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Autore: _Its_Nisee_    09/08/2019    1 recensioni
E cosa succederebbe se nella vita di Eleonor, una piccola ragazza londinese con un passato tortuoso alle spalle, arrivassero, in una sera come un'altra, due iridi azzurre a mettere a soqquadro ogni cosa?
•••
-Almeno inventati qualcosa di più sensato la prossima volta che vorrai evitare che qualcuno ti aiuti- gli disse sincera lei, accennando un sorrisino istintivo, smettendola di insistere e lasciandolo andare, con un pizzico di amaro in bocca.
Il biondo si poggiò allo stipite della porta, non degnandola più di uno sguardo, bensì si diede la spinta per rimettersi in piedi per poi ricominciare a camminare verso il locale vero e proprio. Anche sul suo volto, senza che lei potesse vederlo, si era dipinto un minuscolo sorriso, anch'esso spontaneo e senza una motivazione logica.
-Grazie per non aver insistito troppo, occhi verdi-
•••
Storia sui Queen ambientata nei tempi odierni, i fatti e gli affetti dei ragazzi sono quasi del tutto reinventati.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Chapter 5- New friendship?
Eleonor continuò, imbarazzata come mai prima d'ora, a passare lo sguardo dal nuovo arrivato a John, il quale, non capendoci nulla, aveva assunto un'espressione interrogativa.
-Mi sono perso qualcosa per caso?- chiese spiegazioni il riccio ingenuamente 
-Storia lunga- la castana cercò in ogni modo di sviare il discorso
-La ragazza del bagno, Deaky- Roger, a differenza di lei, non si fece nessuno scrupolo a sputare fuori tutta la verità al suo migliore amico, che di rimando spalancò gli occhi, facendo assumere alle proprie labbra la forma di una "o"
Eleonor non poté fare altro che annuire con il capo, confermando le parole del biondo, il quale, da quando era arrivato, non le aveva ancora staccato gli occhi di dosso, mettendola in assurda soggezione.
-Come diavolo ho fatto a non collegare tutto!- John si sentì tremendamente stupido
-Mi avete raccontato entrambi la stessa storia sulla stessa sera, avrei dovuto fare due più due-
Un sorrisetto divertito, e quasi soddisfatto, si dipinse sulle labbra sottili di Roger.
-Oh allora hai raccontato a John del nostro incontro- le disse come se la conoscesse da sempre
-In realtà è stata mia sorella a spiattellargli tutto, ma sono dettagli- specificò subito lei, tenendogli testa
-Oh giusto-
-Dov'è la famosa Claire?- chiese rivolto a John, che sbiancò ricordandosi della ragazza in questione
-Con il suo ragazzo- rispose con un pizzico di amarezza il riccio, che l'amico parve captare all'istante
-E' successo qualcosa?-
-Hanno avuto un'enorme discussione a causa della mia presenza-
-John!- lo riprese per la milionesima volta Eleonor quella sera, stanca del suo continuo auto-incolparsi
-Ti ho già detto che tu non hai nessuna colpa-
-Puoi anche ripetere milioni di volte di no, ma il motivo rimane questo, El!-
-Presentami questo idiota, gliele canto io di santa ragione- Roger guardò seriamente John, il quale gli poggiò subito una mano sulla spalla con l'intento di placarlo
-Non ce n'è bisogno, è tutto chiarito, Claire avrà già risolto con lui, nessun problema-
-Mh- il biondo non lo vide del tutto convinto, ma fece comunque finta di niente, riportando repentinamente la propria attenzione sulla ragazza dagli occhi verdi che li stava osservando in silenzio da pochi, ma infiniti, istanti
-Quindi tu sei la famosa Eleonor Cooper, la ragazza che ha rubato il cuore di Charlie Richardson-
In tutta risposta la ragazza storse il naso, ripensando al castano in questione.
-Si, anche se non vorrei toccare questo tasto, grazie-
-Lo so, non è proprio il miglior argomento di cui parlare- ridacchiò lui, facendole abbassare gli occhi al tavolo, sentendosi totalmente in imbarazzo di fronte a quelle due iridi trasparenti come il ghiaccio
-Vuoi qualcosa Rog?- lo interrogò il riccio, notando lo stato di soggezione di Eleonor, cercando di aiutarla 
-Non so, un caffè, una birra, una cioccolata calda..- elencò sulle proprie dita
-Un caffè lo gradirei, soltanto se me lo vai a prendere tu però- precisò, beffardo, il biondo
-Te lo scordi mio caro-
-Dai Deaky, che ti costa? Me lo pago di tasca mia, devi solo andarmelo a prendere- 
-Non sono un cameriere!-
-Ma sei il mio migliore amico- iniziarono a bisticciare come una coppia di sposini, facendo sì che ai lati delle labbra di Eleonor le fossette si facessero evidenti
-Il bancone non si trova a due chilometri, quindi alza il tuo bel culetto e vai biondino- il riccio indicò il bancone con il pollice, serio
Roger non si scompose, bensì si poggiò di tutto peso su un fianco, dedicando all'amico degli occhi dolci, come fosse un bambino di cinque anni desideroso di una caramella.
-Fammi questo favore- unì poi le mani in segno di preghiera, ottenendo in cambio uno sbuffo rumoroso da parte del suo migliore amico
-Ti odio!- batté un piede a terra John, accontentandolo, stanco di insistere
Eleonor se la rise vedendo la buffissima reazione del riccio, ma decise di ricomporsi all'istante, non appena notò Roger intento a sedersi proprio di fronte a lei, posando la propria giacca di pelle al suo fianco.
-Quindi il tuo vero nome è Eleonor, non occhi verdi- le disse sorridente, scrutandole ogni particolare del viso
-A quanto pare- rispose secca lei, volendo in qualsiasi modo evitare ogni contatto visivo
-E' un bel nome-
-Ti ringrazio-
-Io sono Roger invece- gli pose la mano amichevolmente, nel tentativo di smorzare quella tensione fra di loro
-Roger Taylor-
La castana gliela strinse timidamente, corrucciando la fronte nell'udire il suo cognome. 
