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Autore: JakeBlack9    25/08/2019    0 recensioni
Ethan è quello che tutti definirebbero "nato con la camicia": famiglia ricca, di bell'aspetto, intelligente e popolare.
Sebastian, invece, proviene da una situazione economica difficile, è pallido e magrolino, e prova un'estrema fobia nei confronti delle persone.
Un giorno come tanti la loro routine viene spaccata a metà, e i due si ritrovano a dover passare la giornata insieme: Ethan è davvero così perfetto come appare? E Sebastian cosa nasconde dietro al muro che lui stesso ha creato?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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È mattina a Boston, una regolare mattina come tante. Villa Wallace è ancora silenziosa, all'esterno è possibile udire solo il cinguettio degli uccellini più mattinieri, appollaiati sui rami degli alberi nel grande giardino sul retro. Al secondo piano, però, nella camera da letto che dà sul giardino, una sveglia comincia a suonare: sono le sette in punto.

Un grugnito, un rapido tocco sul telefono che sta suonando per via della sveglia, ed ecco che gli occhi verdi di Ethan Wallace si aprono pigramente; ha fatto tardi la sera prima chiacchierando sul gruppo che riunisce i suoi migliori amici, sono andati avanti fino alle due di mattina scambiandosi meme e immagini divertenti, senza fare i conti con le appena cinque ore di sonno di cui tutti hanno potuto beneficiare. La mente del ragazzo è ancora nel mondo dei sogni, e il corpo si accontenta di eseguire le azioni meccaniche che ripete ogni giorno: in pochi secondi riesce a trovare la forza di alzarsi dal letto, camminare strisciando i piedi fino al bagno e sciacquarsi la faccia nel tentativo di svegliarsi del tutto. Sopra al lavandino il grande specchio lucido gli mostra finalmente un'immagine chiara del suo aspetto; si osserva per qualche secondo, soffermandosi un pochino di più sui capelli castani spettinati e lunghi fino qualche centimetro sotto i lobi e che implorano di essere rimessi in ordine. Passa poi al controllo brufoli, non trovando niente come al solito e posando lo sguardo sulla crema posata là vicino, che verrà utilizzata più tardi. Infine si guarda negli occhi, dandosi mentalmente la carica per la giornata, una pratica che utilizza ogni giorno da più di otto anni per attivare il personaggio solare e attivo che interpreta ogni giorno nella società. Finalmente esce dal bagno, torna nella grande camera rendendosi conto solo in quel momento del caos: la prima cosa che viene notata è la grande scrivania che dovrebbe ospitare solo il suo computer fisso e qualche portapenne contenente il materiale per scrivere e studiare, ma che invece è sommersa di fogli, quaderni, appunti e bottiglie d'acqua vuote; spostando lo sguardo sulla destra il divanetto di pelle bianco si ritrova invaso dai vestiti del giorno prima, buttati là per mancanza di voglia del proprietario, proprio sopra ai controller della console attaccata alla grande TV al plasma appesa sul muro davanti al divanetto; sulla sinistra, invece, il letto sembra essere l'elemento più in ordine, in quanto solo la coperta è stata scostata per uscire pochi minuti prima, e solo al guardarla una parte del ragazzo vorrebbe solo rimettersi là sotto; non osa aprire l'armadio se non quando dopo colazione dovrà vestirsi, sicuramente sarà stato invaso dai vestiti caduti dalle grucce e non riappesi sempre per mancanza di voglia; nota infine che uno dei suoi poster è caduto, ma fa spallucce, lo riappenderà nel pomeriggio. Oggi è lunedì, quindi la domestica verrà in mattinata per pulire e riordinare la casa, non è un suo problema mettere in ordine, almeno per oggi.

Il tempo di prendere il telefono dal comodino vicino al letto, anch'esso ricolmo di oggetti tra cui una lampada, un libro letto a metà, un'altra bottiglietta dell'acqua vuota e il caricabatterie del telefono, e prendere lo zaino rosso per portarlo di sotto, e Ethan scende al piano di sotto, entrando nella cucina e posando lo zaino vicino ad una delle sedie nella sala da pranzo. Fortunatamente è ancora presto, e il ragazzo può prendere tutto il tempo che gli serve per la colazione: mette a scaldare due pezzi di pane nel tostapane e prende la marmellata di more e il cartone del latte dal frigorifero, posando entrambi su uno dei banconi della cucina. Nel frattempo accende il telefono, trovando qualche messaggio ancora della sera prima e un po' di notifiche da vari social. Risponde ai messaggi mentre sorveglia la sua colazione nel tostapane bianco, di solito toglie il pane quando è appena scaldato e non ancora tostato, vanificando lo scopo stesso dell'elettrodomestico; appena tolte le due fette di pane dall'apparecchio le farcisce appena con un po' di marmellata e si reca al tavolo da pranzo, apparecchiando con lo stretto indispensabile: il piatto su cui ora è appoggiato il suo panino, un tovagliolo di stoffa ricamato e un bicchiere ancora vuoto dove presto verrà versato il latte fresco. Nella grande villa vi è ancora completo silenzio, Ethan è figlio unico ed è l'unico a svegliarsi presto per andare a scuola, e nonostante si possa permettere il lusso di svegliarsi un po' più tardi e andare a scuola con la sua macchina personale preferisce ancora svegliarsi alle sette in punto, dice che così ha più tempo per attivare la testa e tornare lucido. I genitori del ragazzo, invece, sono ancora profondamente addormentati: il padre lavora come dirigente in un'importante azienda nel centro della città, e può cominciare la sua giornata lavorativa alle 9; la madre, invece, è un importante avvocato, e oggi ha la giornata libera.

