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Autore: Aliasor    15/08/2019    0 recensioni
Dal capitolo 5: "A venticinque anni ho intuito che la luce e l'ombra sono i lati opposti della medesima cosa, che il luogo illuminato dal sole viene sempre raggiunto dall'ombra."
[Natsume Soseki]
Dal capitolo 8: "Ormai un dio non lo aveva più. Aveva abbandonato Arceus, Dio o chi per loro da molto tempo, da quando era accaduta quella storia. Dal suo punto di vista erano loro ad averlo rinnegato, nonostante tutto quello che avesse fatto per loro. Non avrebbe venerato un dio ingrato!"
Ad Arenipoli Corrado si rivela non essere l'unico genio presente, la città ne ha infatti dato i natali a un altro decisamente più solitario.
Mosso da interesse, il Capopalestra, deciderà di diventare il suo mentore e sviluppare le sue attività sociali.
Contemporaneamente un famoso giovane attore del Pokéwood è alla ricerca di N insieme a una ragazza che afferma di saper parlare con i Pokémon.
Intanto ad Alola, un uomo con un occhio solo di nome Lewis sembra essere sull'orlo della pazzia e della più profonda disperazione.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Corrado, Cyrus, Ghecis, N, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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Hilmes lo fissò qualche secondo, gli aveva rivelato il suo nome. E ora? Qualche reazione? Un nome è solo un nome, poteva anche chiamarlo “occhispenti” e non sarebbe cambiato nulla.
<< Bel nome. Chi lo ha scelto?>>
<< Mia madre. Ora sarà a bere Bahama Mama da qualche parte alla faccia mia.>>
La sua risposta fu raggelante, un Articuno era più caloroso di lui. Lui, però, non era da meno nella faccia deprimente e Vulcano lo sapeva davvero bene.
<< Non è bello parlare di tua madre così.>>
<< Chiami madre una che ti butta in regalo alla sorella maggiore appena nato?>>
Non aveva torto, ci sono persone che di materno o paterno non hanno nulla. Si limitano ad avere un rapporto e poi danno alla luce, per un incidente, un frugoletto da sbolognare a qualcuno.
Fatto il misfatto, spedisci il tuo pacco.
Forse i suoi genitori erano quel tipo di individui.
Il biondo si fece largo tra la folla e, raggiunto, mise il suo braccio attorno al suo collo come a bloccarlo senza fargli il minimo male. Una di quelle prese che ti fanno i fratelli per gioco.
<< Ti porto in un bel posto, ti piacerà di certo. Io lo adoro.>>

