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Autore: SweetPaperella    24/08/2019    4 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo trentadue 



Due anni dopo 

É mattina presto, Emma non si è sentita bene per tutta la notte e ha chiesto a Booth un giorno di permesso per potersi riposare, avendo vomitato più volte senza riuscire a riprendere sonno per la nausea. 
Il suo meraviglioso capitano, che ormai vive con lei già da un anno, si è occupato lui di portare Henry a scuola e le ha anche proposto di tornare a casa e saltare il lavoro anche lui per poterla aiutare in casa, ma la ragazza ha rifiutato prontamente, pensando che le servisse solo un po’ di riposo per riprendersi. Killian oltre a collaborare con Regina, adesso collabora come detective attivamente anche con lei e Booth in centrale.
È sul divano a guardare la tv, quando improvvisamente una pubblicità le fa venire un pensiero, uno spiacevole pensiero. Inizia a contare mentalmente, sempre più nel panico, ma non riesce proprio a ricordarsi ciò che deve. Si alza di scatto e viene colpita da un capogiro, essendosi alzata troppo velocemente e visto anche le sue condizioni fisiche. Ma ciò che deve fare non può aspettare... Arriva davanti al calendario e inizia a sfogliare per andare al mese precedente. Nel vedere ciò che cerca, nero su bianco sotto i suoi occhi, si deve appoggiare al bancone della cucina per non crollare veramente stavolta. 
Il panico inizia a impossessarsi di di lei e non riesce a capacitarsi di come possa essere successo, in realtà lo sa benissimo come può essere successo, ma è anche impossibile perché lei prende la pillola. Mentalmente inizia a pensare che cosa abbia fatto per annullare l’effetto della pillola e poi si ricorda di aver preso l’antibiotico per l’influenza che le ha contagiato Henry qualche settimana prima. Si siede sul divano completamente bianca in volto e cerca di pensare che forse si sta sbagliando, sicuramente si sta sbagliando. 
Afferra il cellulare che, per fortuna, è proprio accanto a sé e compone il numero dell’unica persona in grado di calmarla in una situazione del genere e soprattutto di aiutarla se davvero avesse ragione. Sua madre. 
Regina, risponde prontamente dopo pochi squilli, non particolarmente impegnata a lavoro quel giorno.
«Mamma, puoi venire da me?» chiede prontamente Emma, non appena la donna risponde alla sua chiamata, la sua voce tradisce la sua agitazione e infatti, Regina se ne accorge subito.
«Emma cos’è successo?» chiede preoccupata che le possa essere successo qualcosa, ha saputo che è stata male tutta la notte, ma ha pensato a una banale influenza, se ora la chiama così allarmata deve per forza essere successo qualcosa di più serio. 
«Sbrigati, ti prego e passa anche in farmacia venendo.» le dice, non vorrebbe dirglielo per telefono, non è una cosa da affrontare in una conversazione telefonica e poi ha bisogno di dirgliela guardandola negli occhi, ma non può fare altrimenti se vuole che passi a prendere ciò che le serve. 
Ma ciò di cui sicuramente ha bisogno é del suo sostegno per affrontare ciò e fare ciò che deve.
«A comprare che cosa?»
«Un test di gravidanza.»
Regina sbianca letteralmente a quelle parole e non sa davvero che altro aggiungere e le dice semplicemente di darle venti minuti e sarebbe stata da lei. Esce dallo studio inventando una scusa con David, non può dirgli di certo che sua figlia ventenne sospetta di essere incinta, ne morirebbe, per poi resuscitare e andare a uccidere Jones in seduta stante. Per poi probabilmente morire nuovamente. 
Arriva a casa di Emma in poco tempo, avendo capito che lei sicuramente è nel panico più profondo e che ha bisogno di essere rassicurata. Se pur, in realtà, è nel panico più totale anche lei, non si aspettava di certo di poter diventare nuovamente nonna così presto, anche se non è ancora detto nulla, potrebbe essere benissimo un falso allarme. 
