Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: yoongimybubu    07/08/2019    0 recensioni
[OneShot/SongFic]
-
Dahye è una ragazza distrutta dalla morte del fidanzato, Min Yoongi.
Riuscirà ad andare avanti o sarà risucchiata dal dolore?
-
[Song-fic]
["We don't talk together" by Heize feat. Giriboy (prod. Suga BTS)]
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi chiedo se ti senti allo stesso modo
È strano,
è passato molto tempo da quando tu ed io camminavamo insieme
È un po' imbarazzante
ma sono ancora tua


La stanza era avvolta dall'oscurità, nemmeno un filo di luce riusciva flebilmente ad illuminare la ragazza che, con le gambe strette al petto ed il volto sprofondato in esse, non riusciva a fermare quei frammenti salati che fuoriuscivano dai suoi bellissimi occhi castani.
Gli stessi occhi che piacevano tanto a lui,
gli stessi occhi che lui le ripeteva sempre essere bellissimi nonostante non avessero un colore particolare, come l'azzurro cristallino od il verde smeraldo.
Non avevano nulla di bello ma lui, pur di farla sorridere, si era informato ed aveva trovato una pietra preziosa da paragonare ai suoi occhi castani: la Chiastolite.


«Questa pietra ha la proprietà di tenere lontane le forze negative» le aveva spiegato, abbracciandola dolcemente da dietro «Anche tu hai questo potere: quando sono con te non riesco a pensare negativo e succedono solo cose belle» aggiunse appoggiando il mento nell'incavo del collo della ragazza, che sorrise e gli donò un dolce bacio.


Sorrise tristemente ripensando a quel giorno di due anni prima quando, uscendo dal loro solito bar, dov'erano andati a festeggiare i loro sei mesi di fidanzamento, lui se ne uscì con quelle parole.
Strinse i pugni, dov'era finito quel potere di cui parlava?
Dov'era quando l'unico ragazzo che aveva, e che avrebbe, mai amato l'aveva salvata, sacrificando la sua stessa vita?


Le tornò in mente quel “ti amo” detto appena una settimana prima, precedente alla chiusura definitiva degli occhi color ebano del ragazzo, e decise che lei non sarebbe più stata di nessuno.
Anche se lui non c'era più, lei era ancora sua.

Mi dispiace, avevo un cuore freddo
senza paure
Non lo so, non lo so


Non aveva mai avuto paura, lei.
Perdere qualcuno non era più una delle sue paure, aveva perso tante persone.
Era stata abbandonata ed umiliata dalle persone a cui teneva maggiormente ed a cui avrebbe donato anche l'anima, era ormai diventata insofferente ed aveva imparato a non fidarsi più di nessuno.
Ci riuscì, fino a quando non arrivò lui.
Lui, che col tempo era riuscito a farsi dare un'opportunità.
Lui, che lentamente e con tanto tempo era riuscito a guadagnarsi la sua fiducia.
Lui, che era riuscito a farla innamorare.
Lui, che le aveva mostrato cosa significava amare davvero.
Lui, che non c'era più.


Forse quando ci crederò, mi consolerai
Ero felice
Una parte di te se n'è andata e tutto sta crollando, il mio sguardo vuoto


Doveva ammetterlo a se stessa.
Doveva ammettere che se n'era andato, che per lei non vi era più possibilità di rivederlo,
di rivedere i suoi piccoli e bellissimi occhi scuri che la risucchiavano in un mondo tutto loro,
di toccare i suoi soffici capelli, naturalmente neri, che aveva deciso di tingere di verde menta,
di fare sfiorare i loro nasi in un giocoso bacio all'eschimese,
di accarezzare le sue morbide e lattee guance,
di sentire il suo corpo abbracciato al suo,
di baciare quelle sue sottili e delicate labbra rosee.


Ma non riusciva ad accettare che la sua felicità era sparita per sempre.
Non riusciva ad andare avanti, tutto si era sgretolato velocemente davanti ai suoi occhi.
Gli stessi occhi che, in quel momento, stavano fissando quello che pensava essere il pavimento della sua camera, anch'esso avvolto dalla più buia oscurità.

Forse costruirò un rifugio
Non riesco a camminare,
mi sento pesante
Non posso lasciarti andare in questo modo
ma non riesco a parlare


Quanto ancora doveva aspettare prima che lui arrivasse a consolarla, a dirle che era tutto un brutto sogno, che nulla era reale?

