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Autore: Blue_Wander    02/08/2019    3 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel pomeriggio i Lyoko Warriors avrebbero teso una trappola al professore di lingua inglese. Era già stato tutto pianificato: Teo sarebbe dovuto andare dall’insegnante a chiedere se Emy si fosse comportata male, in modo tale da dirlo ai genitori, nel mentre, Odd gli avrebbe rubato la chiavetta dalla tasca del giubbotto, passandola a Jeremy senza farsi notare che, a sua volta, avrebbe dovuto installare le fotografie dei due fascicoli su Emy e Yumi -che Werner nascondeva dentro uno dei suoi cassetti- nella presentazione che aveva fatto per spiegare il nuovo argomento di letteratura e lo avrebbero sicuramente incastrato. Il problema era che la presentazione era il giorno stesso e serviva qualcuno disposto ad intrufolarsi nello studio del professore di nascosto per fare le foto necessarie.
-Beh…-cominciò Ulrich. –Potremmo mandare Emy, lei è stata milioni di volte nel suo ufficio.
Aelita guardò la maggiore senza farsi notare, sapeva perfettamente che quel piano non le andava a genio, perciò non potevano mandare lei, ma comunque avrebbero dovuto incastrare Werner con le mani nel sacco, anche se Emy era visibilmente contraria. –E se andassi io?- chiese, stringendo la mano dell’amica, facendole intuire la situazione.
-Scordatelo.- rispose severo Jeremy. –Sei troppo preziosa, non possiamo perderti in questo modo.
-Guarda che qui stiamo tutti rischiando la pelle, Einstein.- esclamò Odd. –Sarò sincero: dovrebbe andare Yumi.
Ulrich si alzò in piedi, afferrando l’amico per i capelli. –Ma cosa dici, ti è andato di volta il cervello?
-Già, non possiamo mandare Yumi, è fuori discussione!- continuò Teo, sotto lo sguardo stranito dei ragazzi presenti, facendolo arrossire leggermente.
-Ha ragione Odd.- rispose la ragazza, assistendo alla patetica scena del suo ragazzo che mollava la cresta bionda del suo migliore amico per risedersi al suo fianco. –Nessuno sospetterà di me, inoltre riesco a passare inosservata. Potrei farlo mentre lui è nella nostra classe, con noi ha la seconda ora.
Emy si alzò di scatto, attirando l’attenzione di tutti. –Io…ho dimenticato una cosa. Vado a prenderla; non aspettatemi, andate pure in classe. Y-Yumi ti raggiungo quando ho finito.- concluse, incerta, aprendo la porta e chiudendosela alle spalle appena fuori.
-Si comporta in modo molto strano, ultimamente.- riuscì a sentire la voce di Teo.
Si allontanò di poco, respirando a fatica per l’ansia. Doveva assolutamente avvertire Lukas, ma non poteva dirgli che si era infiltrata nel suo studio. Poteva inventare una scusa ma, lui la conosceva bene, sapeva letteralmente ogni cosa sul suo conto. “Ci penserò strada facendo” pensò “Devo avvisarlo!” Prese a camminare velocemente, per poi fermarsi prima delle scale. “Anche se questo significa tradire la loro fiducia?” si chiese. “Sì.”
Scese le scale più veloce che poté, fiondandosi nei pressi dell’edificio dedicato ai professori e alle aule, fermandosi poco prima dell’ufficio di Lukas, trovando la porta spalancata. Ad Emy si gelò il sangue nelle vene; e se avesse scoperto la loro intrusione della sera prima?
-Grazie signor Delmas, la ricontatterò quando avrò nuovamente bisogno di lei.- Emy riuscì a sentire la voce di Lukas, sembrava stesse parlando al telefono, ma non capiva perché la porta fosse aperta. Scosse le spalle, correndo i pochi metri che la dividevano dall’ufficio del suo insegnante, tenendo la borsa ferma sulla spalla. Lo vide seduto sulla sedia in pelle, mentre, con occhi bassi, leggeva qualcosa su quel suo solito quadernino con la copertina nera.
Bussò leggermente, sorridendo quando i suoi occhi incontrarono quelli scuri di Lukas. –Posso entrare?
Lui sorrise a sua volta, riabbassando gli occhi sul taccuino, chiudendolo e poggiandolo in uno dei cassetti, prendendo un foglio bianco ed una penna. –Beh, preferisci stare lì impalata?
