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Autore: Succisana    31/07/2019    0 recensioni
Sono passati 3 anni da quando Sarah ha superato il labirinto. I sentimenti che provava per Jareth, però, ogni giorno si fanno sempre più forti ma da quando lei è diventa colei che lo ha sconfitto, ancora non ha mai avuto modo di rivederlo. Fino a quando, una sera, accadono dei fatti strani dove Sarah sarà costretta a ritornare nel labirinto e riaffrontare sfide difficili e pericolose e fronteggiare un nemico temibile e crudele. Riuscirà Sarah, insieme a Jareth, a rimettere ordine nel labirinto e nella sua vita? E come si evolveranno i sentimenti tra i due?
La storia è un continuo ipotetico del film, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi e notai che non ero nella più nella mia camera. Ero distesa su un letto matrimoniale e indossavo una vestaglia bianca, scollata che arrivava all’altezza della coscia. La camera era enorme, le pareti erano di un bianco sporco, ornate da dipinti raffiguranti paesaggi e ritratti, i mobili erano dello stesso colore della stanza e il pavimento era formato da delle piastre di marmo sul grigio. Il soffitto era più scuro e aveva un lampadario di cristallo e ad un angolo della stanza c’era un pianoforte a coda bianco perla. I tappeti erano di ottima fattura e la porta era grande e imponente, di un legno grigio opaco con striature biancastre. Ricordai tutto. L’aggressione e l’arrivo di Jareth nella mia camera, la discussione che abbiamo avuto e il mio svenimento. Mi sollevai e cominciai a guardarmi intorno, ma non vidi nessuno. Mi sentivo molto meglio rispetto alla scorsa notte ma comunque non ero affatto tranquilla. Appena mi alzai dal letto sentii un rumore dietro di me e apparve lui, bello e affascinante come sempre: «Buongiorno Sarah.» «Finalmente abbiamo aperto gli occhi!» disse ironicamente. «Mi hai portato nel Labirinto?» domandai «Penso di non doverti rispondere a una domanda così stupida, mia cara. È ovvio.» rispose con la sua solita arroganza «Ma non ho neanche salutato la mia famiglia e fai sempre le cose contro la mia volontà!» risposi a pieno tono. Jareth mi fissò con quegli occhi che mi leggevano anche l’anima «Eri svenuta e i tuoi genitori non potevano trovarti in quelle condizioni.» disse «Sapevo che alla fine avresti accettato la mia proposta, sopratutto per il bene dei tuoi amici e così ti ho portata qui, per riprenderti e per aiutarmi.» concluse «I miei amici? Cosa c’entrano in tutto questo?!?» domandai impaurita «Molte creature sono state catturate e imprigionate nel regno di Rainel...» sbuffò «...ed io ho il dovere di aiutarle e tra di loro, si, ci sono anche io tuoi amici Sarah.» Non riuscii a crederci, una sera prima erano lì con me mentre adesso, erano imprigionati da quell’essere mostruoso. Jareth tornò a guardarmi cercando una mia risposta ma notai che i suoi occhi per un attimo scesero lungo il mio seno. Lui arrossì. Mi irrigidii e cercai di pensare ad altro e non al suo sguardo. Ricominciai a parlare «Prima di tutto, mi servono degli altri abiti...» fulminando «...e seconda cosa, Rainel mi voleva per i miei poteri ma io neanche sono consapevole di averli! Come è possibile?» Il Re rispose, quasi innervosito «Come credi di avermi sconfitto Sarah?» disse «Se non avessi avuto alcun potere non saresti mai riuscita a risolvere nessuna di tutte le prove che hai affrontato!» disse «La tua forza di volontà, la tua determinazione e la tua insolenza oserei dire, sono armi potentissime qui nell’Underground. I tuoi poteri li hai sempre usati senza mai rendertene conto ma in fondo sentivi la tua potenza!» Ascoltai quelle parole con attenzione ma stranamente non ne fui sorpresa. Jareth aveva ragione. Dentro di me sentivo che anche io, in qualche modo, riuscivo ad affrontare ogni cosa in quel luogo. Non devo ringraziare solo me stessa ma anche lui visto che all’inizio mi aveva donato dei poteri ma non pensavo che la mia persona o quello che riuscivo a fare con la mia caparbietà, potesse essere desiderio di qualcuno così malvagio. «Beh, direi di metterci subito al lavoro...» dissi «Dove posso trovare altri vestiti?» guardandolo in modo brusco «Nell’armadio, mia preziosa, puoi trovare tutto quello che desideri.» rispose con il suo solito fare malizioso. «Potresti uscire allora? Sai, almeno la privacy.» «Certamente, non mancherei mai di rispetto, anche se qui la parola privacy è quasi un eufemismo.» In quel momento, infatti, mi ricordai delle sue sfere che potevano vedere