Dahye, questo il nome della ragazza, se lo chiedeva ogni istante, quella domanda era come una speranza, un rifugio che si era creata per auto convincersi che fosse tutto una bugia, che il suo ragazzo fosse a casa sua aspettando il momento giusto per andare da lei e rassicurarla, magari prendendola un po' in giro per le lacrime che stava versando per lui.

Si lasciò cadere all'indietro, sul quel materasso fin troppo scomodo per i suoi gusti, voltandosi per sprofondare il volto nel cuscino.
Sentiva il suo corpo pesante, non volendo fare un passo fuori dalla stanza, gli unici movimenti che riusciva a fare erano quelli utili per cambiare posizione sul letto.
Non aveva né la forza né, tantomeno, la voglia di uscire ed incontrare persone che non avrebbero fatto altro che ferirla ancora di più.

Rimase immobile per qualche minuto, alzandosi di scatto poco dopo, come comandata da una forza misteriosa che l'aveva costretta a mettersi in piedi.

Non poteva lasciarlo andare,
non voleva lasciarlo andare.

Lo so che ci amiamo l'un l'altro
Non parliamo insieme
ma sono ancora tua
Perché no
Io odio ammetterlo
Perché no
Non ti lascerò andare via


«Tu sei ancora qui, vero Yoongi?» chiese osservando il quadretto sul suo comodino: raffigurava lei ed il ragazzo dai capelli verde menta seduti sotto un albero, a Daegu.
Lei aveva la stessa appoggiata sul petto del ragazzo, che l'abbracciava teneramente.


Ricordava perfettamente quel giorno, erano andati nella città natale di Yoongi per passare il suo compleanno con la sua famiglia; a loro si erano aggiunti anche i migliori amici del ragazzo e le fidanzate di due di loro, diventate le migliori amiche della giovane.
Ricordava anche l'espressione del suo ragazzo quando vide la foto che Seokjin, il maggiore di tutti, gli fece: si sbatté una mano sulla fronte e disse, con tono rassegnato e divertito «Secondo te, hyung, possiamo farci stampare una foto così mossa e sfocata?».
Aveva riso, eccome se lo aveva fatto, ma alla fine Seokjin aveva abbandonato l'idea di immortalare lui quel momento, preferendo farsi coccolare da Yeojin -la sua ragazza-, mentre loro erano riusciti a farsi scattare una bella foto da Joohyun, la fidanzata di Hoseok.


Sorrise, immaginando di riabbracciare il suo Yoongi, ed iniziò a cambiarsi.


Ci amiamo troppo
No, ti amo
Ero troppo consapevole della realtà
Sta arrivando il momento
Devo lasciarti andare,
gira a destra ed a sinistra
prosegui dritto, quattro minuti fa
Sto per impazzire
Fa male separarsi da te,
ti lascio andare. 


Era uno spirito, un fantasma, non poteva provare dolore; allora cos'era quella sensazione di tristezza?
Quel dolore al  petto, dove doveva trovarsi il cuore che, essendo lui diventato qualcosa di incorporeo, non possedeva più, almeno fisicamente?
Gli faceva male camminare per quelle strade che percorreva ogni giorno, almeno prima di quell'incidente che gli aveva portato via la vita ma che aveva salvato quella della persona che amava.


Era consapevole che il colpo sarebbe stato fatale per lui ma non ci mise nemmeno mezzo minuto, non appena vide il camion andare in direzione della sua piccola Dahye, a mettersi a correre verso di lei e spingerla dall'altro lato della strada proprio un attimo prima che il mezzo la prendesse in pieno, venendo investito lui al posto della ragazza.


Ridacchiò: era sicuro, conoscendola, che avesse passato gli ultimi giorni a darsi la colpa ed a domandarsi perché l'avesse fatto, perché non l'avesse lasciata morire salvando se stesso.
La sua motivazione, oltre l'istinto, era perché sapeva che la sua vita senza di lei sarebbe stata come la triste melodia di una canzone suonata al pianoforte.
Non che in quel momento fosse meglio, non poteva tenerla tra le sue braccia e consolarla, ma almeno poteva vederla.


Si fermò nel bel mezzo del marciapiede portandosi una mano a coprire il volto; se fosse stato ancora umano, probabilmente avrebbe sentito le lacrime scendere dai suoi occhi e, percorrendo lentamente le sue guance, bagnargli il viso.
Ma gli spiriti incorporei non potevamo piangere, quelle gocce salate non potevano uscire e lui non poteva sfogare quello che stava provando pensando che gli rimaneva poco tempo, che non poteva rimanere nel purgatorio terrestre ancora per molto.


