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Autore: nattini1    14/08/2019    7 recensioni
Ispirata alla 9x06. Cosa succede durante la notte tra il momento in cui Dean va a prendere Cas a casa della sua datrice di lavoro e il momento in cui lo riporta al supermercato al mattino? Avevo già scritto una fic angst e h/c riguardo a queste ore rubate e adesso ho provato, sempre nell’ambito dell’h/c, a scriverne una versione tragicomica: rimasto senza grazia e abbandonato a se stesso, Cas non riesce a curare la propria igiene intima e contrae la candidosi. Dean deve occuparsi di lui.
Scritta per la #SummerBingoChallenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

 

 

 

Quando era salito in auto, Cas non aveva detto nulla, non aveva chiesto di essere portato in nessun posto (si era ben guardato dal rivelare che dormiva in un sacco a pelo nel retro del negozio), quindi Dean aveva semplicemente cominciato a guidare lasciando che la strada lo portasse dove voleva e ora erano fermi in un parcheggio illuminato fiocamente dal un lontano lampione.

“Grazie per aver dato alla bambina il paracetamolo, Dean. Quando ero un angelo mi sarebbe bastato sfiorarla per farle passare la febbre, ma come umano l’unica cosa che sono riuscito a fare era stato tenerla in braccio e provare a consolarla” disse Cas rompendo il silenzio con una punta di rammarico nella voce; con disinvoltura, accavallò le gambe, un gesto inconsueto per lui, cercando una posizione che gli desse sollievo (per fortuna Baby era spaziosa).

Dean, guardando avanti a sé, sorrise: “Da piccolo Sam aveva spesso la febbre e mi prendevo cura di lui. Non ti eri ancora trovato ad affrontare una situazione del genere, hai fatto del tuo meglio” poi ebbe un ripensamento improvviso, richiamato a galla da un senso di colpa latente che goccia a goccia si stava facendo strada in lui, si voltò e aggiunse: “Non sei mai stato ammalato da quando sei umano, giusto?”.

“Non ho sperimentato la febbre fino a ora” rispose evasivo Cas. Cercando di non farsi vedere dall’amico, si aggiustò il cavallo dei jeans nel modo più discreto possibile, anche se tutto quello che avrebbe voluto fare era strusciarsi contro il tessuto ruvido perché il prurito era insopportabile.

Dean non si sentì soddisfatto della risposta e sbuffò: “Lo so che non ho fatto abbastanza, ma ora sono qui per te! Cas, cosa c’è che non mi dici? ”.

Cas si mosse a disagio sul sedile: “Passo molto tempo a osservare gli umani: ho imparato come usavano una cannuccia per bere, come si sistemano i capelli...” Dean dubitava di questo “... e ho anche imparato a usare lo spazzolino da denti e a non strizzare direttamente il dentifricio in bocca. Ma mi pare di aver capito che ci sia una convenzione sociale per cui non va bene parlare del proprio pene con altri uomini”.

Dean, consapevole di rischiare che gli esplodesse il cervello, si schiarì la voce e, con una buona dose di esitazione, continuò: “Effettivamente di solito non se ne parla…ma ha qualcosa che non va? Cioè...hai qualche problema…?”.

Cas soppesò le parole: “Non ti stanchi mai di urinare? Io non mi ci abituerò mai, ma mi sembra che funzioni bene. Però da un po’ è diventato diverso”.

Dean provò prima un brivido di freddo e poi si sentì andare a fuoco; non conosceva i sintomi degli aneurismi, ma sospettava di essere sul punto di averne uno. Cercò di essere paziente, di non mettersi a uralre e di non ridere (no, non voleva essere una brutta persona) perché se Cas aveva qualcosa che non andava doveva fare qualcosa per aiutarlo: “Cosa intendi con diverso?”.

Cas spiegò: “Sono comparsi strani puntini rossi attorno alla punta del glande, che è gonfio, e sul resto del mio pene ci zone molto rossastre, quasi come fosse spellato. Ti faccio vedere...” cominciò ad armeggiare con la zip dei jeans, ma Dean si affrettò a fermarlo mettendo avanti le mani e facendo gesti inconsulti come se volesse allontanare un tremendo pericolo: “No, non è necessario, Cas, grazie! Mi basta la descrizione! No, anzi, anche quella è troppo! Senti, ti fa male, ti dà fastidio?”.

Cas fece cenno di sì: “Escono delle secrezioni. Ogni tanto sento un lieve dolore e a volte un prurito intenso. Mi gratterei fino a portar via la pelle, come adesso” e, non resistendo più, smise di tentare di nascondere i suoi gesti.

