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Autore: Flos Ignis    19/08/2019    3 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Paure



Alec non perse tempo, dopo aver salutato in modo frettoloso sua sorella corse di sopra, indossò il cappotto autunnale sopra la semplice felpa nera che indossava per mascherare le nuove forme che il suo corpo stava pian piano assumendo, controllò di avere ancora entrambe le sue spade angeliche agganciate alla cintura e mise in spalla gli immancabili arco e faretra prima di precipitarsi fuori dall'Istituto.

Non ci mise molto a tornare a casa, ma quei minuti da solo lo aiutarono a schiarirsi i pensieri e a confermare tra sè la decisione che aveva appena preso: esporsi, aprirsi col suo compagno. Credeva di aver imparato ormai da tempo quella semplice lezione, ma la grandezza del guaio in cui si erano cacciati senza volerlo lo aveva fatto regredire ai vecchi sistemi di difesa, quelli che da ragazzino lo avevano tenuto lontano da qualsivoglia forma di legame umano in tutte le sue forme. Izzy e Jace erano solo le eccezioni che confermavano la regola.

A quei tempi era un illuso che credeva che la solitudine fosse l'unica soluzione possibile per proteggersi dalle ferite e dai dispiaceri inevitabili provocati dalle persone, dalle loro azioni sconsiderate e dalle parole crudeli; ci era voluto Magnus con tutto il suo travolgente amore, l'irresistibile carisma e l'infinita pazienza perchè Alec si decidesse a lasciarsi andare, a essere veramente se stesso alla luce del sole.

Non si trattava più solo di lui però, non più, e nemmeno di lui e Magnus come semplice coppia.

Era arrivato al portone di casa, perciò si concesse un minuto per calmare il respiro alterato leggermente dall'ansia inevitabile che lo ghermiva ogni volta che decideva di fare un salto nel vuoto e lasciar cadere un altro dei suoi muri, cosciente che Magnus avrebbe avuto accesso a un altro lato di lui, l'ennesima sfumatura del suo più intimo essere che gli mostrava.

Ogni singola volta aveva avuto una paura infinita che quella sarebbe stata l'ultima, perchè poi lo stregone non ne avrebbe più potuto di sopportare un ventenne pieno di paranoie e complessi con uno dei caratteri più scontrosi al mondo.

Ogni cosa che provava ultimamente inoltre era sempre più amplificata dai cambiamenti più intimi e profondi del suo corpo, che avvenivano tanto in fretta che la sua mente non riusciva a starci dietro. L'inevitabile risultato era che Alec si trovava preda di emozioni assolutamente incontrollabili e le sue reazioni erano amplificate di dieci volte. 

Un semplice dispiacere diventava causa di un pianto irrefrenabile, una leggera irritazione si trasformava in un violento scatto d'ira che inevitabilmente sfogava addosso a mobilio e sacchi da boxe, nonostante questi ultimi teoricamente gli erano preclusi fino alla nascita del bambino.

Rilasciò il respiro che aveva trattenuto, poi si decise a girare la chiave e fare un passo avanti nel'ingresso di quell'appartamento che sapeva di casa per il semplice motivo che, non appena aguzzava i sensi, era capace di percepire il profumo di Magnus in ogni angolo, lo zucchero bruciato prodotto dalla sua magia misto al sandalo che usavano come sapone... e, ultimamente, ogni giorno più del precedente, emergeva una nuova nota di calore e menta, che Magnus gli aveva detto di amare particolarmente quando lo respirava direttamente dalla sua pelle.

E siccome i suoi sensi iniziavano a risentire della mancanza di rune, non si accorse immediatamente della presenza del suo fidanzato, non fino a quando gli apparve davanti agli occhi, con un sorriso innamorato in volto e due bicchieri in mano.

-Ti ho percepito arrivare. Bentornato a casa, Alexander.-




Magnus sapeva di essere leggermente di parte, ma non potè trattenersi dal pensare che il suo ragazzo fosse divinamente magnifico, specialmente con le guance appena arrossate dalla frizzantina aria ottobrina di New York.

-Sei bellissimo, Alexander.-

E vedere quel rossore aumentare a causa dell'imbarazzo era fonte di estremo piacere per lo stregone.

Proprio come accadde in quel momento.

Trattenne a malapena un moto di dispiacere quando si vide privato del magnifico azzurro dei suoi occhi, distolti per l'istintiva timidezza che di tanto in tanto tornava fuori in modo prepotente e prendeva il controllo delle azioni del suo splendido uomo - in modo del tutto incomprensibile, tra l'altro, perchè era assolutamente innegabile che il fisico del cacciatore fosse statuario ed elegante in un modo che francamente Magnus riteneva illegale.

Stava perdendosi a contemplare i suoi lineamenti mascolini e i suoi movimenti impacciati ma inspiegabilmente affascinanti, e fu per questo che si perse gran parte delle parole di suddetto adone.

