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Autore: Meramadia94    30/07/2019    0 recensioni
Barba ha una figlia, Christina, sedici anni. L'unico affetto che gli rimane dell'amore della sua vita ed è l'unica ragione della sua vita oltre al suo lavoro.
Ma un giorno lei e una sua amica scompaiono dopo una festa. La squadra lavora di buona lena per scoprire cosa sia accaduto alle due ragazze prima che sia troppo tardi.
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Barba arrivò all''Unità Vittime Speciali come se il diavolo lo stesse inseguendo. Sperava con tutto il cuore che gli dicessero che sapevano dov'era Christina o per lo meno che avevano un'idea di dove concentrare le ricerche.
Alla centrale lo accolse Carisi.
- Che succede? Ti prego dimmi che ci sono delle novità.- fece Barba.
- No,questo non glielo posso dire...- fece Sonny - ma abbiamo dovuto mostrare il diario anche ai genitori di Abby e non hanno dubbi a riguardo... è la calligrafia della loro figlia.-
- Immagino che saranno sconvolti.- fece Barba.
- Beh... non è proprio la parola che userei....- fece Carisi aprendo la porta della sala colloqui dove vi erano i signori Smith che litigavano ferocemente tra loro mentre Amanda e Fin cercavano di calmarli e dividerli
- E' COLPA TUA!!!- urlava la signora Smith - SE LE SUCCEDE QUALCOSA LA COLPA E' SOLO TUA! NON L'HAI MAI TRATTATA BENE, MAI UNA PAROLA CARINA, E' COLPA TUA SE E' SCAPPATA DI CASA!!!-
- Stavo solo cercando di darle un paio di regole.- fece il signor Smith - tu le lasci fare tutto quello che le passa per la testa!!!- 
- Certo. Per te quello che conta è che la colpa sia sempre di qualcuno, tranne che tua!- urlava la donna. 
- Ehy.- fece Barba entrando nella stanza - state calmi. Tutti e due.- 
- Lei non si metta in mezzo!- urlò il signor Smith putandogli contro il dito. 
Barba lo guardò con lo stesso sguardo che riservava ai criminali in tribunale quando ormai era certo di averli in pugno - Sono il vice procuratore Rafaèl Barba. E la ragazza che è scomparsa insieme ad Abby, è mia figlia.
Quindi se mi consente... questi SONO affari miei.- fece il cubano con il tono di chi non ammetteva repliche.
Solo allora i coniugi Smith si calmarono. Tuttavia Olivia stabilì che i due avrebbero dovuto essere interrogati separatamente per impedire che l'uno criticasse ciò che l'altra aveva da dire. 
...
...
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- Signora, lo so che questo è un momento terribile per lei...- fece Olivia - Io, la detective Rollins e il sergente Tutuola abbiamo figli... possiamo immaginare come vi sentite.-
Ma soprattutto poteva capire come si sentiva in quel momento Barba. Non l'aveva mai visto in quello stato... ma d'altronde era comprensibile. Essere lontani dai figli e non sapere dove andarli a cercare era paragonabile all'essere immersi in una vasca piena di acqua gelata da cui sembrava impossibile uscire... era come essere trafitti da diecimila proiettili tutti nello stesso momento e non si riusciva a pensare a niente se non al momento in cui sarebbe finita quell'agonia.
- Ma ora dobbiamo cercare di recuperare la lucidità.- fece Olivia offrendole un bicchier d'acqua. 
La signora Smith lo mandò giù a piccoli sorsi. 
- E' anche colpa mia se se n'è andata di casa...- fece la signora Smith - Lei non ha idea di quante volte sia venuta da me a dirmi che gli atteggiamenti del padre la ferivano profondamente... di come la facesse sentire mediocre... che qualunque cosa facesse per fare colpo su di lui, non funzionava... e io tutto quello che ho fatto è stato dirle di non curarsi di lui, che aveva un caratteraccio ma che le voleva bene... come si fa dico io a voler bene ad una persona, amarla e nello stesso tempo farla a pezzettini?- 
- A volte è molto difficile dimostrare i propri sentimenti... soprattutto alle persone che si amano.- fece Olivia.
