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Autore: Queen FalseHearth    29/07/2019    2 recensioni
Dal capitolo 2:
“C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano solo lo studio. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto; negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?
Il telefono squillò. Una persona, guidato dal puro divertimento, aveva provveduto a sconvolgerle la vita senza permesso. La ricatterà per costringerla a lavorare nell’ultimo posto in cui una ragazza come Gwen vorrebbe lavorare, in un Maid Cafè.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Maid Cafè
🍬Capitolo 6🍬

 

3 Gennaio 2013, Venerdì

Era passato quasi un mese da quando Gwen è stata costretta a lavorare in un Maid cafè: nonostante avesse gettato via il suo volto indemoniato, era ancora un po’ arrugginita nel prendere le ordinazioni e improvvisare un sorriso. Pensò questo durante il suo servizio in vesti di cameriera.
Gwen non sarebbe mai stata come le altre a cui bastava un sorriso per rallegrare la giornata delle persone. A differenza sua non indossavano una maschera: erano davvero ragazze di buon cuore.
Forse l’unica maid dallo sguardo gelido anche al di fuori dell’orario di lavoro era Marta, la ragazza scontrosa e misteriosa conosciuta in Giappone. Gwen non le aveva ancora rivolto la parola in questo mese, non c’era mai stata occasione.
Ancora una volta, la gotica dovette rinviare i suoi piani nel parlare con “Celeste” quando venne annunciata una nuova notizia dal capo.
-Ragazze sta per arrivare una nuova maid, accoglietela come si deve!- esclamò Courtney di buon umore.
Kitty era elettrizzata all’idea di conoscere una nuova “sorella”, entusiasmo che venne condiviso con le altre eccetto Gwen e Marta.  Solo allora la protagonista si accorse che Carrie non c’era, oggi era suo il turno distribuire i volantini? Con il freddo che minacciava le strade sarà già diventata un mezzo ghiacciolo, pensò.

