Serie TV > Law & Order
Segui la storia  |       
Autore: Yurha    21/08/2019    0 recensioni
Due persone. Due grandi amici. Due avvocati che lavorano in due città molto distanti tra loro, dove un solo telefono può farli sentire di nuovo vicini, come se fossero di nuovo l'uno difronte all'altra.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2

Lei sorrise per il modo in cui le chiese di tornare a New York da lui, ma oggettivamente non poteva mollare tutto come se nulla fosse stato.
«Mike, anche se ti immagino in ginocchio davanti a me che mi consegni le chiavi del tuo regno privato e lavorativo, non posso tornare a New York. La mia vita ora è qui, a Los Angeles. Anche se volessi, non potrei abbandonare tutto, ho degli obblighi importanti. Senza contare che sono ancora arrabbiata con te per ciò che hai detto a Dekker.» rispose con espressione divertita, prendendolo in giro sull’ultima parte della frase.
«E dai, perdonami. Giuro che in quel momento non sapevo a cosa stavo pensando.» disse Mike sorridendo.
«Lo immagino, signor ‘non-sapevo-a-cosa-stavo-pensando’, e ti dico anche che questa frase è la stessa che usi con Jack quando arrivano le inevitabili conseguenze di uno dei tuoi colpi di testa.»
Mike appoggiò entrambi i piedi sulla scrivania, facendo reclinare la poltrona e prendendo a dondolarsi appena. «..Comunque, parlando d’altro. Hai ricevuto il mio regalo?» chiese con nonchalance, riprendendo la pallina da baseball e rigirandola nella mano.
Connie sospirò chiudendo gli occhi, poi sorrise. «Sei sempre il solito. Quando non ti interessa più il discorso, cambi soggetto come niente.»
«Questa volta tocca a me dirti di non divagare, Consuela Rubirosa. Allora lo hai ricevuto?» chiese ancora con mezzo sorriso.
«Certo che l’ho ricevuto. È difficile non notare un fattorino con in braccio due dozzine di rose rosse che urla nel bel mezzo dell’ufficio di avere una consegna a mio nome.. Davanti a tutti, compreso il Procuratore Capo Hardin.» rispose sorridendo divertita e dolcemente al ricordo, ma anche provando di nuovo l’imbarazzo di quel giorno. «Giuro che avrei voluto sprofondare. Con quel gesto hai dato il via al gossip da ufficio nei miei confronti.»
«E io giuro che ho esplicitamente richiesto la discrezione più assoluta.» disse Mike con un leggero sarcasmo nella voce, mentre sorrideva divertito.
«Ma tu pensa. Mi sono trasferita a 2500 miglia a Sud-Ovest degli Stati Uniti e ancora non riesco a scampare alle tue buffonate. Incredibile, vero?» rispose ridendo.
«Guarda che lo so che vivi per le mie buffonate, signorina Rubirosa.» disse divertito.
«Su questo punto avrei da dire un paio di cosette..»
«Oh, andiamo. Tu sei come l’irraggiungibile déa ed io sono come lo zelante eroe, che fa l’impossibile per compiacerti, ma alla fine, come succede il più delle volte nella mitologia, l’eroe ci rimette le penne nel tentativo di compiacere o viene bellamente ignorato dalla déa in questione, qualunque cosa lui faccia. Però.. È alquanto triste la mitologia, non trovi?» concluse provando a tenere un tono scherzosamente solenne.
«Quindi tu saresti.. come uno zombie-stalker?» rispose lei dopo un paio di secondi di silenzio.
Lui rise. «Esatto. Ah, a proposito di azioni illegali, lo sai che parlare al cellulare mentre si è alla guida, è una di queste?»
«Tu hai mai visto il traffico di Los Angeles nell’ora di punta? Non ha proprio nulla a che fare con quello di New York, credimi. Sono ferma da più o meno un’ora proprio al di fuori del parcheggio esterno della Procura e poi sei collegato al bluetooth dell’auto.»
«Ti stai proprio dando alla pazza gioia, allora. Aspetta un secondo.. Sono al bluetooth dell’auto?! I passeggeri delle auto vicino alla tua avranno sentito tutto?» chiese, realizzando che una telefonata col vivavoce auto equivaleva al parlare al microfono in mezzo a Times Square a capodanno.
«Bhè, a giudicare dalle loro facce divertite, sembra proprio di si, anche perché alcuni hanno i finestrini abbassati.» rispose dopo essersi guardata un secondo intorno.
«Sai cosa ti dico? Chi se ne frega, io mi sto divertendo a farti compagnia in mezzo al traffico, anche perché, tenendo occupata la linea, non rischio un’ennesima chiamata da parte del mio Assistente, che, per la cronaca, ho spedito giù nell’archivio a cercare uno scatolone che forse non esiste neanche più dopo l’alluvione di qualche anno fa. Ma tornando un secondo a noi.. Non eri arrabbiata con me, circa cinque minuti fa?»
«Non te la sarai mica presa per la mia insinuazione, che poi, effettivamente, si è rivelata esatta. Dai, abbiamo passato di molto peggio negli anni trascorsi insieme.»
«E se ti dicessi che me la sono presa, che succede?» chiese col tono esatto che userebbe un bambino arrabbiato.
Lei rise. «Ti direi che non mi interessa. Ce l’ho con te, ricordi?» scherzò Connie, passandosi una mano nei capelli e spostandoli di lato.
«Giusto, giusto.. Ma cos’è questo fastidioso beep che sento?» chiese confuso, aggrottando le sopracciglia.
«Scusami, è l’avviso di chiamata. C’è Dekker sull’altra linea.»
«Chiudigli la chiamata, ora è il mio turno di parlare con te.» disse sorridendo.
«E se fosse importante?» chiese, anche lei sorridendo, nel sentire la sua voglia di continuare la conversazione.
«Stai per caso dicendo che io non lo sono? Lui ti vede e ti parla tutti i giorni, io invece no.»
«Allora te lo dirò domani, non appena ti chiamerò.» rispose sorridendo sempre di più nel sentire quanto lui desiderasse sentire la sua voce.
Lo sentì ridere sommessamente. «Tratterrò il respiro fino a quel momento, mia ex Assistente Procuratore Esecutivo.» disse facendo dondolare ancora la poltrona di pelle nera.
«Me lo prometti?»
«Certamente.»
«Ora devo andare.» disse, allungando la mano per chiudere la chiamata.
«Aspetta ancora un secondo.»
«Si?»
Mike ebbe un secondo di esitazione, ma subito ci ripensò. «No, niente. Ti auguro una buona serata e una buonanotte, Connie Rubirosa.»
Lei rise sommessamente, dolcemente, capendo cosa ci fosse nascosto in quella semplice frase e nel suo ripensamento. «Lo so. Mi manchi tanto anche tu, Michael Cutter. Ciao.»

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Law & Order / Vai alla pagina dell'autore: Yurha