Emy mise il broncio, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle. –Sei cattivo.- sussurrò, scuotendo subito dopo la testa, ricordando perché era dovuta correre da lui. –P-puoi farmi un favore oggi?- Lukas alzò gli occhi su di lei, intimandole di continuare. –Staresti con me questa mattina? M-mi sento poco bene a causa dei miei sbalzi di pressione molto frequenti; ultimamente sono anche più forti del solito.
Il ragazzo poggiò la penna che stava tenendo in mano sulla scrivania dall’aria antica, per poi unire le mani sotto al mento. –Qualche interrogazione?- chiese, alzando lievemente un sopracciglio, guardandola scuotere la testa in segno di negazione. Aveva capito benissimo che stava mentendo, conosceva ogni minimo dettaglio su di lei, anche quando stava male per colpa delle sue frequenti emicranie. Ma, se Lukas aveva imparato qualcosa standole a fianco, era che Emy non riusciva bene a dire le bugie e arrivava davanti a lui con aria colpevole, come un bambino che aveva appena rotto qualcosa di importante per i grandi, inventando una scusa per auto scagionarsi dal danno commesso. Eppure quella volta non sembrava malata, ma non sembrava nemmeno voler saltare la scuola. Che avesse solo voglia di stare con lui? Il battito del ragazzo accelerò per qualche secondo, per poi tornare normale, costretto da lui stesso che, facendo un respiro profondo, lo obbligò a calmarsi. –Vuoi che andiamo a casa mia? Il preside mi adora: mi basterà una parola e potrò portarti via, per oggi.
Emy scosse lentamente la testa. –Non potremmo rimare qui? Non voglio farti perdere tutta la giornata, so quanto sia importante per te questo lavoro, ma…- si interruppe da sola, ignara del fatto che in realtà, se c’era lei di mezzo, a Lukas non importava minimamente del lavoro. Se solo lei glielo avesse chiesto, lui l’avrebbe presa e portata via. Per sempre, forse.
Il moro le fece segno di avvicinarsi e lei, con le lacrime agli occhi, fece cadere la borsa vicino alla scrivania e si piegò davanti alla sedia su cui era seduto, abbracciandolo più forte che poteva –Lukas sentì solo una debole stretta e pensò che Emy si fosse trattenuta.
-Grazie.- sussurrò lei, mentre lui, con un sorriso, finalmente sincero, le accarezzava i capelli e, piano, Morfeo accolse entrambi tra le sue braccia.
 
-Quella stupida!- esclamò Yumi, marciando avanti e indietro davanti alla mensa, così nervosa da arrivare quasi a lanciare il cellulare, Aelita le rivolgeva occhiate divertite.
-Stai esagerando, Yumi. Non ti vedo così preoccupata da quando Ulrich aveva deciso di uscire con Sissi.- la rimbeccò Aelita, divertita, guardando l’amica arrossire.
-Tu ed Emy siete le mie migliori amiche.- ribatté, alzando gli occhi con sufficienza. –Perché non dovrei essere preoccupata per voi?
Si sentirono dei passi e, subito dopo, una voce tranquilla. –Ehi, ragazze, che succede?- chiese Ulrich, ricevendo uno sguardo infastidito da Yumi, mentre Aelita ridacchiava qualcosa sul fatto che ci avevano messo troppo per andare in bagno e che Emy era sparita.
Odd si accigliò. –In che senso?
-Quanti sensi può avere?- rispose severa la maggiore. –Emy non è venuta a lezione e in camera non c’è.
-Non hai guardato in infermeria, però.- ribatté una terza voce, a cui Yumi stava per rispondere, quando poi scoprì che proveniva proprio dalla sua migliore amica. –Mi dispiace non avervi avvisati, l’infermiera mi ha consigliato di riposare visto che non stavo bene e mi sono addormentata subito.
Jeremy prese parola, schiarendosi la voce. –Yumi perché non sei andata a fare le fotografie che ti avevamo chiesto?
La ragazza sembrò pensarci leggermente su. –Per qualche motivo, Werner era nel suo studio.- fece una pausa, sentendo lo sguardo stranito di tutti puntato su di lei, soprattutto quello di Emy che, però, non era di certo meravigliata dalla notizia, bensì da come Yumi era riuscita a scoprirlo. –Stavo cercando Emy e sono passata davanti al suo studio; ho sbirciato leggermente dalla finestra e l’ho visto con gli occhi chiusi, ma non potevo sapere se stesse effettivamente dormendo o meno, quindi non sono entrata.