Gwen stava portando via gli avanzi su un tavolo quando pensò alla nuova maid. Era come lei? Una vittima di un gioco orchestrato da un avido conduttore o semplicemente una persona che aveva trovato un’offerta di lavoro nel luogo più infantile e colorato della terra?
La risposta comparve sulla soglia della porta: c’era una ragazza dai capelli biondi accesi ordinati in una bandana blu e un abbigliamento estivo; sembrava non rendersi conto che l’Inverno sia l’attuale stagione. Togliendo i suoi occhiali da sole, mostrò i suoi grandi occhi azzurri ingenui.
Gwen non ci impiegò molto a rendersi conto di dover condividere la tortura di McLeain con una vecchia conoscenza.
-Linsday? Che ci fai qui?!- Gwen si avvicinò accertandosi che non ci fossero le maid nei paraggi. La bionda non si accorse della domanda, impegnata a scrutare ogni dettaglio del locale: i colori bianco e neri presenti sul pavimento di tegoli non erano mai stati i suoi preferiti, però apprezzò i fiori sui tavoli.
Anne Marie e Sammy riconobbero la famosa svampita della tv che con la sua entrata in scena che aveva stregato metà dei clienti, esibì il suo fascino senza timore e con un pizzico di ingenuità. Distribuiva baci e ai clienti e continuava a ignorare Gwen la quale non nascose la propria perplessità. Molti clienti si alzarono per stringerle la mano, altri per un autografo. Kitty si sentì minacciata dalla nuova presenza, d’ora in poi avrebbe comprato più mascara.
-È arrivata Linsday? Perché non l’avete accolta con coriandoli e presentazioni?- dalla confusione generale Courtney s’imbatté in Gwen, quest’ultima non pensava che l’ispanica assumesse persone che le suscitavano antipatia (lei era un caso a parte).
-Non credo che le serva un benvenuto. Perché l’hai assunta?-
-Perché sono sicura che attirerà i clienti con il suo sorriso, la sua disponibilità…-
-Aspetta è per il suo seno vero?-
-Si-
Al suo primo giorno al Maid Cafè, Courtney le aveva assicurato che l’emancipazione e la forza delle donne era riconosciuta anche là dentro, ma non poté fare altro che approvare quella mossa strategica per attirare i clienti.
-Sono sicura che non ti riconoscerà- scherzò Courtney, la gotica poteva ammirare il suo lato umano in rari momenti. Sicuramente era ancora felice per la serata di Natale. Era merito suo? Privando dell’incontro di Scott a Dawn aveva rallegrato il cuore di Courtney? Gwen sorrise.
-E io sono sicura che scambierà tutti i clienti per Tyler-
Lindsay fu al centro dell’attenzione per un abbondante mezz’ora; insieme a Gwen e Courtney anche una maid non fu vittima del suo incantesimo, ed era la stessa persona che la protagonista era intenzionata a parlare da un po’ di tempo.
-Ciao!- la ragazza dagli occhi celesti si girò con calma, con sguardo rilassato e annoiato. Gwen si accorse che era più bassa di lei. Appena si assicurò di aver finalmente ottenuto l’attenzione di Marta, la gotica continuò:
-É da un mese che provo a parlarti, per ringraziarti di avermi fatto incontrare Leshwana quella volta in Giappone. Sono in debito con te- era l’unica frase gentile autentica che Gwen avesse pronunciato nel Maid cafè.
-Non l’ho fatto per te- non c’erano clienti nei paraggi, per Marta non era necessario comportarsi garbatamente.
-Leshwana è una delle migliori amiche del mio ragazzo e non si fida di me, pensavo che portando l’amichetta del reality avrebbe risolto le cose- non si aspettava quella confessione, ma la gotica avrebbe dovuto prevedere che quel gesto non fosse nato da un sentimento di altruismo.
-E come è andata?- chiese Gwen assumendo il suo stesso sguardo.
-Non l’ho più vista quando sono ritornata in America con il mio fidanzato, lei è rimasta lì-
Gwen non ebbe il tempo di farle altre domande che Courtney salì su un tavolo vuoto e chiese un attimo di attenzione a staff e clienti. I tavoli erano ancora pieni di persone affamate, ma la nuova notizia interessava anche loro. Dopo che Lindsay tornò con il suo completo da cameriera, Courtney ricevette da Serena un microfono.
-Ho due importanti notizie! Nel nostro staff si è aggiunta Lindsay che non vede l’ora di conoscervi e divertirsi con voi! La seconda novità ha bisogno di un’introduzione: in Giappone le cameriere si travestono da personaggi di anime e manga ma in questo maid café, da domani, le nostre giornate saranno a tema di cartoni americani ed europei e film Disney!-
Una ragazza dai capelli rossi, posseditrice di una potente voce, chiese il tema del giorno dopo a Courtney.
-Domani sarà il… My Little Pony Day!-
Nel locale esplosero applausi come se Courtney avesse dichiarato che i dolci sarebbero stati gratis d’ora in poi. In quel momento Gwen si accorse che ogni cliente era un fan di quei Pony parlanti data la loro esagerata reazione e grida di gioia, sospettò che anche l Kitty lo fosse. Il resto delle cameriere rimase indifferente, soprattutto Anne Marie che dava più importanza alle sue unghie.
Una piccola folla circondò il tavolo su cui Courtney non avvertiva problemi d’equilibro e tutti la lodarono facendole i complimenti. Essere il capo e al centro dell’attenzione era la combinazione perfetta per una ragazza che ambiva al potere.
Gwen, per allontanarsi dalla confusione, si avvicinò a Sammy che era rimasta in un angolino del locale; per la protagonista era l’unica che si poteva definire “normale” insieme a Carrie.
-Ciao Gwen- disse Sammy entusiasta notando la gotica, nonché suo idolo.
-Ciao- Gwen ricambiò il saluto, era un buon segno per la cameriera dagli occhi verdi. Gwen non tolse lo sguardo da Courtney che era a suo agio ricoperta da complimenti e applausi.
-Courtney è qui da poco tempo ma propone sempre nuovi eventi per sconfiggere la noia e intrattenere i nostri clienti- spiegò Sammy alla diciasettenne.
-Capisco, è diventata capo all’inizio di Dicembre?- domandò.
-Si, ha vinto la proprietà per puro caso. Pensavo che sarebbe stata inesperta all’inizio, ma è un vero drago!- nel frattempo anche le altre cameriere raggiunsero Gwen e Sammy.
-É il capo migliore che abbia mai avuto- intervenne Serena.
Gwen solo in quel momento si ricordò che Courtney ambiva a diventare avvocato, allora perché aveva rinunciato agli studi per gestire una caffetteria stravagante? Che era successo?
Courtney scese dal tavolo aiutata da due ammiratori e si voltò dove si erano radunate le maid.
-Domani mattina verranno per aiutare con i costumi e l’allestimento Diamond, Sammy e chi fa gli straordinari…- sorrise con malizia l'ultima frase guardando Gwen, era ritornata la Courtney di sempre.

