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Autore: Elgul1    10/08/2019    11 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Ichigo iniziò a sistemare il davanti dell'armatura cercando di metterlo apposto per la decima volta.
 - Perché le fanno così complicate.- Sbuffò irritato ormai era più d'un ora che si stava finendo di preparare e, non ne vedeva la fine con tutte quelle parti da indossare. 
 
" Ohi a che punto sei?" Gli chiese la voce di Renji entrando nella stanza con un forte sferragliare visto che già indossava la sua armatura. 
" Lo sai che ancora non sono molto pratico!" Sbottò lui di rimando facendo sospirare il rosso.
 " Dai ti do una mano." Borbottò lui di malavoglia avvicinandosi mentre gli posizionava meglio la parte dietro.
" Hai notizie in merito se le truppe di Shunsui sono arrivate?" Gli domandò il più giovane incuriosito. 
" Si, i restanti uomini del Karo sono arrivati in tarda mattinata stanno finendo di preparare le ultime provviste oggi dovremmo partire di gran carriera..." Cominciò a dirgli. " Ti avverto dovremmo sul serio correre Shunsui vuole raggiungere la piana prima di domani." Gli comunicò  mentre gli cingeva la himo alla vita. 
" Dici che le truppe basteranno per bloccare la loro avanzata?" Chiese ancora  sperando che non glielo stringesse troppo stretto. 
" Non ne ho idea..." Gli rispose. " Da quanto ne sappiamo i nemici possono contare su quasi sessantamila uomini. Le truppe portate da Shunsui arrivano a malapena a trentamila e, contando la piccola parte della capitala, arriviamo a malapena a quarantamila siamo abbastanza in disparita." Gli spiegò in breve con un tono che non nascondeva una certa ansia. 
" Dobbiamo pregare che Aizen giunga presto..." Mormorò Ichigo quasi per niente felice della cosa mentre si posizionava gli spallaci. 
" Le terre di quella serpe sono dall'altra parte della regione, prima che arrivi ci metterà un'po..." Borbottò anche lui con un tono invelenito nella voce.  " Senza contare che dovrà passare dalla capitale per prendere le provvigioni e anche finire i suoi di preparativi." Gli rammentò il samurai poco più vecchio mentre lo aiutava.
 " Quindi in pratica dobbiamo basarci solo su fortuna e riuscire a mantenere la formazione?" Chiese abbastanza afflitto il giovane mentre si metteva la gorgiera al collo per proteggerlo. 
 " Oltre che nelle strategie del sommo Shunsui..." Puntualizzò Renji con un misto d'ammirazione nella voce mentre si spostava verso la porta. " Direi che adesso siamo pronti e sarà il caso di avviarsi non vorrai certo far tardi. Il karo odia i ritardatari quasi quanto detesta Aizen." Borbottò il rosso abbastanza stizzito di tutta quella fatica. 
" Si arrivo!" Replicò lui tallonandolo dirigendosi così verso l'adunata.
 
 
-
 
 
Okita se ne stava spaparanzato sull'erba vicino al fiume che attraversava la cittò a osservare le nuvole sperando di riuscire a togliersi dalla testa l'incontro che aveva avuto contro quel rosso da strapazzo e da cui poi era stati allontanato. Non solo lo aveva sottovalutato combattendo in quel modo ma era dovuto intervenire il boss per tirargli fuori il suo vero talento. - Maledetto bastardo.- Pensò stizzito con un'insana voglia di menare qualcuno.
 
 " Ohi testa a pinolo che ti frulla in testa?" Domandò una voce per lui inconfondibile e irritante come poche. 
" Hijikata-san che ci fai qui? Non hai qualche albero contro cui sbattere la testa per caso?" Domandò a sua volta con ironia facendo sussultare una vena sulla testa del moro dietro di lui. 
 
