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Autore: Isobel Connis    27/07/2009    4 recensioni
Piccola fiction che riguarda Bill e Tom
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hallo!! Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato e anche coloro che hanno letto!! Grazie a tutti ^^ Capitolo 4

Capitolo 4

 

Bill lo lasciò sfogare a lungo. Presto perse anche la cognizione del tempo. Il mondo esterno sembrava non esistere. Non gli importava neanche di aver lasciato i loro amici soli in salotto. Ora l’unica cosa importante era stare accanto a Tom. Confortarlo. Farlo sentire protetto. A poco a poco sentì la presa del moro farsi sempre più leggera sulla sua maglia. Il respiro di Tom ora era regolare. Si era addormentato. Lo fissò un attimo in volto. Non era giusto che suo fratello dovesse soffrire tanto a causa di loro padre. Gli asciugò il volto e, stando attento a non svegliarlo, scese dal letto ed uscì dalla stanza.

***

Georg, Gustav ed Andreas erano rimasti seduti in salotto. Nessuno dei tre aveva professato parola. Tutti temevano di porre ad alta voce la domanda che si era fatta largo nelle loro menti.

“Secondo voi Simone si riferiva a…” Gustav lasciò cadere la frase così. Andreas e Georg portarono lo sguardo al batterista. Era risaputo che Gustav era un tipo schietto e diretto. Ma il tono piatto e basso con la quale aveva pronunciato quella frase fece venire i brividi ad entrambi.

Andreas fece per aprir bocca, ma la richiuse subito rendendosi conto che in effetti non sapeva cosa dire. Ricadde di nuovo il silenzio. Ma questa volta fu più breve. Sentendo dei passi provenire dalle scale i tre ragazzi si voltarono incontrando subito il volto di Bill.

“Siete ancora qui…” chiese cercando di sorridere anche se il sorriso che ne uscì era molto tirato.

I ragazzi annuirono poi Georg, facendosi coraggio chiese al cantante

“Tom?... come sta…”

Bill sospirò raggiungendoli in salotto e sedendosi sul divano accanto a Gustav

“Si è addormentato adesso…”

“Senti Bill…” iniziò Andreas sedendosi davanti a lui insieme a Georg “… cosa è successo?”

Bill si strinse nelle spalle

“A cosa ti riferisci?”

“A… quello che ha detto tua madre poco fa… tuo padre ha…” iniziò Georg

“No…” scosse la testa il rasta “Non è quello… vedete il fatto è che…” si morse il labbro. Non sapeva se parlare o meno.

Nessuno degli amici fiatò. Non volevano dargli fretta. Se Bill che amava parlare ci stava mettendo tanto doveva essere qualcosa di serio.

Bill chiuse gli occhi passandosi una mano sopra gli occhi.

“Vedete… nostro padre aveva un programma ben preciso per noi… beh… per Thomas e Wilhelm… ” i tre lo fissarono perplessi  

“… in particolare per il primo. Voleva che fosse il migliore in tutto, nello studio, nelle attività sportive…

“U- Un attimo…” lo fermò Andreas “Thomas e Wilhelm?”

Bill annuì ma non disse nulla, si limitò a continuare il suo racconto

“… quando lui falliva nostro padre non si faceva scrupoli a picchiarlo. Spesso…” Bill deglutì rumorosamente “…. Spesso lo sbatteva anche contro il muro o usava una cinghia… nostra madre aveva paura di lui… perché picchiava anche lei… a me non ha mai fatto niente perché non si aspettava che potessi riuscire in qualcosa… e quelle rare volte che ci provava mio fratello lo faceva irritare in modo tale che se la prendesse con lui… e non con me…” disse con voce tremante “… a volte risultava davvero violento… più del solito… una volta tornò a casa ubriaco… arrivato trovò mio fratello che parlava con me… mi disse che non voleva più praticare karatè, che non faceva per lui… quando lo sentì…” Bill si interruppe un attimo asciugandosi gli occhi “… lo… lo prese a cinghiate poi lo spinse e gli fece sbattere la testa contro il camino… rimase in ospedale per una settimana… quando venne dimesso nostra madre fece i bagagli e ci trasferimmo a Magdeburgo… cambiammo nome… avvisammo i vicini di non contattarci più… volevamo ricominciare da capo…”

I tre amici rimasero attoniti dal racconto del cantante

“Io… non so che dire…” mormorò Gustav

“Non devi dire nulla Gus… non è colpa tua…” disse Tom avvicinandosi agli amici

Bill si voltò di scatto

“Da quanto tempo è che sei qui?”

Più o meno dall’inizio del racconto…” sorrise triste il moro stringendosi nelle spalle

“Scusami… non dovevo” si scusò Bill

“E perché… quello che è stato è stato. Purtroppo è la verità e non possiamo farci nulla…” rispose il chitarrista sedendosi accanto al gemello

“Come ti senti…” chiese Georg posandogli confortante una mano su un ginocchio

“Sto bene…” rispose stringendosi le spalle “… sapevo che prima o poi sarebbe saltato fuori anche se abbiamo fatto di tutto per evitarlo… solo che…  non ero pronto…” ammise poi

“Non lo è nessuno Tomi…” gli disse il gemello posando la testa contro la sua spalla.

 

  
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