Personaggio scelto: Fish/ Aphrodite
Oggetto scelto: Autoritratto
Avvertimenti: Yaoi, Shonen- ai, Flashfic
Generi: Generale, Romantico
Rating: Arancione
Flashfic partecipante al "Leap Throught Time" indetto dal C.o.S.
Self - potrait
Entrò senza annunciarsi, e senza chiedere il permesso di
passare, come al solito. Del resto, non intendeva andare da
nessuna parte.
Non riusciva a vederlo. Probabile che fosse momentaneamente
assente – dannato Aphrodite, lui e quella maledettissima
mania di farlo
attendere tutte le volte che programmavano di vedersi, tutte le volte
che lui
decideva, per entrambi, dove e quando. Sbuffò,
inoltrandosi all’interno
della casa ombreggiata, indispensabile riparo all’afoso
mezzogiorno ateniese.
Quegli stupidi fiori avevano tanto
del loro padrone - di
Aphrodite dei Pesci, l'amico, il guerriero, il compagno d'arme,
l'amante - da
costituire per se stesse l'autoritratto più fedele e sincero
del Custode della
Dodicesima, la sola cosa che davvero potesse rendergli giustizia:
puramente,
incredibilmente perfette, eppure mortali come solo il potere stesso
della
bellezza poteva essere. Parlavano di lui quei fiori, con la loro
stessa,
pomposa presenza, con il loro odore insopportabile e melenso - che
odiava
eppure ricercava, e dalle narici evocava la sua
pelle, i suoi
gemiti, le sue unghie affondate nella schiena.
Il solo guardarli, tenerle tra le dita in quella maniera
così rozza, glielo scaraventava tra le braccia, e gli pareva
di poterne sentire
il respiro irregolare sul collo, i capelli biondi e lunghissimi che gli
solleticavano fastidiosamente le guance e il torace.
La voce del custode della Dodicesima, contrariata eppure
incredibilmente tranquilla, lo riscosse. Poggiò a terra la
rosa con una
delicatezza inusuale ai suoi modi abituali. Si tirò
svogliatamente in piedi,
gettando la sigaretta sul pavimento di marmo pregiato.
"Non è certo a me che devi quest'intrusione, cavaliere,
quanto piuttosto alla tua maledettissima abitudine di farti attendere
più di
quanto dovresti.”.
Aphrodite ghignò, avvicinandosi al Cavaliere della Quarta
con passo studiatamente lento e morbido.
"Non avresti avuto la forza di andartene, Death Mask"
Aphrodite gli soffiò sulle labbra, in un sussurro che era
quasi un sibilo. La
mano di Cancer gli circondò la vita, attirandolo con
impaziente irruenza.
"Non sfidare troppo la sorte, sgualdrinella.”.
Pisces sbuffò, imbronciato. "Che diavolo stavi facendo
con le mie rose?" Sbottò,
liberandosi dall'abbraccio e raccogliendo il fiore che l'altro vi aveva
deposto
in precedenza.
Death Mask rise sguaiatamente. "Dopo avermi fatto
aspettare tanto, non sei nella posizione di protestare per
alcunché!" Lo
attirò a sé, mettendo definitivamente fine alla
discussione, e fu lo stesso
Aphrodite a trascinarlo verso le stanze private della Dodicesima, la
rosa
ancora stretta tra le dita. Presto, sarebbe finita chissà
dove, assieme ai
vestiti.
“Potrebbero quasi iniziare a piacermi, questi tuoi stupidi
ciuri” sentenziò Cancer, soffiando sul
sorriso divertito dell’altro, un
attimo prima che la porta si chiudesse alle loro spalle con un tonfo
sordo.
Logorroica flashfic (637 parole, stando
al conteggio di Microsoft World XD) Death Mask/Aphrodite. Il tema del
ritratto
è inteso in senso figurato, non come oggetto letterale: o
meglio, è il concetto
di autoritratto che sia applica alle rose di Pisces.
Il rating è arancione per le
allusioni – nel senso che di descritto dettagliatamente non
c’è nulla, ma penso
si capisca cosa questi due baldi servitori di Athena si accingano a fareXD – e per qualche insulto
sparso di Death Mask, che a trattenersi del tutto proprio non ce
l’ha fatta.
Dove ha potuto, ha fatto quello che poteva! :D
E... cavoli, non ci avevo riflettuto,
ma questa è la prima
yaoi che pubblico!
...
...
...
...Vi
avverto, non sarà l'ultima...MWAHAHAHAHAH! *e, sì, questa
è una minaccia!*
Mi
pare non ci sia altro:) Buona lettura!