Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    29/07/2019    2 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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6x7.3 Missing Moment 7.4 
 

Avevano proseguito la cavalcata per tutta la mattina quando un rumore imminente di zoccoli li fece arrestare, una staffetta con emblema Mormont li raggiunse chiedendo di Lord Stark, sicuramente dimentico che in realtà Jon fosse un bastardo del Nord e quindi uno Snow.
Sansa pose la sua attenzione sulle missive che il ragazzo stava porgendo a Jon, il quale dopo un’impercettibile esitazione le prese osservandone i sigilli.

“casa Manderly e casa Hornwood” affermò rompendo velocemente la ceralacca e fiondandosi nella lettura:
“200 Hornwood si uniranno alle nostre armate!” Jon alzò lo sguardo verso il ragazzo notando i corvi bendati chiusi in una gabbia che dondolavano al fianco del suo cavallo, “Ser Davos, dobbiamo mandare una risposta a Lord Hornwood indicandogli il punto di raccolta”
“mio signore, ho imparato a leggere solo qualche anno fa, non sarei certo di come apostrofarmi ad un Lord senza commettere errori…”

“Ci penserò io” intervenne Sansa non riuscendo a celare un certo fastidio,
“lo farò immediatamente!” sottolineò mentre scendeva dalla sua candida cavalla evitando di incontrare lo sguardo di Jon.

Cosa centra Davos, perché non si è riferito a me? 

Il cavaliere delle Cipolle si apprestò a scendere anche lui dal destriero e a recuperare l’occorrente per la missiva in risposta, porto tutto a Sansa che si stava sedendo sotto l’ombra di una quercia togliendosi i guanti da cavalcata. Ser Davos le porse lo scrittoio da viaggio, una semplice tavola di legno di betulla con in alto un foro per il calamaio, che lei si posizionò in grembo.
“Mia signora cercherò di essere il più esatto possibile nel descriverti al meglio il punto di raccolta che abbiamo scelto” le disse l’uomo porgendole carta, inchiostro e penna.
“Grazie Ser Davos”.

Ancora Sansa studiava quell’uomo e non riusciva a capire se le piacesse o meno, era sicuramente un uomo scaltro e intelligente se era riuscito ad arrivare alla sua età solo con 3 dita della mano in meno, ma questo le dava da pensare.

Ancora a dorso del suo stallone, Jon srotolò la seconda lettera ed emise un sospiro che non aveva nulla di confortante:
“casa Manderly è solidale alla nostra causa ma eviterà di schierarsi…” disse ad alta voce, serrando le labbra in una smorfia di rabbia e costringendosi a guardarsi attorno con l’intento di calmarsi. Ser Davos che nel frattempo aveva terminato di dare le informazioni a Sansa, si scostò da lei per andare verso Jon che stava parlando con la staffetta dandogli direttive per Lady Mormont.

Solo 2 lettere,
nessun messaggio da Lady Brienne o da mio zio,
questo può solo dire che dobbiamo dimenticarci dell’esercito Tully.

Sansa torno a rileggere la lettere che aveva completato mentre l’inchiostro si asciugava all’aria fresca del mattino inoltrato.
Si soffermò sulle righe che descrivevano il punto di raccolta: una vallata con montagne alle spalle, nei pressi delle rive di Coltello Bianco, il fiume torrenziale dalle acque gelate che si originava da Lungo Lago, il bacino d’acqua situato a Nord di Grande Inverno. Si fissò nella mente quelle descrizioni, e un pensiero iniziò a sorvolare verso l’Incollatura, sulla Costa Orientale, indugiando più del dovuto ai cavalieri della Valle.

Jon non accetterebbe mai l’aiuto di Ditocorto, non dopo che ha saputo che è stato lui a consegnarmi ai Bolton.
L’onore lo ucciderà come è successo a nostro padre se non interverrò e la vicinanza di Baleish è comunque pericolosa per lui.
No, altre case devono rispondere alla chiamata dei vessili, c’è ancora tempo!