Stava arrivando il momento, per Yoongi, di andarsene per sempre.
Doveva andarsene, doveva lasciarla andare.
Faceva male, ma doveva farlo per lei.
Per permetterle di continuare la sua vita.


No, non voglio lasciarti andare
Possiamo guarirlo, posso fare di meglio


Dahye, dopo essersi lavata e cambiata, si diede una sistemata: non voleva farsi vedere in pessimo stato proprio da lui.
Si asciugò i suoi lunghi capelli castani e li piastrò creando dei boccoli, che aprì delicatamente, e decise che, per una volta, avrebbe potuto truccarsi leggermente, giusto per coprire le occhiaie sotto agli occhi.


Aveva ben chiaro cosa fare e, pur avendo paura, era determinata a portare a termine ciò che aveva in mente.


Il bar in cui andavamo spesso,
posso arrivare a casa tua in un minuto
Giro a destra e giro a sinistra,
arrivato.


Yoongi corse, sentiva di dover fare presto o avrebbe definitivamente perso la sua ultima possibilità di rivederla.
Avrebbe potuto librarsi in aria ed arrivare prima alla sua meta ma non lo fece, voleva sentirsi ancora vivo, almeno per quegli ultimi istanti.
Evitava le persone, come se avesse ancora un corpo in carne ed ossa, fino ad arrivare ad un bar: il loro bar.
Quello dove andavano sempre.
Quello dove perfino i clienti abituali li conoscevano.
Quello dove quei mascalzoni di Hoseok e Seokjin avevano organizzato un'uscita a sei con le rispettive fidanzate, pur di farlo dichiarare a Dahye.


La nostalgia di quei momenti lo avvolse e Yoongi si costrinse ad allontanarsi; era quasi arrivato, la casa della ragazza era molto vicina quel bar.
Voltò a destra, aggirando l'edificio, proseguì dritto, svoltando la prima stradina a sinistra.
Arrivò, giusto in tempo per vedere la sua bimba, così gli piaceva chiamarla, aprire la porta ed uscire, attraversando il suo corpo intangibile.


Lo so che ci amiamo l'un l'altro
Non parliamo insieme
ma sono ancora tua
Perché no
Io odio ammetterlo
Perché no
Non ti lascerò andare via


Quando sei tornato a casa,
ti sei voltato dicendo “addio”


Entrambi percepirono le emozioni dell'altro; Yoongi sentì la tristezza e la paura della ragazza mentre Dahye avvertì la presenza del ragazzo, sebbene non potesse vederlo.


Dahye rimase immobile davanti alla porta, sentendo le lacrime minacciare di uscire, mentre il menta le si posizionò davanti, avvicinando una mano sulla guancia dell'amata, non potendo toccarla, convinto che lei avrebbe comunque rilevato la sua presenza e ne ebbe subito la conferma.
«Sei tu... Yoongi...?» domandò con le lacrime agli occhi, posizionando la sua mani nelli stesso punto in cui, a sua insaputa, si trovava quella del ragazzo.


Sorrise malinconico, Yoongi, notando come le sue gambe stessero lentamente svanendo.
Si abbassò all'orecchio della ragazza e con voce calma e delicata le sussurrò «Sono io, bimba. Non ho più molto tempo, sto scomparendo e questa volta per sempre. Devi andare avanti, vivi, io veglierò su di te, ovunque tu sia; chissà, magari tra tanti anni riusciremo ad incontrarci di nuovo. Dopotutto ci amiamo, no? Io ti aspetterò, piccola, ma ora non posso più rimanere.
Per il momento... Addio.
Ti amo, bimba.»
Non fece nemmeno in tempo a tentare di poggiare le sue labbra su quelle della ragazza, in quanto anche il suo volto stava iniziando a dissolversi.
Fissò lo sguardo negli occhi castani di lei, tentando di imprimerli bene nella sua memoria così che, ovunque lui fosse finito, si sarebbe ricordato gli occhi di Chiastolite che tanto amava.


Riuscì a sentire la castana ripetere il suo nome, pregandolo di non lasciarla, prima di svanire completamente.


