Concedendosi
qualche secondo
prima di suonare il campanello, lo sguardo fisso
sull’occhiello, Shinichi
sorrise.
Non era stato
affatto
entusiasta della decisione dell’ispettore di segregarlo in un
appartamento
protetto fino al processo; si era lasciato convincere essenzialmente
per due
motivi. Rimanere a Tokyo dopo la conclusione delle indagini avrebbe
significato
correre continuamente con il pensiero a Ran: non poteva permetterselo.
La sua
amica d’infanzia era rimasta piuttosto sconvolta
dalla verità che, in fondo, aveva sempre saputo.
Avevano deciso di
prendersi una pausa dalla loro relazione. Ran voleva riflettere, e
aveva
bisogno di farlo senza lui intorno. A malincuore, aveva accettato.
Il secondo
motivo era la
persona che occupava l’appartamento sicuro già
ormai da qualche mese, l’altro
testimone chiave nel processo contro l’organizzazione. Un
testimone ben più importante
di lui.
Shiho.
Shinichi era
felice di
rivederla. Nonostante il loro burrascoso primo incontro, tra alti e
bassi, la
scienziata era l’unica che fosse stata in grado di essergli
realmente accanto,
alla pari, mentre interpretava Conan Edogawa. Nelle ultime fasi
dell’indagine
avevano avuto qualche attrito, ma era certo che in fondo anche lei
sarebbe
stata contenta. Forse dopo qualche chiarimento.
La porta si
aprì di scatto,
prima ancora che potesse suonare. «Ti aspettavo»,
dichiarò Shiho osservandolo.
Aveva un’espressione indecifrabile.
Kudo
entrò, non troppo
stupito; mille volte aveva visto il volto di Haibara assumere quegli
stessi
tratti. «Come stai?» domandò, spezzando
il ghiaccio – non nel modo più
originale, in effetti.
Shiho eluse la
domanda. «Ho
preparato qualcosa» disse, guidandolo verso la cucina.
«Per festeggiare».
Shinichi
sorrise. «Allora ti
fa piacere avermi qui», constatò.
Lei
scrollò le spalle con
nonchalance. «Un po’ di compagnia non mi
ucciderà».
~
Shinichi
osservò con
curiosità il contenuto del piatto portogli
dall’amica. Non che avesse avuto
qualcosa in mente, ma questo era… inaspettato.
«Italiano?»
azzardò.
«Esatto,
detective» confermò
Shiho, concedendogli finalmente un sorriso. «Ho pensato di
sperimentare»
raccontò, posando davanti a sé un piatto
totalmente diverso, composto
esclusivamente da verdure e ortaggi.
Nel suo
c’era invece della pasta,
che a un’occhiata ingenua avrebbe
potuto ricordare i noodles – guai a confonderli,
però: sapeva quanto fossero
suscettibili gli italiani al riguardo –, condita da una salsa
verde. Se non
ricordava male, doveva chiamarsi pesto,
o qualcosa del genere. Gli era capitato solo una volta di assaggiarlo.
«Sai,
temevo ce l’avessi con
me per… be’, lo sai. Sono felice che non sia
così» confidò, ammirando il
piatto. Chissà quanto le ci era voluto per prepararlo!
Decise di prenderlo come
un’offerta di pace.
«Per
tutte le informazioni fondamentali che
mi hai nascosto senza
nessun vero motivo, come il fatto che Okiya fosse in realtà
il fidanzato di mia
sorella?» replicò Shiho, stranamente tranquilla.
In un’altra occasione,
Shinichi si sarebbe preoccupato. Il sorriso della scienziata si
ampliò. «Acqua
passata. In fondo è grazie a te che Gin e gli altri non
possono più nuocere a
nessuno».
Il detective
annuì,
sollevato e inorgoglito dal
complimento. «Iniziamo, allora! Grazie per il
pasto!»
Senza aspettare
oltre, mando
giù il primo boccone. «È
buonis…» non poté concludere la frase,
che sentì il
palato andargli a fuoco. Senza pensare, corse a riempirsi un bicchiere
d’acqua
fresca.
«Se
bevi peggiorerà
soltanto», gli arrivò l’avvertimento di
Shiho mentre terminava il secondo
bicchiere. La vide alzarsi e voltarsi verso di lui con un ghigno che
non avrebbe
esitato a definire diabolico.
«Ora possiamo considerarla
“acqua passata”», scandì la
ramata.
«Ringrazia che ti debba la vita, Kudo. Se mi menti ancora, il
pesto al wasabi
sarà l’ultimo dei tuoi problemi, te
l’assicuro».
Shinichi
deglutì,
osservandola uscire dalla stanza con fare soddisfatto.
Avvertiva ancora
la lingua
bruciargli, solo stuzzicata dall’acqua.
Sentì
un brivido lungo la
schiena mentre immaginava come avrebbe
potuto vendicarsi la scienziata se le avesse fatto un torto effettivo.
Non
succederà mai più,
pensò dandosi dell’idiota.
Salve a tutti! Siamo Ile e Mari, se frequentate "abitualmente" il fandom di Detective Conan probabilmente ci conoscete già.
Questa raccolta è il nostro primo tentativo a quattro mani (nonostante ci siamo già date una mano in passato, sbloccandoci l'una con l'altra, scambiandoci prompt magari).
Sebbene ultimamente simpatizziamo entrambe per la ShiRei, la ConAi – o ShinShiho – ce la portiamo nel cuore. Abbiamo una trama di base delineata per questa raccolta, ma l'essenziale è divertirci: se sarà più o meno romantica lo scopriremo solo andando avanti, insieme a voi.
Ringraziamo Il Giardino di EFP per aver indetto la Challenge da cui abbiamo tratto i prompt.
Speriamo che vi divertiate nella lettura almeno quanto noi nella stesura!
Se avete letto fin qui, grazie :3 e a presto!
Ile & Mari