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Autore: maraman    25/08/2019    2 recensioni
Chiudere fuori il mondo esterno per potersi perdere l'uno nelle braccia dell'altro, in sprazzi di vita destinati a concludersi.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno, popolo di EFP. :3

In questi giorni - in questo periodo - ho un blocco terrificante - dentro di me, probabilmente. Tuttavia avevo voglia di scrivere, di sfogarmi in qualche modo ... E quale miglior modo se non scrivere di loro, i miei preferiti. Niente ha senso, nemmeno questa OS. Un non-sense più totale, ma una piccola riflessione su quello che, a parer mio, potrebbe essere un reale rapporto tra Izaya e Shizuo. Spero di non esser caduta troppo nell'OOC e di aver mantenuto una parvenza semi-reale - per quanto le condizioni potessero permetterlo - di entrambi i personaggi.

 

Buona lettura!

 

***

 

Il sesso cancella fette di vita che uno

nemmeno si immagina.

Sarà anche stupido,

ma la gente si stringe con quello

strano furore un po' panico

e la vita ne esce stropicciata

come un bigliettino stretto in un pugno,

nascosto con una mossa nervosa di paura.

Un po' per caso, un po' per fortuna,

spariscono nelle pieghe di

quella vita appallottolata

mozziconi di tempo dolorosi, o vigliacchi,

o mai capiti. Così.

{ A. Baricco

 

 

Ha quel vizio di sedersi sempre sull'ampio davanzale della finestra, per fumare la sigaretta dopo il sesso.

Anche adesso, si trova esattamente lì. I boxer addosso e il resto è solo pelle. Pelle all'infinito. Una gamba lasciata andare verso il basso, dondolante, mentre va a formare un triangolo, il piede poggiato sulla ceramica così come la natica. Si porta la sigaretta alle labbra, le socchiude leggermente e le fa aderire lì, dove fino a poco tempo prima c'era la mia bocca. Ed eccolo, il mio momento preferito. Shizuo inspira - la brace della sigaretta intensifica il suo colore, bruciando, e stringe impercettibilmente gli occhi, nel compiere quel gesto - forse causato dal fumo che sale senza una direzione precisa verso l'alto, andando ad infastidirlo addirittura. il capo non è rivolto all'esterno della finestra perché so che non vuole entrare in contatto con il mondo all'esterno perché non gli piace la consapevolezza che, una volta fuori da quella stanza tutto tornerà come sempre. Invece io vivo di queste sensazioni, placidamente, mi ci crogiolo divertito.

« L'hai fatto ancora, Shizu-chan. »

« Che cosa? »

Si volta nello stesso istante in cui io inizio a rispondergli.

« Quella cosa lì, con gli occhi, quando inspiri il fumo. »

Shizuo mi osserva in un primo momento basito, ma poi scoppia a ridere ed io mi imbroncio, incrociando le braccia al petto.

« Non me ne accorgo. »

Lo so, che non te ne accorgi, eppure io riesco a racchiudere queste tue piccolezze.

Io, solo io e nessun altro.

 

 

 

Shizuo

 

Morbidi

Quello era il primo aggettivo che gli veniva in mente quando riusciva con distrazione ad infilare le sue dita in quei capelli lisci e corvini che si ritrovava a rimirare nei pochi momenti di beatitudine che seguivano il sesso - adorava il riflesso della luce che filtrava timidamente dai tendaggi tirati che andava a posarvisi al di sopra. Non venivano sconvolti eccessivamente dalla passione, ma rimanevano lì, composti nella medesima posizione, i ciuffetti sparsi sulla fronte diafana in quella lotta di supremazia improvvisata. E li sfiorava, così, leggermente, saggiandone la consistenza. Era quasi come un rituale, ormai. Li carezzava e sapeva che Izaya se ne sarebbe accorto - come avrebbe potuto non farlo? - ma lo lasciava miracolosamente fare. E solo allora, solo quando lui non ribatteva stizzito com'era solito fare, gli si avvicinava quasi furtivamente con la punta del naso, una mano premuta sul materasso per farsi forza e tirar su mezzo busto, - Izaya rimaneva seduto sul bordo del letto, dandogli la schiena - ed inspirava quel profumo di shampoo e quell'odore impresso sulla pelle che apparteneva solamente ad Izaya perché era la sua stessa essenza.