Bussa alla sua porta e Emma prontamente va ad aprire. La trascina quasi dentro casa e non è proprio da lei un comportamento del genere, ma è davvero nervosa e ha paura di essere incinta. Non sa nemmeno se è pronta a fare nuovamente la madre, con Henry è vero, è stato tutto semplice, ma lo è stato anche grazie l’aiuto di Regina che passo, passo l’ha guidata facendole capire come comportarsi in ogni situazione. Ora, sarebbe da sola a crescerla, c’è in realtà proprio sola no, ha il suo Killian accanto, ma non hanno mai ancora affrontato la conversazione bambini, visto la loro giovane età. 
«Ho paura, mamma. Non so che cosa pensare... Io e Killian non abbiamo mai parlato di bambini e non pensavo che ci sarebbe stato questo rischio così presto.» ha il test in mano, ma ancora non ha trovato il coraggio di andare in bagno per accertarsi che sia davvero incinta. Ha bisogno prima di sfogarsi. Conoscere il pensiero di Regina a riguardo. 
«Tesoro, calmati okay? È sicuramente presto sono d’accordo, ma possiamo affrontarlo insieme. E sono sicura che Killian non si tirerà di certo indietro, ti ama pazzamente.» non la sta giudicando ovviamente, non vuole di certo farlo e se dovesse essere incinta, le starà vicino, ma non può negare che sia sconvolta. 
«Si è annullato l’effetto della pillola con l’antibiotico, io non ci ho proprio pensato...» risponde prontamente, ma sa benissimo che sua madre ha ragione, perfettamente ragione a riguardo, avrebbero dovuto stare più attenti. Ma è felice che non la stia giudicando.
«Allora, adesso calmati e vai a fare questo test, se sarà positivo prenderemo una decisione, okay? Insieme.» le dice cercando di spingerla verso il bagno. Emma annuisce e prima di andare l’abbraccia. Ha bisogno di sentire il suo calore, la sua protezione.
Non è la prima volta che fa un test di gravidanza, ma esattamente come la prima volta è nervosa, con la differenza che stavolta non è da sola, ma c’è la sua mamma accanto a lei, proprio come l’avrebbe voluta la prima volta. 
Fa il test e poi con la scatolina in mano, torna verso Regina. 
In quei cinque minuti d’attesa,  che in realtà non sembrano tali, ma decisamente molto di più, Emma inizia a pensare che a un nuovo bambino per casa. Pensando a un piccolo Jones o una piccola Jones il sorriso le compare sul volto, ma poi se pensa a Henry e Killian tornano le paure. Non può sapere se suo figlio la prenda bene e tanto meno se Killian vuole avere bambini, ne hanno parlato una volta ma per scherzare, non si sono mai davvero soffermati a pensare all’eventualità di allargare la famiglia, quanto meno lei. Inoltre, ha paura di non essere una brava mamma, è vero Henry è cresciuto bene, ma è stato anche grazie a Regina. È anche vero che ora sarebbe più preparata, ma non può non essere spaventata all’idea di sbagliare qualcosa, che non possa essere un bravo genitore. Ansia, agitazione si mescolano a felicità ed emozione e non sa davvero quale delle due predomini in lei. 
Regina la guarda immaginando i suoi pensieri. I suoi invece, sono ugualmente in totale contrasto, se da una parte è felice di diventare nonna, dall’altra é consapevole che sia davvero troppo presto per lei e Killian mettere su famiglia, ormai stanno insieme da due anni, questo sì, da uno convivono e vanno molto d’accordo, nonostante qualche alto e basso e litigata di coppia normalissima. Ciò non toglie però, che sono ugualmente molto giovani per un passo del genere, Emma ha solo vent’anni, lui ne ha ventisette, ma è comunque piccolo per affrontare una gravidanza. Avrebbero dovuto stare più attenti. Ormai, se è incinta il danno è fatto e non può di certo rimproverarli per ciò. Sicuramente le starà accanto, com’è giusto che sia. Non sarà altrettanto facile dirlo a David e sinceramente anche questo preoccupa la donna. 
Al termine dei cinque minuti, la più giovane tira fuori il bastoncino di plastica dalla scatola e lo guarda. Il libretto di istruzioni dice: due strisce incinta, una non incinta. È chiarissimo. Lo guarda e ciò che compare davanti ai suoi occhi la fa sbiancare e per fortuna è seduta sul divano o sarebbe potuta davvero svenire.