Per andare a scuola in macchina ci volevano circa dieci o quindici minuti, dipendeva dal traffico, e le lezioni iniziano ogni giorno alle 7:40, il che voleva dire che Ethan doveva uscire ogni giorno alle 7:25. Mentre mangia il panino controlla l'ora: 7:12; sospira e torna a scorrere la home di un social, per poi passare ad un altro senza quasi leggere i post. Appena terminata la colazione posa il piatto e il bicchiere nella lavastoviglie e sale nuovamente al secondo piano per lavarsi e vestirsi e, una volta finito in bagno, è ora di aprire il grande armadio e affrontare il caos in esso. Toglie il pigiama azzurro e lo lancia distrattamente sul letto ancora da rifare, prende biancheria e calze bianche, una maglietta nera e un paio di jeans chiari, un outfit del tutto normale che però nasconde la sua totale pigrizia nel vestirsi. Si veste in fretta, prende al volo le scarpe da ginnastica bianche e scende nuovamente al piano di sotto per prendere lo zaino, le chiavi della macchina e di casa, sbadiglia ancora una volta ed esce di casa, dirigendosi in garage, dove ad aspettarlo vi è la sua BMW nera. Controlla ancora l'ora sul telefono e, leggendo 7:20, si rilassa leggermente, entrando in macchina e sistemandosi nell'abitacolo: preferisce partire immediatamente e avere qualche minuto in più prima delle lezioni per chiacchierare e prendere ciò che gli serve dall'armadietto. Come previsto, ci mette circa dieci minuti ad arrivare, trovando parcheggio quasi subito scende dalla macchina e si dirige verso l'ingresso della scuola, dove si trovano già parecchi studenti che chiacchierano. Riceve parecchie occhiate di ammirazione come al solito, del resto è un ragazzo popolare e più o meno tutti gli studenti lo conoscono anche solo di vista o di nome: alcuni lo salutano, anche se di fatto non si conoscono di persona, e lui non può far altro che ricambiare confuso, non avendo idea di chi siano. Entra nella scuola, trovando due dei suoi migliori amici a battibeccare su qualcosa: Riley e Michael. Riley è una ragazza piccolina, alta appena 155cm, minuta e graziosa ma molto espansiva e rumorosa, una ragazza davvero simpatica e con cui è facile andare d'accordo; porta i lunghi capelli castani raccolti in una coda alta, che si muove a destra e a sinistra ogni volta che Riley si dimena mentre parla; occhi dal colore blu scuro spesso evidenziato da un ombretto azzurro che mette spesso e la fa effettivamente sembrare una liceale, visto che il viso ancora da bambina e il corpo minuto non aiutano. Oggi indossa una maglietta rosso corallo e un paio di jeans attillati chiari, dello stesso colore di Ethan, e scarpe da ginnastica nere. Michael, invece, è il capitano della squadra di basket della scuola, e in quanto tale è un ragazzo alto, sui 180cm, e dal fisico atletico e abbastanza scolpito, capelli mogano portati molto corti e occhi marroni, che in questo momento hanno assunto un'espressione molto divertita nel guardare Riley. Indossa una maglietta grigia con qualche scritta, jeans neri e scarpe da ginnastica bianche.

