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Autore: Bodominjarvi    13/08/2019    0 recensioni
Provenivano da due paesi distanti e anche da due decenni differenti, ma le loro storie erano quantomai analoghe...Travagliate e senza nessun lieto fine all'orizzonte. Loro non vivevano...Sopravvivevano. Era un condizione che ormai avevano accettato entrambi da tempo.
Ambientata durante e post Tekken 7.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Kazuya Mishima, Nina Williams, Sorpresa, Steve Fox
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ogni bambino piange. Piange perché ha paura del buio, dei temporali, degli insetti, dei mostri, dei fantasmi...E quando il terrore li sovrasta loro piangono più forte e la prima cosa che viene loro in mente è quello di cercare rifugio tra le braccia della propria madre, la quale li consola, li bacia sulla fronte e gli accarezza i capelli, dicendogli che va tutto bene e che non sarebbe successo loro nulla di male, perché lei era lì a proteggerli....Ma lui non ha mai avuto nessuno nella sua infanzia a fare tutto questo e ora i ruoli si erano invertiti.
 
Non si era nemmeno reso conto di essersi alzato in piedi, seduto accanto alla donna che lo aveva messo al mondo e averla stretta in un caldo abbraccio, mentre quella si stava lasciando andare ad un pianto liberatorio. Quando era stata l'ultima volta che si era sfogata e lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento? Quanta confusione doveva esserci nel suo cuore e nella sua testa in quel momento? Quanti anni erano che quella donna d'acciaio non si lasciava andare alle basilari emozioni umane? Tutto quello che aveva appreso nelle ultime ore aveva dell'incredibile: divinità, demoni, spiriti malvagi...Tutto questo esisteva solo nei libri e nei film, non nella vita reale. Eppure....
 
Continuó a tenere tra le braccia il corpo tremante dell'assassina, che a sua volta lo stava stringendo disperatamente, come se avesse avuto paura di andare in pezzi.
 
"Nina..."
 
"Oh Steve....Lo so che odi Jin...Che ha fatto tante cose sbagliate, ma non era malvagio! Ha avuto un passato orribile, segnato da tantissimi eventi spiacevoli e non se li meritava!"
 
"Devi ammettere però che quello che ha fatto è imperdonabile! La guerra che ha scatenato è ancora in corso e la gente sta continuando a morire per quella sua decisione sconsiderata!"
 
"Ma non poteva saperlo! Lui ha cercato di salvarci tutti quanti, ha rinunciato a tutto per farlo...Persino a me!"
 
"Si può sapere cosa c'era tra voi due? Ti rendi conto in che guaio ti ha cacciata ora?" La rimproveró, cercando di farla ragionare. 
 
La bionda cercó di calmarsi, sospirando pesantemente un paio di volte.
 
"Cosa c'era tra noi? Qualcosa che non si può spiegare, Steve. Non avevo mai provato amore nei confronti di nessuno, tranne che per mio padre. Lui era il mio eroe, certo, volevo bene anche a mia madre, ma lui era tutta un'altra cosa. Io ero la luce dei suoi occhi e avrei fatto di tutto per renderlo fiero di me. Poi è rimasto ucciso e io ho perso tutta me stessa, ogni giorno sempre di più fino a che non mi è successa una disgrazia dietro l'altra. Ho sempre cercato di rimanere forte e inossidabile, di non lasciarmi scalfire da niente e nessuno per non farmi ferire ancora...Eppure Jin...Lui...Lui era la mia anima gemella. Entrambi abbiamo sofferto tanto e nessuno poteva comprenderci meglio di quanto non lo facessimo l'uno con l'altra. Nessuno mi ha mai fatto sentire come lui...Grazie a Jin ho scoperto cosa volesse dire amare...Abbiamo passato momenti indimenticabili assieme, mi manca svegliarmi alla mattina ancora tra le sue braccia dalla sera prima, dopo aver passato giornate orribili era l'unica cosa che avesse senso. Eravamo tanto innamorati, Steve. E per amore l'ho aiutato ad esprimere il suo ultimo desiderio, non abbandondolo nemmeno per un secondo e proteggendolo instancabilmente. L'idea che sia stato tutto inutile mi uccide."
 