-Quindi ha saltato la lezione per dormire? E poi perché nello studio?- chiese Odd. –E noi che pensavamo che sarebbe stato più facile agire se lui fosse stato assente.
-Yumi…- iniziò Teo, che fino a quel momento era rimasto zitto. –Con Werner c’era qualcuno?- si portò due dita sotto al mento. –Una donna forse?
Emy cominciò a sudare freddo: che Teo sapesse tutto? Li aveva forse visti insieme? Il suo cervello continuava a fare domande a raffica, osservando con il cuore in mano Yumi, attendendo la sua risposta. –Non credo, ma era talmente buio! Ho visto il professore solo perché il suo cellulare si è illuminato per un messaggio; le finestre al pian terreno non fanno mai tanta luce. Ma perché me lo chiedi?
Teo non rispose subito, ma Emy ebbe modo di capire che non parlava di lei, bensì di sua madre. Dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo ebbe il coraggio di parlare. –Tra Werner e mia madre c’è un collegamento e di questo io sono sicuro. Ho pensato che forse, potesse esserci stata lei con lui…
Emy gli si avvicinò, toccandogli leggermente una spalla. –Capiremo cos’è successo ai nostri genitori.
Ma Teo non la stava ascoltando. In lontananza scorse un ombra che li osservava e che, lentamente, spariva nel nulla. Non era di certo la prima volta, ma in quel momento non aveva più dubbi sull’identità di quella sagoma.
 
Jeremy strabuzzò gli occhi dalla sorpresa, togliendosi gli occhiali e pulendoli con l’orlo del maglione. Non si capacitava di come avesse fatto Teo ad indovinare l’allarme di una torre attiva, quando, in realtà, si era attivata solo dopo aver acceso il suo portatile. Dal canto suo Teo, sapeva bene che non aveva nessunissima capacità sovrannaturale, ma grazie a ciò che aveva visto nel cortile davanti alla mensa, persino un imbranato sarebbe stato in grado di capire che, di lì a breve, ci sarebbe stato un allarme ANAX. Eppure il castano non aveva detto nulla riguardo all’ombra che spariva: anche se aveva visto bene il suo viso, non poteva sapere se era solo uno spettro polimorfo mandato per una trappola e, in quel caso, lui ci sarebbe caduto senza ombra di dubbio. Non dicendolo a nessuno poteva prendersi il suo tempo per studiare la situazione; era meglio giocare a fare l’eroe e poi essere sconfitto subito dopo o fare le cose con calma e prendersi la gloria alla fine? Senza dubbio la seconda, ripeté nella sua mente il ragazzo.
Odd fermò la forchetta a mezz’aria, ascoltando quello che Ulrich aveva da dire. –Visto che oggi Werner non c’era mi sono preso un po’ di tempo, durante supplenza, per andare a curiosare nelle altre classi.- cominciò, interrotto da Aelita che, effettivamente, non si spiegava come mai ci avesse messo tanto tempo per andare in bagno e poi ci era dovuto ritornare. –Ma nulla. Ricordate quando Jim era rimasto assente all’improvviso? Il preside ha dato di matto, le classi erano fuori controllo. Stiamo parlando di Jim Morales! Werner, che è molto più importante di lui nella scuola, sembra non debba nemmeno insegnare qui.
-Oltre che non vi sembra un po’ troppo giovane?- chiese Yumi, attirando l’attenzione di tutti, facendo finalmente ingoiare a Odd quel pezzo di carne ormai freddo. –Insomma, avrà sì e no cinque anni in più di noi, come fa ad aver già viaggiato in America, in Inghilterra, in Corea, in Giappone… Quando Jim racconta dei suoi viaggi siamo scettici, quindi perché con lui dovrebbe essere diverso?
Jeremy batté le mani sul tavolo piano, in modo che solo loro potessero sentirlo. –Non pensiamoci ora. Abbiamo cose più importanti su cui riflettere, come ad esempio Ethan. Se davvero ANAX ha attivato una torre, di sicuro lo incontrerete. Mangiate velocemente: attaccheremo e Aelita disattiverà la torre.
Odd quasi si strozzò con un boccone di bistecca, per il poveretto non era proprio giornata per mangiare. –Non vi sembra curioso il fatto che non ci siano più attacchi al mondo reale? Le poche volte, ci sono solo spettri polimorfi o qualche blackout improvviso.