- Un giorno, mentre mi chiedeva di aiutarla, ho pure avuto il coraggio di dirle che sarebbe stata felice nel vederci separati...- pianse la signora Smith prendendo un fazzoletto - Non riuscirò mai a perdonarmi.- 
- Adesso si calmi...- fece Olivia - Dagli elementi che abbiamo a nostra disposizione, è ragionevole supporre che sua figlia si sia allontanata di proposito e che quindi non corra un pericolo immediato.- 
- Ma ha lasciato a casa sia tutti i soldi di cui disponeva che il passaporto...- fece la signora - sono ore che nessuno l'ha vista ne sentita... me lo sento, c'è qualcosa che non va.-
- Signora, cerchi di riflettere.- fece il tenente Benson - c'è qualcuno da cui sua figlia potrebbe nascondersi, anche solo temporeanamente...- 
- L'unica persona che mi viene in mente è Christina....- fece la signora - ma è scomparsa anche lei...-
- L'avvocato Barba si è trasferito a Manatthan da poco.- fece Olivia - E immagino che prima di conoscere Christina, avrà avuto anche altre amiche, con cui magari è rimasta in contatto. 
Ha qualche nome?-
La signora prese un foglio di carta e una penna e scrisse due nomi. Esme Collins e Charlene Patton. 
- Erano le migliori amiche di Abby, sono praticamente cresciute insieme... poi un anno fa hanno smesso di parlarsi, pare per un ragazzo...-
Olivia sbuffò.
Due ragazze che avevano rotto con una delle due ragazze scomparse non era propriamente la regina di tutte le piste... ma al momento era tutto quello che avevano. 
...
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Amanda e Carisi si erano diretti all'appartamento in cui viveva Charlene Patton. Una ragazzina con i capelli ricci, biondo scuro, con gli occhi azzurri, di media statura e con un piercing al naso in abiti casual.
- Non ho ne capito cosa volete da me.- fece Charlene sedendosi sul suo letto.
Sonny rispose - Vogliamo solo sapere quando è stata l'ultima volta che hai parlato con Abigail Smith.- 
- Un anno fa. Quando mi ha dato della lurida troia.- fece Charlene facendo una bolla con la gomma da masticare che aveva in bocca per poi farla scoppiare. 
- E ieri sera?- fece Amanda - alla festa, avete parlato, vi siete salutate...-
La ragazza fece cenno di no con la testa.
- E con Christina Barba?- fece Sonny - Con lei in che rapporto sei?- 
Charlene ridacchiò sarcasticamente - Figuriamoci. Io con quella non ci parlo.- 
- Perchè?- fece Sonny. 
- Beh guardate dove vivo io e poi guardare lei....- fece Charlene - Io vivo in una topaia, lei in un attico, magari circondata da gente pronta ad accorrere come agita il mignolino, a Park Avenue, con il paparino che magari le molla cento dollari al giorno. Io e quella non abbiamo proprio nulla di cui parlare.-
- Ti sbagli, io non credo proprio che Christina si comporti così.- fece Amanda. Certo, lei non aveva mai incontrato la figlia dell'avvocato più temuto di tutte le corti di giustizia, anzi non aveva nemmeno idea che avesse avuto una relazione con una donna, figurarsi se immaginava una paternità... ma da come l'avevano descritta Olivia e Sonny non sembrava affatto una di quelle ragazzine dei quartieri alti, viziate, sempre a sfoggiare la loro condizione sociale mettendo a disagio e in imbarazzo gli altri per il puro gusto di farlo.
E conoscendo Barba e il suo carattere, trovava molto difficile credere che desse cento dollari al giorno alla figlia per le '' piccole spese''.
Non la conosceva, forse la stava idealizzando troppo, ma aveva la sensazione che fosse una persona molto corretta e gentile.