Innamorati. Dunque lo spietato Jin Kazama e la fredda Nina Williams erano stati in grado di provare il più bello dei sentimenti. Mentre dispensavano ordini di distruzione, dall'alto della Mishima Zaibatsu loro se ne stavano immersi nella loro bolla di felicità. Ma soprattutto a spiazzarlo fu il fatto che sua madre fosse stata in grado di aprirsi e imparare ad amare..A che prezzo però! Steve respirò profondamente, mentre la sua mente lavorava senza sosta: ne aveva passate davvero di tutte i colori e quando finalmente aveva trovato la persona giusta quella le era stata strappata via dal destino crudele, segnato da una maledizione incredibile. Continuava a nutrire astio nei confronti di Kazama, non era certo perdonabile per aver giocato a fare l'eroe dannato, ma forse col tempo avrebbe anche potuto vagamente accettare quanto accaduto. Ora però aveva problemi più seri a cui pensare: che fare con Nina? Era pur sempre la sua genitrice ed era in un mare di guai, era suo dovere aiutarla a superarli. 
 
"D'accordo." esclamò dopo qualche istante, tempo che l'assassina si calmasse un minimo. "Ti credo. Ma ora abbiamo un problema molto più serio a cui pensare..."
 
L'assassina tirò su col naso e alzò leggermente la testa, osservando con sguardo interrogativo il pugile.
 
"A..Abbiamo?"
 
"Sì, abbiamo! Come ti ho già detto, sino a prova contraria sei mia madre e ora come ora ti trovi in una posizione in cui mettere da parte l'orgoglio e farti aiutare è la tua unica soluzione per sopravvivere."
 
"Ma..."
 
"Oh smettila, Nina!" sbottò all'improvviso, alzandosi in piedi di scatto. "Vuoi piantarla per una buona volta? Sei nei guai fino al collo, ricercata dalla G Corp e da chissà chi e pure incinta! Cosa pensi di fare da sola? Dove pensi di andare, quando tutto il paese è blindato? La vedo la paura nei tuoi occhi, sai? A fanculo i mostri, i demoni egizi e diavoli, tu sei umana, esattamente quanto me!"
 
Quella sfuriata lasciò la bionda di sasso. Sapeva benissimo che aveva ragione, e in cuor suo sapeva anche di aver davvero bisogno di supporto nel momento più difficile della sua nuova vita. Allora perchè non riusciva a chinare la testa e ammettere che quanto suo figlio le aveva appena detto era la pura e semplice verità? Sorrise mestamente per un attimo, realizzando che il sangue del suo sangue non solo era un eccellente combattente, ma anche una persona molto matura e premurosa. Forse nemmeno si meritava le sue attenzioni. Forse davvero non era nemmeno nato da lei.
 
"Hai ragione, sono umana..." replicò a bassa voce, passandosi la mano sinistra sul volto, per asciugare le ultime lacrime. "Sono umana e in quanto tale mi sono scoperta essere schifosamente fragile, quando sono sempre stata abitutata ad avere il totale controllo di qualsiasi situazione. Cosa penso di fare? Non ne ho idea, Steve..Non ne ho idea!" 
 
"Che ne diresti di utilizzare questa occasione per ricominciare finalmente a vivere?" domandò il pugile di punto in bianco. 
 
"Cosa vorresti dire?" replicò confusa l'assassina.
 
"Intendo dire...Kazama non c'è più. Questo paese è destinato a sparire anche dalle carte geografiche. Purtroppo il mondo non è più un posto sicuro, ma almeno ha senso vivere al massimo finchè si può,  da un'altra parte. E poi, c'è una vita che sta crescendo dentro di te. Un piccolo essere umano, frutto dell'amore tra te e Jin. Dovresti essere grata per questo, anzichè vederlo come una maledizione..."
 
"Ma Steve...Io non sono tagliata per fare la madre...Io non...Insomma, guarda...Guarda te! Ho cercato di ucciderti!"
 
"Ma non l'hai fatto! Ascoltami..."tornò ad accomodarsi di fronte a lei, prendendole le mani tra le sue e obbligandola a guardarlo in quegli occhi cerulei che erano l'esatta riproduzione dei suoi. "Lo so che sei spaventata. E lo so che non avresti mai voluto che io nascessi. Ma non ti posso certo biasimare: sono venuto al mondo in un modo barbaro, ti hanno usata come cavia da laboratorio contro ogni tua volontà e non è giusto. Non hai avuto scelta, io ti sono stato imposto. Ma ora è diverso! Certo, questa gravidanza è altrettanto indesiderata, ma stavolta avrai mesi per abituarti all'idea. Mesi per innamorarti del piccolo che porti in grembo, per capire quanto in realtà tu sia pronta a dargli tutto l'amore di questo mondo! Io lo so che ora dici così perchè sei terrorizzata, ma ci scommetto la carriera, non vorresti mai rinunciare all'ultima cosa che ti è rimasta dell'uomo che hai così tanto amato."
 
