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Autore: Mery92    28/07/2009    0 recensioni
chiunque ami le corse non può fare a meno di leggere questa one-shot...
Genere: Malinconico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una corsa in tua memoria

 

 

 

Mi presento mi chiamo Scarlet,ho 20 anni e questa è la mia storia…

Sono figlia di un ricco imprenditore e di un avvocatessa in carriera; la mia infanzia sarebbe stata vuota insulsa se accanto a me non ci fosse stata la perenne figura di mio fratello.

I nostri genitori erano,una settimana sì e l’atra pure,lontani da casa quindi entrambi abbiamo presto imparato ad aiutarci a vicenda e ad affrontare ogni cosa insieme.

Se pensate che io sia come tutte le altre ragazze ricche senza un minimo di spina dorsale…bhe…vi sbagliate!

All’età di 10 anni, scoprii che mio fratello Arthur era nel giro delle corse clandestine e cominciai a seguirlo ogni sera,senza farmi scoprire, ma ben presto se ne accorse; a lungo litigai con lui per convincerlo a portarmi con se ma sembrava irremovibile finchè una sera,quando lo minacciai di rivelare tutto ai nostri genitori,si rassegnò e cominciò a portarmi con se tutte le sere.

Più vivevo in quel mondo fatto di trasgressione,velocità e libertà,più mi sentivo viva e più sentivo di non poter più,ormai,farne a meno.

Le giornate a scuola ormai erano monotone,seguivo le lezioni svogliatamente ma sapevo che dovevo continuare a prendere voti alti per non insospettire i miei genitori che,per fortuna,passavano la maggior parte del loro tempo fuori casa.

Gli anni passarono e più passavo le mie sere con quelle magnifiche e strane persone e più capivo di esser nata per esser una di loro; a 16 anni mio fratello mi regalò la mia prima macchina,non era uno splendore ovviamente e non era neanche veloce,ma passo dopo passo sotto il suo occhio attendo ed esperto,imparai a modificarla prendendo spunto ed esempio dalle auto che tutte le sera mi giravano intorno…e ben presto diventai una vera Street Racer.

Adoravo veder correre mio fratello: possedeva un’eleganza e una forza inimmaginabili e guidava quell’auto con una destrezza impareggiabile; nessuno era mai stato in grado di batterlo e lui con il tempo aveva ormai messo su una scuderia di prima categoria,formata dalle  più esperte,brave e soprattutto fidate persone….io lo ammiravo e aspiravo a diventare come lui.

Il mondo delle corse era,ed è tutt’ora,un mondo ricco di luci ma anche,purtroppo,di oscure ombre; devi fare attenzione a chi ti sta intorno e devi soprattutto guardarti sempre le spalle….in particolare dagli amici più fidati….

La sera prima che io compissi 18 anni mio fratello ricevette una sfida…diversa da tutte le altre…

Qualcuno,che non volle rivelare il suo nome,lo sfidò in quella che sarebbe stata la sua ultima gara…

Sentivo addosso a me un bruttissimo presentimento e lo pregai con il cuore in mano di non accettare,provai a convincerlo con ogni mezzo ma lui non demorse e accettò ugualmente quell’assurda e troppo pericolosa corsa…

Piansi….piansi come mai nella vita e alzando gli occhi al cielo pregai il Signore che vegliasse su mio fratello e che impedisse che accadesse il peggio; mi odiai profondamente per non esser stata in grado di distoglierlo da quell’impresa che sapeva già di fallimento….e di catastrofe….

Salii sulla mia auto e mi recai,in quella notte scura e malvagia,sul luogo scelto per quella funesta gara,una montagna che si estendeva in altezza,circondata da una ripida e mortale strada ,e attesi che i due sfidanti giungessero sul quel campo ricco di tensione.

I due scesero dalle loro auto e quando si ritrovarono l’uno dinnanzi all’altro mi resi conto di quanto le persone potessero essere infide e malevole; lì,fermi ad osservarsi ed a studiarsi,con il volto teso ma che non rivelava le loro emozioni, si trovavano mio fratello,il campione indiscusso della nostra città, e il suo migliore amico Michael,che lui considerava come un fratello e che per tantissimo tempo aveva lavorato nella scuderia insieme a lui,e che,avrei scoperto in seguito,sarebbe stato capace di tutto pur di togliere il titolo al suo migliore amico.

Il presagio dell’imminente sventura fu accentuato dal cielo notturno che improvvisamente espresse tutto il proprio dolore e cominciò a piangere fredde lacrime,che cadevano incessanti e pesanti su quel luogo di morte.