-Taylor?-
-Già- ritrasse la mano il biondo, annuendo, non perdendo il buonumore
-Mi sembra..-
-Conosciuto come cognome?- le domandò alzando le sopracciglia, non mostrandosi sorpreso 
-Sì-
-Se te lo stai chiedendo, sì, sono il figlio di Patrick Taylor, il chitarrista dei "Mystic Four"- le raccontò senza indugio della band di cui il padre aveva fatto parte, molto nota nel Regno Unito ed in molti paesi europei ed oltreoceano
Eleonor sussultò internamente sentendo quelle parole, mostrandosi realmente sorpresa ed interessata alla cosa, decisa a mettere da parte l'imbarazzo iniziale.
-Non ci posso credere, mio padre li adorava e li adora tutt'ora, nonostante non siano più ufficialmente una band- gli confessò, divertendolo con quella reazione così spontanea e tenera, per certi versi
-Ha la collezione di tutti i loro vinili e appena può se li ascolta a tutto volume-
-Ne sono felice- le disse in tutta sincerità
-Tuo padre è una leggenda nel mondo dei chitarristi, un vero piacere per le orecchie-
-Si dai, non c'è male- ironizzò il biondo sorridendole per l'ennesima volta, intenerendosi di poco quando la notò arrossire leggermente
-Se vuoi un giorno possiamo farli incontrare, penso che a tuo padre farebbe piacere no?- le propose poi, sicuro, provando a rimetterla a proprio agio
-Perché no- Eleonor annuì, continuando però a non trovare un modo per reggere quello sguardo
-Così, magari, non so, potremmo passare anche noi del tempo assieme-
Roger allungò lentamente una mano verso quella della castana, la quale bruscamente e con uno scatto ritrasse la sua, guardandolo piuttosto indignata questa volta. A quel punto si ricordò di quando John le aveva detto che Roger fosse un dongiovanni, così decise di distaccarsi il più possibile, sperando nel ritorno del riccio, che si trovava ancora di fronte al bancone in attesa del caffè.
-Non mi sembra il caso-
-Perché? Non mi sembra di aver proposto niente di così scandaloso- la guardò innocentemente, improvvisando un'espressione da vero e proprio angioletto, che sotto sotto, ma molto sotto, la intenerì
-Ci vai molto piano con le tue prede noto, eh?- lo provocò, abbastanza scocciata
-Credimi, non sei il tipo che potrebbe essere mia preda- le disse con l'intento di tranquillizzarla, ottenendo il risultato opposto, dato che quelle parole parvero ferirla nel profondo, facendola sentire quasi sbagliata in quella circostanza, come se avesse qualcosa che non andasse
Roger parve non notare le reali sensazioni che Eleonor dentro di sé stava provando, così continuò.
-Sono un tipo molto socievole, mi piace fare amicizia- gesticolò, alla ricerca degli occhioni verdi di lei, che gli negò per tutto il tempo
-Non tendo a fare amicizia con gente come te- sputò acida, mantenendo lo sguardo basso sui propri jeans attillati
-Come me?-
-Un drogato- disse secca con in volto dipinta un'espressione quasi schifata, facendolo sbiancare 
-Neanche mi conosci, come diavolo fai a definirmi un drogato?-
-L'ho capito ieri sera, sai? Stavi quasi per collassare a causa di chissà quale sostanza-
-Non ero sotto effetto di alcuna droga- le mentì, agitato e sotto pressione
-Sì e io sono Babbo Natale- lo beffeggiò, senza alcun cenno di divertimento nel tono di voce
-Mi credi davvero così stupida?-
-Io..-
A quel punto tornò John, il quale si accorse immediatamente dell'aria tesa come una corda di violino che tirava in quel momento. 
Eleonor continuava a fissare imperterrita da qualche secondo il suo cellulare e Roger la stava scrutando stranito, come in cerca di chiarimenti.
-Che le hai fatto?- sussurrò il riccio all'amico, porgendogli nel mentre il suo caffè, cercando di non farsi sentire dalla ragazza di fronte a loro
-Nulla, ci stavo parlando normalmente, ma a quanto pare non tutti sono in grado di fare amicizia come si deve- Roger a differenza di John parlò a voce alta, beccandosi un'occhiataccia dalla castana
Il riccio si portò il palmo sugli occhi, esasperato.
-Io faccio amicizia solo con chi mi interessa farla- ribatté sicura, dimenticandosi di ogni briciolo d'imbarazzo
-Bene!-
-Bene.-
-Sono sicuro che nascerà una bellissima amicizia tra voi- allargò ironicamente le braccia John, intromettendosi nel battibecco tra i due
-Quasi ti preferivo in procinto di collasso, sai?- Eleonor indossò velocemente il proprio cappotto, avendo voglia di andarsene a dormire, ignorando totalmente le parole del riccio
-E io ti preferivo terrorizzata come una mocciosa- gli rispose lui per le rime, squadrandola attentamente
-John io vado a casa se non ti dispiace- si alzò lei, portandosi successivamente la borsa in spalla, intenzionata a prendere un taxi
-Ti accompagno-
-No, tranquillo, posso prendere tranquillamente un taxi-
-Non se ne parla!- la bloccò giocherellando con le chiavi della sua auto, che aveva estratto dalla tasca 
-Claire ti ha affidata a me e io ti riaccompagnerò con molto piacere a casa-
Eleonor sorrise dolcemente a causa della cordialità di John, che lo distingueva da qualsiasi altro individuo della sua età, specialmente da quel Roger. Questo particolare venne colto dal biondo, che pensò subito che la ragazza potesse provare un qualche tipo di interesse per il suo migliore amico.