-Vero, anche io ho notato che non sembra che ANAX voglia farci del male fisicamente.- Jeremy si portò un dito alla tempia, osservando lo schermo del portatile, appoggiato sulle gambe per non farlo vedere a nessuno. -Anche su Lyoko, sembra sempre evitare le guardie davanti alle torri e Ethan è spesso accompagnato da una ridicola quantità di Crab o Block. Eppure, da solo, riesce sempre a sconfiggerci.
-Non prima di avermi lasciato disattivare la torre.- ricordò Aelita, bevendo un sorso d’acqua e lasciando interdetto il leader. –Sembra quasi che aspetti me. A volte ho persino la sensazione che ANAX mi protegga.
Teo si schiarì la voce. –Beh, non abbiamo nessuna prova che lei sia cattiva. Forse non è ANAX a piazzarci Ethan davanti ad ogni missione.
-Già, ricordo che Emy aveva azzardato un’ipotesi simile su questo.- ricordò Yumi, guardando l’amica annuire.
-Tempo fa anche io pensavo la stessa cosa. Ethan sferrava degli attacchi diversi a seconda di chi avesse davanti: non sembrava un programma per evitare la pace all’interno di Lyoko, ma un umano che aveva scelto di schierarsi con il nemico, chiunque esso fosse.- Emy fece un respiro profondo. –Ma, come ha detto Odd, ANAX non ci ha mai attaccati direttamente. Anche quella volta che ha fatto svenire Teo per colpa dello spettro, che lo avesse fatto solo per fargli avere quelle visioni su sua madre?
Teo sbuffò appena. –Avrebbe potuto farlo in modo meno brutale.- concluse, mettendo il broncio, ma Emy lo ignorò palesemente.
-È come se lei sapesse che noi vogliamo la pace. È come se lei volesse aiutarci.- Emy giocò con la forchetta, tocchicciando le verdure che stavano a lato del piatto. –Il vero problema è che non sappiamo se sia davvero così.
-Ma se ANAX ha voluto far vedere a Teo quelle cose su sua madre, vuol dire che si conoscono?- chiese Odd, grattandosi la testa, ormai confuso, lasciando tutti di sasso. Effettivamente, nessuno ci aveva pensato. Perché il possibile nemico aveva mostrato a Teo parte del passato di sua madre? E soprattutto, perché proprio quelle due parti? Cosa c’entrava il professor Werner in tutta la faccenda? –Ho detto qualcosa che non va?- chiese nuovamente il ragazzo, sentendosi in colpa per quel silenzio straziante.
Jeremy si alzò, poggiando il computer dentro alla borsa a tracolla. –Andiamo alla fabbrica.                
 
Non poteva di certo dire che quella in cui si trovava era una bella situazione. Yumi era circondata da una serie di Block insieme a Ulrich e non importa quanti riuscissero ad ucciderne, subito altri mostriciattoli spuntavano fuori, segno che, chiunque pilotasse le creature di Lyoko, voleva che, almeno loro due, rimanessero fuori gioco. Ulrich aveva anche provato a raggirarli e superarli con un balzo, venendo colpito da due Hornet e rispedito sul pavimento, subendo anche qualche altro piccolo danno dai Block che sembravano quasi ridere di lui. Non c’erano molti mostri su Lyoko, eh? Perché a Yumi sembrava un vero e proprio campo di battaglia. Doveva ammettere che, però, non gli arrecavano danni mortali e, soprattutto, non attaccavano a meno che non si sentissero minacciati.
Odd, dal canto suo, non se la stava passando meglio. Era riuscito, insieme a Teo, almeno a scortare Aelita fino alla torre attiva, sorvegliata solo da due Mante che di certo non li avrebbero lasciati passare così facilmente. Il biondo alzò il braccio destro verso uno dei due mostri per piantargli un colpo laser proprio nel mezzo dell’occhio di XANA, che venne però prontamente evitato, portando la freccia a conficcarsi nel pavimento, per poi sparire, disintegrandosi. Nel frattempo Teo aveva fatto vedere ad Aelita un comodo nascondiglio da cui, pian piano, avvicinarsi alla torre, entrandoci senza farsi vedere. Il poveretto voleva rendersi utile, di certo non poteva rimanere a guardare mente un suo amico si faceva ammazzare anche per lui. Quando Odd veniva colpito, il castano gli ridonava un po’ di vita, sottraendo un po’ dei propri Life Points.
Tutti erano così presi dalle loro battaglie individuali che non avevano notato Emy, nascosta dietro ad un alto tronco biancastro del settore foresta, scoccare frecce di platino per colpire i mostri che facevano capolino da dietro ad un angolo circondato da alberi e foglie digitali, sempre frutto di algoritmi complicati eppure così maledettamente reali.
