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Autore: Asu chan    03/08/2019    3 recensioni
La famigerata Missione dei Cento Anni è ai suoi inizi e il viaggio da affrontare è lungo. Ma nonostante tutto, Lucy non riesce a dormire. E non è l'emozione per la missione più famosa della Gilda a renderla insonne... C'è una sola persona che può essere oggetto dei suoi pensieri con un'intensità tale da tenerla sveglia.
[Ambientato dopo il finale dell'opera di Mashima, non tiene conto dello spin-off!]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva capito.
Lucy fissava il cielo stellato che si srotolava sterminato sopra di lei, un tappeto nero pece con una miriade di diamanti incastonati dappertutto e che brillavano come lucciole a migliaia di chilometri, ma all’apparenza così vicine da poterle toccare. La brezza notturna le accarezzò la schiena nuda, facendola rabbrividire piacevolmente. Era seduta su una roccia, i gomiti sulle cosce e le dita strettamente intrecciate tra loro in mezzo alle ginocchia, il naso verso la volta celeste che tanto la consolava, ricordandole i suoi Spiriti Stellari che in quel momento riposavano a una chiave di distanza da lei. C’era silenzio. Tutto il gruppo riposava vicino al fuoco da campo le cui fiamme bruciavano ancora, seppur timidamente, a una ventina di metri alle sue spalle. Quanto bastava per distinguere i fagotti dormienti di Erza, Gray, Wendy, Happy, Charle e lo storditissimo Natsu, insieme a tutti i loro bagagli - quelli della maga dai capelli rossi risultavano particolarmente visibili, una montagnetta informe accanto al campo, parzialmente illuminata dal fuoco e dalla luna. Per il resto, la valle si estendeva nella notte con la stessa quiete e sterminatezza del cielo che la sovrastava.
Eppure, nonostante tutta quella quiete, il cervello di Lucy si rifiutava di spegnersi. Erano partiti da poco per la missione dei cento anni e più viaggiavano più i suoi pensieri tornavano al momento in cui, non molto prima di mettersi in cammino, si era gettata in lacrime tra le braccia di Natsu, tentando di fargli capire quanto incontrarlo e stare con lui fosse stato importante. Quanto l’avesse cambiata. Quanto fosse diventato una parte fondamentale, imprescindibile della sua stessa esistenza. E più la sua mente tornava a quel momento, più lei si rendeva conto di quanto il messaggio non fosse passato.
Sulle prime era stata contenta che lui le avesse risposto che sarebbero stati sempre insieme, poi però l’aveva presa e trascinata in quell’avventura sconclusionata con gli altri. Si sentiva in colpa a pensarlo, e non era che non volesse stare con i suoi amici più cari, ma doveva ammettere che con quella frase qualche speranza se l’era fatta. Di partire per qualche missione da soli, magari.
Invece lo stupido non aveva capito.
Sospirò pesantemente e fece ciondolare la testa verso il basso, chiudendo gli occhi e aggrottando le sopracciglia. Aveva sempre condiviso tutto con i membri della Gilda, in particolare con i suoi amici più stretti che viaggiavano con lei per quella missione, ma in quel caso non poteva confidarsi. Wendy sarebbe stata troppo imbarazzata. Levy era rimasta alla Gilda. Gray era fuori discussione. Happy aveva la bocca troppo larga. Erza era l’unica che avrebbe potuto capire e magari anche aiutarla, ma era troppo concentrata sulla missione e in ogni caso non le andava di disturbarla con i suoi problemi di cuore quando lei era stata costretta a separarsi da Gerard. Rimaneva Natsu, che però, oltre a essere il diretto interessato, era fin troppo tonto. Avrebbe dovuto parlarci da sola. In modo chiaro.
Lucy sospirò di nuovo e gettò la testa all’indietro, appoggiando i palmi sulla roccia fresca dietro di lei per sostenersi ora che era inarcata all’indietro per perdersi nuovamente nella distesa stellata. Qualche nube punteggiava il cielo, scivolando pigramente guidata dal vento e illuminata dalla luce lattiginosa della luna. Forse era il caso di tornare al campo e provare a dormire. Ma l’idea di fissare le braci per il resto della nottata, mentre Gray e Natsu russavano e Happy le si accoccolava addosso rischiando di soffocarla, non l’attirava granché. Strinse le labbra, cercando di rassegnarsi al pensiero, quando una sagoma inizialmente sfocata le occupò il campo visivo piegandosi su di lei per guardarla dritta in viso.