- Accidenti che bella...- fece Sonny prendendo in mano la borsa di Charlene che giaceva ai piedi del letto - credo di averne regalata una uguale a mia sorella per il compleanno.- 
Charlene se la riprese, commentando acidamente - Non credo proprio.- 
- Come mai?- chiese Amanda.
- Non si offenda, ma questa è autentica... e lei come minimo gliene ha rifilata una contraffatta spacciandogliela per vera.- fece la ragazza come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
- Sì, lo confesso... ma non ho gliene ho mai fatto segreto.- fece Sonny - e a questo punto, la domanda che mi sorge è: tua madre lavora come cameriera in un ristorante cinese, tuo padre è un operatore ecologico... e gli articoli firmati costano un occhio della testa. Tu come fai a permetterti una cosa del genere, essendo disoccupata ed essendo figlia di due che guadagnano il salario di un impiegato statale?- 
La ragazza s'irrigidì, ma non lo diede a vedere - Ho risparmiato un po' sulle mie paghette. Ma scusate, a voi che ve ne importa di come spendo i miei soldi?- 
- Infatti non ci importa di come spendi dei soldi tuoi...- fece Amanda - quello che ci importa è capire da dove arrivano.-
- Ve l'ho detto.- fece Charlene - Mi ero impuntata su una borsa, i miei non potevano comprarmela, e ho chiesto al negoziante di tenermela da parte fino a quando non avessi risparmiato abbastanza per comprarmela da sola... insomma, non è mica un reato.- 
I due detective si guardarono.
Potevano solo sperare che Fin avesse avuto più fortuna di loro.
...
...
...
- Nemmeno Esme Collins sa qualcosa...- fece Fin - Dice che lei, Charlene e Abby erano grandi amiche, ma che poi hanno '' divorziato'' pare per colpa  di una diatriba amorosa.... ad Abby piaceva un ragazzo, Charlene lo sapeva ma questo non gli ha impedito di.... essere molto gentile con lui, per dirla con classe.- 
- Ed Esme che c'entra?- fece Olivia.
- Si è schierata con Charlene. Da allora Abby non ha più parlato con loro.- fece Sonny - almeno questa è la versione ufficiale.- 
- A cui non c'è motivo di non credere.- fece Amanda - La causa principale della rottura di amicizie vecchie come il mondo spesso riguardandono tradimenti e delusioni d'amore.- 
- Quindi non abbiamo ancora idea di dove siano finite quelle due benedette ragazze...- fece Barba passandosi le mani sulla faccia.
Iniziava ad odiarla quella situazione. 
Non sopportava stare tutte quelle ore senza avere notizie di sua figlia. Quando era piccola l'aveva persa di vista per un'ora e già gli sembrava di uscire di testa... non la vedeva da quasi un giorno e stava facendo l'impossibile per non avere una crisi isterica. Fuori tutti lo vedevano calmo, compito, con quell'aplomb che riusciva a mantenere persino quando realizzava che aver seguito un caso particolare era un suicidio professionale e sociale, che forse non avrebbe più potuto lavorare come avvocato...
Ma dentro stava urlando a più non posso.
La rivoleva indietro.
- Ti faccio accompagnare a casa.- fece Olivia posizionandosi dietro l'avvocato per massaggiargli le spalle, anche solo per alleviargli la tensione. 
Le bastò sfiorarle per accorgersi che erano più annodate di un nodo scorsoio.
- No, preferisco restare qui... almeno tengo la testa occupata con qualcosa.- 
- Dammi retta.- fece Olivia - Vai a casa, bevi qualcosa, ti fai una doccia, dormi un po'.... e poi torni qui. 
Se ci sono novità ti faccio sapere, promesso.- 
- No, non posso...- fece Barba - Chris ha bisogno di me...- 
- Sì. Ma la aiuterai poco se crolli.- fece Amanda.
Carisi guadagnò la porta - Le do un passaggio a casa.- 
....
....
....