Non so come descrivere ciò che accadde ma ,in quelli che mi sembrarono istanti interminabili,vidi la vita di mio fratello finire sotto i miei occhi; un urlò di terrore stava per scaturirmi dal più profondo del mio animo ma il mio orgoglio e la mia compostezza mi permisero solo di versare una silenziosa lacrima.

Tutti rimasero scioccati da quell’incidente fuori dal comune; ben presto la polizia giunse sul posto ma già tutti i presenti erano fuggiti…me compresa.

Entrai in casa dalla finestra della mia camera e,silenziosa come vi ero uscita poche ora prima,preparai la mia valigia con lo stretto necessario e,sotto quell’incessante pioggia fredda come dardi ghiacciati salii sulla mia auto e mi allontanai dalla mia città.

Circa 2 giorni dopo si tenne il funerale di mio fratello e io vi presenziai in disparte,senza farmi vedere da alcun’anima;chiusa in un dolore lacerante e costante assistetti inerte a quella visione che mi spezzò in minuscoli frammenti il cuore…e così con la promessa che l’avrei vendicato,diedi l’ultimo saluto a colui che mi aveva insegnato tutto della vita e mi aveva insegnato a tirarmi fuori dai guai senza l’aiuto di nessuno.

Prima di lasciare definitivamente la città passai dalla scuderia di mio fratello e,nell’arco di poche ore, riuscii a vendere tutte le sue auto ma tenni per me il gioiello a cui mio fratello aveva dedicato la sua vita e che non era mai riuscito a far correre in pista; la nascosi all’interno del mio garage privato,isolato e lontano da tutto e tutti,sicura che colui che agognava quella meraviglia automobilistica non l’avrebbe mai trovata….e sicura che un giorno sarei stata degna di guidarla in ricordo di mio fratello.

 

 

E così con un nodo alla gola e un cuore distrutto,mi imbarcai sul primo aereo insieme alla mia auto,abilmente nascosta ai controlli,diretta a New York….e lì cominciai una nuova vita,fatta di velocità,vittorie e amori di una notte.

Rimasi per circa un anno in quella grande,succosa e frenetica città e,notte dopo notte,cominciai a far conoscere il mio nome tra gli Street Racers della zona; ogni sera ricevevo nuove sfide e ogni sera vincevo tanti,tanti e ancora tanti soldi che si accumulavano gli uni sugli altri nel mio conto in banca.

Inoltre spesso i miei avversari scommettevano le loro auto: le migliori entravano in quella che,nell’arco di un paio di anni,si sarebbe trasformata in una magnifica e invidiata,collezione mentre le altre venivano, nell’arco di poche ore,vendute.

Trascorso quel primo anno,in cui mi abituai allo stile americano,senza però ignorare e dimenticare le miei origini italiane,cominciai a cambiare città ogni 4-5 mesi; ogni volta che mi trasferivo portavo con me le mie numerose auto,il passaggio doveva sempre avvenire con segretezza e invisibilità poiché ormai mese dopo mese,anno dopo anno, la mia fama si espandeva sempre più e ben presto la polizia mi conobbe come fossi una vecchia amica e sognava la mia cattura quasi fossi stata Lupin III.

Durante i mesi che passai in quei luoghi mai ero riuscita a legarmi a qualcuno ma,quando giunsi a Miami,la mia vita si incrociò con quella di un ragazzo che,anche se non lo ammetterò mai,mi ha segnato,e ancora oggi segna,la mia vita.

Come sempre quella sera mi trovavo nel luogo d’incontro degli Street Racers della città,appoggiata alla mia Toyota Supra Twin Turbo nera e lucente come le acque del Mar Nero e con l’aerografia del mio simbolo sulla fiancata: una rosa argentata e osservavo, con un leggero sorriso tutte le persone intorno a me quando,improvvisamente,calò il silenzio,la folla si aprì in 2 ali e davanti a me si fermò una meravigliosa auto blu metallizzato con una magnifica aerografia argentea raffigurante una pantera.

Ne scese un ragazzo dai dorati capelli e dagli occhi scuri come l’ebano,il suo viso dai tratti aspri e vagamente orientali esprimeva una sensualità e una malizia pari solo all’antico dio Eros.

Si avvicinò a me con passo sicuro e ammiccò con un cenno della testa verso la mia macchina. “è tua quella carretta?”.

Io alzai un sopracciglio e ammiccando nella direzione della sua macchina dissi: “Sempre meglio della tua….” e gli sorrisi.