Due linee. 
Positivo. Incinta.
Lo passa a Regina senza dire una parola e anche lei guarda a sua volta, rimanendo ad osservare il bastoncino come se potesse cambiare l’esito, ma ciò non è possibile.
«E ora?» chiede la ragazza guardando sua madre. È incinta, ormai è certo. Le nausee che ha da qualche giorno sono la prova e poi ieri sera ha vomitato tutta la cena e il senso di nausea non l’ha abbandonata per tutta la notte, il ritardo nel ciclo, il test... Si dà dell’incosciente da sola.
«Ora ti dico una cosa Emma, sarei una bravissima mamma. È presto, hai solo vent’anni e sinceramente speravo di diventare nuovamente nonna un po’ più avanti, ma... Puoi farcela anche stavolta. Con Henry hai fatto uno splendido lavoro, sai anche tu che puoi farcela e poi stavolta non sei sola, c’è Killian con te.» le dice cercando di farle capire che può farcela, ha intuito perfettamente la sue paure, i suoi timori e ora vuole cercare di farle capire che è più in gamba di quello che crede. Con il loro piccolo, è stata una mamma eccezionale, nonostante la sua giovanissima età. 
«Dici? Ma magari con Henry è stata solo fortuna. E poi avevo te al mio fianco...»
«No, non è lo è stata e io ho fatto ben poco, lo sai. Comunque non sei sola, ti staremo accanto tutti.» 
«Piuttosto... David. Sai che non la prenderà bene vero?» le dice, ecco, questa è una cosa che ancora non aveva considerato. Suo padre. Lui non la prenderà affatto bene. Ha accetto Henry solo perché non aveva Neal sotto mano e non poteva dichiarare i suoi veri sentimenti a riguardo, visto che all’epoca doveva nascondersi dietro la facciata dell’amico, ma ora è diverso. Il loro rapporto è cambiato e Killian subirà una bella lavata di capo. 
«Glielo diremo insieme, organizziamo una cena tutti insieme qui.» le propone Regina e la ragazza decide di accettare, anche perché deve dirglielo, non è che può nascondere la gravidanza ancora a lungo, ora è solo alle prime settimane, ma prima o poi la pancia inizierà a vedersi. 
Intanto devo pensare a un modo per dirlo a Killian e non per nulla facile, tanto meno doverlo dire a Henry, teme che quest’ultimo possa rimanerci male. Ha solo sei anni, se pur chiede sempre in fratellino o una sorellina, quando poi arriva magari inizia a diventare geloso. Lo è stata lei un po’ del piccolo Andrew, nel vederlo in braccio a David e tutte le attenzioni che lui le dava e che lei non ha ricevuto... Ma la situazione é anche diversa. 
Parlerà con Henry quel pomeriggio stesso appena lo va a prendere a scuola, si sente molto meglio e le nausee al momento sembrano essersi un po’ attenuante. Lo porta a prendere un gelato. 
Ora però, l’unica cosa che vuole fare è abbracciare la sua mamma ed é ciò che fa. 


Quel pomeriggio, Henry quando la sua mamma l’ha portato nel loro solito posto a mangiare il gelato, ha capito subito che lei avesse qualcosa da dirgli. Ha iniziato da poco la prima elementare e se prima era un bambino intelligente e sveglio, da quando ha iniziato ad andare  a scuola, lo è diventato ancora di più. È attento, scaltro, furbo, intelligente e non gli sfugge nulla. Non a caso, è uno tra i più bravi della classe ed Emma è davvero fiera di lui. 
Il bambino aspetta che sia la sua mamma a parlare, ma vedendo che non ha nessuna intenzione di dirgli ciò che deve e che anzi, sta tergiversando per prendere tempo, è lui a chiederglielo. 
«Mamma, cosa devi dirmi?» 
«Ragazzino, cosa ti fa credere che io abbia qualcosa da dirti?» classico modo di Emma per prendere ancora un po’ di tempo. 
«Il fatto che tu mi abbia portato qui, di solito mi ci porti solo quando devi dirmi qualcosa di importante.» le risponde il bambino e spera che non sia nulla di grave, che non sia legato al fatto che sia stata male, infatti quella mattina è stato Killian a portarlo a scuola. Studia il suo viso e si rende conto che in realtà non è preoccupata e si rilassa nuovamente. 
