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Autore: Bri2k04    20/08/2019    0 recensioni
Questa AU è un po' un insieme di molte idee. Sono partita da una frase di "Angie", ho riflettuto sul gossip fra David Bowie e Mick Jagger, e poi la storia si è sviluppata quasi da sola. È lievemente ironica, un po' romantica, poco erotica. Il mio primo tentativo di descrivere due persone mentre fanno l'amore - o meglio, mentre parlano dopo averlo fatto. Non so, sinceramente, come sia venuta: spero bene, temo male. A voi il giudizio, potete anche linciarmi e lapidarmi e non mi lamenterò.
_Dal testo:
"Sei serio? Hai chiamato una canzone con il nome della moglie del tuo amante?", chiese divertito il biondo. Si trovava sopra Mick, e lo stava guardando con sguardo famelico, assolutamente attratto da quell'uomo dai capelli castani e dagli occhi irresistibili.
L'altro, con un gesto secco, si spostò lateralmente, scambiando le posizioni e trovandosi a cavalcioni sul petto pallido di David. Si stupiva sempre della sua carnagione estremamente pallida, ed amava passare le labbra su di essa. "Ho chiamato una canzone con il nome della moglie del mio ragazzo.", lo corresse lui, con un sorrisetto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLA AVVERTENZA: in questa AU è descritta - pensavo di non doverlo mai dire - una scena lievemente erotica tra due uomini. Non aspettatevi chissà cosa perché è la prima scena di questo genere che scrivo, ed ho preferito concentrarmi più sul loro rapporto che al puro e semplice atto sessuale, ma dato che potrebbe darvi fastidio vi avviso prima.

Mick e David erano una cosa sola, quella notte. Non fu una cosa improvvisa, una scappatella che entrambi si potessero permettere. Non era uno di quei rapporti a cui si abbandonavano spesso i due, non si trattava di un divertimento. Il loro era un vero e proprio legame, anche se nessuno dei due lo comprendeva appieno, questo.

"Sei serio? Hai chiamato una canzone con il nome della moglie del tuo amante?", chiese divertito il biondo. Si trovava sopra Mick, e lo stava guardando con sguardo famelico, assolutamente attratto da quell'uomo dai capelli castani e dagli occhi irresistibili.

L'altro, con un gesto secco, si spostò lateralmente, scambiando le posizioni e trovandosi a cavalcioni sul petto pallido di David. Si stupiva sempre della sua carnagione estremamente pallida, ed amava passare le labbra su di essa. "Ho chiamato una canzone con il nome della moglie del mio ragazzo.", lo corresse lui, con un sorrisetto.

Si sporse in avanti, cercando di baciarlo, ma l'altro negò al castano quel contatto, con il sorriso sempre presente sul volto. "È la stessa cosa.", aveva ribattuto, continuando a guardarlo.

Mick si trovò costretto a deglutire di fronte ai suoi occhi che, come al solito, erano il suo punto debole. Quella pupilla più dilatata dell'altra, quello sguardo magnetico che sempre gli rivolgeva erano diventati ormai una droga per lui. "No, è diverso. Perché tu sei il mio ragazzo, non uno dei miei amanti.", disse, chinandosi dolcemente sul biondo per ottenere finalmente le tanto agognate labbra.

Ribaltarono ancora una volta le posizioni, i petti nudi a contatto ed un'espressione soddisfatta sul volto di entrambi. Il castano ansimava, e delle goccioline di sudore dovute al caldo e all'eccitazione gli imperlavano il corpo. Ma mai si sarebbe divincolato dalla stretta possessiva e piena di amore - un amore non tanto inconsapevole - dell'altro. "Ah, e allora tu avresti degli amanti, mh?", gli chiese il cantante, ridendo internamente dell'espressione sperduta che aveva acquisito Mick.
Ma questo si riprese velocemente dall'allusione dell'uomo che si trovava sopra di lui e lo teneva fermo contro il letto. "Potrebbe darsi.", rispose, sfidandolo con lo sguardo.

Negli occhi di David passò un lampo di gelosia, lampo che subito si trasformò in tempesta. Tempesta che invischiò irrimediabilmente il castano. Portò il busto in avanti, chinandosi sopra di lui e baciandogli possessivamente le labbra. In quel momento sembrò veramente incazzato, e lo dimostrò con i suoi gesti. Con le mani strinse le spalle di Mick, facendo provare a questi un brivido di piacere indescrivibile, e portò le ginocchia leggermente più indietro, permettendogli di sovrastare completamente l'altro.

Dalle labbra passò rapidamente alla mandibola, e poi al collo, facendo stringere le dita del castano sulle coperte quando iniziò ad alternare i baci a dei piccoli morsi. Con la lingua disegnava dei cerchi sulla pelle pallida di Mick, provocandogli dei brividi lungo tutta la schiena. "Sei mio, soltanto mio. E questo, ogni amante, ogni disinibita Angie che ti capiti nel letto lo deve capire. Sei mio, cazzo.", mormorò ad un certo punto, staccandosi dalla pelle ormai arrossata del leader dei Rolling Stones.

