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Autore: Milady Silvia    01/08/2019    0 recensioni
[AUSchool].
Steve è il capitano della squadra di Football. E' così integerrimo che viene chiamato Mr. Perfettino. Cosa succederebbe se Tony scoprisse un suo segreto e iniziasse a ricattarlo?
Un Tony diverso da quello che conosciamo, in un mondo diverso da quel che appare.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hai tutto di me '
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“Questa storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart”.

Prompt di S. G.: Marvel Steve

Casella 14: intimidazione.

Steve subisce pesanti intimidazioni. Inizialmente vuole risolvere le cose da solo per tutelare il gruppo, ma i compagni se ne accorgono e intervengono, appena in tempo per salvargli la vita.

Spero possa piacerti..

 

Cap.16 La ‘squadra’

 

“L’idea delle cuffiette è stata geniale, Capitano. Non si vedono più gli orecchini né di Creed, né di Logan; così si possono nascondere i capelli lunghi di Barton e Thor ha meno voglia di rimanere la sera ad ubriacarsi con i fan. Non ha nessuna intenzione di farsi vedere con quella cosa in testa” disse Banner.

Steve era seduto sui sedili in legno sugli spalti accanto a lui.

“Anche tu hai avuto un’ottima idea. Come raccattapalle eri quasi inutile, il football non è certo il tennis. Però come medico improvvisato te la cavi. Riesci a rimettere in piedi tutti i membri della squadra” si complimentò, mettendogli una mano sulla spalla.

< È diventato così gentile, sembra un altro. La squadra ora è unita, funziona > pensò Bruce.

“Il professor Fury cercherà ancora di espellerci, secondo lei?” domandò.

“Meno, soprattutto ora che anche le ragazze si stanno dando una calmata. L’avvicinarsi degli esami fa miracoli”. Scherzò Rogers.

< A lui basta che vinciamo le partite > pensò. “Ci pensi? Siamo all’ultimo anno, quest’anno il diploma.

Abbiamo vinto la coppa dei tornei con le altre scuole. Se vinciamo anche il nazionale, alcuni di noi potrebbero essere scelti per qualche squadra seria” disse.

“Io non di sicuro, non sono uno sportivo” disse Banner.

< Non rassomiglia al Mr. Perfettino che noi tutti conoscevamo. Ora è gentile, socievole, abbiamo potuto persino scoprire perché fa arte. Vorrei saper disegnare o dipingere come lui. Le sue mostre sono fantastiche > pensò.

“Sai, è stato gentile da parte tua spiegare a Pepper che Natasha ‘lavorava’ con Elektra e non la tradiva con lei” sussurrò.

“Mi sembrava giusto. Pepper mi ha aiutato a far capire a Sharon che Creed non era veramente interessato a lei. Come non lo era Bucky” rispose Rogers.

Banner si premette gli occhiali sul viso, dicendo: “Già, lui sta con Sam”.

“Non dirlo in giro. Ufficialmente sta con Darcy” scherzò Rogers.

< Ed io che pensavo stesse con Peggy. Da bambini eravamo inseparabili ed io ci avevo litigato per niente.

Non avrei mai pensato di riavere il mio migliore amico > pensò.

“Peccato che a stare insieme siano anche Jane e Darcy” sussurrò Banner, arrossendo.

“Già, ma alla nostra età le relazioni cambiano in fretta. Prendi Phill, avresti mai detto che si sarebbe messo con Clint?” chiese Rogers, massaggiandosi la spalla.

Bruce rispose: “Non saprei. Io sono sempre stato innamorato di Beth, da che ricordi. Non sopportavo che anche a lei piacesse Bucky”.

“’Giacomo’, o James, come si preferisce chiamarlo, è sempre stato popolare. Sin da quando eravamo bambini. Sai, tutti e due siamo orfani di genitori italiani immigrati” spiegò Rogers, grattandosi il collo fino ad arrossarlo.

“Mi chiedo come tu faccia a sapere tutto questo. Una volta lo sapeva solo Tony e lo usava per…”. Iniziò Banner.

“Lui non ricatta più nessuno” disse gelido Rogers.

Banner si sfilò gli occhiali e li pulì nella maglietta.

“Dimmi la verità, ti piace? Ultimamente lo difendi sempre. Vi vediamo stare sempre attaccati e cerchi di allontanarlo da tutte le sue innumerevoli fiamme, professori amanti compresi” sussurrò.

Rogers si alzò in piedi.

“Da quando i suoi genitori sono morti e Obadieh cerca di fregargli la ditta perché troppo giovane, ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.

Per me questa squadra di football è come una famiglia, devo proteggerla.

Ora scusa, devo uscire. Ho avuto un permesso dal professor Xavier, dice che devo andare a ritirare delle nuove divise per il gruppo” disse, scendendo la scalinata.

Banner negò con il capo.

“Tutti si dichiarano, meno che lui. Toccherà a Stark la prima, la seconda e anche l’ultima mossa” esalò.

“Sììììì! Loki esce con me!”. L’urlo di Thor risuonò tutt’intorno nel campo.

 

**********

 

Rogers scrollò i messaggi nel suo cellulare, sospirando pesantemente.

< Oggi avrei dovuto dire a Banner o a Thor di questi, ma… Mi vergogno ad ammettere il mio passato. Per non dimenticare che dovrei spiegargli come mai Stark mi ha regalato un cellulare.

Sì, me li vedo a ridere di me mentre vestito da gattino chiamo Tony ‘fratellone’ > pensò, sospirando pesantemente.

“Il tuo bel culetto ci appartiene”. “Non potrai ignorarci per sempre”. “Non ti manca neanche un po’ casa?”.