L’aria di festa finì e tutte ripresero il normale programma lavorativo. Gwen avrebbe voluto chiedere all'ispanica del perché avesse rinunciato al suo sogno ma era troppo lontana.
L’avrebbe chiesto dopo, il suo insopportabile turno lavorativo era ancora in corso.
Gwen stava per andare al tavolo di un cliente che aveva appena preso il menù - che gli nascondeva la faccia  -  quando dietro di lei sentì la voce di Kitty contaminata di spavento.
-Carrie dov’eri finita! Ehi ma hai sporcato la divisa! È…cioccolata calda? Sai bene che Serena non ti parlerà più se scopre che hai osato bere cioccolata di altri bar!-
-Abbassa la voce! Stavo morendo di freddo, prova tu a stare là fuori con questo abito corto…- le due amiche continuarono la loro chiacchierata altrove, lontane dall’orecchio talvolta invadente di Gwen.
La diciasettenne tornò al suo incubo e si preparò con il suo stupido servizio: se le consegnassero un penny per ogni volta che maledice il suo lavoro, vivrebbe nell’oro. Raggiunse lentamente il cliente misterioso.
-Buongiorno! Benvenuto nel Princess Cafè, onorato padrone- disse l’ultima parola con evidente sforzo. S’inchinò, una volta abbassata la testa si concesse un attimo di nausea. Non aveva mai compreso perché Courtney imponesse quest’usanza giapponese, abbassare la schiena ogni volta stava diventando fastidioso.
Appena rialzò la testa, vide due grandi occhi azzurri che la fissavano. Il suo viso era leggermente vicino a lei, forse si era un po’ avvicinato per assicurarsi che colei in abiti da cameriera fosse la ragazza che aveva dichiarato di amare al mondo intero. Gwen per poco non urlò il suo nome.
Duncan.
Il suo cuore non impazzì in quel modo da quando Chris le aveva raccontato del suo segreto. Nella sua mente scrisse una nota: mai servire i clienti che nascondono il volto. Era incredibile, Duncan non era cambiato di una virgola.
Non era passato neanche un mese che si era fatta sgamare, la sua solita sfortuna.
-Ciao…- Gwen non si lasciò sopraffare dallo stupore di rivederlo, al contrario di Courtney che, appena notò il suo ex, brandì una spada fatta di pan di spagna. Gwen si sbagliava: la Courtney del reality non era scomparsa.
-Gli ex carcerati non possono entrare!- esclamò a gran voce la perfettina, Duncan rise come ai vecchi tempi ignorando per un momento Gwen.
-Non ho visto il cartello- la sua calda e decisa voce era mancata alla giovane gotica.
Per evitare un litigio inutile, Courtney se ne andò: quest’ultima era convinta che quel ragazzo con i piercing e la cresta verde non potesse cambiare mai, non le importava se Gwen, che si trovava casualmente al suo tavolo, condividesse il suo pensiero.
La gotica si assicurò che nessuno nelle vicinanze li riconosca prima di parlare.
-Ciao- riiniziò con evidente imbarazzo.
-Ehi-
Era ancora arrabbiato con lei per averlo mollato in diretta internazionale? Fu il primo pensiero di Gwen, ma non poteva certo chiederlo.
-Allora…com’era il carcere?-
-Un vero schifo- affermò dando l’impressione di non volerne parlare.
-Perché sei qui?- chiese Duncan non staccando mai gli occhi dal suo viso. -Ricordo che fare la gentile cameriera non rientrava tra i tuoi obiettivi-
-Ricatto da parte di McLeain- disse Gwen senza aggiungere altro; entrambi non volevano discutere dei recenti avvenimenti che hanno influenzato negativamente le loro vite.
-E tu? Con tutte le caffetterie in Canada proprio qui sei capitato?- Duncan sospirò amareggiato.
-Tutto è iniziato da quando sono uscito dal carcere, morivo di fame e non avevo un soldo con me. Quindi…ho aiutato quella ragazza- iniziò indicando la figura lontana di Carrie -l’ho vista tutta sola distribuire dei volantini per attirare clienti. Il freddo la stava uccidendo, non mai visto una persona tremare così. Mi sono offerto di aiutarla in cambio di cibo gratis e…eccomi qui-
-Beh hai fatto un ottimo lavoro, il locale è quasi pieno. Che ne dici di lavorare qui?-
-Attraggo molte ragazze ma non sopravvivrei un giorno sotto gli ordini di Courtney, tu come fai?-
Scherzare con Duncan come ai vecchi tempi era la cosa migliore che le fosse capitata da Dicembre. Era insolito da parte sua pensarlo dato che lei era convinta di aver lasciato un ragazzo diverso da quello di cui si era innamorata. Pensò che manifestava due personalità, una feroce ma gentile e l’altra bastarda e superficiale, era l’unica spiegazione che riusciva a darsi.