La zia rimase sorpresa a vedere il risultato dell’incontro tra Corrado e il suo Hilmes, il secondo sembrava aver ripreso colorito. Davvero carino, non lo aveva mai visto in quel modo in tanti anni. Assomigliava un po’ di meno al padre.
Almeno a colui che credeva fosse il padre, in vita sua aveva visto solo una volta qualcuno con quel colore di capelli. Ma quella persona non gli piaceva, per nulla.
Come suo nipote passava le sue giornate tra i macchinari, ma il suo pensiero verso i rapporti umani era di completo disprezzo. Odiava qualsiasi individuo tentasse di legarsi a lui e qualche anno prima sentì che uno con le sue caratteristiche aveva guidato un organizzazione criminale.
Non sapeva che fine avesse fatto e non gli interessa minimamente. Non gli era mai stato simpatico.
<< Posso averne ancora?>> Corrado porse il piatto vuoto, era qualcosa come il terzo piatto di pasta che si mangiava. Normalmente andava avanti a cibo spazzatura che comprava al supermercato, non aveva il tempo di cucinare  non voleva nessuno che girasse per casa sua.
Quando veniva invitato ad una cena, possibilmente inelegante, non se lo faceva ripetere due volte.
<< Come mai quella faccia, Hilmes?>>
<< … Non posso dirlo. Mi ha corrotto per tenere il silenzio sui suoi crimini.>>
<< Detta così suona davvero male.>> Si intromise il biondo. << Si trattava solo di violazione di proprietà privata, nulla di che.>>
<< Le stesse parole che direbbe un criminale recidivo.>>
La zia si trattenne dallo scoppiare a ridere, quello era una delle discussioni più lunghe che il nipote avesse mai intrapreso negli ultimi mesi, se si sorvolava sullo psicanalista portato dal sindaco dopo che aveva consegnato al comune un progetto che avrebbe potuto causare un blackout di circa sei mesi.
Elecktrike non era altrettanto d’accordo, mangiava ma non smetteva di puntare lo sguardo verso il loro ospite. Una mossa sbagliata e si sarebbe trovato un paio di zanne dove non batteva il sole. Il suo regalo era finito e i pantaloni di pelle erano un buon e appetitoso sostituto.
Era la prima volta che non piaceva a un Pokémon elettro, di solito lo adoravano. Doveva essere il suo istinto di protezione verso il suo Allenatore.
Ecco, questa era una buona domanda.
<< Quando inizierai il tuo viaggio da Allenatore?>>
<< Mai>> Rispose lapidario.
<< Di solito tutti vogliono partire per il loro viaggio, perché tu no?>>
<< Affari miei.>>
La cena continuò abbastanza bene, ma poteva evitare di fare quella domanda. Era normale per loro che i ragazzi partissero per fare un viaggio di crescita, era quasi un rito di passaggio.
Ad Arenipoli aspettavano di finire la scuola, credevano molto negli studi, ma alla fine quasi tutti partivano. Lui era uno di quei “quasi”?
No, lui aveva tutte le qualità di un Allenatore, esplorando per la regione avrebbe anche ampliato i soggetti dei suoi studi conoscendo altre persone brillanti come lui.
E anche lui lo sapeva, lo sapeva di certo.
<< Vado in camera a finire il lavoro e poi al letto. Notte, zia. Capopalestra Criminale.>> Il piccolo Pokémon cannide lo seguì.
Corrado fece un saluto con la mano, ormai quel sopranome sapeva gli sarebbe rimasto a vita. Meglio farci il callo il prima possibile.
Anche per lui si era fatto ora di andare a casa, non aveva da lavorare, ma lo aspettava un bel letto caldo e un digestivo. La signora se lo era praticamente adottato e lo aveva riempito tanto di quel cibo da stendere uno Snorlax.

Era l’una di notte, Hilmes non si era ancora messo a dormire. Voleva completare il suo progetto quella sera stessa, concluso sarebbe passato alla sua nuova e grandiosa opera.
<< Stai a lavorare sino a tardi? Tale e quale al papà!>>
Si girò di scatto verso la finestra, l’aveva lasciata aperta per far cambiare l’aria, ma non si aspettava che qualcuno si sarebbe arrampicato fino a lì.
Alzò gli occhi, coperti dagli occhiali protettivi, e la vide. Una donna, nonostante andasse per oltre i quaranta era ancora piuttosto piacente, uno strano abito bianco nero con una larga donna e capelli rossi con una punta centrale.
<< Chi saresti tu? Se vuoi rubare qualcosa non ho nulla, ripassa tra una settimana. Ora ho da fare.>>
Scoppiò a ridere, davvero diceva cose del genere a qualcuno che credeva fosse un furfante? Non aveva la minima emozione nella voce, degno del padre.
<< Ora è proprio certo, sei il degno figlio Lord Cyrus. Risponderebbe allo stesso modo.>>
Questo attirò la sua attenzione. << “Cyrus”?>>
<< Giusto!>> Batté il pugno sul palmo della mano. << Tu non ne sai nulla! Lascia che la sorellona ti racconti un po’ di tuo padre.>> iniziò con un sorriso.
Se prima aveva il suo interesse, ora aveva la sua attenzione.
<< Tuo padre si chiamava Cyrus ed era il mio capo e di tutto il Team Galassia. Io sono Martes, un generale dell’organizzazione, insieme ad altre due persone. Per farla breve il nostro obiettivo era distruggere questo universo e ricrearne un nuovo sotto al guida di tuo padr...>>
<< Sareste morti tutti, allora.>> La interruppe. << Se mi somigliava tanto allora avrebbe lasciato morire tutti voi e osservato da solo il nuovo universo. Altre fonti esterne oltre all’osservatore lo avrebbero inquinato.>>
<< Possibile. Era il tipo da farlo, nonostante questo abbiamo deciso di seguirlo. Aveva una grande leadership, comunque sono qui per portarti con me.>>
<< … Più tardi magari, ora sto lavorando.>>
<< … Sono confusa. Mi credi così? Senza prove?>>
<< Ci ho riflettuto, perché qualcuno dovrebbe arrampicarsi sino a qui solo per me? Perché inventeresti questa scusa invece di rapirmi e basta? Non ho Pokémon ai miei ordini. Se ho davvero preso da mio padre come dicono allora il piano è possibile che sia stato ideato realmente da lui. Certo, una prova fotografica sarebbe decisamente una prova migliore.>>
Quel ragazzo era strano, davvero strano. Davvero non diffidava più di tanto?
E sopratutto era davvero disposto a seguirla in quel modo? Ad abbandonare tutto e ad andare con lei.
Era seriamente tentata di chiederlo.
Tirò fuori dallo zainetto un thermos di caffè, tanto valeva aspettare per la sua rispost…
Si buttò dentro la finestra un istante prima che un attacco Geloraggio la colpisse trasformandola in un cosplayer di Aang di Avatar prima dello scongelamento.
<< Martes, baldracca del cazzo!>>
<< Oh, la zia stava facendo la sua passeggiata notturna.>> Commentò con nonchalance il giovane continuando il suo lavoro. << Pare che il suo Cloyster si arrabbiato. Buona fortuna, “sorellona”.>>
<< Cavolo, credevo Urania dormisse a quest’ora! Ha perso le buone abitudini, ci credo che sembra una vecchia!>>