Nina rimase di gesso di fronte a quelle parole, mentre una stillettata dopo l'altra di sensi di colpa la ferivano nel petto. Quelle parole erano state quanto mai dolci e confortanti e non sentiva di meritarsele. Davanti agli occhi le passarono tutti i momenti della sua infanzia, soprattutto quelli passati col suo adorato padre, che la guardava sempre con lo sguardo colmo di affetto e orgoglio, che la sosteneva instancabilmente ed aveva sempre creduto in lei, fino alla fine dei suoi giorni. Era questo che voleva dire essere genitori? Era questo l'amore? Ripensò al terrore provato appena sveglia al pensiero che qulle percosse subite per mano dei soldati della G Corp avessero potuto far male al feto. Allora era vero! Allora le importava di quella piccola grande presenza nel suo ventre. Steve la fissava in silenzio, studiando la sua espressione meditabonda, domandosi di cosa le stesse passando per la testa. Doveva essere proprio un brutto momento per lei. Ma una cosa era certa: non l'avrebbe lasciata andare alla deriva.
 
"Steve, io...Hai ragione. Su ogni singola parola. Si, ho paura. Si, tengo al bambino. E sì, non intendo rinunciare all'unico ricordo tangibile che ho di Jin." dopo quella confessione si sentì subito più leggera, ma fu una sensazione passeggera. "Però non voglio che cresca in un mondo così disastrato. Non posso stare qui. E non ho idea di come affrontare tutto questo da sola!" ammise mestamente.
 
"Ma tu non sei sola!" rispose il pugile, passandole un braccio attorno alle spalle. "Te lo ripeto per la centesima volta: tu sei mia madre! E in quanto tale non potrei mai abbandonarti! Io ti voglio bene, Nina!"
 
Lui le voleva bene. Quelle cinque semplici parole furono un sollievo per l'anima.
 
"Ad ogni modo hai ragione. Ormai tutto il mondo è dannato alla distruzione e bisogna vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, ma più lo si fa lontano dal Giappone, meglio è!"
 
"Li ho tutti alle costole..." constatò amaramente la donna, giocherellando con una ciocca di capelli. "Heihachi vuole la mia testa per aver fallito la cattura di Jin e alto tradimento. Tre soldati della Tekken Force, da sempre leali a  me e Jin mi hanno messa in guardia settimane fa, dicendomi di andarmene di qui, ma ho procrastinato e ora la G Corporation sa che sono ancora viva e non vede l'ora di consegnarmi a Kazuya. Sarà quasi impossibile per me ricominciare una nuova vita..."

"Bhe, dipende quanto lontano si va...Visto che la mia carriera grazie alla Mishima Zaibatsu è passata dallo stallo al tracollo io qui non ho più motivo di restare. Avevo pensato di riprovare a farla decollare negli Stati Uniti, ma ci sono troppe spie. Penso che dovrò dedicarmi ad altro..."
 
"Ok, ma dove? Non possiamo permetterci il lusso di dare nell'occhio!"
 
"In realtà un posto abbastanza sicuro ci sarebbe..." replicò il pugile, guardandola dritta negli occhi e accennando un sorriso.
 
"Cioè?"
 
"Non si sta poi così male in Irlanda..."

Note dell'autrice: alzi la mano chi, come me, leggendo il titolo non ha canticchiato "baby don't hurt meeee?". Ok, dopo questa cazzata immane, che dire??? Non sto nemmeno a cercare scuse per giustificare questa lunga assenza, semplicemente sono rimasta bloccata mesi su un capitolo (non questo) e nel mentre ho perso completamente voglia e ispirazione. Ho ancora li la mia scaletta con la struttura dei capitoli, i miei appunti...Chissà se un giorno riuscirò a collegare tutti i pezzi. Intanto spero che questo vi piaccia, che in generale questa storia possa piacervi anche se non siete fan del pairing (ahimè, XiaoyuXJin  sempre quello più quotato mannaggia). Alla prossima!!
  
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