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Autore: BlueRace07    25/08/2019    2 recensioni
《Hai mai sentito parlare del “2034 Code”? 》 Chiese Vermouth a Bourbon il quale affondò il piede sulla frizione cambiando marcia. Scosse la testa come risposta negativa. 《 Si dice che sia la chiave di accesso a una delle armi più letali che siano mai state create. Pura distruzione. È un’arma detenuta dalle forze armate dell'Inghilterra per il mantenimento dell'equilibrio e della pace tra le nazioni. L'accesso a quel “gioiellino" è esclusivo, nessuno ne conosce né l'ubicazione né il codice da 2034 caratteri per accedervi.》
《Capisco, e adesso che la donna è morta, come farete?》
《 I segreti di famiglia si tramandano di generazione in generazione.》
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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《AL LADRO!!》 Il grido acuto e stridulo di una donna di mezza età mise in allarme la folla della trafficata Tokyo, diffondendo la confusione tra la calca di persone che percorrevano in quel momento il marciapiede. La giovane ragazza dai capelli corvini si faceva largo tra la gente che la seguiva con lo sguardo. 《Ci stiamo dirigendo sul posto. Abbiamo ricevuto la richiesta di rinforzi.》 Riferiva Yumi alla guida del veicolo in servizio assieme alla collega Naeko. Si aggiungeva così la terza auto all'inseguimento, oltre ai dodici agenti che rincorrevano il soggetto a piedi. Una semplice londinese di diciotto anni era riuscita a mettere in difficoltà ben due divisioni del dipartimento di polizia di Tokyo. Erano appena passate le due del pomeriggio, l'ora di punta per le strade di Beika : studenti che uscivano dagli istituti, i lavoratori andavano in pausa pranzo e genitori che prelevavano i figli dalle scuole. Eppure la ragazza non sembrava avere realmente intenzione di sfuggire agli agenti, erano diverse volte che faceva il giro attorno allo stesso edificio, se avesse voluto, avrebbe potuto lasciare il posto inosservata già da un pezzo. 《Signora, va tutto bene?》 Un ragazzino con gli occhiali dal papillon rosso soccorse subito la vittima lasciandosi alle spalle il gruppo di amici che lo raggiunsero qualche istante dopo. 《L'abbiamo in pugno, ispettore, al prossimo incrocio lo circondiamo, non ha scampo.》 《Era ora! Razza di incapaci, si è preso il gioco di noi, non ha fatto altro che girare attorno allo stesso edificio per tre volte!》 Rimproverò spazientito l'ispettore Shiratori battendo i pugni sul cruscotto del veicolo di cui era alla guida. 《Ragazzi, che succede qui, uff..》 Domandò sfiatato il vecchio alle sue canaglie, provato dalla corsa che aveva fatto per raggiungerli. 《Cosa le hanno rubato?》 Domandò il piccolo Conan alla signora. 《La mia borsa! Quel ladro mi ha rubato la borsa!》 Rispose la donna in preda al panico. La squadra dei giovani detective rimase stupita dall'affermazione della donna , osservando un particolare alquanto evidente. 《Veramente, signora…》 Mormorò Genta. 《La sua borsa è proprio sulla sua spalla…》 Mitsuhiko concluse la frase dell'amico portandosi una mano sulla nuca. 《Non ci posso credere… Tutto questo allarmismo per niente.》 Borbottò la biondina aggrottando le sopracciglia. 《Cosa?! Com'è possibile, ero sicura che quella ragazza me l'avesse sottratta!》 Disse incredula la donna aprendo la borsa per controllare che non mancasse nulla al suo interno. Fece lo stesso con il portafoglio e tirò un sospiro di sollievo dopo aver constatato che non le era stato rubato un bel niente. 《Che strano…》 Borbottava tra sé e sé il giovane detective, il famoso aiutante del famoso detective dormiente. 《Cosa?! Non è stato rubato niente?! Che significa?!》 L’ispettore Shiratori rimase in silenzio per un istante pensieroso. 《Qual è la prossima mossa, ispettore?》 Domandò l'agente Yumi dalla sua postazione, in attesa di ulteriori ordini. 《Uff… Lasciate stare, tornate in centrale, ci penso io.》 