“Piacere,sono Kail e ti do il benvenuto tra noi straniera a giudicare dal tuo aspetto e dalla tua auto tu devi essere colei che viene chiamata da molti la Rosa Nera,o mi sbaglio?”

Io feci si con la testa e lui continuò.

“Ho sentito molto parlare di te,si dice che da circa un anno tu sia nel nostro continente e abbia dato molto filo da torcere ai nostri più bravi Street Racers…ti andrebbe una sfida amichevole?”

“Se metti qualcosa in palio potrebbe anche andar bene” e gli rivolsi il sorriso beffardo di chi non ha nulla da perdere.

Lui scoppiò in una grassa risata,forse non aveva ancora ben capito chi aveva di fronte: “La ragazza ha fegato e non ha paura di perdere” mi guardò fissa negli occhi sperando di intimorirmi ma io non cedetti e rimasi impassibile anche quando lui tirò fuori dalla tasca un mazzetta di dollari

“Ora tocca a te” mi disse in tono di sfida.

Ma io non me lo feci ripete due volte e gli sventolai sotto il naso la mia puntata: “Ora è giunto il momento di correre,decreterà l’asfalto chi tra noi due è il migliore” gli dissi con un sussurro prima di entrare nella mia auto.

Ci diedero il via libera e ci posizionammo sulla linea di partenza e così cominciò quello splendido ed eccitante rito che era la corsa: l’adrenalina saliva sempre più nel sentire il rombo dei motori

 

3

 

I rumori piano piano di affievolirono,le voci degli spettatori scomparirono e rimasi solo io e la mia auto

 

 

 

 2

 

L’attesa si fece sfibrante e i nervi si tesero al massimo,i sensi si acutirono fino all’inverosimile

 

 

1

 

Quei 3 dannati secondi si trasformarono  in un immensa eternità che sembrava non finire mai

 

Ready?

 

La concentrazione salì al massimo e io,come sempre,rivolsi un ultimo sguardo alla foto di mio fratello dedicando anche quella corsa alla sua memoria.

 

Go!

 

Il mio piede scese deciso sul pedale e la macchina schizzò veloce in avanti contenta di poter sfogare tutta la sua energia,pensai di averlo sorpassato ma in realtà mi resi conto che lui era poco più avanti di me; schiacciai ancora di più il pedale e giunsi vicina a lui. Eravamo testa a testa,nello stesso istante ci voltammo l’uno verso l’altra e ci facemmo un cenno con la testa: in quel momento iniziò la vera gara.

Più volte ci sorpassammo,più volte fui in testa ed altrettante fui dietro di lui ma mai riuscimmo a mantenere un cospicuo distacco l’uno dall’altra;la corsa non fu semplice,avevo capito che lui era molto brava,furbo ed estremamente in gamba e io non riuscivo a creare la dovuta distanza tra noi finchè non giungemmo in prossimità dell’arrivo situato poco dopo un ponte che,disgraziatamente per noi,era rimasto mezzo aperto.

In quell’istante eravamo pari e lui,dopo un cenno di saluto con la mano,attivò il NOS e in un istante mi superò e mi distanziò….ma non potevo certo permettergli di vincere questa gara.

Premetti il primo bottone di fianco a me e lo raggiunsi all’imbocco del ponte,lì pigiai il secondo bottone attivando il secondo NOS e,con un volo che neanche io credetti possibile,superai il ponte e lì mi accolse la marea di spettatori che ci aspettava alla fine di quel lungo rettilineo dove lui,se si fosse impegnato,mi avrebbe potuto tranquillamente sorpassare e così accesi anche il terzo NOS,che di rado avevo dovuto utilizzare.

E così io e la mia auto divorammo il terreno e tagliammo per prime la linea del traguardo.

Sguardi increduli mi venivano rivolti dagli spettatori e io,con ancora il cuore che mi tartassava nel petto,scegli dall’auto e sorrisi a Kail che scuoteva la testa incredulo e allungai una mano verso di lei che mi consegnò la mia cospicua vincita.

Me ne andai sorridendo vincente,come sempre del resto, e per il resto della notte girai per la città di Miami e al sorgere del sole feci ritorno nella mia modesta villa nella vicina periferia della città.

Mi concessi una doccia bollente e una ricca colazione quindi mi preparai per andare a fare la mia corsa mattutina.

Quella mattina la mia mente non era in pace ma soprattutto non era sgombra e libera da pensieri come lo era di solito,fino a quel momento il viso di quel giovane non mi aveva abbandonata e non mi aveva concesso tregua; Continuavo a pensare a lui senza sapermi neanche spiegare il perché.