«Tutto ok?» domandò Natsu, scrutandola con sguardo incerto e rischiando peraltro una testata in fronte per il gesto inaspettato. Nemmeno Lucy seppe dove tirò fuori l’autocontrollo necessario per evitare di raddrizzarsi di scatto e spaccarsi il cranio contro quello - decisamente più duro - del mago del fuoco. Si limitò a sussultare e scartò di lato, riuscendo a sedersi senza spiacevoli incidenti. Spuntare fuori in quel modo era proprio da Natsu, d’altro canto.

«Quando la smetterai di farmi venire un infarto?» protestò, con un tono poco convinto. Come diavolo faceva a uscirsene fuori sempre quando aveva qualche problema?

Il giovane sporse il labbro inferiore, facendo il broncio.

«è questa la tua risposta? Ero preoccupato per te» bofonchiò. Il cuore dell’interlocutrice ebbe un tuffo.

Lucy.

Si voltò per il tempo che bastava a sorridergli.

«Non è necessario. Sto bene. Non riuscivo a dormire, tutto qui.»

Silenzio.
I momenti di quiete tra di loro erano sempre stati confortevoli, fin dal primo secondo. Invece questo era pesante. Lui non era per niente persuaso.
Dopo qualche interminabile secondo in cui Lucy, per la prima volta in vita sua, pregò che l’amico la lasciasse ai suoi pensieri, Natsu aggirò la roccia e si sedette accanto a lei, senza dire una parola. Era abbastanza vicino da sfiorarle il corpo col proprio. Era piacevolmente caldo nell’aria fresca della notte e la ragazza ebbe l’impulso di appoggiarsi a lui, afferrargli il braccio e posare la testa sulla sua spalla. Sapeva che si sarebbe addormentata subito, del sonno migliore della sua vita. Come era sempre stato. Come aveva sempre saputo, dal momento in cui aveva capito di essersi innamorata del suo migliore amico.

«Non hai mai avuto problemi a dormire, no?» fece notare candidamente il mago, dopo essere rimasto in silenzio ancora un po’. Quando Lucy non rispose, sospirò e proseguì: «continuavi a sospirare. Lo capisco se hai qualcosa che non va, sai? Stai male?»

No, davvero non aveva capito un bel nulla. O meglio, la capiva, ma proprio non ci arrivava a realizzare che se non riusciva a dormire il motivo era proprio lui. E ad averlo lì, a un soffio da lei, di sicuro non migliorava la situazione.

«Sto bene, veramente» ribadì la giovane Heartphilia cercando di suonare il più convincente possibile. Era in lotta con se stessa. Una parte di lei, quella inguaribilmente romantica, esplodeva dalla gioia di averlo lì con sé, sotto il cielo meravigliosamente stellato, alla luce di una luna splendente, e l’avrebbe volentieri preso per mano. L’altra, quella realista, le sbraitava di darsi un contegno e mandarlo a dormire in fretta prima che l’altra prendesse il sopravvento e mandasse a monte la loro amicizia, la missione e la sua intera esistenza. Non poteva negare di aver pensato molte volte che Natsu potesse provare qualcosa per lei, ma dopo tutti gli episodi in cui aveva provato ad avvicinarlo, proprio come l’ultimo, si chiedeva se non fosse tutta una sua idea. Una sua stupida speranza che potesse ricambiarla. Inspirò profondamente. «Dovresti tornare a dormire. Non è da te svegliarti nel cuore della notte, no?»