Sbuffò Shiratori ormai consapevole dell'identità del criminale. Scese dalla sua auto e raggiunse il posto a piedi. Conan , spinto dalla curiosità, corse immediatamente all'incrocio in cui era stato fermato il responsabile, non fu difficile individuarlo dal momento che la folla si era accumulata in sua prossimità assistendo all'arresto. Una ragazza dalla carnagione pallida e i lunghi capelli neri uscì allo scoperto con le mani alzate. Indossava una maglietta rossa a righe bianche, dei colori un po' accesi per una persona che avrebbe voluto passare inosservata. Un sorriso compiaciuto si stampò sul suo volto macchiato dalle singolari lentiggini, gli occhi color tempesta si rivolsero verso l'ispettore Shiratori che le camminava incontro con un paio di manette. 《Ma che fa? Si consegna alla polizia?》 Esclamò Mitsuhiko stupito dal gesto della ragazza. 《Per forza, ormai è stata circondata, non aveva scampo.》 Osservò Genta rispondendo al compagno. 《È un peccato che una ragazza così bella sia una criminale!》 Disse la piccola Ayumi che scrutava la fanciulla meravigliata e delusa allo stesso tempo. *Non ha tutti i torti. Non ha affatto l'aspetto di una malvivente.* Rifletteva il giovane Shinichi nei panni del piccolo Conan. *Non è asiatica. O almeno non del tutto… Potrebbe avere uno dei genitori di un'altra nazionalità, si spiegherebbero le lentiggini e gli insoliti tratti del viso. Ma c'è qualcosa che non mi quadra. Quale persona razionale sarebbe contenta di consegnarsi alla polizia? A meno che… Questa non fosse la sua intenzione dall'inizio.* 《Ispettore Shiratori!》 Il dottor Agasa richiamò l'attenzione del conoscente intento nel costringere la ragazza a salire nella sua auto. 《Dottor Agasa… Conan, ragazzi ci siete anche voi!》 Notò il giovane poliziotto sbattendo lo sportello chiudendo la ragazza nell'autoveicolo. L'autorevole ispettore si avvicinò al gruppo per salutare la squadra dei detective boys, mentre Conan incrociava lo sguardo della ragazza attraverso il finestrino. Una mano tremolante afferrò la manica della giacca del piccolo detective il quale si voltò di scatto. Haibara si nascondeva dietro al ragazzino terrorizzata da un brutto presentimento. Non impiegò molto a capire che l'attenzione della ragazza non era rivolta verso lui, bensì alla sua amica, Ai Haibara, ex membro della misteriosa organizzazione a cui il ragazzino dava la caccia. 《Mi ha scoperta, ha capito tutto, siamo in pericolo!》 Farneticava affannata la biondina che non aveva il coraggio di ricambiare lo sguardo della giovane teppista inglese. 《Cerca di mantenere la calma. È impossibile che abbia capito tutto da un semplice sguardo. Forse avrà qualche sospetto, ma non sappiamo nemmeno chi sia.》Sussurrava Conan a bassa voce cercando di tranquillizzare l’amica.《La ragazza che avete arrestato… Mi è sembrata…》《Sì dottore, so quello che sta pensando. È la persona che pensa.》 Ancor prima che Il vecchio potesse terminare la sua frase, Shiratori diede conferma al dottore dei suoi sospetti. Quest’ultimo rimase paralizzato dalla notizia. Da un lato sembrava contento di vedere la ragazza di persona per la prima volta, dall'altro non poteva fare a meno, così come il piccolo Conan, di chiedersi cosa avesse spinto la ragazza a tale gesto. Ma ancor più si preoccupava per ciò che attendeva la ragazza anche se lei non mostrava il minimo cenno di rimpianti o paura. 《Lei la conosce?》 Domandò Mitsuhiko al dottore. 《È una lunga storia, ve ne parlerò un altro giorno. Ora dobbiamo andare.》Il vecchio sviò completamente l'argomento invitando le piccole canaglie a salire nella sua scarabeo gialla per poi mettere in motore l'auto. 《Strano… Ho come l'impressione di aver dimenticato qualcosa.》 Bofonchiò il vecchio alla guida del veicolo. 《Ehi! Dov'è Conan?!》 Esclamò la piccola Ayumi notando l'assenza del compagno. Il vecchio dottore smemorato ebbe un sussulto ma non si curò molto del fatto. 《Sappiamo dov'è.》 Sbuffò Ai, intuendo le intenzioni del piccolo detective. 《Non so cosa ti sia messa in testa ma ti stai mettendo in una marea di guai. Smettila prima di arrivare a un punto da cui non puoi più tornare indietro.》 Rimproverava Shiratori all’adolescente ribelle la quale non sembrava dare retta all'ispettore. 《Tra l'altro stai mettendo in difficoltà anche l'agente Takagi. Non sa più cosa deve fare con te. Se fossi stato al suo posto, ti avrei immediatamente imbarcato su un volo di sola andata per Londra. Sei un peso per lui, perché non te ne vai a stare da tua nonna? 