-Sei troppo gentile John, ma..-
-Niente "ma", ora io ti riaccompagno a casa, e non accetto un no- il riccio le cinse la spalla sotto gli occhi attenti di Roger, che subito dopo, sentendosi un fantasma, parlò
-E io? Sono appena arrivato e non ho neanche bevuto il mio caffè!- 
-Arrangiati- lo guardò male lei, facendolo sbuffare
Lo stava innervosendo con quel suo fare acido e totalmente distaccato. Non era abituato a ragazze di quel tipo, solitamente ogni essere di sesso femminile finiva per cedere alle sue avance, ma ogni suo solo intento di fare amicizia si era dimostrato vano con Eleonor.
-Va bene, vorrà dire che me lo berrò in macchina mentre torno a casa- si alzò a sua volta dalla propria postazione, rimettendosi la giacca nera di pelle, nascondendo la camicia bianca leggermente slacciata che indossava
-Mi dispiace, recuperiamo domani sera con pizza e birra che ne dici fratello?- gli sorrise John, leggermente dispiaciuto dentro di sé
-Come vuoi, sai dove trovarmi- il biondo non tradì alcuna emozione, muovendo dei passi lontano dai due 
-Buonanotte ad entrambi-
-Vai a casa?- gli chiese ancora, apprensivo, il suo migliore amico, facendo sì che si bloccasse a metà del suo cammino
-No, credo che farò un salto da Mary-Anne piuttosto- rispose con un ghigno soddisfatto di chi la sapeva lunga
-Dovevo immaginarlo. Buona serata allora- sorrise divertito John, non sorprendendosi, vedendolo poi sparire dalla porta del locale

-Questa Mary-Anne è la ragazza del tuo amico?- dopo vari attimi passati in silenzio all'interno della macchina, Eleonor si era decisa a parlare, porgendo al ragazzo di fianco a sé quella domanda innocente
-Non proprio- 
-Quindi?-
-Ti interessa?- scherzò lui 
-Pura curiosità-
-E' una delle sue tante scappatelle- spiegò velocemente, svoltando a sinistra, seguendo con attenzione le indicazioni che gli stava dando il navigatore sul cellulare
-Bello- si finse entusiasta
-Vero?- chiese divertito John
-Cosa mai ci proverà nel fare una vita così-
-Non lo so, ma so per certo che non ha alcuna intenzione di affezionarsi ad una singola persona- raccontò il riccio, non perdendo la concentrazione
-Troppa fedeltà da portare per lui?- domandò Eleonor sarcastica
-Credo sia una sorta di meccanismo di difesa, a dire il vero-
-Come sarebbe a dire?- aggrottò le sopracciglia
-Se non ti affezioni, non possono spezzarti il cuore. Credo che lui ragioni così- spiegò John 
-E' un ragionamento totalmente privo di senso a mio parere-
-Lo so, ma che vuoi farci, Roger è..-
-Un morto di figa?- completò la frase la castana, inarcando un sopracciglio, scettica 
-Un tipo particolare- la corresse alzando l'indice
-E' lo stesso concetto, detto solo in maniera gentile Deacon- gli fece notare lei 
-Forse, Cooper-
Eleonor si poggiò meglio sul sedile, stringendosi maggiormente nel suo cappotto, ripensando senza un reale motivo a quei due occhi color oceano che fino a pochi momenti prima l'avevano scrutata curiosamente e con insistenza. Si diede mentalmente dell'imbecille a causa di quel pensiero, ma non riusciva veramente ad evitarlo e ciò la fece rabbrividire.
-Hai freddo?- le chiese apprensivamente John
-Oh no, sono apposto-
-Sei sicura? Accendo un po' l'aria calda se vuoi-
-John, ti ho detto che sono apposto, perché devi per forza fare la parte del fratellone apprensivo?- le domandò lei stavolta, prendendolo in giro
-Sono così, non posso farci niente- spiegò, scrollando le spalle
-Non diventi pazzo a preoccuparti sempre per gli altri in questo modo?-
-Nah- scosse il capo il riccio, facendo una smorfia
-Io sarei impazzita-
-Tu non sei John Deacon- alzò ed abbassò le sopracciglia velocemente con un sorriso sghembo in volto
-Grazie a Dio allora- Eleonor si portò melodrammaticamente una mano sul cuore, procurando delle risate ad entrambi
-Sento che tra noi può nascere davvero una grande amicizia-
-E' già nata John- puntualizzò la castana
-E' già tutto così ufficiale per te?- si finse sorpreso
-Ritieniti onorato, è più difficile di quel che credi farsi apprezzare da me- 
-L'ho capito dalle tue discussioni con Rog-
-Lui è un caso a parte-
-Ti ha fatto davvero una così brutta impressione?- domandò John impegnato a cambiare marcia, piuttosto sorpreso
-Beh ci stava solamente provando spudoratamente dopo un minuto di chiacchierata, cosa vuoi che sia?- 
-Non ci voglio credere- rise il riccio
-E oltretutto ha negato il tutto affermando che non ci proverebbe mai con una come me- raccontò seccata 
Ora John parve confuso.
-Ha davvero detto questo?-
-Te lo giuro-
-E ti ha infastidito questa cosa?- le domandò vedendola abbastanza scocciata dalla questione
Eleonor strabuzzò gli occhi, portandoli immediatamente sulla figura del ragazzo di profilo.
-Cosa? No!-
-E allora perché tutto questo astio verso Roger? Mi è sembrato abbastanza cordiale nei tuoi confronti a parte quella poca sfacciataggine-
-Non ci sei stato per la maggior parte del tempo- gli ricordò lei
-E poi vorrei proprio vedere quanto sono fighe quelle che è solito a portarsi al letto- aggiunse, con un pizzico di insicurezza nel tono
-Niente di speciale-
Uno strano suono emesso dall'auto stranì John, distraendolo dalla conversazione, il quale da un paio di minuti aveva notato che il motore stava dando segni di cedimento. Così il ragazzo, prima che qualcosa di grave potesse accadere, azionò la freccia sinistra, accostando accanto ad un marciapiede, premendo poi il bottone delle quattro frecce, aprendo lo sportello.