“Non vali niente, ricordati a chi appartieni”. “Guarda che, se non stai attento, sei morto”. I vari messaggini riportavano testi simili tra loro, minacce scritte in russo.

Steve richiuse il cellulare mettendolo in tasca.

< Anche perché non è una tecnologia così comune > rifletté.

“Dove diamine sono quelli con le divise?” s’interrogò.

La porta mangiafuoco di un magazzino deserto era aperta. Sia il vicolo che l’interno erano umidi, le pareti grigiastre e scrostate erano ricoperte di graffiti.

“Non può essere questo il luogo dell’appuntamento” disse Rogers, grattandosi la testa.

“Stefano” si sentì chiamare da una voce viscida. S’irrigidì e sgranò gli occhi, le sue iridi azzurre divennero completamente bianche, mentre si voltava.

“Sai, avrei dovuto sapere che non avresti portato bene agli Stark. Non avrei dovuto darti loro come schiavo. In fondo hai portato male anche alla tua di famiglia.

Prima è morto tuo padre, quando eri bambino…”. Iniziò a dire Johann con forte accento tedesco.

“Lo hai ucciso tu! Lo hai fatto passare per un incidente! Volevi rubargli la catena di ristoranti!” gridò Rogers, il viso accaldato.

“… Poi tua madre, che penosa malattia.

Ti rivoglio con me, prima che tu faccia ammazzare anche il piccolo Tony” sussurrò Schmidt.

< Lui non dovrebbe parlare. Fuggito in Russia dopo essere cresciuto in un orfanotrofio in Germania è diventato la feccia di questo mondo > pensò Rogers, indietreggiando. Si ritrovò a sbattere con la schiena contro il muro.

Insieme al mafioso c’erano due uomini vestiti di nero.

“Ricordatevi: niente pistole, lo voglio vivo e… Non lasciategli segni eterni, mi rovinereste la merce” disse Schmidt, allontanandosi di un paio di passi.

Si accese una sigaretta, il chiarore rossastro dava vita a riflessi vermigli sul suo viso.

Steve alzò la guardia, serrando i pugni, rabbrividendo. Schivò un pugno del primo e cercò di raggiungere il secondo aggressore con un calcio. Fu incalzato da altri colpi, cercava inutilmente di far entrare una serie di pugni. Riuscì a colpire uno dei due, facendolo indietreggiare col naso sanguinante, ma il secondo lo colpì con una spranga alle gambe, facendolo finire in ginocchio.

Rogers sputò sangue, mentre la spranga si abbatteva sulla sua schiena. Il suo urlo era stato soffocato dai grumi di liquido vermiglio.

“Certo, se fa troppo il difficile, insegnategli pure l’educazione. Dovesse morire per quello, non vi rimprovererò” disse Johann.

Steve urlò, mentre quei due raggiungevano con una serie di calci. Quello col naso rotto lo afferrò per i capelli biondi ed iniziò a tirargli una serie di ginocchiate.

Ci furono due colpi di pistola sparati in aria.

“Non vi conviene scatenare una guerra contro la mafia Giapponese che noi rappresentiamo” disse Logan, abbassando l’arma.

“Io e mio fratello, anche se venduti, siamo sempre molto cari alla figlia del Boss. Potete informarvi… Un nostro piagnucolio e scoppia l’inferno.

Allontanatevi dalla femminuccia e nessuno si farà male”. Aggiunse Creed, affiancandosi al fratello. Si accese un sigaro e assottigliò gli occhi.

“Quello è mio. Mi sembra di averlo comprato a un buon prezzo, anche. La mamma non ti ha insegnato che non si gioca con i giocattoli degli altri? Soprattutto quando glieli hai dati tu”.

La voce di Tony risuonò dietro le spalle dei due fratelli.

Schmidt spense la sigaretta sotto la scarpa. Schioccò le dita ed i due energumeni si allontanarono da Rogers, raggiungendo una macchina parcheggiata all’angolo.

“I-io… lo facevo per te, ragazzo” esalò il tedesco, allargando le braccia.

Thor si fece avanti. “Per noi puoi cominciare a lasciare in pace il Capitano” disse.

“Ti conviene ascoltarlo. Anche lui è un pezzo grosso” disse Clint, appollaiato su un balcone, di uno dei palazzi abbandonati, sopra di loro. “Oh, ed io, come le mie migliore amiche Nat ed Elektra, sono un killer. Non si scherza neanche con me” si vantò.

Bucky raggiunse Steve e lo aiutò ad alzarsi seduto.

“Ho sempre desiderato vedere il nostro aguzzino farsela sotto” gli disse all’orecchio.

Steve fece un sorriso storto ed annuì.

< Lo sapevano tutti che Stark era il mio padrone, ma nessuno mi sta giudicando. Sono venuti a salvarmi, come una vera famiglia > pensò.

“Noto che non sapevo ancora proprio tutti i segreti” esalò, abbandonandosi contro Bucky che lo abbracciò.

“Fila via e dì al tuo amico Obadieh che qui gestisco io” disse Tony. Mettendosi davanti a Logan e Creed, indossava un guanto di metallo rosso con un’insolita luce azzurrina all’altezza del palmo.

Schmidt sorrise, mettendo le mani in tasca.

“Tutto suo padre, speriamo non faccia la stessa fine” disse, allontanandosi.

Bucky aiutò Steven a rimettersi in piedi, Tony li raggiunse ed abbracciò Rogers.

“Sai che sono il signore dei segreti. Pensavi davvero che non avrei scoperto le minacce?” chiese Stark, affondandogli il viso nel petto muscoloso.

“Grazie di avermi salvato la vita… tutti quanti” esalò Rogers.

   
 
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