》《Mio cugino non c'entra niente, non ho chiesto io a lui di intervenire. Sei tu che continui a coinvolgerlo, ma non ha alcun senso visto che non ha la mia rappresentanza legale.》 Ribatté la ragazza assumendo una certa aria saccente e di sfida nei confronti dell'ispettore. 《E così tu…Sei la cugina dell'agente Takagi!》 La voce innocente e infantile di Conan interruppe la conversazione tra i due. L'ispettore Shiratori frenò bruscamente per la sorpresa inchiodando in corrispondenza dell'entrata del parcheggio del quartier generale della polizia di Tokyo. 《C-Conan! Che ci fai qui?!》 Esclamò. 《È da quando siamo partiti che è in auto, non dirmi che non te n’eri accorto…》 Borbottò l'inglese che scherniva l’ufficiale di polizia per la sua negligenza. 《Conan… È così che ti chiami?》 L'inglese si rivolse verso i sedili posteriori per parlare con il piccolo detective avendone appreso il nome dalla frase dell'ispettore. 《Mi chiamo Conan Edogawa e sono un detective!》 Si presentò il giovane investigatore fingendo un sorriso amichevole nei confronti dell’estranea, approfittando dell'innocenza che esprimeva il suo aspetto, che nascondeva perfettamente la persona che si celava dentro il piccolo corpo dalle sembianze innocue. L'ispettore Shiratori fece due colpi di tosse per attirare l'attenzione dei due interlocutori, ricordando alla londinese della loro destinazione : la centrale di polizia di Tokyo. 《È un piacere conoscerti, anche se avrei preferito farlo in altre circostanze..》 Riprese la ragazza facendo una smorfia all'ufficiale di polizia mentre guardava l'espressione divertita di Conan dal riflesso dello specchio retrovisore centrale. 《Io sono Drew Miller e tu mi sembri un ragazzino simpatico.》 Concluse alla vista dell'entrata del parcheggio sotterraneo dell'edificio. 《Andrew Lilith Miller, conosciuta anche come Drew Miller, 18 anni, nata a Brighton, giapponese per metà, precisamente dal lato della madre. Interessante... Il padre, Edward Miller, era uno studioso di criminologia, nonché professore presso l’Università di Cambridge. La madre, Hitomi Takagi, era ufficiale della polizia di Osaka…》 Continuava a leggere dalla scheda aperta sul monitor, Subaru Okiya, sulla scrivania al centro della grande libreria dello studio di casa Kudo. Il telefono era acceso in chiamata, dall'altra parte del telefono vi erano i suoi colleghi più fidati dell'FBI, gli agenti Jodie e Camel. 《Deve essere una ragazza fuori dal comune se è degna di tante attenzioni. Cosa dovrei fare?》 Tra una frase e l'altra, sorseggiava del Bourbon mentre col mouse scorreva la scheda fornitagli dalle due spie. 《È sufficiente che tu la tenga d'occhio. Nutriamo dei forti sospetti nei confronti della ragazza. Ci sono stati segnalati dei movimenti sospetti nei pressi della sua residenza a Kensington a Londra. Abbiamo motivo di sospettare del coinvolgimento della famiglia Miller in loschi affari con l'Organizzazione.》 Spiegava Jodie seduta dal lato del passeggero nell'autovettura guidata dell’agente Camel che partecipava attivamente alla conversazione. 《Capisco.》 《Non vuole proprio dirmi cosa la lega a quella ragazza, dottore?》 Sherry rimasta sola in auto con il vecchio Agasa, cercava di convincerlo a confidarsi sull’identità della ragazza, il cui sguardo le metteva i brividi e la rendeva fragile, incapace di reagire, se non tremando come una foglia. Qual era il segreto che il vecchio Agasa cercava di proteggere? Haibara non sapeva se doversi rassicurare del fatto che non fosse tanto rilevante da rendere quell'informazione necessaria alla sua conoscenza, o preoccuparsi del fatto che potesse essere qualcosa di talmente grande da costringere il dottore a tenersi il segreto per sé. 《A Kudo lo avresti detto.》 Lo provocava la biondina mentre il dottore era assorto nei suoi pensieri mentre i due si incamminavano verso l'entrata della piccola villa di Beika. 《Non posso parlare, per il rispetto di una persona. Ma sono certo che in un modo o nell'altro, Shinichi scoprirà la verità. Allora potrai chiedere spiegazioni a lui. L'unica cosa che posso dirti è che non è la persona che pensi.》 《Si può sapere cosa ti salta in mente?!》 