Eleonor lo guardò con aria interrogativa. 
-Che succede?-
-Temo che la macchina abbia qualche problema- disse il riccio scendendo dal veicolo, aprendo successivamente il cofano
-Tu resta dentro, non vorrei prendessi freddo- le consigliò
-Va bene papà- disse ricevendo in cambio un'occhiataccia, seguita da un occhiolino
-E' qualcosa di grave?-
-Non lo so, non sono molto ferrato in materia- confessò 
-Questo è più il campo di Roger-
-Non farti venire strane idee Deacon- lo minacciò, puntandogli un dito contro attraverso il parabrezza, lei
-E' necessario Eleonor-
-Chiamare un meccanico?-
-Se posso risparmiare qualcosa sarebbe meglio, l'Università non si paga da sola sai?- con un tonfo chiuse il cofano, tornando a sedersi di fianco alla ragazza
-Abbiamo alternative?- domandò speranzosa
-Eleonor devo anche accompagnarti a casa, dovrai passarci giusto cinque minuti, il navigatore dice che manca poco- indicò il cellulare
-Deve anche accompagnarmi a casa?-
-Tranquilla ci sarò io con te, non ti scoccerà, promesso- 
-Che palle John!- mise il broncio, divertendolo solamente
-Non dire parolacce figliuola- le pizzicò il naso dolcemente, portandosi poi il cellulare all'orecchio, chiamando il biondo, il quale ci mise meno di dieci minuti a raggiungerli, accostando la propria auto rossa fiammeggiante dietro a quella guasta dell'amico, perfettamente allineata
-Sappi che mi hai rovinato una gran bella serata, Richard- esordì Roger portandosi di fronte ai due, che erano scesi da pochi attimi dal veicolo
-Mi sdebiterò in qualunque modo- sorrise angelicamente
-Ora però la priorità è lei- John indicò Eleonor al suo fianco, tremante a causa del freddo
-Che significa?- domandò il biondo non prestandole più l'attenzione di prima
-Deve tornare a casa, l'ho promesso a Claire, non voglio che abbiano problemi con i loro genitori-
Roger annuì con il capo, non tradendo emozioni e non degnando di uno sguardo la castana, che si accorse subito di quel suo improvviso cambiamento di atteggiamento nei suoi confronti.
-Accompagniamola subito, così torniamo qua e ce la prendiamo con comodo per controllare la macchina-
-Mi sembra perfetto- il riccio acconsentì alle parole dell'amico, facendo cenno ad Eleonor di raggiungerlo, accompagnandola poi a salire nei sedili posteriori dell'automobile del biondo
-Attenzione alla moquette, l'ho pulita oggi pomeriggio e ci terrei che rimanesse così per un bel po'- le disse il proprietario del veicolo, intento ad allacciarsi la cintura, esattamente come il ragazzo al suo fianco
-Non preoccuparti- la ragazza accavallò le gambe, attenta ad ogni singolo movimento dei suoi piedi, provando a non far caso all'estrema serietà con cui il biondo le stava parlando da quando era arrivato
-Devi sapere che Roger tiene alla sua auto più di qualsiasi altra cosa- le disse John non appena partirono 
-Beh, è bello avere cura delle proprie cose- boccheggiò la castana, non sapendo cosa dire
-E' realmente ossessionato-
-E' la mia fidanzata John, so che sei geloso, ma contieniti- scherzò Roger, divertendo entrambi i passeggeri 
-Tanto lo so che ami solo me- finse di pavoneggiarsi il riccio, sventolando una mano in aria
-Sei la mia puttanella preferita Deaky-
-Modestamente-
-A proposito, come hai fatto con Mary-Anne alla fine?-
-John!- Eleonor lo riprese capendo il collegamento che aveva fatto tra un discorso e l'altro
-Le ho spiegato che avevi bisogno di me e mi ha detto di chiamarla non appena avrò tempo- si strinse nelle spalle il biondo, sentendosi quasi un vincente
-E lo farai?-
-Se vuoi posso darti il suo numero-
-Passo- alzò le mani in aria John, facendo sorridere Roger, il quale tramite lo specchietto fece incontrare i suoi occhi con quelli di Eleonor, che li abbassò immediatamente
-Il quartiere è questo da quanto vedo- parlò il biondo, indicando il navigatore
-Qual è casa tua?-
-La terza villetta sulla destra. Posso anche scendere qui e raggiungerla a piedi- rispose lei
Nessuno dei due ragazzi diede peso alle sue parole, dato che Roger aveva nuovamente azionato il motore così da poter accostare proprio di fronte al cancelletto dell'abitazione indicatagli da Eleonor. Quest'ultima, senza dire nulla in un primo momento, scese, venendo poi imitata da John, che le diede sue baci sulle guance per salutarla.
-Grazie mille per la bella serata John, sul serio- lo ringraziò sorridendogli dolcemente
-Grazie a te! Mi dispiace ancora per Claire-
-Rimedieremo, tu non preoccuparti più di nulla-
Dopodiché la ragazza portò la sua attenzione a Roger, il quale stava accendendo la sigaretta che teneva tra le labbra.
-Grazie per il passaggio- gli disse secca, ma riconoscente
-Di nulla- mostrò un sorriso stirato lui, voltandosi immediatamente dopo
Eleonor annuì con il capo, congedandosi un'ultima volta da John, per poi raggiungere l'entrata di casa sua, stando attenta a non fare rumore. Non si sorprese di trovare i suoi genitori ancora svegli, seduti comodamente sul divano in salone a guardare la televisione insieme.