Arrivò Carrie, più goffa del solito, che per poco non fece cadere i dolci sul suo vassoio.
-Ecco Duncan, ciambelle con zucchero a velo e frullato di cioccolato. Non devo fare la magia alla bibita con te vero?- chiese un po’ spaventata, come se stesse chiedendo a una professoressa se toccasse a lei esporre un argomento difficile.
-Tranquilla, sono qui per mangiare no per spettacolo. Grazie ancora-
-Sono io che devo di nuovo ringraziarti, te ne sarò eternamente grata.- Carrie fece lo stesso l’inchino, questa volta per riconoscenza e no per eseguire il copione da maid.
La bionda lasciò Duncan e Gwen da soli, non prima di aver sussurrato all’orecchio della gotica: -Ora capisco perché avevi una cotta per lui. Ha un cuore d’oro!-
Gwen non si era mossa da quel tavolo, per quanto tempo era rimasta? Non intendeva andarsene, le sue colleghe non avrebbero fatto la spia riferendo la sua “pausa” a Courtney. Duncan, con un sorriso in grado di far sciogliere il cuore di ogni fanciulla,  invitò Gwen a prendere qualche ciambella.
-Condividere il mio primo pasto con te, dopo quella merda della prigione, sarebbe il massimo- Gwen non se lo fece ripetere due volte e prese con piacere una ciambella, era morbida e saporita più del solito.
Una gran voce femminile attirò la loro attenzione.
-Perché devo distribuire i volantini nel primo giorno? Mi diverto a prendere ordinazioni e sorridere a tutti!-
-Ma se ne hai sbagliate due! E comunque sei immune all’Inverno, io ho addirittura i brividi a stare qui dentro!-
-É Inverno?-
Kitty e Lindsay stavano discutendo incuranti del caos che stavano provocando.
-Ehi ma quella è Lindsay!- Duncan era più sorpreso di Gwen quando la rivide.
-È il suo primo giorno ma se la cava bene, più di me questo è poco ma sicuro- disse pensando a Norman, il suo primo cliente: l’aveva visto nel Princess Cafè solo tre volte da quel giorno di Dicembre.
-Avrei voluto esserci-
-Credimi meglio di no. Allora…devo servire altri tavoli e domani mi aspetta una noiosa giornata quindi…ciao- abbassò lo sguardo d’istinto, nonostante l’imbarazzo era davvero contenta di aver incontrato Duncan.


