Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: profumoditae    29/07/2019    1 recensioni
Taehyung è solo troppo innamorato per continuare a vivere.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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" Ehi Jungkookie,
Ti sto scrivendo una lettera, sì ecco non dovresti stupirti, in fondo ci siamo conosciuti così.
Ricordo ancora quando in terza media la professoressa di lettere era entrata in classe tutta entusiasta annunciandoci che avremmo avuto un amico. Un amico a cui mandare lettere.
Io all'inizio non ero tanto contento, sai non volevo farmi altri amici, avere altra falsità attorno a me ma poi iniziò a piacermi. Mi piaceva prendere la stilografica blu in mano e farla danzare a contatto con la carta ruvida è un po' giallastra del mio quadernetto verde. La mia mano destra si muoveva leggera per non macchiare il foglio e la mia testa era appoggiata al braccio sinistro steso su quella scrivania apparentemente troppo piccola per tutti i miei evidenziatori e le mie penne colorate. Mi piacevano i colori, soprattutto quelli pastello che facevano a pugni con il
blu notte della mia stilografica. Adoravo come i colori capissero le mie emozioni, quelli pastello poi sembravano così ingenui, un po' come me.
Dovevo aspettare che l'inchiostro si asciugasse per poter evidenziare le parole che volevo che ti colpissero, altrimenti si sarebbe sbavato e avrei rovinato tutto.
Mi ero affezionato a te Kookie, ogni settimana non vedevo l'ora di ricevere una tua nuova lettera.
Nelle tue lettere non c'erano colori, solo il nero. Deducevo quindi che a te non piacessero tanto quanto a me.
Mi piaceva molto leggere delle tue peripezie raccontate attraverso quella scrittura così frettolosa e imprecisa. Scrivevi di un sacco di cose che mi affascinavano. Ero sempre curioso di sapere che posto andavi a visitare la domenica con i tuoi genitori e la tua sorellina oppure di sapere se avevi vinto lo scontro di taekwondo del sabato mattina. Ma mi piaceva ancora di più di quando mi raccontavi delle tue uscite con Jimin, il tuo migliore amico, e del vostro gruppetto, mi sentivo parte di quella tua famiglia. Ero molto felice che tu lo fossi, e forse piano piano diventai geloso del tuo rapporto con Jiminie.
In fondo, io avevo solo te.
Quando poi, dopo alcuni mesi, ci scambiammo il numero di telefono ero felicissimo eppure, dentro di me, sapevo che mi sarebbe mancato comprare francobolli colorati per le buste che ti spedivo. Dopo questa svolta ci scrivevamo quasi tutti i giorni e riuscimmo pure a organizzare il nostro primo incontro.
Quel giorno qualcosa dentro di me si era già smosso.
Era una gelida mattina di metà novembre e noi ci eravamo incontrati in una città a metà strada tra la mia e la tua città. Fu una giornata molto tranquilla, passeggiavamo per il centro, entrambi ancorati al nostro Bubble the caldo, nonché unica fonte di calore, a chiacchierare del più e del meno. Il tuo viso era costantemente contornato dal tuo sorriso da coniglietto e da quel luccichio insistente nei tuoi occhioni marroni. Le tue guance facevano a gara con la punta del tuo naso per quale dei due fosse più rosso. Portavi un tenero berretto di lana rigorosamente nero e te ne imbarazzavi perché tua mamma ti aveva costretto a metterlo. Non capivo perché non ti piacesse, eri così adorabile.
Inutile dire che dopo l'uscita il nostro rapporto è migliorato e che io mi sono affezionato sempre di più. Però a quanto pare il mio affetto non ti bastava o forse non ti è mai bastato.
Eppure a me il tuo bastava.
Era ormai un anno che ci conoscevamo e uscivamo insieme, quando da soli e quando col tuo gruppo di amici, ed era evidente che entrambi provassimo qualcosa in più di semplice amicizia, o forse è quello di cui mi sono convinto.
Non starò a riscriverti tutto ciò che abbiamo passato perché sono sicuro che anche per te sono come tanti piccoli post-it colorati appiccicati alla tua mente esattamente come lo sono per me. O forse sono bianchi, come il colore che mi hai lasciato dentro. O peggio ancora sono solo frammenti di una bellissima amicizia.
