visto prima di andarsene per sempre.
“Perché?! Non puoi … tu non capisci … questo non è il tuo destino, è il mio!” gemette disperato.
Henry sembrava sconvolto quanto il padre. Delle lacrime copiose scendevano giù per le sue guance, ma era ostinato nel finire ciò che aveva cominciato.
“Padre …” sussurrò piangente: “è per la mamma … lei sta …” scosse la testa violentemente, come per scacciare un pensiero che lo tormentava, come per liberarsi di quell’atteggiamento infantile e angosciato. A quanto pare voleva sembrare un uomo, voleva sembrare degno per affrontare l’incubo in cui si era cacciato: “Ti sta aspettando. Ti ho guadagnato un po’ di tempo con un incantesimo, puoi andare a casa … un’ultima volta.”
Will rimase confuso, ma una parte di sé comprese subito quelle parole. Abbracciò calorosamente Henry, stringendolo forte come non mai.
“Addio Henry … mi dispiace” gli disse con voce spezzata.
Poi ricominciò a correre nella direzione opposta, udendo appena la risposta del figlio che bisbigliò: “Anche a me …”
Will salì in coperta e notò che erano vicini alla terra ferma. Henry aveva pensato proprio a tutto, perché riuscì a notare le vele di Port Royal. Il dolore lo torturava ma lui non lo percepiva più come prima. Era mosso dall’urgenza di rivederla. Saltò giù dall’Olandese, dritto dentro una scialuppa, e subito prese a remare con tutta la forza di cui era capace. Vogò per minuti interminabili e si ritrovò sul molo. Non si rese conto della strada che percorreva con le grandi falcate, i salti, i passi sempre più svelti. Attraversò vicoli e piazze, passò di fronte ai luoghi in cui un tempo aveva lavorato, dove si era ristorato, dove aveva scritto la storia con i suoi amici pirati scappando dai soldati. Una volta giunto a destinazione però, esitò davanti alla porta della camera da letto della Signora Turner. Indugiò perché sentì il cuore battergli nel petto come un tempo, nonostante stesse marcendo con un pugnale conficcato dentro di esso. Reticente e con il fiato rotto fece un passo avanti e la vide. Elizabeth era adagiata sul letto, bianca come un fantasma, ed era in una pozza di sangue. Quando Henry gli aveva detto che sua madre stava per morire, Will aveva pensato che si fosse ammalata, che l’avrebbe trovata ricoperta da cicatrici della peste o dai segni di qualche altra piaga. E invece era sudata, coperta fino al collo da lenzuola sottili e immersa nel sangue. Chi avrebbe mai potuto fare questo? Perché? C’entrava forse lui e la sua carica di capitano? Erano stati inglesi? I pirati? I francesi? Niente di tutto ciò che gli veniva in mente aveva senso. Quindi si precipitò da lei e la prese tra le braccia. Ma Elizabeth era inerme. Il suo corpo si afflosciò mentre lui lo tirava su fin contro il suo petto. Allora Will pianse. Non gli rimaneva nient’altro da fare. Lei, Mrs Swann, la donna che aveva amato sin dal momento in cui l’aveva pescato dal mare in tempesta … e lui stava per morire proprio nello stesso momento. L’avrebbe raggiunta al più presto … la sofferenza sarebbe finita. Ma Henry … il loro Henry, era ormai perduto. Aveva compiuto quel sacrificio, si era venduto al diavolo, a una maledizione più vecchia di lui, solo per dare ai suoi genitori un momento, un ultimo istante insieme. E invece era arrivato tardi … forse per un soffio, forse per troppo. Singhiozzò contro il suo viso freddo, lo accarezzò, tentò di infondergli vita. Ma come poteva un essere senza più tempo donarne un poco a qualcun altro? Allora glielo disse, anche se lei ormai non poteva più sentirlo, glielo disse, con la disperazione viva nella voce e un singulto che lo scuoteva: “Addio … addio …”
Fu in quel momento che nella stanza entrò qualcuno. Will adagiò la sua amata sul materasso e si eresse nella sua altezza per voltarsi contro l’intruso, pronto a lottare anche a mani nude per vendicare la sua donna. Ma non era un nemico, un assassino, quello che vide sulla soglia: era Carina Smyth, la ragazza di suo figlio Henry. Era imbrattata di sangue, il sangue della sua Elizabeth, e teneva tra le braccia un fagotto da cui spuntavano delle rosee manine. Il cuore di Will fece un balzo, e nonostante fosse distante dal suo corpo, il capitano dell’Olandese lo sentì. Henry non si era sacrificato solo perché lui dicesse addio a sua madre morente. Lo aveva fatto anche per permettergli di dire ‘benvenuto’ a suo fratello, il bambino che lui e Elizabeth avevano concepito circa otto mesi prima. Will non sapeva che sua moglie era incinta, ma non fece domande. Era sorpreso, ma adesso tutto aveva un senso. Si avvicinò a Carina e prese fra le braccia suo figlio. Lo strinse a sé, inebriandosi del suo profumo di neonato, lo coccolò, mentre le lacrime gli si asciugavano lente sulle guance, lasciando un solco. Gli parlò delicatamente, dimenticando tutto il resto. Si sdraiò accanto alla sua amata, ponendo il piccolo tra i loro corpi senza vita. Immaginò il futuro del nascituro. Carina si sarebbe presa cura di lui come Elizabeth aveva fatto con Henry: da sola. Sarebbe stata sola nel momento dei suoi primi passi e delle sue prime parole, perché Henry sarebbe stato schiavo di una maledizione che lo ancorava nel bel mezzo dell’oceano ... Continuò a sussurrare parole rassicuranti nelle orecchie delicate del bambino, fino a che il dolore al petto tornò più forte e devastante di prima. Era segno che era giunto il momento. Stava davvero morendo. Avrebbe rivisto Elizabeth? La sua anima sarebbe stata traghettata come quella di un comune essere umano? Avrebbe rivisto Henry una volta salito sulla sua scialuppa, avrebbe avuto il tempo di dargli dei consigli su come gestire la maledizione? Non lo sapeva, ma ormai non importava più nulla.
“Addio, piccolino” sussurrò per l’ultima volta in quella terribile, tremenda notte che lasciò orfani Henry e Weatherby Bill Turner.


Olè!
Ciao a tutti e grazie per aver letto fin qui!
Questa OS è nata come gioco tra me e altre mie amiche di EFP (Angels4ever, LadyPalma, NevilleLuna), è una challenge, per cui potete unirvi nella scrittura o leggere le fanfiction delle altre per 'votare' quale vi piace di più!
Il prompt per questa è, ovviamente, l'addio. I fandom e le ship sono libere!
Prossimamente pubblicherò altre tre OS per la challenge, per cui se vi va di seguirmi fate pure.
I promts saranno: viaggio nel tempo, se ci fossimo incontrati e il doppio/gemello!
A presto (spero)! - AngelC
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: AngelCruelty