«Ti piace ancora l’idea di un fratellino o una sorellina?». Chiede Emma a quel punto, lo ha sempre chiesto con insistenza, ma da un po’ ha smesso di farlo, quindi vuole testare il terreno prima. 
Henry annuisce, certo che gli piace l’idea. Lui ha sempre desiderato un compagno di giochi e anche se adesso è più grande è felice lo stesso. Se è un fratellino può insegnargli a giocare a calcio o divertirsi insieme a giocare ai pirati. Se è una sorellina, le starà accanto proteggendola e prendendosi cura di lei, da perfetto fratello maggiore. Quella domanda immagina che non sia causale e sorride, per far capire a sua mamma che se vuole dirgli che presto arriverà un fratellino o una sorellina, lui è ben felice. 
«Quindi, se ti dicessi che potrei essere incinta, tu saresti felice?»
«Si mamma, moltissimo! Sai già se sarà un maschio o una femmina? Ma voglio decidere io il nome capito?» chiede deciso ed Emma si rilassa improvvisamente, il suo ragazzino è felice. 
Henry è un fiume in piena e racconta alla sua mamma, talmente è euforico, anche di tutte le cose che farà con il suo fratellino o con la sua sorellina. 
«Non so ancora che cosa sia, ma sarai il primo a cui lo dirò, anzi ti porto con me a scoprirlo.» coinvolgendolo, vuole che lui sia coinvolto fin dal primo istante e che faccia il fratello maggior proprio come ha detto di voler fare. 
Il bambino annuisce e per tutto il resto del pomeriggio non fanno altro che parlare della sua gravidanza e della nascita, quando sarà, quando inizieranno a pensare ai nomi... Tante cose, tanto che Emma improvvisamente si ritrova coinvolta nell’entusiasmo di suo figlio, accorgendosi che adesso che lo sa lui, si sente più rilassata. Felice. Inizia davvero ad abituarsi all’idea di essere nuovamente mamma. Si sfiora il ventre e sorride sinceramente per la prima volta da quando ha scoperto la lieta notizia.
Ora manca da dirlo a Killian e grazie a Henry, trova l’idea perfetta per poterglielo dire. 
Il bambino ha voluto sapere come avesse scoperto di essere incinta di lui ed Emma, in quella circostanza si è ricordata del primo regalo ricevuto proprio da Regina, che le ha fatto quando é nato Henry. Delle scarpette fatte a mano, di colore bianco. Vuole prenderle, le ha conservate in uno scatolone che ha in garage e farle trovare a Killian. 
La sera infatti, appena ha messo a letto Henry e aver letto un po’ la storia della buonanotte, ancora abitudine del bambino, anche se ora la legge lui; Emma torna in salotto e si avvicina al suo meraviglioso uomo, che intanto sta sistemando la cucina e le pentole nella lavastoviglie. È un perfetto uomo di casa. 
Emma ha preso le scarpine e se l’è messe dietro alla schiena. 
«Se indovini che cosa ho da mostrarti ti dò un bacio.» gli dice alle sue spalle e il suo pirata nel sentire la sua voce si volta a guardarla. 
«Se è uno dei tuoi nuovi completi sexy, non mi limiterò a un bacio e non mi frenerà neanche il fatto che stanotte sei stata male...» le dice malizioso. 
«Porco! Non riguarda niente di quel che pensi... È qualcosa di molto particolare.» ridendo a ciò che ha detto, ma poi tornando subito seria. Immagina che non indovinerà mai e così, da dietro alla schiena tira fuori le due scarpette. 
Killian le guarda confuso, non riesce a capire che cosa lei gli voglia dire, in realtà lo capisce perfettamente, ma teme di poter mal interpretare le sue parole e quindi non riesce davvero a dire nulla.
«Erano di Henry, ma... Chissà potrebbe indossarle anche il nostro piccolino o la nostra piccolina appena nasce.» gli dice, vede il suo sguardo tra il confuso e l’emozionato. Capisce subito che ha capito, ma che non sa se dirlo o meno, se è quello o meno. Glielo dice lei. 