-...nus? Magnus, mi stai ascoltando?-

-Fiorellino, perdonami, ma la tua fiorente bellezza mi ha leggermente distratto. Potresti ripetere?-

-Sediamoci, devo parlarti.-

Ahi, guai in vista.

Dopo quattrocento anni su quella terra, Magnus aveva iniziato seriamente a detestare quella precisa scelta di parole.

Non portavano mai niente di buono, non secondo la sua esperienza.

-Stai male, tesoro? Qualcosa non va con il bambino?- il cuore aveva preso a battergli velocissimo a causa dell'ansia, e se fosse stato un altro uomo, uno con meno cinismo nelle vene, probabilmente avrebbe iniziato a pregare per qualche miracolo in quel momento. Uno qualunque, purchè gli venisse assicurato che tutto fosse a posto, che non stesse per accadere qualcosa di terribilmente irrimediabile.

-Va tutto bene, stiamo bene tutti e due. Respira, per l'Angelo!-

Alexander lo aveva preso per mano e si era seduto insieme a lui sull'ampio e confortevole divano color oro che troneggiava quella settimana nel loro salotto.

-Non si tratta di un problema di salute, il piccolo cresce senza problemi, Izzy me l'ha confermato non più di due ore fa e io mi sento bene. Non c'è niente di pericoloso a minacciarci, non più del solito almeno, qualche baruffa tra vampiri e mannari assolutamente contenibile e i soliti demoni in giro per la città.-

A ogni parola chiaramente sincera detta dal suo fidanzato lo stregone si rilassò, rilasciando di colpo l'aria che aveva incamerato da chissà quanto senza più rilasciarla per la tensione. Si sentì girare la testa per il sollievo, ma poi tornò a immergere gli occhi felini in quelli tanto amati, aspettandosi un "ma", chiaramente percepibile. Non avrebbe usato un tono tanto serio per chiedergli di parlare, in caso non fosse stato qualcosa di estremamente importante.

-Penso di aver avuto quasi un infarto. So che la mia immortalità può essere difficile da affrontare, ma cercare di farmi morire di infarto non è una soluzione molto gentile da parte tua, Fiorellino.-

Se aveva cercato di sdrammatizzare la situazione, si rese conto immediatamente di non esserci riuscito. Quando lasciava parlare il suo nervosismo finiva per dire un sacco di stupidaggini una dietro l'altra, e purtroppo ancora non era riuscito a sistemare quel suo difetto.

Alexander lo guardò davvero male, infastidito da quel commento inopportuno in così tanti modi che neppure c'era bisogno di elencarli tutti per trasmettere il suo disappunto. Aprì bocca per protestare sentitamente, ma Magnus lo bloccò mettendogli un dito davanti alla bocca, poggiandolo in modo leggero come una piuma il polpastrello alle sue labbra calde e rabbrividendo quando sentì il suo fiato così vicino a lui.

-Sono stato fuori luogo, mi dispiace molto. Possiamo fare finta che io non abbia detto qualcosa di tanto disdicevole e passare al motivo per cui sei così evidentemente preoccupato? Per favore? Dopo che avremo risolto qualunque cosa ti angusti tanto, potrai sfogarti insultando la mia mancanza di tatto quanto vorrai.-

Magnus vide i suoi occhi emozionarsi per le sue parole, velandosi leggermente, ma il moretto fece di tutto per nasconderlo. Era estremamente emotivo nell'ultimo periodo e lo stregone capiva che per una persona orgogliosa e indipendente come lui fosse un fattore difficile da gestire, per cui gli lasciò credere di non aver notato l'aria commossa e grata che lo permeava e giungeva fino a lui, rasserenandolo sul fatto che in qualche modo avesse posto rimedio alla tremenda gaffe appena compiuta.

-Va bene.-

Alexander ora era tornato a guardarlo fisso negli occhi, probabilmente cercando le parole giuste per comunicargli qualunque cosa fosse ciò che lo tormentava.

Parve non trovarle, perchè fece una smorfia adorabile che quasi fece perdere a Magnus cognizione di tempo e luogo, e per un pelo non si perse anche ciò che gli venne detto dal ragazzo al suo fianco.

-Puoi ripetere? Non sono sicuro di aver capito correttamente...-

-Hai sentito benissimo Magnus. Diventerò una donna.-




Note:
Vi chiedo solo una cosa: non uccidetemi. Non prima del prossimo capitolo almeno... giuro che spiegherò tutto per bene, ma se mi tirate il collo prima che finisca di scriverlo non avrete le vostre risposte. Quindi... spero di essere salva dalla ghigliottina - per ora.
Beh... spero che vi sia piaciuto e che continuerete a leggere!
Flos Ignis


  
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