Ritornai dopo un paio d’ore a casa e lì lo vidi,fermo con la sua auto davanti casa mia.

“Cosa ci fai qui? Cos’è per caso vuoi la rivincita?”

Lui scosse la testa e senza guardarmi negli occhi mi disse: “Non sono qui per la rivincita per farti una proposta che spero accetterai,ma non posso parlartene qua fuori,ci sono troppe orecchie che potrebbero sentirci”

Lo invitai ad entrare,lo feci sedere in salotto e attesi che iniziasse a parlare: “Se io ti proponessi di metterci in affari e di mettere su un team insieme tu cosa risponderesti?”

Alzai un sopracciglio dubbiosa ma allo stesso tempo incuriosita dalla sua offerta: “Probabilmente la mia prima risposta sarebbe no ma se le condizioni sono buone e tu riesci a convincermi con buone proposte io potrei anche decidere di accettare la tua proposta”

Lui alzò di scatto la testa e da quel momento tra di noi nacque una stupenda collaborazione,perché si accettai la sua proposta; mi convinse con ottimi mezzi che, dopo tanto tempo, mi fecero sentire importante ed apprezzata.

Dopo circa 2 anni dalla creazione del nostro team decidemmo di tornare in Italia,a noi si erano aggiunte una ragazza Sophia,la migliore meccanica che la terra avesse mai visto,e Ryan colui che organizzava e gestiva gli affari e i soldi del team.

E così senza neanche rendermene conto mi affezionai a quelle persone che divennero la mia nuova famiglia.

Ma, anche se avevo trovato un barlume di felicità, non sarei mai stata in pace con me stessa finché non avessi vendicato la morte di mio fratello e l’occasione giunse da sola pochi mesi dopo il nostro trasferimento in Italia quando Ryan trovò una strana lettera davanti la porta della villa in cui vivevamo.

“Ti sfidano Scarlet,ma questa volta io ti consiglio caldamente di non accettare,c’è in gioco la tua vita.” Disse Ryan preoccupato.

Gli strappai la lettera dalle mani e i miei occhi si accesero d’ira.  Accettai la sfida,felice di poter finalmente tener fede alla mia promessa,andai nel mio garage,segreto anche ai miei compagni e presi quell’auto che, ora, meritavo a pieno titolo e mi diressi sul luogo della sfida. Lo stesso luogo che, ancora oggi, sapeva di morte e di sconfitta.

E ora,in questo istante,siedo nella mia auto pronta per vincere ancora una volta e pronta a vendicare la tua memoria,oggi vincerò questa corsa solo per te fratello mio.

Nell’auto a fianco c’è colui che ha tradito il vincolo d’amicizia che vi legava: Michael.

“Farai la stessa fine di tuo fratello ragazzina - disse ridendo – Arrenditi ora che puoi e ammetti la mia superiorità”

“Non cantar vittoria prima del previsto, perché potresti avere brutte sorprese e rimane deluso”

Siamo pronti e i motori rombano e ringhiano come tigri prima della lotta per il territorio,l’una tenta di impressionare l’altra.

Appena ci viene dato il via il mio piede cala sull’acceleratore: è la prima volta che guido quest’auto che,tra l’altro sono anni che è ferma,e spero non mi riservi brutte sorprese ma sinceramente non mi importa.

Siamo sempre testa a testa e io non riesco a superarlo e ci avviciniamo sempre più a quella fatidica curva e io devo riuscire a sorpassarlo prima.

Tutto è inutile,non riesco a sorpassarlo e la speranza mi sta abbandonando poi il mio sguardo cade su un mazzo di fuori in lontananza posato propri lì dove mio fratello perse la vita e in quel momento mi rendo conto che mio fratello non è mai stato dimenticato dagli Street Racers della nostra città e così la speranza torna nel mio cuore e con un’accelerata lo supero compiendo una curva perfetta.

Ai miei occhi la scena sembra compiersi a rallentatore,intorno a me i rumori si fanno ovattati e sento solo il mio martellante cuore che non accenna a fermarsi.

Ma dopo poco tutto è finito e io mi ritrovo al traguardo acclamata dalla folla in estasi.

Scendo dall’auto e Kail mi corre in contro e mi abbraccia come mai nessuno si era permesso di fare: “Per un attimo ho avuto il timore di perderti,quando sei arrivata a quella stramaledetta curva ero certo che non ce l’avresti fatta e invece…

I suoi occhi sono stranamente lucidi e io sento qualcosa sciogliersi dentro me e senza dargli la minima spiegazione lo bacio.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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