-Ben tornate- Dylan sorrise smagliante notando la figlia accanto all'archetto che separava l'ingresso dal salotto
-Ancora svegli?- domandò retoricamente
-Vi stavamo aspettando- le disse Laura
-Dov'è Claire?-
-Con Michael- decise di dire la verità, evitando ulteriori pasticci per quella sera 
-Cosa?- suo padre si stranì all'istante
-Ma non eravate con un vostro nuovo amico?- le chiese sua madre, invece, restando calma
-Sì, ma poi si sono incontrati e.. sapete com'è Claire, non rinuncerebbe mai neanche ad un minuto con Michael- mentì per non farli preoccupare maggiormente
-E tu? Come sei tornata qui?-
-John- spiegò veloce, sbadigliando
-E' finito l'interrogatorio? Avrei sonno e domani ho anche il turno mattutino-
-Non sappiamo nemmeno chi sia questo John..- quella frase di Dylan le fece alzare gli occhi al cielo
-E' un tipo più che affidabile papà, stai tranquillo, e poi sono qui viva e vegeta- spalancò le braccia
-Non credo che lo stesso varrà per tua sorella domani- aggiunse lui
-Ha vent'anni papà ed ha una testa più che funzionante- Eleonor prese subito le difese della sorella, senza timore
-Ma ha anche un cellulare per avvertire- si intromise Laura, sempre con i suoi modi di fare pacati a differenza del marito
-Credo avessero delle cose da chiarire, mamma-
I genitori, udendo tale frase, si guardarono, provando ad essere comprensivi.
-Sai almeno quando ha intenzione di tornare? Siamo in pensiero- aggiunse la madre
-Questo non lo so-
-D'accordo, tu ora vai a riposare, risolviamo noi questa situazione- si alzò dal posto Dylan, baciando la fronte alla figlia con estrema cautela
-Vi prego andateci piano, non sta passando un bel periodo. Vi chiedo solo questo- li implorò, rivelando ulteriori particolari che potessero placarli
-Stai tranquilla amore- le promise Laura, facendola andare a dormire, finalmente, a cuor leggero

L'indomani mattina, alla pasticceria, Eleonor ringraziò mentalmente tutti i santi esistenti di avere al suo fianco la nuova arrivata, Jennifer, così che potesse darle una mano dapprima a sistemare i dolci appena pronti e, successivamente, a venderli alla valanga di persone che non facevano altro che entrare ed uscire, non dando alle due ragazze nemmeno un secondo per riprendere fiato.
-Jennifer, quanto veniva il profiterole?- domandò dalla cassa la castana, rivolgendosi alla collega, che lesse velocemente il cartellino con il prezzo per poi riferirglielo, ricevendo in risposta un grazie euforico, ma stremato
-Ecco a lei, signora-
-Grazie mille, buona giornata- si congedò l'ennesima cliente, uscendo poi dalla porta della pasticceria mano nella mano col suo bambino, tenendola aperta gentilmente ad altri due ragazzi che a differenza sua stavano entrando
Si trattava di John e Roger, i quali non erano ancora stati notati da Eleonor, la quale era troppo presa a parlare con due anziane signore indecise su quali paste scegliere.
-Ciao ragazzi, cosa desiderate?- ad accoglierli fu Jennifer, notandoli piuttosto smarriti Entrambi le sorrisero, avvicinandosi al bancone.
-Veramente saremmo qui per una certa Eleonor Cooper- alzò di qualche ottava il tono John, così da poter attirare finalmente l'attenzione della sottoscritta su di lui
-Deaky!- lo salutò contenta, non deconcentrandosi però dal proprio lavoro, aspettando ancora che le clienti scegliessero
-Buongiorno anche a te- pronunciò acido Roger con le braccia incrociate al petto, analizzando ogni singolo dolce dietro il vetro, sentendo lo stomaco brontolargli
-Oh, ciao, scusami non ti avevo notato sai?- lo sfotté la castana, procurando delle risatine a Jennifer, a cui quella mattina presto aveva accennato qualcosa a proposito della sera precedente, raccontandole soprattutto dei modi del ragazzo in questione
Lui in tutta risposta la guardò male, sentendosi poi cingere le spalle da un braccio di John, che lo guardò con comprensione.
-Volete mangiare qualcosa?- Jennifer si rivolse nuovamente ai due nuovi arrivati, sorridendo loro gentilmente
-In realtà un certo languorino ce lo avrei- il biondo si passò una mano sulla pancia 
-Scegli ciò che vuoi- lo incoraggiò
-Secondo me la millefoglie alla crema deve essere la fine del mondo!- John indicò all'amico il dolce in questione, con gli occhi a cuore
-Puoi dirlo forte tesoro- una delle signore con le quali era alle prese Eleonor confermò le parole del riccio, divertendolo
-Tutti i dolci della famiglia Cooper sono fantastici- aggiunse l'altra signora
-Per non parlare della bella Eleonor, lei è il dolcetto per eccellenza- la ragazza ricevette un pizzicotto sulla guancia, arrossendo leggermente per quei complimenti inaspettati
-Un dolcetto sul quale sono atterrati litri di acido muriatico- scherzò Roger ricevendo in cambio un dito medio
-Ma cosa dici, è la dolcezza e l'educazione in persona questa ragazza, sul serio-
Il biondo alzò subito la meni in segno di resa notando le varie reazioni intorno a lui.
-Stavo solamente scherzando-
-I tuoi soliti scherzi simpatici, eh Rog?-
-Oh e da quando ti piace chiamarmi con il mio nome abbreviato?- le dedicò un ghigno
Eleonor si portò una mano sulle labbra, accorgendosi tardi di come lo aveva chiamato, maledicendosi internamente. Decise di non rispondergli, così da non poter fare ulteriori figuracce.