Lo vide con la coda dell’occhio mentre si grattava il mento, pensieroso, guardando le stelle. La luce della luna gli colorava il profilo di una luce bianca, delicata, e gli faceva scintillare lievemente gli occhi. Era bellissimo. Goffo, ma bellissimo. Dovette farsi forza per non sorridere e passargli una mano in quella zazzera rosa morbida e spettinata dalla dormita.

«Immagino di sì… in verità, però, c’è stata un’altra volta» disse all’improvviso, scuotendola dai suoi pensieri. Lucy si affrettò a cercare qualche costellazione su cui focalizzarsi. «Quando io e Happy siamo tornati a Magnolia dopo aver viaggiato per un anno. A casa tua.»

Evitò di guardarlo e sentì il suono soffice dell’indice del ragazzo che picchiettava sul mento.

«Sì. Evidentemente non riesco proprio a dormire se non sei tranquilla.»

Stavolta la biondina non poté fare a meno di girarsi verso di lui a fissarlo e il suo sguardo incontrò quello di Natsu, calmo ma intenso. Si era reso conto di quello che stava dicendo? Perché era una cosa dolcissima.

«Non dormo finché non dormi tu» rincarò la dose il giovane Dragneel. Se ne era consapevole, stava usando le carte giuste per farla capitolare. «Quindi spara Lu, che c’è che non va?»

Lucy avvertì immediatamente le lacrime pungerle gli occhi. Gli stessi sentimenti che l’avevano riempita quando l’aveva abbracciato prima di partire, quei sentimenti di gratitudine, felicità, amore, la avvolsero nuovamente tutto in un colpo, e si voltò di scatto, portandosi il dorso della mano sinistra al volto. Serrò gli occhi e tentò di piangere silenziosamente. Sentì il rumore delicato del ragazzo che, confuso e agitato, spostava il peso da una parte all’altra, incerto.

«N-non piangere, ti prego…» mormorò piano.

«Non è che non c-ci stia provando» singhiozzò la maga degli Spiriti Stellari, senza aprire gli occhi. Doveva calmarsi prima, non avrebbe sopportato di vedere quell’immagine degna di un dipinto che era quello sciocco, dolce Dragon Slayer al chiaro di luna, preoccupato per lei. Poi percepì un calore familiare avvolgerle le spalle e una mano guidò delicatamente la sua testa fino a farla posare su un petto accogliente e caldo, con un battito del cuore forte, sicuro. Si sentì a casa. Si sciolse completamente e iniziò a produrre singulti che le scuotevano il corpo, incapace di mantenere le difese davanti a quel gesto così premuroso. Natsu la tenne stretta e prese ad accarezzarle il capo, con una delicatezza che Lucy non aveva mai percepito da quelle mani guerriere.

Ci volle qualche minuto perché la ragazza si tranquillizzasse, e quando si sentì più calma si ritrovò aggrappata al giovane, completamente avvolta dalle sue braccia. Si ritrasse a malincuore e si asciugò il viso con le mani, ma quelle del mago del fuoco non la abbandonarono. Le teneva le braccia all’altezza dei gomiti, come se avesse avuto paura che potesse scappare, o disgregarsi tra le sue dita.

«Va meglio ora?»

Gli occhi verdi che la studiavano erano sinceramente preoccupati. Forse, nonostante tutto, poteva ancora fidarsi di lui per quella confessione. Gli sorrise con dolcezza.

«Veramente avrei una cosa da dirti» annunciò.

Natsu inclinò il capo di lato, invitandola silenziosamente a proseguire. D’improvviso, Lucy fu acutamente consapevole del battito accelerato del suo cuore, dello sguardo del giovane e delle sue mani calde sulle sue braccia. Era stato molto più facile quando gli aveva detto che le aveva cambiato la vita, spinta dall’emozione del momento. Pensare a cosa dire era una vera tortura.

«Ecco… Ricordi quando ti ho detto che se non ti avessi mai incontrato, non sarei quella che sono oggi?»