" Tu invece? Mi sa che il rosso non è il tuo colore." Replicò con quel colpo basso. 
" Cosa vuoi?" Borbottò accusando la cosa senza scomporsi sapendo quanto questo lo avrebbe irritato. 
" So che lo scontro ti ha fatto molto incazzare e volevo vedere come stavi." Gli rispose lui sedendosi sull'erba. 
" Ti ha mandato Kondo per caso? Sappì che non ho alcuna voglia di parlarne." Borbottò lui di rimando sapendo perfettamente come, il più vecchio di loro, avesse sempre voluto proteggerlo visto che, entrambi, venivano dallo stesso dojo. 
" Sapeva che lo avresti detto e, infatti, mi aveva fatto desistere dal venire fino a qui." Rispose lui convinto. 
" E allora cosa diavolo sei venuto a fare?" Chiese ancora il più giovane più confuso che mai. 
" E' possibile che, io e Kondo, ci dovremmo recare a Takahashi a breve..." Cominciò a dirgli. " Faremo da scorta alla sorella di Shigeshige nel caso in cui venga accettato il matrimonio combinato." Gli spiegò brevemente visto che, al momento, Sakamoto non era ancora rientrato. 
" E io cosa c'entro con tutto questo." Borbottò Okita mettendosi seduto anche lui. 
" Con noi dovrebbe venire anche Gintoki perciò, il paese, perderà tre dei suoi uomini migliori e qualcuno dovrà tenere d'occhio il nuovo arrivato." Sussurrò a bassa voce il moro.
Okita capì dove voleva andare a parare " Mi stai chiedendo di controllare quello che combina il rosso? Perchè?" Sbottò lui cercando di tenere un volume di voce basso.
" Io non mi fido di lui..." Ammise con sincerità il samurai. " E anche Takasugi e Katsura sono dello stesso avviso perciò, qualcuno, dovrà cercare di vedere quello che combina." Concluse abbastanza serio.
 " Ma perché proprio io? Infondo Katsura e Takasugi ricoprono ruoli molto più importanti di un misero samurai come me." Sbottò lui di rimando. " Proprio per i ruoli che ricoprono non possono stare a controllare cosa fa quel tizio..." Disse l altro. " Serve qualcuno che può vedere quello che fa e tu sei quello che può sorvegliarlo meglio." Aggiunse.

Okita sospirò rassegnato per quel compito che si addiceva più a un debole che a una persona come lui. " Va bene, come volete voi." Disse infine ributtandosi a terra. " Adesso puoi lasciarmi da solo? Vorrei dormire un'po." Borbottò chiudendo gli occhi dopo aver detto quella cosa. Hijikata lo guardò per qualche istante poi, sospirando, si alzò dirigendosi verso la città.
 
 
-
 
 
Sesshomaru sferrò un rapido colpo con il suo bokken davanti a se per poi eseguire una nuova serie di kata. Si trovava nel giardino della sua residenza privata nella regione che, suo padre, gli aveva affidato anni or sono per amministrarla in sua vece e lì, ai confini con Kubo, era considerata una specie di punto nevralgico per evitare possibili invasioni ma anche di commercio con gli altri paesi limitrofi.
 