Vorrei solo chiederti perché ma non lo farò. So che è una domanda inutile, esattamente come chiedere a un fumatore accanito perché non smette di rovinarsi la vita. Sarebbe solo una presa in giro nei tuoi e nei miei confronti. Eppure tu non ti sei mai sentito in colpa per quello che mi hai fatto. Tu sapevi, sapevi che ti amavo eppure nulla ti ha fermato dal prendere il mio cuore, ormai tuo, e ridurlo in tanti pezzettini minuscoli. Ma non te ne faccio una colpa, tu infondo lo avevi sempre amato e io me lo sentivo ed avevo ragione.
Ogni volta che mi parlavi di lui sprofondavo un po' di più nell'unico colore che io non abbia mai amato, nonché il tuo preferito: il nero.
Eppure quel briciolo di speranza dentro al mio cuore non si è mai spento per i tuoi gesti e per le tue attenzioni e sinceramente non so se ringraziarti o meno per questo.
Nel dubbio continuo ad amarti senza mai smettere di odiarti un pochino. Quel rosso pastello, del mio amore, nonché il mio colore preferito, si è scurito, ora è bordeaux o forse ha il colore del sangue. Non so definirlo, è troppo scuro, non è pastello e non mi piace.
Spero che lo farai anche tu dopo questa lettera. Odiarmi, intendo.
Non voglio ferirti eppure sono talmente egoista che non sopporto l'idea di essere l'unico tra i due che soffre nonostante ciò l'unica cosa che voglio, è solo la tua felicità.
Ti prego, non piangere. Non permettere a quel liquido trasparente di solcare quelle tue guance così paffute. Leggi questa lettera quando ci sarà Jimin a sostenerti, non voglio vederti crollare per terra, anche se probabilmente non ce ne sarà bisogno. Tu sei forte. Più forte di me. So anche che tu un pochino mi hai amato, eppure io non reggo più questa situazione. Mi hai amato a modo tuo e io a modo mio, io ci speravo troppo Kookie, siamo sinceri. Sono sempre stato troppo attaccato a te, troppo stupido e fin troppo innamorato.
Prima di questa lettera, la tua, ho scritto quella per i miei genitori e quella per Jimin. Lui sa o forse non ancora, ma saprà. Gli ho chiesto di starti vicino perché so che sei fragile come un soffione al vento ed allo stesso tempo forte come lo è l'amore.
Non voglio più dilungarmi troppo perché sto diventato noioso e perché non vorrei sbavare l'inchiostro che tanto amo
con le mie lacrime.
Quindi concludo.
Sappi che so che un po' mi hai amato eppure non riesco a non lasciarmi andare. Sto per lasciare tutti, sto per tornare a casa e mi sento così leggero.
Tu mi hai sempre detto che sono un angelo per te, il tuo, ed io ho letto da qualche parte che il posto degli angeli è accanto alle stelle, lassù in cielo.
Mi mancherà guardare la luna piena, fumare le sigarette alla menta, mamma e papà, e il gelato all'amarena. Mi mancheranno i colori pastello, le stilografiche e le lettere, ma mi mancherai ancora di più tu.
Sono così stanco. Stanco ma felice perché so che vi lascerò e so che tu sarai felice, tutti lo sarete, dovete. Purtroppo la mia felicità non si trova qui, su questa terra, in questa vita. O forse la mia felicità sei tu. Ti starò vicino, sarò la tua stella polare, la tua guida ed il tuo angelo custode, se me lo permetterai.
Ti amo ma un po' ti odio, Jeon Jungkook.


~Il tuo solo ed unico Kim Taehyung "


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Hey persona carina! Se sei arrivata fin qui vuol dire che hai letto la mia storia e ne sono veramente felice. Spero che ti sia piaciuta e che magari ti abbia lasciato qualcosa. È la prima storia sui BTS che scrivo e magari ce ne saranno. Intanto se ti va puoi lasciare una recensione a questa storia o ad un'altra one shot sul mio profilo. Spero con tutto il cuore che ti sia piaciuto e se non è stato così sentiti libera/o di dirmi in cosa migliorare. È solo la seconda one shot che scrivo sii clemente. Scusa eventuali errori e/o ripetizioni ed ancora grazie! Purple u, Little!💗
   
 
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