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Autore: kamy    31/07/2019    0 recensioni
E se Steve non fosse finito sotto ghiaccio? E se avesse cresciuto lui Tony?
Partecipa all'Au challenge.
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scritta sentendo: Nightcore – Scream; https://www.youtube.com/watch?v=aYkdGLtl6Rk.

“Questa storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart”.

Prompt di M.P.: Casella 99-Agonia, fandom di tua scelta.

Personaggio A sta soffrendo di una qualche malattia o condizione che gli fa provare momenti di dolore lancinante. Personaggio B lo aiuta.

 

Cap.14 SCREAM!

 

Creed gemette, la luce dell’apparecchio sopra di lui lo accecava, il bianco invadeva il suo campo visivo rendendo sfocato tutto il resto. Dimenò la coda e serrò gli occhi, le sue urla sembrava un ruggito, mentre i suoi canini si allungavano.

Il dolore gli percorreva tutta la spina dorsale ed esplodeva ad ondate nella sua testa.

 

“Stammi lontano” disse Logan.

“Jimmy, andiamo…” ribatté Creed, ghignando.

James negò con il capo e si portò alle labbra un sigaro, aspirò lentamente e lo guardò in viso.

“Sei diventato un animale crudele e feroce. A furia di stare con te sto perdendo la mia umanità. Non ho nessuna intenzione di rimanere qui neanche per cinque minuti in più. Io e mia moglie lasceremo anche il Canada.

Un uomo, un certo Xavier, mi ha offerto una cattedra come insegnante di storia in una scuola per mutanti. Io ho accettato. Ho chiuso con la vita da soldato” spiegò.

Creed impallidì.

“Non puoi dire sul serio. Io ho bisogno di te al mio fianco, i fratelli si guardano le spalle a vicenda” biascicò con voce rauca.

“Non considerarmi più tuo fratello, se vuoi” ribatté Logan, dandogli le spalle.

 

Creed ruggì così forte da far tremare il suo intero corpo massiccio e facendo scricchiolare la sedia su cui era steso.

“Tienilo fermo, o l’operazione non riuscirà. Aveva ragione Tony, la sua mutazione è completamente fuori controllo” disse Howard.

Steven agganciò i polsi del soldato con delle manette d’acciaio.

“Si calmi, generale, si calmi” gemette.

Creed arcuò la schiena, sangue scivolava dal suo naso e dalla sua bocca, la sua pelle si copriva ad intermittenza di peli giallastri.

“Rischiamo di perderlo. Ho dovuto bloccare la rigenerazione durante l’operazione, e se continua così, il rigetto sarà tale da ucciderlo” gemette Howard, con il viso madido di sudore.

Peggy si mise sopra Creed e Steven urlò: “Che diamine fai, è pericoloso?!”.

< Una sola artigliata e la farà a fette! > pensò, rabbrividendo. Assicurò anche la vita del massiccio soldato, controllando che non liberasse le mani.

“… Dati… dati… Ignora tutto il resto… pensa solo ai dati…” si ripeteva Stark.

Peggy prese il viso di Creed.

< Sta agonizzando, non pensavo potesse essere così umano… fragile… Lui è sempre stato il mio eroe, la stella polare a cui volevo assomigliare. Da quando mio fratello me l’ha presentato, all’inizio pensavo fosse inglese come me, poi ho scoperto che era un canadese immortale > pensò.

“Guardami. Victor, guardami” lo implorò.

Creed sgranò gli occhi, completamente neri, il suo viso si era deformato in quello di un gatto.

“Guardami” ordinò Peggy, indurendo il tono.

Steve s’irrigidì, chiuse gli occhi e cercò di regolare il respiro.

< Dopo Thanos l’angoscia ha preso possesso del mio cuore. Anni di battaglie nel futuro, di tradimenti anche dal paese che amavo, hanno logorato la mia volontà. Mi sono rammollito così tanto…

Però devo avere fiducia in lei. Se sta facendo così vuol dire che sa quello che fa. Devo ignorarla e dare solo tutto il mio supporto ad Howard. Solo così salveremo il generale > pensò.

“T-ti vedo…”. La voce di Creed era animalesca, cavernosa, le parole sembravano slegate.

Peggy gli posò la fronte sulla sua.

“Sei così vicino al tuo lieto fine. Hai dimenticato quello che volevi? Una casetta, magari un giardino con le rose, una moglie e dei figli” mormorò.

“Da… da piccolo… volevo fare il giardiniere…”. Scherzò Creed. Il dolore lo scosse e si trovò nuovamente ad urlare e ruggire sofferente.

“Allora lo farai… con me. Voglio essere io quella moglie” sussurrò Peggy, accarezzandogli la guancia spigolosa. I canini di lui si erano allungati, divenendo lunghi, scivolando fuori dalla bocca.

< Se mi era sempre parso un leone, oggi soltanto capisco perché lo chiamano Sabretooth > pensò Howard, mentre Steve gli detergeva la fronte sudata con un fazzoletto.

Creed si abbandonò sul lettino, mentre il suo corpo tornava pian piano sempre più umano. Afferrò la mano di Peggy nella sua, mentre le lunghe unghie nere e aguzze si ritiravano.

“Non sai da quanto aspettavo qualcosa del genere, quanto a lungo l’ho sognata” biascicò, perdendo i sensi.

Peggy lo strinse a sé, nascondendogli il viso contro il petto.

“Finalmente sta reagendo bene, la cura sta funzionando” festeggiò Howard.

Steve notò Tony nascosto sotto un tavolinetto, il bambino aveva in mano una siringa.

< Il solito, è sempre lui a risolvere la situazione. Meglio che suo padre non lo sappia, però… Se Peggy non lo avesse aiutato dandogli la forza, non sarebbe mai arrivato in tempo > rifletté.

 

 

  
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