<< Cosa significa che lasci il lavoro, Nero?!>> Il produttore gli urlò al telefono. << Resta da girare il finale! Sei caduto in una fossa, devi far vedere che sei vivo! Abbiamo chiamato il Quartetto Rock per le musiche! Sono professionisti seri!>>
L’Allenatore era sicuro di aver sentito qualcosa di simile a  “Boris, passami la maria” in sottofondo, tanto professionisti non sembravano.
Ci mise un po’ a convincerlo come sarebbe stato d’avanguardia fare un finale ultra-aperto e fermarsi a parlare del passato di Fantasilvestro, non aveva mai tento tante bugie in vita sua.
Non convincenti almeno.
<< Vai pure, nero. Ci penso io qui.>> Silvestro prese il cellulare al regista e riattaccò.
Conosceva bene il ragazzo, di sicuro lo stava facendo per un qualche importante motivo che non poteva dire.
Nero si girò verso Dadì e Aletheia, era andata molto meglio del previsto. Temeva di perdere l’intero stipendio.
<< Dadì, siamo d’accordo. Tu resti qui e fai ricerche su Lewis, io e Aletheia seguiremo le indicazioni di Ghecis e ci dirigeremo verso Sinnoh.>>
<< Che c’è da fidarsi del mio propropro…>> iniziò a contare i pro, ma al settimo si fermò scocciata. <<. .. di Ghecis?>>
<< Onestamente? Come una gallina si può fidare di una faina, ma non abbiamo altre piste.>>

Si svegliò di scatto, come se qualcosa disturbasse il suo sonno. Normalmente quando si sdraiava sotto un albero dormiva come un sasso e si alzava riposato come un bambino piccolo, eppure aveva una sensazione spaventosa, come di pericolo imminente.
<< In questo posto i Pokémon sono agitati. Qui ad Alola sta succedendo qualcosa di terribile.>> Fissò il cielo e rabbrividì. << Mi ricorda il mito che mi hanno raccontato... il sole divorato.>>
Guardò la Pokéball alla sua cintura. Sperava di non dover far uscire Zekrom.




Appare Martes e Hilmes scopre qualcosa in più sul padre, in più conosciamo il nome della zia: Urania.
Non sappiamo cosa si siano detti Nero, Aletheia e Ghecis, ma pare aver dato loro informazioni, ma c'è davvero da fidarsi di lui?
Intanto ad Alola si trova N, incontrerà Lewis? Cosa significa il suo presentimento?
Se vi và o avete teorie recensite pure.
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