Dean si fece coraggio: finché il coso restava nei pantaloni ce la poteva fare, ma aveva bisogno di più informazioni per capire e risolvere il problema. Il suo senso di colpa aveva raggiunto ormai le dimensioni del lago Michigan; quando lo aveva abbandonato a se stesso avrebbe dovuto spiegargli un po’ di cose e non affidarsi alla capacità di adattamento dell’ex angelo, capacità in cui non riponeva tutta la fiducia che ostentava. Poteva essersi preso qualcosa di veramente brutto. Domandò titubante tastando il terreno: “Senti Cas, per caso dopo aver fatto sesso con quella puttana che ha cercato di ucciderti, sei stato con qualche altra?”.

Cas scosse la testa con sguardo innocente. Dean sospirò di sollievo: non poteva essere una malattia sessualmente trasmissibile, ma si fece un appunto mentale che forse sarebbe stato meglio spiegargli che una lama angelica non è l’unica protezione che occorre in determinate situazioni, ma l’avrebbe fatto più tardi, il più tardi possibile. Doveva essere un problema semplice, avrebbe scommesso di igiene personale, dalla descrizione sembrava una candida. Cas imitava quello che vedeva, ma dato che in genere nessuno aveva l’abitudine di mostrarsi agli altri mentre si lavava le parti intime, probabilmente non aveva capito l’importanza della cosa. Fortunatamente era facilmente risolvibile e c’erano farmacie aperte a tutte le ore.

Dean si passò una mano tra i capelli, cercando di ricomporsi: “Ok Cas, hai un piccolo problema, ma sono sicuro che non sia nulla di grave. Penserò io a te, adesso risolveremo la situazione!”.

Trovò una farmacia vicina e suonò; venne una ragazza giovane con i capelli un po’ in disordine che sorrise, nonostante fosse stata svegliata; aprì la porta interna ma lasciò chiusa l’inferriata davanti.

“Buonasera, cosa vi serve?” chiese gentilmente.

Dean, nonostante le circostanze che comprendevano un Cas appiccicato a lui che evidentemente non aveva ancora imparato il concetto di spazio personale, indossò il suo miglior sorriso da seduttore, ma prima che potesse parlare Cas lo precedette: “Abbiamo un problema con il mio pene”.

Dean avvampò e la ragazza li guardò con educata curiosità.

Dean si schiarì la voce e intervenne in fretta spiegando: “No, noi non abbiamo nessun problema con il suo pene...cioè, lui ce l’ha! Penso che possa avere la candida!”.

La farmacista fece un cenno di comprensione e si trattenne palesemente dal ridere; andò verso gli scaffali e tornò con una scatola: “Questa è una crema a base di clotrimazolo particolarmente indicata, ma che presenta un ampio spettro di azione. È per uso topico e va applicata sulla zona interessata due volte al giorno per una o due settimane”.

La farmacista assunse un’aria il più possibile professionale e si rivolse a Dean: “Mi raccomando: per precauzione, anche se non ha sintomi, deve curarsi anche lei! Vi consiglio inoltre di usare dei preservativi, se vi interessa abbiamo la confezione da 12 in offerta!”.

Dean farfugliò qualcosa e diede alla ragazza i soldi in fretta, sbrigandosi ad andarsene il più velocemente possibile, trascinandosi dietro Cas che aveva afferrato per un polso.

Quando furono in macchina, Dean gli assicurò: “Vedrai che presto starai alla grande e che questa cosa ti farà passare in fretta il prurito!”. Cas si rigirò la confezione tra le mani, guardandola come se fosse il Sacro Graal, e Dean si sentì in dovere di aggiungere: “Senti Cas, la tizia non ti ha detto molto, ma ti darò qualche dritta io. Parlo per esperienza, a me è capitato di avere questa roba una volta. Devi fare attenzione a lavarti bene e usa mutande di tessuti naturali, di cotone o seta”. Si pentì di essersi lasciato sfuggire l’ultima parola, ma l’altro non ci fece caso.

Cas lo osservava attentamente: “Farò come dici. Ora capisco come possa essere difficile la vita per gli umani. Tu te la sei cavata bene e sei davvero un buon maestro. Dovrei tirare indietro la pelle per dare la crema? Potrebbe essere scomodo. Potresti mostrarmi come applicarla nel modo migliore?”.

 

 

NdA

 

Ciao a tutti!
Di solito l’h/c presenta angst, sofferenza, toni tragici, a volte fluff e introspezione, ma ho voluto provare a descrivere un piccolo quadretto che vorrebbe essere simpatico e tragicomico al punto giusto e non volgare. Ditemi voi se ci sono riuscita! Il povero Cas sta davvero male e Dean non è un’infermiera amorevole, anche se fa del suo meglio per curarlo! Spero di essere riuscita a strapparvi una risata!
Il prompt “genitali” e la traccia erano di Spoocky, che ringrazio di tutto cuore!

   
 
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