- Ti... ti posso offrire qualcosa?- fece Barba entrando in casa e dirigendosi all'armadietto degli alcolici. Ora più che mai sentiva di aver bisogno di un drink. 
Forse perchè sperava che Chris apparisse dal nulla e gli rubasse il bicchiere di mano con un sorriso da birbante,dicendogli ''No deberías beber antes de la cena, papá''.
  Lo stesso sorriso birichino  che aveva sua madre quando era sul punto di dare gli esami di abilitazione. In quel periodo passava tutto il tempo a disposizione per studiare, per memorizzare sentenze, regole, cavilli, e gli bastava separarsi per un attimo dal libro per auto convincersi di non sapere niente... e lei per fargli un '' dispetto rivelatore'' gli aveva nascosto i libri.
Ricordava di essersi arrabbiato cominciando con il dirle '' Come faccio a ricordarmi...'' e senza nemmeno rendersene conto aveva recitato a memoria il contenuto di quattro libri davanti alla sua dolce metà, che sorrideva divertita.
Chris aveva ereditato quello strano modo della madre di prendersi cura di lui... fargli apparentemente un dispetto ma volto a fargli del bene.
- No grazie.- fece Sonny - Le preparo qualcosa da mangiare? Me la cavo con i fornelli.- 
- No grazie...- fece Barba adagiandosi scompostamente sulla poltrona con un bicchiere di Whisky.
- Forse... le farebbe bene parlarne.- fece Sonny.
- Non credo che servirebbe. I dettagli di questa vicenda li conosci quanto me...- tranne per un dettaglio. Il suo dolore e la sua preoccupazione di padre. Non c'era niente da  dire, Sonny Carisi era la persona più empatica e capace di entrare in sintonia con le persone che conosceva e raramente aveva incontrato un poliziotto che era perfettamente in grado di trasformarsi in un avvocato quando la situazione lo richiedeva... ma nessuno, per quanto umanamente dotato, poteva sapere come ci si sentiva nel non sapere dove si trovava un figlio se non ne aveva a sua volta.
Gli era grato per l'interessamento, sapeva che stava cercando di aiutarlo, ma la verità era che al momento, era l'ultima persona che poteva capire come si sentiva.
- Lo so... ma sfogarsi le farebbe bene.- fece Sonny.
- Quello che mi farebbe bene in questo momento è avere anche un vago indizio, una traccia, o anche solo un'idea di quello che è successo a Christina.- fece Barba riempendo nuovamente il bicchiere.
Sonny si guardò attorno, come per cercare aiuto o il coraggio di aprire bocca.
Un'idea ce l'aveva, a dire il vero... ma era tutt'altro che rassicurare e non aveva idea di come l'avrebbe presa Barba.
- Senta io...- fece Sonny prendendo coraggio - Io una mezza ipotesi me la sarei fatta... non ho prove, però...- 
- Però niente.- fece Barba - Spara.-
- Ok.- fece Sonny - Partiamo dal presupposto che sappiamo per certo, ovvero che Abby era stufa della scarsa considerazione che suo padre le mostrava e che aveva in progetto di andarsene... però per andar via, vivere da soli, e lontano da casa servono soldi. E mille dollari  anche se a una ragazzina sembrano tanti...- 
- Le basterebbero a malapena per mangiare, per poco tempo e finirebbero prima che abbia il tempo di rendersene conto.- fece Barba.
- E a casa di una delle sue ex amiche ho notato una borsa di Gucci. Una di quelle vere, non una contraffazione che si trova ai mercatini dell'usato.- fece Sonny - e se tiene conto che la sua famiglia non naviga esattamente nell'oro...- 
- Ti viene da chiederti come abbia fatto a procurarsela...- fece Barba - Magari è un regalo di un'amica molto generosa oppure ha detto che era autentica solo per darsi un tono... sai come sono i ragazzi.-
Sonny dissentì.
- Aveva la doppia cucitura.- fece Sonny - Era vera.-
Barba lo guardò con gli occhi di fuori, come per chiedergli come diavolo facesse a conoscere la differenza. 