Gwen ritornò a casa e si gettò sul divano accanto a suo fratello che sembrava ipnotizzato dallo schermo del computer portatile.
I pensieri dell’adolescente gotica riguardavano il My Little Pony Day. Questa volta doveva impegnarsi no per ricatto ma per pagare quella multa (capitolo 4) e avrebbe voluto che fosse l’unico motivo. Non aveva mai visto una puntata di quella serie animata, una sorella o cugina di cinque anni sarebbe stata di grande aiuto. Avrebbe ricavato informazioni da Wikipedia, l’ancora di salvezza di ognuno
Il suo compito, affidato da Courtney prima della fine del suo turno lavorativo, era memorizzare le battute di quei pony parlanti e trovare le parrucche delle criniere colorate dei vari personaggi.
-Brian mi presti il computer?- in casa ce ne era solo uno ed era la cosa più preziosa.
-Non in questo momento. Non domani. Non in questa vita- suo fratello scappò in camera sua e Gwen sentì la porta chiudersi.
Perfetto, faceva prima a fingersi malata tanto l’avrebbero pagata lo stesso…a quel punto si rese conto di non aver firmato nessun contratto lavorativo e quindi non era protetta dalla Legge.
Quando pensò che per prima cosa dovesse cercare le parrucche sentì il suo telefono squillare.
-Ciao Gwen! E’ da un sacco di tempo che non riesco a vederti, tutto ok?-
-Ciao Zoey, ho avuto da fare…-
-Che ne dici di venire al cinema con me e Mike?-
-Non posso, sono occupata. Un momento…-
-Che succede?- stava rischiando. Era un grande errore. Ma non aveva cugine di sei anni.
-Conosci My Little Pony o qualche fan?-
-Si quel cartone animato…perché?- Gwen fece un gran respiro.
-La cugina piccola della sorella di un mio amico deve dare una festa a quel tema e mi sono offerta di trovare delle parrucche, puoi aiutarmi?-
-Mi dispiace ma dopo il cinema devo far visita a mia nonna. Chiedi a Cam credo che oggi non abbia niente da fare-
-Gli inverò un messaggio…by- non era pronta a trascorrere del tempo da sola con Cameron, i sensi di colpa l’avrebbero divorata.
Era il momento di valutare quale dei suoi amici avrebbe potuto chiedere aiuto: Lance, con il suo carattere solare, si sarebbe divertito a provarsi tutte le parrucche e, senza volerlo, farle perdere un mucchio di tempo; Sky aveva gli allenamenti e Dawn era al raduno di un’associazione che s’impegnava a difendere gli animali.
Gwen non poteva chiedere aiuto a qualche amico conosciuto al reality, o forse si?
“Perché non passare il pomeriggio con il ragazzo della folle notte sull’isola?” pensò. Cliccò sull’ultimo numero che aveva in rubrica.
-Duncan?-

 