ovunque, sopratutto qui, nel suo castello. Lo guardai imbarazzata e corsi verso la porta del bagno. “Stupido e scemo di un Re! Chi si credeva di essere?” Sentii sbattere la porta dell’entrata e mi tranquillizzai. Avevo il cuore che batteva all’impazzata e mi venne in mente il suo sguardo pochi attimi prima su di me. Quella sensazione di essere guardata in quel modo da lui mi faceva sentire desiderata e volubile. Cacciai via quei pensieri impuri e iniziai a lavarmi e a darmi una sistemata. Uscì dal bagno e aprii l’armadio e osservai tutti gli abiti splendidi che vi erano dentro. Andavano dai colori più scuri ai colori più chiari in ordine cromatico e ce ne erano di tutti i tipi. Scelsi però quelli più adatti a me ovvero una blusa bianca con maniche larghe con una scollatura semplice, ornata di qualche striatura più scura lungo le cuciture. I pantaloni erano aderenti di colore nero e presi un paio di stivali sempre dello stesso colore con un tacco alto. Mi pettinai i capelli ed ero soddisfatta del risultato finale. Uscii dalla camera e cominciai ad avviarmi lungo il corridoio e intravidi dei goblin che correvano da una parta all’altra e schiamazzavano come bambini presi con i loro giochi. Arrivai nella sala del trono e Jareth era di fronte una delle finestre che affacciava sul Labirinto. Era bellissimo guardarlo da lontano, immerso nei suoi pensieri. Mi notò e venne verso di me. Anche lui aveva cambiato abiti, simili a quelli di sempre ma stavolta indossava una camicia blu e pantaloni grigi e stivali di una tonalità più scura sempre sul grigio. Era bello da mozzare il fiato. «Sei bellissima Sarah» disse e io arrossii «Bando alle ciance maestà. Quando partiamo?» «Già vuoi lasciare il mio adorato castello così presto, mia adorata?» «Prima sconfiggeremo quell’essere e prima potremmo aiutare i miei amici...e il tuo regno.» dissi «Come darti torto. Partiremo dopo pranzo verso il regno di quell’animale.» «Dovremmo attraversare molti pericoli, anche lui nel suo regno ha una sorte di Labirinto ma non come quello di Goblin.» aggiunse «Quel luogo è intriso di malvagità e cercherà in tutti i modi di abbatterci e metterci l’uno contro l’altra.» Si girò verso di me e mi prese per le spalle. Io rimasi a fissarlo «Sarah, per qualsiasi ragione, non dovrai mai arrenderti, anche quando ti sembrerà tutto perduto. Tu sei potente ricordatelo!» annuii e mi sentivo serena grazie a quel tocco magico. «Si, farò del mio meglio!» «Ricorda che lui ti vuole e tu non dovrai mai stare ai suoi giochi...MAI.» finì. Mi staccai da quel tocco e andai verso la finestra poco distante da noi. Jareth riprese a parlare: «Non preoccuparti per l’Aboveground, dove si trova la tua famiglia, non noteranno la tua assenza. Già ho rimediato qualche trucco e il tempo è dalla nostra parte.» continuò «Ok, grazie...» cotinuai «...ma tu Jareth, come stai?» «Hai ripreso a pieno i tuoi poteri?» domandai «Grazie alla tua presenza, Campionessa, la mia forza è completa. Sono legato a te e questo lo sai e riprendermi da ciò che è accaduto non è stato facile. Se fossi stato più forte non avrei mai permesso che quell’essere si fosse avvicinato a te, neanche per un istante!» Lo vidi incupirsi e le sue labbra divennero dure. Sentivo la sua tristezza in quelle parole ma potevo completamente fidarmi dell’uomo che, a suo tempo, era sempre pronto ad ingannarmi? So che vuole sconfiggere Rainel, ne sono certa ma su i miei sentimenti? Lui ne è consapevole di quello che provo? Non ne avevo idea. Mi aggrappavo sempre a quei ricordi di quando ero più piccola e a quelle canzoni che lui mi cantava...adesso avevo la sensazione che non fosse accaduto mai niente. Come aveva ripetuto più di una volta era solo una sfida la nostra e niente più. E quel ballo? Era sempre una scommessa se avessi ceduto oppure no? Troppe domande senza risposta e solo chi stava dietro di me poteva darmele. Ricordavo ancora quella canzone che il Re, con la sua incredibile voce, cantava. All’improvviso sentii quella dolce musica provenire dal fondo della sala. Jareth la stava cantando. Rimasi scioccata, era come se mi stesse leggendo nel pensiero e la mia mente non sapeva più cosa pensare. Era concentrata solamente sul suono di quelle note: As the pain sweeps through, Makes no sense for you, Every thrill is gone, Wasn't too much fun at all, But I'll be there for you, As the world falls down. Ci fissammo da due parti della stanza opposte. Volevo che quel momento durasse in eterno.
   
 
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