 

Izaya

 

Ruvide

Quello era il primo aggettivo che gli veniva in mente quando percepiva le dita di Shizuo che lo sfioravano, all'inizio dolcemente, finché la passione non prendeva il sopravvento e quindi quei lievi tocchi diventavano qualcosa di più animalesco, possessivo. La sua pelle percepiva quel ruvido delle sue mani, dovuto ad anni di lavori manuali dopo che aveva deciso coraggiosamente di abbandonare la scuola in giovane età. Erano la sua stessa essenza, perché Shizuo era esattamente come le sue mani: forse un po' burbero e ruvido all'esterno, ma terribilmente delicato all'interno.

Lui adorava quando, finito il sesso, con fare distratto, allungava un braccio, portando un dito a sfiorare quella pelle malmessa, facendo finta che nessuno dei due se ne accorgesse quasi come fosse un tacito accordo di pace, anche se sapeva quanto Shizuo si beasse di quel contatto leggero - socchiudendo gli occhi, le ciglia lunghe, per far finta quasi che somigliasse ad un sogno -, contatto quasi egoistico, prima che entrambi tornassero alle proprie vite.

 

 

« Izaya? »

« Mh? »

Tentenno, perché so' quanto Izaya odi le domande esistenziali, ma è più forte di me. Devo chiederglielo, per l'ennesima volta. Tanto so' che non riceverò risposta.

« Perché riusciamo ad essere umani tra di noi solamente qua? »

Izaya mi fissa, mentre sono sdraiato sopra di lui.

Nudi, l'uno avvinghiato all'altro.

« Stiamo scopando e a te vengono in mente queste domande esistenziali? Ma cos'ho fatto di male, io. »

Sento il mio volto andare a fuoco. Sempre quella boccaccia.

« Baciami, idiota. »

E la risposta si perde in quello scambio.

 

 

Shizuo

Taglienti

Quelle labbra. Quelle fottute labbra erano sottili, ma consistenti. Morbide, morbide come una nuvola nel cielo, si gonfiavano leggermente quando gliele mordicchiava o quando lo baciava con passione per troppo tempo, rendendole di un rosa particolare, un rosa tendente al rosso, il colore del sangue - non dell'amore. Taglienti. Taglienti come un coltello appena affilato perché sapevano ferirlo come nient'altro lo avesse mai ferito in vita sua. Osservava con desiderio quella lingua somigliante a quella di un serpente passare dolcemente sul labbro superiore per invitarlo lì, proprio lì, a congiungersi con lui. E lui aveva già la pelle d'oca ancora prima di avvicinarsi e posarci sopra le sue. Pelle d'oca perché appena le toccava, il suo mondo automaticamente si spegneva in quel turbinio di passione ed emozioni sconvolgenti. Quella stessa lingua che, quando parlava, sapeva che corde avrebbe dovuto toccare per distruggerlo nell'anima, là, nelle profondità. Ma, in fin dei conti, quelle labbra morbide ma taglianti erano l'essenza stessa di Izaya, quindi andava bene così.