Sansa si alzò dalla sua posizione posando al suolo lo scrittoio, si lisciò con gesti convulsi le pieghe immaginarie dell’abito quasi a scacciarsi di dosso quei pensieri, raccolse poi la lettera e il calamaio con la piuma intinta al suo interno per portarla verso il fratello.
“ho bisogno del tuo nome Jon” disse cercando i suoi occhi che non esitarono altrove;
Jon con sguardo indecifrabile prese il messaggio e gli diede una breve letta con freddezza militare, prima di apporre la sua firma in completo silenzio.
“Dovresti apporre anche la tua firma Sansa” disse infine facendo segno a Davos di apprestarsi a sciogliere la ceralacca antracite.
Sansa appose firma e sigillo, soffiandoci lievemente sopra per essere sicura che si asciugasse velocemente; arrotolò il pezzo di carta e lo consegnò al ragazzo di Isola dell’Orso che si apprestò a legarla alla zampetta di uno dei corvi che aveva portato con se.
Alla pallida luce del giorno, guardò il corvo spiegare le sue ali di seta, scure come notti senza luna e librarsi nel vento che iniziava a levarsi, mentre sporadici fiocchi bianchi iniziavano a posarsi sul suo mantello.
Quasi come un suono ovattato sentì Jon consultarsi con Davos sul da farsi.
Infastidita dal disinteresse del fratello rispetto ad un suo possibile coinvolgimento di opinioni si allontanò per recuperare lo scrittoio.

“Sansa” la richiamò Jon non comprendendo il motivo per cui la sorella non fosse rimontata in sella, ma lei non si voltò continuando a camminare.

Ma cosa…dove va adesso?

Jon balzò da cavallo interrompendo il suo dialogo con Davos che soppesò la situazione dall’esterno, più incuriosito che preoccupato, e a grandi falcate cercò di raggiungere la sorella.
“Sansa dove stai andando?” la circuì fino a trovarsi di fronte al suo sguardo azzurro di ghiaccio.
Sansa si specchiò negli occhi bruni di lui e inarcando un sopracciglio li condusse con un cenno a posarsi laddove si trovava lo scrittoio di betulla che aveva adagiato poco prima sul suolo.
Jon, comprese le intenzioni di lei, sospirò un sorriso prima di tornare a guardarla divertito dalla stupidità del suo stesso comportamento.
“Scusami” disse ancora sorridendo, voltandosi totalmente verso di lei e regalandole quella completa attenzione che poco prima le aveva negato
“io pensavo… ti sei offesa quando quel ragazzo si è rivolto a me chiamandomi Lord Stark?” chiese con occhi frementi, trattenendo il fiato a celarne il timore.
Fu il turno di Sansa ad apparire stranita: “Lord… ma che dici Jon, cosa centra questo, io…”

Ma perché non riesce a vedere oltre la ragazzina supponente che sono stata un tempo,
ovvio che non considera la mia opinione se ancora la sua mente è legata a quei ricordi!

“Jon lascia stare d’accordo, rimettiamoci in marcia e concentriamoci sulle altre casate da cui recarci” si ridestò lei scuotendo la testa ancora più infastidita prima voltandosi in direzione dei cavalli.
“andremo diretti al punto di raccolta invece” le si riferì lui con voce alta e determinata ridiventando serio e attendendo una sua reazione.
Sansa di blocco di colpo e torno a voltarsi verso di lui, “come?” chiese pensando di non aver inteso correttamente,
“abbiamo deciso così" sentenziò lui, "Lady Mormont ha mie istruzioni di riferire il luogo di raccolta qualora ricevesse altre risposte positive” 

abbiamo? io non sono stata coinvolta in nessuna decisione!

“Bene.” rispose Sansa riassumendo contegno e distacco, “meglio affrettarci allora, la Foresta del Lupo è alquanto vasta, e sta riiniziando a nevicare” concluse algida rimettendosi i guanti e proseguendo per rimontare in sella.

Jon si strinse nel mantello cercando di interpretare i comportamenti della sorella.
tu non sai niente Jon Snow
le parole di Ygritte gli riecheggiarono nella mente, mentre un sorriso triste andava a posarsi sul suo viso e i suoi occhi indugiavano sulle guizzanti lingue di fuoco che erano i capelli di Sansa mossi dal vento del Nord.

 
   
 
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