"'Giorno ragazzi, di che discutete così animatamente? Vi si sente da fuori." dice Ethan, entrando nel loro campo visivo e ridacchiando. I due si fermano sorridendo all'amico, e Riley comincia subito. "Sto spiegando a Michael tutti i buchi di trama dell'episodio nuovo di AOT! Cioè assurdo, è stato scritto con i piedi!" esclama gesticolando, e sembra voler subito partire ripetendo ciò che ha detto al ragazzo fino ad ora. "Ma come, sei rimasta alzata fino alle 4 ad aspettare l'episodio? Come fai ad essere sveglia e piena di energia?" risponde Ethan, stupito di come un corpicino così piccolo possa contenere così tanta energia alle sette del mattino. "Bro, ti stupisci pure? AOT e la sua critica le dà energie." osserva Michael, ridendo e facendo ridere il ragazzo, mentre Riley protesta e afferma che è perfettamente in grado di dormire tre ore e funzionare. La campanella suona, e i tre amici si salutano in quanto frequentano tre lezioni diverse, anche se Ethan sa che in classe troverà un altro membro del suo gruppo di amici e qualche suo compagno di squadra, la squadra di football della scuola. I ragazzi hanno ancora qualche minuto dopo essere entrati in classe per chiacchierare, prima che il professore di inglese entri e inizi la lezione; Ethan si trova in seconda fila, deve mantenere la sua media altissima e rimanendo attento a lezione si trova davvero poco da studiare, fortunatamente ha una buonissima memoria e gli basta ascoltare per ricordarsi la maggior parte delle cose. Interviene anche qualche volta durante la lezione, suscitando un sorriso soddisfatto da parte dell'insegnante, che annuisce ogni volta che il ragazzo alza la mano per chiedere approfondimenti o proporre teorie sulla comprensione del testo in lettura. Verso la fine della lezione, prima di concludere, il professore deve fare un annuncio alla classe. "Ragazzi, un attimo di attenzione per favore." inizia, richiamando l'attenzione di tutti, i cui occhi sono puntati su di lui. "All'ultima ora non ci saranno lezioni, dovete recarvi nell'auditorium per assistere ad una conferenza su... Beh, non mi hanno comunicato l'argomento, ma ci sarà una conferenza." annuncia, suscitando alcune reazioni di gioia da parte degli studenti seduti al fondo dell'aula. "Questo è quanto, potete andare." conclude il professore, iniziando a riordinare la sua scrivania, mentre gli studenti si alzano dai loro banchi ed escono dall'aula. "Ehi, Ethan, inizia bene questa settimana, eh?" dice un compagno di squadra richiamando l'attenzione del ragazzo. "Interessante, si, almeno abbiamo un'ora in meno." risponde lui osservandolo. "Anche se purtroppo non possiamo uscire" aggiunge, suscitando una risatina nell'altro. "Vero, hai completamente ragione, durante queste ore mi informo sui controlli, se non controllano io me ne vado." dice lui, sogghignando. "Giustissimo, non ti fermerò" risponde infine Ethan, prima di salutarlo e proseguire per andare nella prossima classe. "Conferenza, eh?" pensa mentre cammina "Beh, dipende dall'argomento trattato ma effettivamente mi interessa, vedremo se durante queste ore qualche professore è stato informato". Arriva finalmente nei pressi della classe, non c'è ancora nessuno nè fuori nè all'interno della classe, eppure entra comunque, notando che all'ultimo banco è seduto qualcuno. Non lo conosce ed è strano, è piena primavera e frequenta le stesse classi da mesi, dovrebbe conoscere più o meno tutti almeno di vista, eppure è sicuro di non averlo mai visto, neppure per i corridoi, deve essere uno nuovo. Lui è intento a leggere qualcosa, quindi non nota minimamente la presenza di Ethan, ma il ragazzo non può fare a meno di pensare che qualcosa non va con lui: è minuto e magrolino, piuttosto pallido, capelli nerissimi e tagliati a scodella e grandi occhiali che nascondono gli occhi. Indossa una felpa enorme nera, di almeno due o tre taglie più grandi, e un paio di jeans scuri e sdruciti. Ethan decide di ignorarlo e non disturbarlo, e prende posto nuovamente in seconda fila, aspettando l'inizio della lezione mentre scrive qualche messaggio al telefono e scorre i social mentre aspetta le risposte ai messaggi inviati.

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[spazio autore] Salve a tutti, grazie per essere arrivati fino a qui. Questa storia è nata in un momento, senza averci pensato troppo. Solitamente quando mi impegno a scrivere qualcosa completo la storia sul drive e poi pubblico man mano, ma questa volta ho deciso di cambiare metodo; è una storia diversa da quelle che scrivo di solito, anche se non si discosta troppo dalle tematiche che tratto, ovvero l'analisi psicologica dei miei personaggi. Tutti mi dicono spesso che riesco a dare una perfetta tridimensionalità ai miei personaggi, e spero di trasmettervi le stesse emozioni e gli stessi pensieri con Ethan e Seb, che verranno composti mano a mano che la storia va avanti.

Un'altra precisazione che ci tengo a fare è che i capitoli dispari saranno dal punto di vista di Ethan, quelli pari dal punto di vista di Sebastian, in modo che non debba continuamente scriverlo. Sembra stupido, ma ci serve per analizzare a fondo entrambi i personaggi

Ultima cosa: siccome è una storia nata sul momento, non garantisco la regolarità dei capitoli, potrebbe uscire domani il prossimo e tra un mese il terzo, e per quanto sembri brutto dirlo la pubblicazione sarà molto influenzata dalla richiesta, se noto che non c'è richiesta per il capitolo nuovo mi prenderò più tempo

Grazie ancora per aver letto tutto, ci vediamo al prossimo capitolo!

 

  
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