- Stavo con una commessa che lavorava in un negozio di borse, mi ci sono fatto una cultura.-
- Scusa. Vai avanti.- fece Barba.
- Ok... quello che voglio dire...- fece Sonny - è che a me, la storiella che ha rifilato a me e alla Rollins sul fatto che ha risparmiato per comprare quella borsa, non convince.- 
- Credo di capire...- fece Barba alzandosi iniziando a camminare a vuoto in salotto - pensi che per procurarsi i soldi Charlene abbia iniziato a lavorare come escort?- 
- Per quello che ne sappiamo anche Esme e Abby.- fece Sonny - voglio dire...Abby sognava di andarsene e quello è il metodo più rapido per fare soldi.-
Barba annuì.
Gli doleva ammetterlo ma quella tesi, anche se si basava su una borsa per la quale potevano esserci mille spiegazioni, era terribilmente realistica.
Ormai era uno schema diffuso, quello delle ragazzine fashion victim che venivano convinte dall'ambiente che frequentavano che senza il telefono all'ultima moda e i vestiti firmati erano pochissime le persone disposte ad essere loro amiche in modo disinteressato. Prima si procuravano i soldi con lo spaccio, vendendo vestiti e altri oggetti di valore, altre rubavano in casa e rivendevano la refurtiva... ma erano pur sempre spiccioli se paragonati ai soldi che si facevano vendendo il loro corpo.
D'altro canto, la vulnerabilità era tipica di quell'età... e il mondo era pieno di quella gente disposta ad approfittarsene pur di soddisfare i loro bisogni malati. 
- Ok, ma questa spiegazione può andar bene per Abby.- fece Barba - Chris non è così. Con quel mondo lei non c'entra proprio niente.- 
- Infatti.- fece Sonny - però se un mio amico praticamente confessasse davanti a me che sta entrando in un brutto giro, io farei di tutto per fermarlo, anche a costo di spaccargli la faccia con un pugno.-
Barba sorrise  tiratamente. 
Ce la vedeva in effetti. Chris che scopriva che la sua migliore amica era entrata in un giro di prostituzione per il desiderio di allonantarsi dal padre, e  che dopo aver superato il primo attimo di paura e sconcerto, iniziava ad usare tutte le armi e le argomentazioni in suo possesso per convincerla a tornare indietro da una strada che l'avrebbe segnata per tutta la vita, immaginava la lite... ma il pezzo del puzzle che gli mancava era il perchè Chris fosse scomparsa dalla circolazione.
O meglio, ce l'aveva... ma si rifiutava di tenerlo in considerazione.
- E' una ragazza in gamba...- fece Barba - magari Abby si è spaventata dall'idea che potesse raccontare tutto e le ha preso il cellulare per impedire di chiamare... o forse è rimasta bloccata da qualche parte.... in ogni caso dobbiamo trovarla.-
- Domani potremmo parlare di nuovo con quelle due.- fece Sonny.
- E con quale motivazione?- fece Barba - di sicuro, se hanno avviato loro Abby alla prostituzione, saranno nel panico all'idea che possiamo scoprirlo e saranno già andate a fare la parte delle amiche affrante dal dolore e mangiate vive dal rimorso... 
Abbastanza da convincere i genitori a non dare il consenso alla polizia di parlare con voi.- 
Sonny sorrise sbarazzino.
- Sì, ma se la mia teoria è giusta....- fece Sonny con la faccia di chi aveva appena avuto un'idea geniale - se non erro a New York l'età del consenso è diciassette anni, loro ne hanno sedici...
Se sono andate a letto con uomini più vecchi, è stupro, e questo fa di loro delle vittime speciali.- 
Barba fece per ribattere, ma non trovò una sola argomentazione valida per smontargli il ragionamento.
- Tu potresti farlo davvero l'avvocato, sai?- fece Barba.
Sonny sorrise compiaciuto di sè stesso.
Almeno era riuscito a farlo sorridere e zittirlo nello stesso momento.
  
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