«Love, sei...» le parole gli muoiono in bocca, ma i suoi occhi parlano chiaro. Brillano di pura felicità. È l’uomo più felice del mondo.  
«Si Killian, sono incinta.» riesce a dire in un sussurro. Emozionata anche lei nel vederlo così. 
Lui in risposta la prende per i fianchi e la fa volteggiare tra le sue braccia, per poi baciarla con dolcezza. La poggia a terra e si sposta verso il suo ventre, alzandole la maglietta inizia a parlare con la piccola principessa o il piccolo pirata che cresce dentro di essa. Il frutto del loro amore. 
«Ehi piccolina o piccolino, non sono ancora se sei un piccolo pirata o una piccola principessa, ma sento già di amarti sai? La tua mamma con questa notizia mi ha reso l’uomo più felice del mondo.» accarezzando dolcemente il suo ventre e poi rialzando lo sguardo su di Emma. Nota subita che lei ha gli occhi lucidi per l’emozione e la bacia nuovamente con trasporto, andando subito a cercare la sua lingua. È un bacio passionale, carico di amore, emozioni inespresse a parole, ma che tramite di esso si stanno dicendo. Stanno esprimendo tramite quel bacio il loro amore, la loro felicità. 
Si separano solo per andarsi a sedere sul divano e parlarne. Raccontarsi ogni cosa, le loro paure, i timori. Emma gli racconta i suoi, ma anche Killian ne ha tante di paure. Ha paura di non saper fare il padre, di non essere in grado di capire i pianti del suo bambino, di non sapere gestire le sue crisi, ha paure di tante cose. Parlarne e confrontarsi con la sua Emma però lo fa sentire più sicuro, sapere che anche lei è spaventata, gli fa capire che è normale provare tutto ciò. Ma che insieme possono affrontare qualsiasi cosa. 
Un nuovo percorso della loro vita è appena iniziato e per quanto possa spaventare entrambi. Se stanno insieme, possono affrontare ogni ostacolo. 
Il giorno dopo Emma organizza una cena a casa sua per dirlo a suo padre e a Mary naturalmente, ma non è lei che spaventa la ragazza. Anzi, è sicura che a donna sarà felicissima alla notizia, ancora più felice quando si renderà conto che il suo piccolo ometto, Andrew, che ora ha due anni, avrà presto una nuova compagnia con cui giocare. Ciò che la spaventa è la reazione di David. È sicura che lui non la prenderà affatto bene e sinceramente non sa nemmeno come dirglielo. 
Emma per tutta la mattina è stata nervosa e agitata, ha provato a farsi un discorso mentale ma ogni cosa che ha pensato, l’ha scartata categoricamente. Ogni cosa che dirà è ovvio che suo padre andrà fuori di matto, ci è andata lei, ci è andata perfino Regina se pur abbia cercato di non darlo a vedere e rassicurarla il più possibile... L’unico che sembra sereno è Killian, anzi, a dirla tutta a lui diverte da morire l’idea di far impazzire il povero David, o principino come ha iniziato a chiamarlo, visto che David lo rimprovera sempre chiamandolo “pirata”. Punzecchiarsi a vicenda ormai è il loro pane quotidiano ed è per questo che il ragazzo è sereno e tranquillo, si vuole proprio gustare la faccia di suo suocero alla notizia.
«Fossi in te Killian non sarei così tranquillo, mio padre ti ucciderà nella peggiore delle ipotesi.» gli dice Emma vedendolo rilassato ad aspettare l’arrivo degli ospiti guardando tranquillamente la tv. 
«Prima ci deve riuscire. E poi, sempre se sopravvive alla notizia, io penso che morirà nell’istante in cui glielo diremo.» se la ride di gusto a immaginare la scena ed Emma sbianca al solo pensiero.
«Pure tu hai ragione. Sarò responsabile della morte di mio padre, prematuramente.»
«Oh si, già immagino i titoli del telegiornale: principino, muore dopo aver appreso che sua figlia ventenne fosse incinta del suo compagno pirata. Sarebbe un vero spasso.» le dice per ironizzare ancora una volta ed Emma scoppia a ridere di gusto. 