-Quindi cosa prendete?- li interrogò nuovamente Jennifer, impaziente
-Oh si scusa- iniziò John
-Per me una fetta di millefoglie alla crema, per favore-
-A me, invece, piacerebbe provare il tortino alla fragola- indicò Roger, passandosi la lingua fra le labbra, sotto lo sguardo attento di Eleonor, che si era appena congedata dalle due simpatiche anziane
-Ottima scelta- si congratulò la rossa dietro il bancone, prendendo a servirli con cortesia
-Come mai qui?- chiese, invece, la castana a John, approfittando di quel momento di tranquillità
-Abbiamo appena lasciato la macchina dal meccanico e dato che dista poco da qua ho deciso di venirti a trovare-
-Come facevi a sapere che la pasticceria si trovasse qui?- 
-Ho i miei informatori-
-Claire, giusto?- gli sorrise
-Perspicace- annuì lui
-A proposito, come sta?-
-Benone!- ad informarlo fu la diretta interessata, la quale era appena arrivata alla pasticceria, sorridente ed impeccabile, come sempre
-Ciao Deaky-
I due si abbracciarono istintivamente, stringendosi in maniera quasi esagerata, non facendo caso ai presenti attorno a loro.
-Non sai come sono felice di rivederti così in forma- le afferrò le mani il riccio, realmente contento
-Sono una tosta io, non mi faccio mettere i piedi in testa facilmente, neanche da Michael-
-Sono fiero di te-
Ad interromperli fu Roger, con in mano la fetta di millefoglie dell'amico avvolta da un tovagliolino, che si schiarì la voce per farsi dare retta.
-Lui è il famoso Roger?- lo indicò la mora mostrando le fossette
-Esatto- confermò John appropriandosi del suo dolce, portandosi nell'immediato accanto al biondo
-Molto piacere- disse quest'ultimo, rimanendo quasi ammaliato dalla bellezza della ragazza di fronte a sé, che aveva i capelli sciolti che le arrivavano sotto il seno abboccolati ad incorniciarle il viso leggermente olivastro, caratterizzato da tratti piuttosto dolci
-Piacere mio, io sono Claire Cooper- i due si strinsero le mani amichevolmente, ritraendole dopo pochi secondi
-Vi piacciono i dolci di mamma e papà?- chiese poi loro
-Sì, sono fantastici- le rispose John, che aveva appena dato il terzo morso al suo
-Divini direi- volle correggerlo Roger, facendosi invadere i sensi dalla bontà del tortino che aveva scelto
-Modestamente i nostri genitori ci sanno proprio fare con i dolci- intervenne Eleonor, sentendosi totalmente esclusa da dietro quel bancone, avendo da qualche minuto finito di servire due ragazzini
Tutti i presenti la guardarono.
-Mi piacerebbe complimentarmi con loro- disse John, mostrando il suo solito animo gentile ed educato
-Se vuoi vado a chiamarli, sono in cucina, là dietro- gli propose Claire, andando direttamente, senza lasciargli nemmeno il tempo di rispondere
-E' veramente figa come mi aspettavo- il biondo diede due gomitate al riccio, facendo apprezzamenti sulla mora, con un sorrisetto furbo dipinto sul volto
-Ed ha anche un caratterino niente male mi sa, eh?-
-Stai al tuo posto Taylor- lo fulminò Eleonor subito, scocciata dal suo fare da donnaiolo
-Torna ad ignorarmi- le disse lui semplicemente, non degnandola per l'ennesima volta di un solo sguardo, lasciandola di sasso e a bocca asciutta
-Vacci piano- lo riprese John in un sussurro, notando poi comparire i genitori delle ragazze alle spalle della castana
-Ecco qua i miei favolosi genitori- li presentò con molta enfasi Claire
-Loro sono John, il famoso ragazzo del locale di cui vi abbiamo tanto parlato, e Roger, il suo migliore amico-
-Piacere ragazzi- si presentò dapprima Dylan, stringendo la mano ad entrambi, venendo poi imitato dalla moglie
-Volevo complimentarmi, non ci sono parole per esprimere quanto buoni siano i vostri dolci- si complimentò John, imbarazzandoli un po', ma facendoli sentire più che soddisfatti del loro operato
-Ti ringrazio, sono dolci che mi sono stati tramandati dai miei suoceri italiani, si tratta di ricette che vanno avanti da generazioni- spiegò Dylan
-Oh mio Dio, io amo il cibo italiano!- esclamò estasiato Roger, ripensando alle varie volte in cui era stato in Italia, portando le sue iridi azzurre all'amico di fianco a sé
L'uomo di fronte a lui gli squadrò curiosamente il volto, per poi parlargli.
-Tu hai un volto quasi familiare- continuò ad analizzare ogni dettaglio del viso del biondo
-E' il figlio di Patryk Taylor- rispose Eleonor per Roger, lasciando a bocca aperta tutti i presenti
-Ma cosa mi stai dicendo!- Dylan si portò repentinamente una mano tra i capelli neri, non riuscendo a credere alle parole della figlia minore
-E' tutto vero- sorrise il biondo
-E' incredibile, tuo padre è il mio mito da.. sempre! Lui, Gerald, Sebastian e Drew hanno segnato la mia adolescenza con la loro musica!-
-Non sapevo che avessi un lato da fan girl sfegatata papy- lo sfotté Claire avvolgendogli la vita con le braccia, ridendo
-Avresti dovuto vederlo ad un loro concerto- gesticolò Laura, divertendo i due ragazzi di fronte a lei 
-Digli che quando vuole è il benvenuto qui, gli offro un dolce, oppure più di uno..-
-Non ce n'è bisogno, ma stia pur certo che lo porterò qui al più presto- gli promise Roger
-Sempre se riuscirà a servirlo, come minimo finirà per svenire- disse Eleonor, contenta di vedere il padre così entusiasta
-Ora però noi dobbiamo tornare al nostro lavoro, è stato un vero piacere per noi fare la vostra conoscenza ragazzi, davvero- li salutò dolcemente la madre delle ragazze, sparendo dietro la porta della cucina, trascinando letteralmente il proprio marito con lei, dopo che anche lui si fu congedato dai due, felice come una Pasqua
-Anche noi adesso dobbiamo proprio andare- annunciò tristemente John, sapendo di dover tornare a studiare in previsione dei suoi prossimi esami
-Ma come? Di già?- chiese loro Claire, dispiaciuta quanto lui
-Si, ma ti prometto che ci rivedremo presto- le porse il mignolo il riccio
-Ci conto-
-Dobbiamo recuperare un'ennesima serata finita male- ricordò loro Eleonor
-Stavolta vi giuro che andrà tutto bene, a costo di organizzare una cena in una base segretissima della CIA-
-E ovviamente dovrai esserci anche tu- continuò la mora rivolta a Roger
-Non penso di essere il benvenuto- disse a braccia conserte, guardando Eleonor
-Sono sicura che diventerete buoni amici, tempo al tempo- lo incoraggiò Claire, scompigliando i capelli alla sorella, che le lanciò uno sguardo di fuoco
-Sicuramente- pronunciò acida la castana, ricevendo da parte del biondo una risata che da un lato parve mandarla in confusione e dall'altro la irritò

-

Quel sabato mattina Eleonor, dato che suo padre le aveva concesso il giorno libero, si era recata al famoso negozio di musica dove per caso aveva fatto la conoscenza di Charlie, decisa a comprarsi finalmente qualche nuovo disco da aggiungere alla sua innumerevole collezione. Aveva raggiunto il luogo in questione con l'autobus, dato che la fermata si trovava proprio, e fortunatamente, a pochi metri dal centro commerciale, che avrebbe potuto raggiungere tranquillamente a piedi.