...
Anche se ci amiamo
Non parliamo insieme
Te ne stai andando
Perché no
Non posso lasciarti andare
Perché no
Non posso nemmeno averti


Se n'era andato.
Era rimasta sola.
Certo, c'erano ancora i suoi amici e le sue due migliori amiche ma non era la stessa cosa.
Più volte, in quella settimana, Yeojin, Joohyun ed i ragazzi erano andati da lei a tentare di convincerla ad uscire un po' ma lei voleva Yoongi e nessuno di loro lo era.


Rientrò in casa, cosciente del fatto che non lo avrebbe potuto riavere e che non fosse più con lei, con quelle parole che aveva udito flebili come un soffio di vento.


Dobbiamo trovare di nuovo il nostro amore,
dobbiamo interrompere questa separazione.


Vivi”, le aveva detto.
Ma come avrebbe potuto vivere senza la persona che la faceva sentire felice soltanto guardandolo negli occhi?
Senza colui che le aveva insegnato cos'era l'amore e cosa significasse amare?
Senza colui che riusciva a farla sentire protetta con un solo abbraccio?
Senza colui che aveva amato fino alla fine della sua vita?


-


[Tre mesi dopo]


«Speravo di non rivederti così presto...» mormorò il ragazzo, seduto su quello che sembrava un prato, alzandosi in piedi e voltandosi.
«Non sei felice di rivedermi?» chiese la ragazza abbassando lo sguardo, che rialzò non appena udì la risposta.
«Diciamo che avrei preferito non vedere il modo in cui sei arrivata qui...» ribatté avvicinandosi alla ragazza ed unendo le loro mani.
«Hai visto, quindi...» sussurrò, venendo comunque sentita dal menta, che le ricordò pacatamente «Te l'avevo detto che avrei vegliato su di te, che avrei impedito a chiunque di farti del male. Purtroppo l'unica persona da cui non ho potuto salvarti eri tu, bimba»
Era felice di riaverla per sé, quello sicuramente, ma l'avrebbe decisamente preferito in un altro modo.
«Ma ormai non puoi più tornare indietro...» mormorò facendo toccare le loro fronti «... in più, mi sei mancata tanto ed ora che sei qui posso fare quello che non ho potuto fare quel giorno» disse alludendo a quando fu costretto a lasciare definitivamente il mondo terreno.
Portò le mani a coppa sulle guance della ragazza, premendo le labbra sulle sue in un bacio che tolse, per quanto possibile dal loro essere incorporei, il fiato ad entrambi.
Quando si separarono, Dahye sorrise «Io, invece, posso rispondere a quello che mi hai detto» lo abbracciò e nascose il viso nel suo petto.
«Mi hai sentito, quindi» disse nascondendo un sorriso ed avvolgendo le braccia attorno al minuto della ragazza.
La ragazza annuì, dandogli un dolce bacio a stampo «Non so come ma sì, ti ho sentito e... Ti amo anch'io, Yoongi»


Angolo di un cervello secs


Dovrei aggiornare “Like a Moon”, sempre su Yoongi [tra parentesi, se vi va andate a leggerla :3], ma hey, stavo ascoltando “We don't talk together” [mentre giocavo a scala quaranta con mia madre ma dettagli] e guardando il video e leggendo la traduzione del testo mi è venuta voglia di fare una Songfic su questa canzone a mio parere stupendo.


La traduzione che ho usato qui è frutto di un lavoro di un'ora e mezza in cui tentavo di capire quale traduzione fosse quella giusta tra le due in italiano e le due in inglese che ho preso come base.


[questa è la canzone, per chi non la conoscessero non l'avesse mai ascoltata  https://youtu.be/ByHNlfmmT-w]


Ho scelto di farla su Yoongi per il semplice motivo che la base della canzone l'ha composta lui.


Dahye, invece, è il vero nome di Heize e, dato che la canta lei, ho pensato di “omaggiarla” dando alla protagonista il suo nome.


Yeojin e Joohyun, invece, sarebbero la mia migliore amica ed un'altra amica a cui mi sto legando parecchio
ed anche qui i nomi non sono casuali [Joohyun è il vero nome di Irene delle Red Velvet ed una delle due si chiama Irene mentre Yeojin è la bias delle Loona, gruppo con il nome molto simile alla mia migliore amica]


Okay, penso di aver detto tutto quindi fatemi sapere che ve ne pare~♡


Sakura


[Words: 2325]


   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: yoongimybubu