 

Izaya

Smussate

Quelle labbra. Quelle fottute labbra erano più carnose delle sue, ma davano la sensazione di un qualcosa di sottile, fine, smussato, come un coltello che non tagliava più. Erano ruvide, come le sue mani, perché la maggior parte delle volte le percepiva così screpolate e smangiucchiate, in risultato a quel gesto smanioso e nervoso che lo caratterizzava così tanto, mordersi il labbro, staccandone le pellicine. Amorevoli. Oh sì. Così amorevoli che erano in grado di risanare tutte le sue ferite, smussando le cattiverie che lui stesso faceva e quelle parole che gli sputava in faccia, anche se non erano vere. Lo solleticavano, quelle labbra, sulla pelle, quando lo sfioravano e spesso si contorceva quasi senza volerlo. Ruvide, come la sua anima, ma smussate come l'anima di Shizuo. Due rette parallele potevano incontrarsi, di tanto in tanto, in un universo a se stante? Lui ne era convinto.

 

Shizuo

Letale

« Shizu-chan.. »

La sua voce. Melodia per le sue orecchie. Dolce, letale, armoniosa, incantevole in quel singolo sussurro, in quel singolo sospiro che valeva più di altri mille, ogni volta una promessa di piacere intenso, sussurrato lì, al suo orecchio. Quelle palpebre socchiuse, mentre percepiva le sue dita artigliare i suoi capelli biondi, strattonandoli di riflesso ai suoi baci, alle sue carezze, a lui. Letale perché Izaya era la sua droga, la sua eroina, la sua dipendenza e lui.. Oh, lui non voleva smettere, per quanto fosse destabilizzante e terribilmente pericoloso. Tutto. Il sesso. I baci. Le carezze. La vita al di fuori da quell'angusto motel. Il loro odiarsi che era un po' un amarsi. Il loro amarsi che era un volersi odiare. Una frustrazione che solo la dipendenza da Izaya gli causava. La passione di quello sguardo che diventava invece freddezza quando si trovavano all'esterno di quell'intimità.

« ..scopami. »

La compostezza nel dargli un ordine che voleva venisse eseguito. Letale perché solo sentirlo parlare, gli faceva rizzare i peli sulla nuca e su tutto il corpo e, ogni volta, si trovava a fare il contro alla rovescia per quella che sarebbe stata la  volta dopo.

 

Izaya

Placebo

Gemere, artigliando le unghie sulla schiena di Shizuo. Quelle erano ormai diventate le sue ore preferite, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Non avevano bisogno di sms inutili. Non avevano bisogno di chiamarsi. Non avevano bisogno di lasciare tracce, in quel mondo. Avevano solamente bisogno di incontrarsi e riconoscersi e chiudere il mondo fuori, spegnere tutto, accendere i loro corpi, stringersi l'un l'altro in una lotta di supremazia - « Nessun sentimento. » « Io ti odio. » « Benissimo, anche io. »

Corpi che si univano - dov'era l'inizio della pelle di Shizuo e dov'era quello della pelle di Izaya? Pelle. Pelle imperlata di goccioline di sudore colanti, unite tra loro. Suoni di corpi che sbattono, fino a raggiungere il culmine di quel piacere che ogni volta sembra essere differente da quella precedente. Shizuo era il suo effetto placebo. Una cura apparente. Una cura che, però, non era una vera e propria cura, se non per il suo cervello.

 

 

 

« Izaya? »

Quanto odio - amo - quella schiena.

« Mh? »

Quanto odio - amo - quei capelli biondi.

« Questa è l'ultima volta. »

Quanto odio - amo - il suo modo di sorridermi.

« Certo. Alla prossima, allora. »

Quanto odio - amo - il suo essere ingenuo.

 

***

 

A chiunque sia giunto fino alla fine, grazie di cuore. A chiunque volesse farmi sapere cosa ne pensa o le sensazioni che vi ha causato, ancora di più, grazie di cuore. Mi piacciono molto i non-sense, ogni tanto. Una scrittura/lettura leggera, senza un apparente filo logico, sprazzi di vita quotidiana che, però, ci fanno dimenticare per un attimo qualcosa. Ho parecchia voglia di scrivere, ultimamente, quindi spero di riuscire a buttare giù su un foglio bianco anche qualcos'altro.

E la prossima volta, magari, non un soft porn. :3

Nel frattempo ... Un bacione.

 

 

  
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