-È passato un po’ di tempo da quando non ci affrontavamo noi due da soli, non è vero?- domandò una voce dietro di lei, facendola sussultare e girare di scatto per scoprire la maschera di Ethan a pochi centimetri dal suo viso. –Ti sono mancato?- continuò, ridendo appena e allontanandosi di poco, schioccando le dita ed eliminando tutti i mostri presenti in tutto l’intero settore.
-Neanche un po’.- rispose lei, imbronciata.
-Oh, no. Ho deluso la principessina!- esclamò, colpendosi sulla testa. –Che stupido! Sono proprio uno stupido!- terminò, ridendo, burlandosi completamente della mora, l’arco puntato a pochi millimetri dalla maschera del nemico, quasi sfiorandola.
-Si può sapere che cosa vuoi da noi?
Lui sospirò. –Ma come, non è ovvio? Il nostro obiettivo è Aelita e ormai è chiaro, non fare finta di nulla: la tua innocenza è fastidiosa.
-Il vostro obiettivo? – ripeté lei. –Quindi è vero che lavori per qualcuno! Chi è? Dimmelo se non vuoi essere infilzato.
Ethan scosse appena la mano davanti a lui, dissolvendo l’arco nell’aria, lasciando Emy interdetta. Come diavolo ci era riuscito? –Non hai possibilità contro di me. Ma sei un giocattolo divertente, sai?- la ragazza impallidì. –Vediamo, come te la caverai da sola, senza la tua arma? Penso che mi divertirò un mondo vedendoti implorare per il dolore.
Emy si guardò attorno, anche volendo cercare un legnetto Lyoko era un perfetto mondo virtuale: non avrebbe trovato niente se non alberi per decine di chilometri. Ma cosa avrebbe mai potuto fare sola contro Ethan? Anche se Yumi le aveva insegnato qualche acrobazia e tecnica di difesa, non sempre andavano a segno e poi comunque si era sempre aiutata con il suo arco. A giudicare dalle sue parole, l’uomo avrebbe voluto distruggerla e quindi avrebbe dovuto trovare un modo per prendere tempo e lasciare che Aelita disattivasse la torre. “Aspetta però” pensò, aggrottando le sopracciglia, stringendo i pugni. “Se prima Ethan ha eliminato i mostri da tutto il settore, perché Aelita ci mette così tanto?
La risposta era evidente, l’uomo mascherato non aveva eliminato solo gli innumerevoli mostri, ma anche tutti i suoi amici. In più il collegamento con Jeremy era saltato. Non sapeva come ci riusciva, ma poteva anche avere effetti sul mondo reale, quasi ne facesse parte anche lui. E, forse, era proprio così. Emy era sola, disarmata, in un mondo a lei ancora sconosciuto e, soprattutto, con un pericolo alle calcagna. Non fece nemmeno in tempo a pensare come poteva risolvere la situazione che con un balzo il suo avversario si allontanò da lei, poggiando il tallone del piede legato alla pesante sfera in ferro ad uno dei tronchi dietro di lui, dandosi la spinta per arrivare verso di lei che, cercando di essere il più veloce possibile, si abbassò, facendolo aggrappare all’albero più vicino, rimanendo fermo. Emy si era allontanata, ricordando che, anche senza l’arco, poteva evocare le frecce e che, almeno quelle, le sarebbero servite. La mora ne piantò una sul pavimento erboso ma duro, usandola per alzarsi in piedi, mentre Ethan rimaneva fermo sul posto.
-Cominci a sentire la stanchezza?- chiese lui, ridendo debolmente.
-Dovrei?- si accigliò.
Ethan si lanciò nuovamente verso di lei, facendola muovere avanti e indietro per schivarlo. Il suo piano era quello di stancarla, in modo tale da devirtualizzarla con un solo colpo effettivo, ma non aveva fatto i conti con una cosa: non era un caso che l’arma della ragazza fosse l’arco. Velocemente Emy evocò una freccia, lanciandola verso il nemico, mancandolo. -Beh?- rise lui. –Hai scordato come si prende la mira?- terminò. Ma Emy stava ridendo a sua volta: la freccia si era impiantata dentro alla corteccia, finendo però per incastrarsi dentro a uno degli anelli della catena sopra la spalla del ragazzo, impedendogli di muoversi. Di colpo Ethan non rise più.