La ragazza, non appena aveva varcato la porta del negozio, facendosi invadere i timpani dalle melodie che risuonavano al suo interno e salutando i ragazzi che vi lavoravano, era corsa senza esitazione nel reparto dei vinili, nel quale si mise subito a frugare, alla ricerca di uno che le mancasse all'appello, così da poter rendere la sua collezione maggiormente ricca.
Passò l'indice tra l'infinita pila di vinili, scorrendone uno per uno e rendendosi conto di averli praticamente quasi tutti. Quelli che le mancavano erano quelli che non le piacevano, più che altro.
Sbuffò, delusa.
-Io non ci voglio credere-
Quella voce.
-Sono destinato ad averti tra i piedi a quanto pare, miss Cooper- Roger continuò a parlarle, ricevendo da parte sua attenzione dopo attimi eterni
-Taylor, che piacere vederti- finse emozione lei unendo le mani, per poi voltarsi nuovamente nella direzione dei dischi, dandogli le spalle, incurante
-Non ti hanno insegnato che è da maleducati dare le spalle a qualcuno che ti sta parlando?- la stuzzicò 
-Certamente, ma non credevo che questo insegnamento valesse anche per i babbei come te-
-Per caso sei in quel periodo del mese?- gli domandò spontaneo a braccia conserte, facendola diventare paonazza sulle gote
-Simpatico-
-Non fai altro che essere acida con me, cosa dovrei pensare?-
-Ho i miei buoni motivi- si difese lei, evitando i suoi occhioni azzurri
-Sarebbero?- le domandò non capendoci nulla
-Era iniziato tutto per il verso giusto, se solo tu non avessi iniziato a fare l'idiota, prima provandoci spudoratamente e poi dicendomi che sono brutta- gli rinfacciò quasi in tono ferito
-Quando mai ti ho detto che sei brutta?- il biondo era incredulo, non ricordandosi di averle mai detto una cosa del genere
-Oh dai, ora giochi anche a fare il finto tonto Taylor? Cos'è, ti senti onnipotente soltanto perché sei il figlio di una rockstar?-
Quelle parole iniziarono a farlo scaldare, ma Roger, ad ogni modo, decise di restare calmo di fronte a quelle due iridi color smeraldo, che trovava davvero troppo belle e particolari per essere vere.
-Se solo tu mi spiegassi, forse riusciremmo a chiarirci una volta per tutte-
-"​Credimi, non sei proprio il tipo che potrebbe essere mia preda"​ ti ricorda qualcosa?- citò le sue parole, imitando per quanto potesse il tono di voce delicato e leggermente acuto del ragazzo
Ora si che Roger riusciva a comprendere e in tutta risposta si lasciò scappare delle risate. 
-Prendimi anche per il culo ora-
-Sei così ingenua cara la mia Cenerentola- inclinò di poco il capo verso destra, mordendosi il labbro inferiore con cautela
-E perché mai sarei ingenua, sentiamo-
-Il fatto che tu non possa essere mia "preda" non dipende affatto dal tuo aspetto fisico, bensì dai tuoi atteggiamenti, genio- le si avvicinò pericolosamente, sovrastandola come la sera del loro primo incontro ed inebriandola con il suo profumo
-Non capisco- deglutì rumorosamente, avvertendolo troppo vicino a sé
-Le mie "prede", come le definisci tu, sono perlopiù ragazze facili e che acconsentono a qualsiasi mia richiesta, appoggiando ogni mio gesto, anche il più malizioso, nei loro confronti-
Eleonor si diede della scema, capendo finalmente quali fossero i veri pensieri di Roger su di lei. Lui non la trovava affatto brutta, ma seria. Talmente seria da non considerarla minimamente come opzione per le sue scappatelle.
-Oh-
-Ecco, ora sai la verità- indietreggiò di poco lui
-Credo di doverti delle scuse per il modo in cui ti ho trattato, io..- iniziò, mortificata
-Non servono, è stato un malinteso, tutto qua- le fece piacere sentirlo parlare in un modo così comprensivo 
-Però qualcosa per me potresti farlo-
-Del tipo?- andò in agitazione, non sapendo minimamente cosa aspettarsi
-Accompagnami a fare un giro nel reparto degli strumenti-
La castana si ammorbidì subito a quella richiesta, seguendolo senza indugio verso il reparto che gli serviva. Rimase incantata allo sfiorare le corde di un basso grigio metallizzato appeso al muro, trovandolo meraviglioso.
-Cosa ti serve in questo reparto se posso saperlo?- gli domandò di getto, veramente curiosa 
-Qualcosa per tuo padre?-
-A dire il vero no, per me- le disse, indaffarato nel guardarsi intorno, con l'indice poggiato sul mento 
Eleonor corrugò la fronte, andando di fianco a lui, che si era appena piegato sulle ginocchia.