Proprio in quel momento però, sentono suonare alla porta e a correre ad aprire è Henry, impaziente di giocare con Roland. Il suo ragazzino non è per niente preoccupato, lui è felicissimo di avere presto un compagno di giochi, che non immagina minimamente le preoccupazioni della sua mamma. 
Prima che Emma possa accogliere gli ospiti in casa, Killian le da un bacio sulle le labbra e le dice che andrà tutto bene. Gioca, ironizza, scherza, ma sa anche rassicurarla con parole piena di amore e ogni volta le dimostra la sua costante vicinanza. 
Si siedono tutti a tavola a mangiare ciò che Emma ha preparato per l’occasione, facendole i complimenti per essere migliorata molto in cucina. 
Ma lei, non è per niente di compagnia a dire il vero, continua a spostare lo sguardo da Regina al suo piatto. La donna le fa segno di dire tutto ed Emma ogni occasione tergiversa o si limita ad ascoltare le conversazioni altrui. Come può dire a suo padre che è incinta senza fargli avere un infarto? Non lo sa proprio, forse non esiste un modo giusto, deve dirglielo e basta. 
Ha ancora lo sguardo puntato verso il suo piatto, quando finalmente riesce a dirlo. 
«Sono incinta.» esclama, non accorgendosi che David proprio in quel preciso istante si è portato alla bocca il bicchiere del vino e sentendo quelle parole, gli va tutto di traverso. 
Mary Margaret si alza immediatamente per abbracciare Emma, mentre Robin aiuta David a riprendersi, battendo la mano sulla sua schiena, è quello più vicino. Immagina che sia traumatico ricevere una notizia del genere ed è felice di avere un figlio maschio, sarebbe geloso e iperprotettivo anche lui con una femmina. Se pur per Robin ormai Emma un po’ lo è, non è la stessa cosa, anzi... Lui è felicissimo del fatto che sia incinta. 
«Che sei tu? È uno scherzo vero? Hai vent’anni. Tu brutto pirata, non sai che esistono le precauzioni?»
«Cavolo, davvero? Non lo sapevo. Grazie che me lo hai detto, la prossima volta staremo attenti... Ti pensi che non le usiamo? Magari è successo e basta, ma siamo lo stesso felici. Io sono l’uomo più felice del mondo. E anche Emma è felice.» gli risponde a tono Killian. 
«Killian!!!!» lo rimprovera Emma per quella risposta un po’ acida e poi si rivolge lei stessa a suo padre: «Ascolta non ti sto qui a spiegare come mai è successo... Ma ormai questo bambino o questa bambina c’è, esiste. E io già lo amo, nonostante la paura iniziale. Sono felice e vorrei che lo fossi anche tu, anche se è presto e non era previsto che accadesse ora.»
«Io posso pure essere felice, ma da padre é normale che mi preoccupi. Sei ancora giovane, hai iniziato da poco a lavorare seriamente, non siete nemmeno sposati... Capisci che niente è andato come doveva andare?» è confuso, frastornato. Non riesce davvero a capire come tutti possono essere così tranquilli, lui vorrebbe solo spaccare la faccia a Killian che ha messo incinta la sua bambina proprio ora, proprio adesso che é ancora così giovane e si sta finalmente costruendo il suo futuro, poi lei ha già un bambino, il suo Henry. 
«No, niente è andato come doveva andare. Ripeto, non avevamo programmato questa gravidanza... Ma è accaduto e spero che, tu possa accettarlo prima o poi, perché papà, ho bisogno anche di te per affrontarlo. Di nuovo e così presto.» continua Emma, capisce il suo punto di vista, anche lei pensa che sia presto, è la prima cosa che ha pensato e le sue paure sono state dovute proprio al fatto che non l’avesse minimamente programmato, ma ora già sente di amare quella piccola creaturina che cresce dentro di lei. E come ha detto a suo padre, ora come ora, ha bisogno anche del suo appoggio. Ci è rimasta male per le sue parole, ma cerca di passarci sopra, vuole passarci sopra.
