Nota: Simba non è tornato in tempo alla Rupe dei Re, non è arrivato sufficientemente presto per impedire che sua madre e le leonesse subissero le conseguenze di una ribellione silenziosa e logorante.

 

She will never be yours

Lo sapevano entrambi, come sarebbe finita.
Lo sapevano eppure avevano continuato in quel modo, lui a pretendere un rispetto che non avrebbe mai avuto – non da lei – e lei diritti che non avrebbe mai ottenuto – non da lui.
E così avevano perseguito entrambi il rispettivo ideale, forse persino sentimento: Scar continuava a richiedere la sua presenza al proprio fianco, come sua regina, ma Sarabi si rifiutava ogni volta, ogni volta ottenendo soltanto maggior disprezzo e restrizioni per le leonesse.

Lo sapevano entrambi, che sarebbe finita.
Nel momento in cui sarebbe stato coinvolto indirettamente lui, l’origine della loro divergenza, il motivo del loro distacco, la ragione della loro disperazione.
« Io sono un re dieci volte migliore di quanto non fosse Murfasa! »
Calma trasformata in rabbia. Amore in odio. Desiderio in rancore.
« Tu non sei niente in confronto a Mufasa. »
La sentenza. Quella più dura, nuda, cruda. Quella che arriva al cuore e ne frantuma gli ultimi brandelli rimasti.

Fauci, ruggiti, zanne.
La colpì una volta e ne provò ribrezzo.
Ella si ribellò, e la colpì di nuovo.
Rabbia.
Non abbassò il muso, un altro colpo che la ferì maggiormente, lasciandole un segno.
Soddisfazione.
Cadde a terra, la leonessa, ed il re le fu immediatamente sopra, una zampa a tenerle il muso premuto sulla dura roccia.
Piacere.

« Nemmeno la vostra regina può nulla, contro di me! » Ruggì alle leonesse che, preoccupate, si erano alzate sulle quattro zampe, senza tuttavia intervenire. Un branco di iene le avrebbe uccise tutte quante, se solo ne fosse stato dato l’ordine, e per quanto Scar non fosse un leone imponente quanto Mufasa, rimaneva comunque più forte fisicamente di una leonessa.
Bloccata a terra, i muscoli incapaci di competere con quelli che la sovrastavano, sentì il fiato caldo del leone arrivarle fin troppo vicino.
« Sei mia, Sarabi. » un soffio roco, basso, prepotente. Un fremito la scosse come mai avrebbe voluto.
« E se ti opporrai ancora, le ucciderò tutte. Una per una. E del tuo amato branco, del branco del tuo amato marito, non resteranno che le carcasse divorate dalle mie iene. » E sapeva che fosse vero, che così sarebbe accaduto, se non si fosse arresa. Se non avesse ceduto – anima e corpo – dinnanzi a quel despota che nulla più del potere aveva desiderato. Persino più di lei.

Non aveva risposto. Sfregiata, umiliata e sconfitta, aveva potuto rialzarsi faticosamente da terra soltanto quando Scar aveva decretato la propria totale supremazia, sottomettendo definitivamente anche le leonesse.
Ma non lei.
No, lei si era piegata per aver salva la vita delle altre, e lui lo sapeva.
Lei si era piegata per guadagnare tempo, e lui lo sapeva.
Lui lo sapeva, che lei non lo avrebbe mai amato e che non sarebbe mai, mai, stata davvero sua.