Scritta
sentendo: Nightcore – Scream;
https://www.youtube.com/watch?v=aYkdGLtl6Rk.
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge
indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction &
Fanart”.
Prompt
di M.P.: Casella 99-Agonia, fandom di tua
scelta.
Personaggio
A sta soffrendo di una qualche malattia o
condizione che gli fa provare momenti di dolore lancinante. Personaggio
B lo
aiuta.
Cap.14
SCREAM!
Creed
gemette, la luce dell’apparecchio sopra di lui
lo accecava, il bianco invadeva il suo campo visivo rendendo sfocato
tutto il
resto. Dimenò la coda e serrò gli occhi, le sue
urla sembrava un ruggito,
mentre i suoi canini si allungavano.
Il
dolore gli percorreva tutta la spina dorsale ed
esplodeva ad ondate nella sua testa.
“Stammi
lontano” disse Logan.
“Jimmy,
andiamo…” ribatté Creed, ghignando.
James
negò con il capo e si portò alle labbra un
sigaro, aspirò lentamente e lo
guardò in viso.
“Sei
diventato un animale crudele e feroce. A furia di stare con te sto
perdendo la
mia umanità. Non ho nessuna intenzione di rimanere qui
neanche per cinque
minuti in più. Io e mia moglie lasceremo anche il Canada.
Un
uomo, un certo Xavier, mi ha offerto una cattedra come insegnante di
storia in
una scuola per mutanti. Io ho accettato. Ho chiuso con la vita da
soldato”
spiegò.
Creed
impallidì.
“Non
puoi dire sul serio. Io ho bisogno di te al mio fianco, i fratelli si
guardano
le spalle a vicenda” biascicò con voce rauca.
“Non
considerarmi più tuo fratello, se vuoi”
ribatté Logan, dandogli le spalle.
Creed
ruggì così forte da far tremare il suo intero
corpo massiccio e facendo scricchiolare la sedia su cui era steso.
“Tienilo
fermo, o l’operazione non riuscirà. Aveva
ragione Tony, la sua mutazione è completamente fuori
controllo” disse Howard.
Steven
agganciò i polsi del soldato con delle manette
d’acciaio.
“Si
calmi, generale, si calmi” gemette.
Creed
arcuò la schiena, sangue scivolava dal suo naso
e dalla sua bocca, la sua pelle si copriva ad intermittenza di peli
giallastri.
“Rischiamo
di perderlo. Ho dovuto bloccare la
rigenerazione durante l’operazione, e se continua
così, il rigetto sarà tale da
ucciderlo” gemette Howard, con il viso madido di sudore.
Peggy
si mise sopra Creed e Steven urlò: “Che diamine
fai, è pericoloso?!”.
<
Una sola artigliata e la farà a fette! >
pensò, rabbrividendo. Assicurò anche la vita del
massiccio soldato,
controllando che non liberasse le mani.
“…
Dati… dati… Ignora tutto il resto…
pensa solo ai dati…”
si ripeteva Stark.
Peggy
prese il viso di Creed.
<
Sta agonizzando, non pensavo potesse essere così
umano… fragile… Lui è sempre stato il
mio eroe, la stella polare a cui volevo
assomigliare. Da quando mio fratello me l’ha presentato,
all’inizio pensavo
fosse inglese come me, poi ho scoperto che era un canadese immortale
> pensò.
“Guardami.
Victor, guardami” lo implorò.
Creed
sgranò gli occhi, completamente neri, il suo
viso si era deformato in quello di un gatto.
“Guardami”
ordinò Peggy, indurendo il tono.
Steve
s’irrigidì, chiuse gli occhi e cercò di
regolare
il respiro.
<
Dopo Thanos l’angoscia ha preso possesso del mio
cuore. Anni di battaglie nel futuro, di tradimenti anche dal paese che
amavo, hanno
logorato la mia volontà. Mi sono rammollito così
tanto…
Però
devo avere fiducia in lei. Se sta facendo così
vuol dire che sa quello che fa. Devo ignorarla e dare solo tutto il mio
supporto ad Howard. Solo così salveremo il generale >
pensò.
“T-ti
vedo…”. La voce di Creed era animalesca,
cavernosa, le parole sembravano slegate.
Peggy
gli posò la fronte sulla sua.
“Sei
così vicino al tuo lieto fine. Hai dimenticato
quello che volevi? Una casetta, magari un giardino con le rose, una
moglie e
dei figli” mormorò.
“Da…
da piccolo… volevo fare il
giardiniere…”. Scherzò
Creed. Il dolore lo scosse e si trovò nuovamente ad urlare e
ruggire
sofferente.
“Allora
lo farai… con me. Voglio essere io quella
moglie” sussurrò Peggy, accarezzandogli la guancia
spigolosa. I canini di lui si
erano allungati, divenendo lunghi, scivolando fuori dalla bocca.
<
Se mi era sempre parso un leone, oggi soltanto
capisco perché lo chiamano Sabretooth >
pensò Howard, mentre Steve gli
detergeva la fronte sudata con un fazzoletto.
Creed
si abbandonò sul lettino, mentre il suo corpo
tornava pian piano sempre più umano. Afferrò la
mano di Peggy nella sua, mentre
le lunghe unghie nere e aguzze si ritiravano.
“Non
sai da quanto aspettavo qualcosa del genere,
quanto a lungo l’ho sognata” biascicò,
perdendo i sensi.
Peggy
lo strinse a sé, nascondendogli il viso contro
il petto.
“Finalmente
sta reagendo bene, la cura sta funzionando”
festeggiò Howard.
Steve
notò Tony nascosto sotto un tavolinetto, il
bambino aveva in mano una siringa.
<
Il solito, è sempre lui a risolvere la situazione.
Meglio che suo padre non lo sappia, però… Se
Peggy non lo avesse aiutato dandogli
la forza, non sarebbe mai arrivato in tempo >
rifletté.