Ebbe l’impressione che il ragazzo si irrigidisse e arrossisse, ma la luce era troppo fievole per stabilirlo con certezza. Il mago annuì lentamente, quasi avesse paura di risponderle e rovinare quel momento di immobilità perfetta, quasi da favola. L’aria sembrava più ferma, densa. Lucy deglutì.

«Beh, è così. Incontrarti quel giorno ad Hargeon… Ha cambiato la mia vita. Senza di te non avrei realizzato il mio sogno. Non sarei una maga di Fairy Tail. Non sarei diventata così forte. Non avrei una vera famiglia… Forse non avrei nemmeno fatto pace con mio padre.»

Man mano che parlava, vide - o forse fu più una percezione - i muscoli di Natsu rilassarsi, il suo viso aprirsi in un’espressione turbolenta, di gioia, stupore, sollievo e altre emozioni che le parvero indecifrabili, ma che era sicura fossero specchio dei sentimenti in tempesta che le mandavano in subbuglio il cuore e lo stomaco. Quello che contava era che lui le stava sorridendo. Questo bastò a spingerla a continuare a parlare.

«Non so cosa sarei diventata. Ma sono sicura che non sarei stata così felice, mai» disse, con sicurezza. Ma per quello che veniva dopo, non era certa di riuscire a dirlo con la stessa voce ferma. «è grazie a te se sono felice, Natsu. Se avessi incontrato qualcun altro, chiunque altro della Gilda, non sarebbe stato lo stesso. Non mi sarei…» prese un respiro più lungo. «Non avrei potuto innamorarmi di nessun altro.»

Come previsto, la sua voce tremò leggermente. Per un lungo istante ci fu silenzio. La faccia del giovane era rimasta come pietrificata, la bocca leggermente aperta, lo sguardo incatenato al suo. Un gelido artiglio di terrore le afferrò lo stomaco. Sicuramente adesso aveva capito. La cosa da stabilire era se fosse stata una pessima idea e la loro amicizia fosse rovinata per sempre.
Forse avrebbe potuto emigrare altrove. Possibilmente in un continente non ancora scoperto.
In tutta quella paura, però, quasi non si era resa conto che le mani di Natsu non l’avevano lasciata un secondo, ma anzi la presa delle sue dita si era fatta più salda sulle sue braccia. E all’improvviso vide il suo volto illuminarsi come un albero di Natale, e vide i suoi canini appuntiti lampeggiare in un sorriso splendente e gioioso come quello di un bambino, subito prima di essere trascinata in una stretta che le tolse il fiato, ma che la riempì di un calore mai provato e sciolse il gelo che le aveva attanagliato le viscere. Il rosato l’aveva tirata a sé con tanta foga che scivolò dalla roccia e cadde all’indietro sull’erba, portando con sé la biondina in una confusione di membra. Quest’ultima non ci fece molto caso, catturata dalla risata spensierata del mago del fuoco che le riverberò nel petto, in una perplessità che si trasformò rapidamente in una felicità travolgente.

«Natsu…?» provò lei, facendo scivolare timidamente le mani sulla schiena del giovane Dragneel, ancora incerta se abbracciarlo a propria volta.

«Pensavo di aver capito male!» esclamò senza preavviso, con una lunga espirazione, il ragazzo. «Quando me l’hai detto. Ho pensato di aver capito male, così ho evitato di approfondire. Non pensavo fosse così. Non pensavo ti tormentasse, Lucy. Avrai pensato che fossi stupido.»

La ragazza nascose il viso nel petto dell’interlocutore. Non poteva contraddirlo. E in ogni caso era sicura di essere rossa come un peperone. L’aveva capito…?

«Non è che tu abbia tutti i torti… Non so quando ho capito di tenere a te così tanto. Sicuramente dopo che l’hai capito tu, comunque. Non rifletto molto su queste cose… Ma era proprio impossibile da ignorare, a un certo punto.»