«Scusami, hai ragione... Ho avuto la mia solita reazione da padre geloso. Ma come puoi darmi torto? È ovvio che ti starò accanto, Emma, ti starò sempre accanto, anche quando non condividerò le tue scelte.» come in quel caso, pensa che avrebbero dovuto stare più attenti, che se non era programmato di fare figli, dovevano preoccuparsi di più di usare precauzioni, di accertarsi che queste fossero funzionati correttamente. Ma è anche ovvio che starà vicino alla sua bambina in ogni caso, ha promesso che non la lascerà più sola, nel bene e nel male, ed è ciò che farà. Si alza dalla sedia e si avvicina ad abbracciare Emma, per dimostrarle con i gesti ciò che le ha appena detto anche a parole. Lui c’è, lui ci sarà sempre. La ragazza lo abbraccia a sua volta e finalmente si sente più rilassata, finalmente ora che lo sa anche lui, può davvero godersi il periodo più bello, ma anche il più stressante della sua vita, con una nuova consapevolezza, stavolta non sarà sola. 
«Ma un discorsetto a te pirata, non te lo toglie nessuno.» dice separandosi da sua figlia e guardando con fare minaccioso il ragazzo al suo fianco. Vorrebbe in realtà ucciderlo con le sue mani, ma sa che non può farlo per due ragioni, Regina e Mary non glielo permetterebbero e soprattutto, non può di certo lasciare sua figlia senza il padre del suo bambino. Una bella ramanzina però non gliela toglie nessuno, deve avvisarlo e fargli capire che ora ha ulteriori responsabilità.
«Uno: Se proprio dovete fare ciò che dovete, la prossima volta almeno state attenti o ti ritrovi in un posto così sperduto che tornare a casa ti sarà impossibile. Due: Ora hai in mano, non solo la vita di Emma ed Henry, ma anche di un altro mio nipotino, se la fai soffrire o li fai soffrire, farai la stessa fine del punto uno. Tre: Sono felice per voi, ma ti tengo d’occhio, pirata.» non riesce ancora ad accettare che sua figlia abbia un fidanzato, figuriamoci a pensarla con lui in atteggiamenti intimi, non riesce proprio a superarlo un trauma del genere, per lui rimane sempre la sua bambina. 
A interrompere quel battibecco padre/figlia, anche se si è decisamente allentata la tensione, è Henry, che si posiziona vicino alla sua mamma, felice di poter finalmente condividere con tutti la notizia che presto diventerà un fratello maggiore. 
Emma lo stringe a sua volta e gli dà un bacio sulla fronte. Il suo ragazzino. È così maturo e intelligente ed è davvero sicura che sarà un fantastico fratello più grande. 
Il pranzo prosegue, pensando al possibile sesso del nascituro, anche se è effettivamente presto ancora per parlarne. 
Ma in fondo, per un solo giorno, un giorno e basta si può essere felici senza pensare al domani e godersi solo il presente, con accanto solo le persone che si amano. 
E sono tutti lì, la sua famiglia. La sua meravigliosa famiglia, la quale è sempre stata tale, nonostante le bugie, i litigi, la lontananza, nonostante tutto. Ed è felice. Felice e basta. 
 









Spazio autrice: Ciao a tutti, buon sabato ed eccoci qui giunti a pubblicare il penultimo capitolo di questa storia... Mi inizia già a prendere un po’ a male a sapere che siamo giunti alla fine, mi dedico da questa storia dai primi di gennaio, ora siamo ad agosto e quindi, consentitemi un po’ di malinconia, nonostante manchi ancora il capitolo finale e io stia già scrivendo il sequel (sono al capitolo tre del sequel, quindi posso dirvi che è certezza che ci sarà. Ma vi dico qualcosina in merito, a conclusione di questa storia).
Ora... ora godetevi questo capitolo sulla scoperta di Emma di essere incinta. Ve lo aspettavate? Era questo il “piccolo” colpo di scena che avevo anticipato nel precedente capitolo. E ditemi, voi preferite un piccolo pirata o una piccola principessa? Che cosa sarà? :P Ovviamente, lo scoprirete nell’epilogo di questa storia.
Detto ciò, fatemi sapere che come sempre che cosa ne pensate e nel mentre vi do appuntamento a settimana prossima... Vi auguro una buona giornata. A prestissimo.
   
 
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