Eseguì un affondo per poi indietreggiare e fare un nuovo attacco con la spada in diagonale allenarsi lo faceva sentire bene e, in quel momento, ne aveva un'estremo bisogno. Mentre riprendeva fiato sentì un rumore di applausi dietro di se e, girandosi col fiatone, vide la figura di Naraku intento a osservarlo abbastanza colpito.
 " I miei complimentin davvero impressionante." Ammise con un tono sorpreso. " Sei proprio degno di essere il figlio del grande generale." Disse ancora Naraku con finta ammirazione. " Naraku..." Mormorò di rimando il giovane con tono sorpreso mettendo la spada nel fodero legato al kimono.
 " Cosa ti porta fin qui? E così lontano dalla capitale?" Gli chiese sapendo che, quel tipo, non usciva mai dalla città se non in qualche rara occasione in cui se ne stava via per qualche giorno per poi tornare con nuove scoperte che avrebbero fruttato al loro paese.
" C'e una questione di cui vorrei parlarti e che potrebbe essere molto proficua." Rispose avvicinandosi a lui con un foglio tra le mani. Sesshomaru glielo prese e, non appena vide il sigillo che era sopra rimase abbastanza interdetto. - Il sigillo dei Kunoyshi.- Riflettè abbastanza stupito di vederlo vista la distanza che separava i due paesi l uno dall altro.
" Esatto è proprio quello che tu stai pensando." Gli annunciò Naraku sorridendo e rispondendo al pensiero che aveva colto la mente del più giovane. " Come fai ad averlo?" Gli domandò il primogenito cominciando a sfogliarlo.
" Diciamo un'amicizia in comune me l'ha fatto recapitare." Disse lui vago sedendosi sopra un masso del laghetto artificiale che si trovava nel piccolo giardino. 
Sesshomaru annuì mentre, con viva curiosita, leggeva tutto quello che era scritto. " Sono notizie interessanti..." Concordo ridandogli il messaggio. " Ma non vedo l'utilita della cosa per me." Aggiunse abbastanza chiaramente.
" Ma come?" Gli domandò il consigliere con un sorriso sul volto. " Con una simile opportunita potresti ingrandire i territori in possesso di tuo padre credo che ne sarebbe più che lieto." Disse mellifluo lui mentre Sesshomaru lo osservava con una punta di sospetto. Non si era mai fidato di quell uomo così capace sia nel dare consigli che nello scoprire i segreti altrui si era sempre tenuto distante dalla corte del padre sin da quando quell'essere si era unito ad essa e, ora, veniva da lui per un messaggio così importante senza riferirlo a suo padre? - La cosa mi puzza.- Pensò fra sè e sè.
" Perché non hai informato mio padre della cosa?" Gli domandò studiando il volto di Naraku alla ricerca di un emozione che non appariva.
" Tuo padre, al momento, è molto occupato con la questione del matrimonio combinato non volevo disturbarlo con simili avvisi..." Rispose senza tradire alcuna emozione o dubbio. Sesshomaru annuì. "
Comprendo appieno queste motivazioni ma, al momento, non ho intenzione di marciare alle spalle di Kubo. Specie con la pace siglata qualche anno fa e senza il consenso di mio padre." Rispose con voce seria e pacata lasciando stupefatto il consigliere.
" Credevo che la cosa vi avrebbe fatto piacere sapendo benissimo quale micidiale guerriero voi siate." Rispose cercando di blandirlo ma non ottenendo alcuna reazione se non una faccia di granito.
" E' pregato di tornare alla capitale Naraku-sama. Dia il messaggio a mio padre e, se lui vorrà, sarò ben lieto di portare le mie truppe verso Kubo." Gli annunciò Sesshomaru chinando la testa  in segno di saluto per poi avviarsi verso i bagni lasciando di sasso quell uomo e dandogli le spalle e, avvertendo su di se, due occhi carichi di rabbia nascosti dietro una faccia bonaria. - Si quest uomo nasconde qualcosa.- Riflettè sempre più convinto dei suoi sospetti.
 
 
-
 
 
Shunsui osservava dall'alto del suo destriero gli uomini radunati li di fronte a lui in perfetto allineamento e  pronti a seguirlo. Spostò lo sguardo in alto incrociando quelli del damyo e di Yamamoto dritti come fusti sopra la balconata intenti a dare sostegno ai suoi soldati in religioso silenzio. 
" Uomini!" Esordì lui mentre tutti gli occhi si puntavano su di lui. " Le forze d'invasione sono dirette qui e stara a noi affrontarle come samurai di Kubo i migliori di tutto il Kanto..." Cominciò a dire quasi urlando e ricevendo cenni d'assenso. " In questa delicata missione non sarò il solo a darvi ordini..." Ammise  fiducioso. " E' un giovane condottiero di una delle più nobili famiglie del nostro paese." Disse elargiando quegli epiteti a una figura magra  dagli strani occhi grigio ardesia e lunghi capelli neri, che intricati, reggevano sulla sommita dei piccoli copricapi bianchi segno della sua famiglia e un'espressione completamente apatica sul viso che avrebbe suscitato in chiunque paura.
 Non appena lo viderò Renji e Ichigo si sentirono morire.
"  Byakuia della casata Kuchiki si unirà a noi come vice comandante..." Concluse mentre, dalle file dei soldati, si elevarono grida di festa. Estrasse la spada dal fodero e la puntò verso il cielo. " Avanti verso la battaglia vita o morte." Tuonò un'ultima volta prima di cambiare verso al cavallo e dirigendosi così verso lo scontro.






ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi qui col capitolo nuovo di Samurai :) il prossimo è già pronto e finalmente si vedrà un'po d'azione.
Vi auguro buone vacanze e grazie di aver letto.
   
 
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