Alla maga degli Spiriti Stellari sfuggì un singhiozzo, un accesso di risata a metà tra il nervoso e l’incredulo.

«Perché hai aspettato che lo dicessi io, che sono una ragazza?» gemette, come una bambina che fa i capricci. Il suo romanticismo inesauribile, unito al suo finto orgoglio da fragile ragazza sognante, la spinsero a quella frase, che contribuì ad alleviare la serietà del momento.

Natsu rise di nuovo. Poi Lucy lo sentì appoggiare il viso contro la cima della sua testa e la voce del giovane ne uscì attutita.

«Scusami, Lu. È che non sapevo proprio quando dirtelo. Sono successe tante cose.»

A pensarci bene, in effetti, aveva ragione. Ne erano capitate di cotte e di crude ed era difficile immaginarsi il Dragon Slayer, dopo essersi buttato a capofitto in un combattimento come suo solito, esternare i propri sentimenti in un momento di pausa. La biondina sospirò e si strinse, finalmente, al mago. Si chiese da quanto sognava di tenerlo stretto in quel modo. Aveva la sensazione di aver provato quel desiderio da sempre. Il ronzio dei suoi pensieri era finalmente quieto.

«Non fa niente» stabilì infine. «Finalmente ora potrò dormire.»

Una risata, una carezza.
E poi tutto scivolò lontano nel sonno.





A.A.A. Autrice Cercasi
Buonsalve a tutti quanti!
Mi vergogno quasi a pensare a quanto tempo questo account è rimasto COMPLETAMENTE inattivo (o forse no. Un pochino e basta.). Ho scritto qualcosina in questi anni, ma niente degno di nota. è capitata la vita (?) e la vena poetica è andata scemando- QUINDI adesso che dovrei scrivere la tesi (o almeno cominiciare a scriverla) QUALE IDEA PIU' GENIALE se non mettermi a scrivere fanfiction? Mi sembra giusto. Peraltro sarete felici di sapere (no) che sto scrivendo un'altra long fiction su Fairy Tail! *^*/ Quale modo migliore per tornare alla ribalta su Efp se non con una fanfiction su un'opera conclusa da due anni, e un annuncio poco attendibile su una nuova produzione a lungo termine? (sì, non ci credo nemmeno io, non vi preoccupate. Infatti non so quando vedrà la luce-)
IN OGNI CASO. Questa fanfiction è nata molto a caso. Sono rimasta talmente male per il finale di Fairy Tail che forse è stato anche quello a farmi smettere completamente di scrivere...? Insomma, per me quel finale non esiste. Mancano un sacco di cose. Troppe. Così in un momento di ispirazione mi sono messa lì e ho sfornato questa cosa, con cui cerco di rimediare a una delle mancanze che ho percepito in questo finale: un vero chiarimento tra Natsu e Lucy. Ho creduto SEMPRE che ci fosse qualcosa di più tra loro (chi legge questa fiction e non mi ha mai letta prima, cosa altamente probabile vista l'era geologica di inattività, non sa che scrivevo su di loro!) e tutte le cose inespresse SONO RIMASTE INESPRESSE che tu sia maledetto, Mashima, visto che SAI BENISSIMO CHE SI AMANO, cosa continui a fare illustrazioni su Twitter, falli sposare e finiamola qui. Con quell'abbraccio maledetto. Perciò eccomi qui. A riportare giustizia nell'universo.
Come al solito le mie cavolate sono più lunghe della fic, quindi chiudo qui! Spero vi sia piaciuta. Un'altra cosa che mi è venuta in mente scrivendo è che Natsu è un tonto infinito, ma un'altra cosa mancata è la sua evoluzione. Il suo personaggio ha dimostrato più profondità con l'avanzamento del manga ed è tornato ad essere l'adorabile rimbambito del primo capitolo nell'ultimo. Ho voluto dargli un po' di gloria spiegando che non è COSI' stupido. Un po' sì.
Grazie per aver letto questa... cosa.

A presto (?)!
AnB
   
 
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