4 Gennaio 2013

Era a tutti gli effetti una festa di compleanno per una bambina, poteva essere agli occhi di un passante qualunque invece era una giornata a tema nel Maid cafè americano.
-Courtney dove metto questi?- chiese Sammy, teneva in mano tutti i trucchi presi al supermercato più vicino.
-Su quel tavolo. Marta sta finendo di vedere i tutorial per fare i tatuaggi di quei piccoli pony. Per favore potresti controllare il bagno?- Sammy annuì.
Bambini, ragazzi e adulti erano appiccati all’entrata del locale, attendendo la sua apertura. Courtney avrebbe cercato una volontaria per aprire la porta all’orario esatto più tardi, aveva molto lavoro da fare. Le divise fucsia per le maid erano arrivate intatte e anche i vari accessori che i clienti avrebbero apprezzato. L’ultima volta che Courtney era stata costretta a indossare una coda era in un episodio della prima stagione del reality; questa era più lunga, colorata e facile da indossare.
Secondo la sua lista mancavano le parrucche, era compito di Gwen occuparsene. Ma dov’era?
-Quella maledetta dark…!- domare la sua ira era diventato facile come bere un bicchiere d’acqua grazie ai corsi per la gestione della rabbia, ma questa volta niente le avrebbe impedito di urlare.
-DOV’É GWEN?- gridò con gli occhi rossi dalla rabbia e prese il telefono. Sammy era per la prima volta intimorita dal suo capo.
-Gwen dove stai? STIAMO PER APRIRE!-
La risposta che ricevette scatenò un vulcano nell’ispanica.
-Ho il raffreddore- Courtney dovette fare un lungo sospiro per non urlare di nuovo, ma imprecò ad alta voce quando si accorse che la gotica aveva chiuso la chiamata.
-Tutto bene?- chiese Marta nascondendo il suo divertimento nel vedere la rabbiosa Courtney che aveva visto ai tempi di A Tutto Reality. La perfettina riacquistò il controllo.
-Stiamo per aprire, fa entrare le altre maid alla porta della cucina- dopo che Marta se ne andò Courtney chiamò colui che riteneva l’artefice della sparizione di Gwen.
-Duncan, sai dirmi perché Gwen non è al lavoro?-
-Ha il raffreddore-
-Il giorno prima t’incontra per caso e poi si ammala? Questa me la pagate, ANDATE ALL’INFERNO!-
La giornata al maid cafè si svolse nel migliore dei modi, i clienti non gradirono soltanto i nitriti di Lindsay, per loro era un insulto a una serie con protagonisti pony che parlano lingua umana. Nessuno si accorse che mancava una maid e le parrucche.
Ma Courtney non se ne sarebbe dimenticata.

Il giorno prima

-Quindi mi hai chiamato perché vuoi che ti accompagni a comprare delle parrucche per un evento al quale preferiresti spararti piuttosto che parteciparvi, giusto?-
-Si, al carcere ti hanno fatto mangiare un libro di grammatica?-
-No stavo solo ripetendo in modo diverso le tue parole. Ma perché ci vai?-
-Te l’ho detto:, sono stata ricattata e non posso fare niente.-
-Nel ricatto c’è scritto che devi andare ogni giorno in quel posto?-
-No…-
-Allora prenditi un giorno di vacanza, piccola. È un mio consiglio-
-Poi c’è anche una multa che dovrei pagare…-
-Ti aiuto io, mio padre è avvocato e i soldi non gli mancano. Il prestito ce l’hai, altro?-
-Duncan…grazie-
Non voleva andare al Maid Cafè: desiderava soltanto un pomeriggio con i suoi amici, iniziare la serie anime dark fantasy che aveva catturato la sua attenzione e vedere film horror con suo fratello la sera tardi per poi sorridere ad ogni suo spavento.
Solo per un giorno voleva ritornare alla sua vita.
Solo un giorno.

 


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Odiatemi, gente. Dite i vostri peggiori insulti a questa ipocrita ritardata che risponde al nome di Queen FalseHearth. Mi merito tutte le spine delle rose, faccio schifo.
Dire “scusatemi per il ritardo ^__^” non potrà cambiare il passato, quindi spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di pubblicare il prossimo entro la fine dell'anno.
D’ora in poi capitolo più brevi perché mi sono accorta che mi perdo in unitili dettagli, non mi credete? Ho barrato almeno venti frasi noiose e scene inutili, quando ho rincontrollato il testo prima di pubblicarlo ho trovato altri elementi inutili.  Voglio scrivere capitoli piacevoli da leggere quindi per chi è rimasto (penso nessuno perché sono un fallimento nell’aggiornare)al prossimo capitolo! Ah il prossimo capitolo sarà lungo, quello otto e quelli successivi saranno scritti in tempi più brevi!

 

   
 
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