-Per te? Tu suoni?-
Il biondo, vittorioso, le mostrò due bacchette per la batteria nuove di zecca, sorridendole smagliante. 
-Sono un batterista tesoro- ritornò dritto, girandosi uno dei due oggetti tra le dita di una mano
La ragazza rimase veramente sorpresa a causa di quella scoperta, volendo saperne di più.
-Segui delle lezioni?-
-No, sono per metà autodidatta e per metà sono stato istruito da Drew, il batterista della band di mio padre- le raccontò
-E in che occasioni suoni, se posso sapere?- gli fece quell'ennesima domanda non appena presero a camminare verso la cassa
-Mi esibisco spesso e volentieri in un locale che dovrebbe riaprire tra pochi giorni. Completo la band di uno dei miei tanti cugini, così, giusto per divertirmi un po'-
-Figo! Quanto ti invidio!- gli disse incantata, mentre il cassiere gli stava facendo pagare le bacchette da lui scelte
-Tu suoni?-
-No-
-Ti piacerebbe però, mi pare di intuire-
-Eh già, ma non ne ho mai avuto occasione. I corsi sono davvero troppo costosi e la mia famiglia, essendo formata da cinque persone, non può provvedere a questa spesa- ammise dispiaciuta, mentre il biondo prese il sacchetto con all'interno le bacchette, riprendendo a camminare fin fuori il negozio con lei affianco
-Mi dispiace molto, ma sei piccolina, hai ancora una vita davanti- la incoraggiò, indossando gli occhiali da sole, facendole mancare,se possibile, un battito al definirla "piccolina"
-Tu da quanto suoni?-
-Da quando ho dieci anni seriamente, ma diciamo che lo faccio da sempre, essendo cresciuto con la band di papà-
-Deduco tu sappia suonare altri strumenti, allora-
-Sì. A dire il vero ho iniziato con la chitarra, ma ho scoperto dopo pochi anni il mio infinito amore per le percussioni-
-Un tipo pieno di talento insomma- lo spintonò un poco, divertendolo per quell'improvvisa spontaneità nei suoi confronti
-Non mi piace starmene con le mani in mano e in più amo la musica, sono nato e cresciuto con essa- 
-Beato te, la mia vita in confronto è una vera noia-
Tali parole lo sorpresero, facendolo bloccare sul posto.
-Che cosa vuoi dire?-
-Ho uno stile di vita molto piatto, è più unico che raro che mi accada qualcosa di nuovo ed anche un minimo emozionante-
-Lavori, già non ti dovresti annoiare..- lasciò la frase in sospeso, per poi riprendere a parlare
-A proposito, come mai lavori al posto di studiare la mattina?- le chiese, curioso e confuso allo stesso tempo
Ad Eleonor si gelò il sangue nelle vene. Non le piaceva parlare di quell'argomento, specie con delle persone al di fuori della sua famiglia, sicura del fatto che non avrebbero mai potuto comprenderla.
-E' una lunga storia che preferirei non raccontare, se non ti dispiace..- pregò mentalmente che lui non insistesse, e così fu
-Tranquilla-
Gli sorrise riconoscente, non aggiungendo altro, percependo una leggera soggezione farsi più insistente a causa della presenza del biondo.
-Con cosa sei venuta qui?- spezzò nuovamente il silenzio lui
-Autobus-
Roger storse le labbra, schifato.
-Bleah, odio gli autobus, sono solo scatole di sardine che puzzano di sudore- 
-La dura sorte di chi è minorenne, caro il mio Taylor-
-Lascia che io ti accompagni a casa, tanto ormai so dove vivi-
Eleonor prese a scuotere le mani in segno di negazione, non volendo disturbarlo.
-Non preoccuparti, l'autobus a me va più che bene-
In risposta il biondo non spese una sola parola, bensì le cinse le spalle con il proprio braccio, facendola sussultare a causa di quel contatto fra i loro corpi, portandola con sé.
-Ti ho già detto che non accetto un no?-
Per tutto il viaggio nell'auto di Roger il silenzio fu sovrano, dato che Eleonor non era riuscita a sfuggire alle sue grinfie e si stava vergognando come mai prima d'ora, non capendo seriamente il perché. Con John era stato tutto più semplice fin dal principio, perché invece con il biondino le veniva così difficile essere sé stessa senza sentirsi in continua soggezione?
-Che ne dici di venirmi a sentire stasera? Suono al locale dell'altra volta assieme alla band di mio cugino- se ne uscì con quella proposta il biondo, sorprendendola
-Può venire anche Claire con te, a John farà molto piacere, vi adora- 
-Anche noi lo adoriamo, ma non si può dire lo stesso per il locale-
-Tranquilla, faremo sì che Charlie non vi si avvicini- le dedicò un occhiolino, accostando poi di fronte alla casa della castana
-Parlo con Claire e faccio sapere tutto a John- spalancò lo sportello, portando un piede fuori dalla vettura 
-Perfetto, spero tu non mi deluda. Consideralo un modo per farti perdonare-
-Che sfacciataggine signor Taylor!-
-Finirai per adorarmi tesoro-
-Sorprendimi- gli disse in tono di sfida, scendendo poi definitivamente dalla macchina, mordendosi il labbro inferiore
-Lo farò, Cenerentola. A stasera!- non appena la castana chiuse lo sportello, il biondo partì velocemente dedicandole un ultimo sorriso smagliante, lasciandola pietrificata
In meno di tre giorni il rapporto tra lei e Roger aveva subito moltissime mutazioni, passando da una simpatia iniziale, ad un successivo odio, che ora si era nuovamente tramutato in una simpatia, una strana simpatia, che invece di rendere Eleonor felice e rilassata, la stava facendo sentire agitata, non comprendendo a pieno che strano scherzo quel ragazzo stesse giocando alla sua mente.

 

   
 
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