Il destinatario di quelle parole già ansimava sotto il respiro del biondo, succube dei suoi sospiri spezzati dall'eccitazione. Lo guardava, lo avrebbe sempre guardato, e non pensò nemmeno per un attimo di sottrarsi al biondo. David era seduto su di lui, e Mick era pienamente consapevole di trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto al cantante. Si sentiva protetto ed attaccato allo stesso tempo, ed amava quella sensazione di essere in bilico tra le due cose.

"Mio, chiaro?", chiese un'altra volta il biondo. Sembrava desideroso di una risposta, e Mick si divertiva nel non accontentarlo. Si trattava di un gioco, un gioco che divertiva entrambi. Tutta la loro relazione era un gioco, in fondo, nel quale entrambi volevano avere il predominio sull'altro.

"Non so, sai, quell'Angie...", mormorò lui, in attesa della reazione di Bowie.

L'altro ringhiò, chinandosi nuovamente sul castano per esplorare il suo petto con le labbra. Gli accarezzò i pettorali leggermente definiti, la forma perfetta delle sue spalle, soffiò sui suoi capezzoli, facendo rabbrividire Mick. "Quell'Angie se la vedrà con me.", mormorò, baciandogli possessivamente l'incavo del collo.

L'altro non riuscì a reprimere un gemito quando i denti di David entrarono a contatto con la sua pelle, lasciandogli un segno rosso. "Sei... Dio, sei perfetto.", disse quando il biondo praticamente si sdraiò su di lui, appoggiando parte del suo peso sul corpo dell'altro.

"E Angie, mh?", gli chiese, con uno sguardo di fuoco.

Il castano non riuscì a non sorridere mentre cercava le labbra di David, labbra che trovò senza alcun problema. "Angie...", riuscì a mormorare prima che l'altro irrompesse con la lingua fra le sue labbra, violando la sua bocca che tentava di uccidere il biondo tentandolo continuamente.

Il bacio non si interruppe subito: le loro lingue si intrecciarono perfettamente, le loro labbra continuavano ad aprirsi e chiudersi per guadagnarsi sempre un pezzetto in più rispetto all'altro. La loro era una lotta al potere, una guerra che non cessava di essere in atto neanche in quel momento. Mick si sentiva bene, si sentiva veramente bene fra le braccia nemmeno poi tanto esili di Bowie.

Aprirono gli occhi nello stesso momento, staccando le loro labbra ma senza staccarsi tra di loro. David appoggiò la testa sul petto dell'uomo più anziano di lui di cinque anni, ammettendo a se stesso che anche lui si sentiva bene con il castano.
"Mick...", sussurrò a quel punto.

L'altro iniziò ad accarezzargli i capelli, provando un senso di pace che nemmeno mentre cantava era così forte in lui. "Dimmi."

"E se ti dicessi che mi sono innamorato di te?"

Mick represse un risolino. "Ti direi che sei pazzo.", rispose.

Non si stavano guardando negli occhi: il petto del castano offriva un riparo troppo comodo per David. "Mi sono innamorato di te, Mick.", replicò il biondo, mormorando.

Nessuno voleva alzare la voce, nessuno desiderava spezzare quell'atmosfera quasi incantata che si era creata. "Nonostante abbia scritto una canzone con il nome di tua moglie come titolo?", chiese il castano ridacchiando.

L'altro assentì. "Nonostante questo."

Mick sembrò meditarci su per un attimo. "Di solito la gente si innamora del mio corpo, non di me.", disse, continuando ad accarezzare dolcemente il capo del biondo.

"Oh, ma io sono innamorato anche del tuo corpo, Mick.", sogghignò David. Il castano non lo poteva vedere, ma sapeva benissimo che l'altro stava ridendo. E non era una risata di scherno, la sua: era una di quelle fantastiche risate che gli scaldavano il cuore ogni volta che le arrivavano alle orecchie.

"Pervertito.", ridacchiò in risposta lui, dandogli un affettuoso schiaffo sul capo.

"Sono serio: cazzo, le tue mani sono divine, il tuo petto è assolutamente perfetto e il tuo-", iniziò David, elencando le caratteristiche che lo avevano fatto impazzire, quella notte come tante altre.

Venne interrotto dal castano, che con un gesto secco si spostò di lato, togliendo l'appoggio al cantante. Quest'ultimo, con la testa sepolta nel materasso, provò a mugugnare qualcosa, ma Mick fu più veloce: era già sopra di lui, con il petto appoggiato alla schiena diafana del Duca. Con le mani gli accarezzava la pelle, con le labbra gli lasciava baci umidi su tutta la superficie della schiena.

"Oh, ma stai zitto.", lo rimproverò tra un bacio e l'altro.
   
 
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