Emy corse verso di lui, lanciando altre due frecce per tenerlo fermo meglio, ma in uno scatto riuscì a liberarsi, avventandosi contro la ragazzina, ponendole entrambe le mani attorno al collo, cadendo entrambi a terra, poco lontano dal mare digitale. Lei cercò di divincolarsi, afferrando i polsi del suo aggressore per spingerli lontano, invano. Senza nemmeno accorgersene, alzò le gambe, poggiando i tacchi degli stivali sugli addominali dell’uomo, spingendolo sempre di più verso l’alto, riuscendo a liberarsene, scaraventandolo a pochissimi centimetri dal bordo. Emy si alzò con l’aiuto di una freccia, correndo verso di lui, prendendolo dalle spalle e spingendo giù entrambi, buttandosi nel mare numerico. –Cadi, bastardo!
La maschera di Ethan si staccò dal suo viso, cadendo più velocemente e sparendo nella foschia che avvolgeva quell’oceano pericoloso, rivelando degli occhi scuri e delle labbra rosee che per la giovane guerriera erano fin troppo familiari.
-Stupida!- esclamò, ponendo un braccio attorno alla vita di Emy, staccando una delle sue catene che cominciò ad allungarsi verso l’alto, attorcigliandosi al tronco sottile dell’albero chiaro.
-Lukas…?- sussurrò, mentre lui riportava su entrambi, tenendo salda la ragazza contro il suo petto scoperto. –Perché sei…
Lui la zittì con un’occhiataccia, facendo toccare a entrambi il terreno, rimettendo la sua catena al posto originale. Liberò Emy dalla sua stretta, non riuscendo nemmeno a guardarla in faccia; e come poteva? Per lei ora tutto era più chiaro, tutto cominciava a prendere forma dentro alla sua testa, annebbiata fino a quel momento da un’ossessione per il giovane Lukas che, mano a mano, stava sparendo senza lasciare traccia.
 
-Che cosa?!- esclamò Yumi, scuotendo appena l’amica che, con la coda dell’occhio, vide Aelita guardarla con occhi spaventati. –Hai visto il volto di Ethan e ce lo dici così?
Emy annuì flebilmente posando entrambe le mani sugli occhi stanchi. Aveva un fortissimo mal di testa e sentiva che avrebbe vomitato da un momento all’altro. E lo sapeva bene, non era di certo per lo stupore. –Aspettate di sentire chi c’è dietro quella maschera.- chiuse gli occhi ancora. –Il professor Werner.
Non poteva esserne sicura, visto che aveva aperto solo di poco gli occhi per via della stanchezza, ma vide Teo annuire, quasi soddisfatto. Il resto del gruppo aveva espressioni stupefatte sul volto e Yumi aveva affievolito la presa sulle braccia della minore. Anche se lo avevano tutti immaginato, non potevano crederci.
-Ma quindi…- cominciò Odd, rompendo il silenzio e guardando Ulrich. –Tutte le volte che eri da sola con il professore rischiavi la vita?
-Già, perché non ha mai provato ad ucciderti?- chiese Jeremy
-Sembri deluso, ti dispiace forse?- ribatté Aelita, visibilmente nervosa, mentre il biondo alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa sul fatto che le sue domande avevano solo scopo scientifico.
La mora sospirò, incrociando lo sguardo disperato di Yumi e quello preoccupato di Teo. Era arrivato il momento di essere onesta, sarebbe successo comunque prima o poi. –In realtà, avevo un motivo. Io e il professor Werner ci frequentavamo. Ma solo quando l’ho visto nei panni di Ethan ho capito di essere vittima di un incantesimo e che quello che credevo fosse amore, in realtà era una straziante ossessione: nella mia testa c’era solo lui, qualsiasi cosa io facessi lui era al primo posto. La mia mente era sempre annebbiata.
-Effettivamente eri strana negli ultimi tempi.- ricordò Jeremy. –Eri sempre per conto tuo, uscivi prima dalle riunioni e arrivavi dopo se c’era un allarme ANAX.
Emy spostò lo sguardo su Yumi. Era convinta che la maggiore fosse arrabbiata con lei e che le avrebbe fatto una di quelle ramanzine che anche Teo era solito farle, ma invece, con suo grande stupore, Yumi l’abbracciò. –Grazie per avercelo detto.- le sussurrò, facendola sorridere.
Ora c’era solo una cosa che mancava all’appello: doveva parlare con Lukas e mettere la parola fine a quell’assurda situazione.
  
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