Drew era stata portata allo studio dell'ispettore e si preparava ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Non sembrava minimamente pentita di ciò che aveva fatto, anzi, il suo sguardo non cedeva difronte a quello di disapprovazione dell'ufficiale di polizia. 《Martedì sei stata colta in flagrante mentre partecipavi a una corsa clandestina. Ieri hai pensato bene di imbrattare le fiancate del ponte del fiume Teimuzu-gawa. Oggi furto. Domani cosa farai?》 Seppur dall'esterno, Conan assisteva alla conversazione attraverso la porta semiaperta. Non aveva mai visto l'ispettore così fuori di sé, ebbe un sussulto quando questi batté i pugni sulla scrivania per la frustrazione. 《Sa cosa voglio, voglio parlare con il sovrintendente Matsumoto.》Dichiarò la ragazza senza battere ciglio. Sapeva quello che voleva e non avrebbe smesso finché non avesse ottenuto ciò a cui puntava. 《Non mi faccia arrivare all'omicidio, ispettore.》 Schernì la ragazza con tono minaccioso e poco credibile allo stesso tempo. Nemmeno lei credeva a ciò che diceva, ma l'oltraggio a pubblico ufficiale poteva aggiungersi alla lista di reati che l'adolescente aveva commesso nel giro di pochi giorni. *È un comportamento del tutto irrazionale, se una persona è disposta a tanto solo per un po' di attenzione da parte della polizia, significa che questa ragazza ha in mente qualcosa di importante. Per qualche strano motivo sento che c'è qualcosa che non quadra. Miller… Dov'è che ho già sentito quel cognome?* Conan si portò l'indice sul mento e assunse un atteggiamento concentrato, era determinato ad andare fino in fondo e scoprire l’identità di Drew Miller. 《Non disturberò il sovrintendente per il capriccio di una mocciosa irrispettosa. Ho provato in tutti i modi a difendere l'indifendibile. Hai oltrepassato il limite, sai che questo pregiudicherà…》 《Non può farlo. Non ho commesso alcun furto, come vede》 Lo interruppe la ragazza ribelle, avendo l'evidenza dalla sua. Effettivamente la borsa era stata restituita alla proprietaria e non c'era la minima prova di un furto. Per quanto avventata, Drew sapeva di essere arrivata al limite , non poteva permettersi di tirare ulteriormente la corda, rimaneva pur sempre una studentessa universitaria di legge e non avrebbe di certo potuto candidarsi all'Accademia di Polizia con una fedina penale macchiata. Sostanzialmente era questa la ragione per cui l'ispettore Shiratori l'aveva graziata fino ad allora. Era stato allievo di Edward Miller ai tempi dell'università, il quale fu anche suo relatore nella tesi di laurea, ebbe davvero un legame speciale con il padre di Drew e non poteva accettare che il nome di una persona come lui potesse essere infangato dalla ragazzina viziata che rivedeva nella giovane Miller. 《Non tollero più questo atteggiamento.》 《Ma..》 《Mi costringi a prendere provvedimenti.》 Non si poteva di certo dire che Drew si aspettasse una tale reazione a uno scherzo innocuo. 《Oh accidenti…》 L'attenzione di Conan fu attirata dal rumore di passi goffi e pesanti in avvicinamento. Qualche istante dopo riusciva ad identificare anche il soggetto in questione. 《C-Conan, che ci fai qui?》Domandò l'agente di polizia Wataru Takagi che era stato convocato dallo stesso ex collega Shiratori. 《Agente Takagi…》 《Di cosa è accusata questa volta?》 Takagi si portò la mani alla testa in segno di rassegnazione, era molto evidente che fosse preoccupato ma soprattutto rattristato dalla situazione. 《Non è una persona cattiva, non voleva rubare davvero quella borsa. Lei voleva solo…》 Furono le parole consolatorie del ragazzino con gli occhiali, il quale, pur non conoscendo come stessero i fatti, cercava di risollevare il morale al giovane agente di polizia. 《Lo so, è solo colpa mia.》 Dichiarò l'agente Takagi in risposta al bambino. Poggiò la sua schiena al muro e sì lasciò scivolare a terra chiudendosi con le ginocchia al petto. Conan continuava a osservare Takagi lasciarsi prendere dallo sconforto incapace di reagire. 《Un ragazzino sveglio come te non poteva non capire che quella ragazza è tutt'altro che una criminale.》 《È un momento difficile per lei, prima l'incidente di Edward e adesso il suicidio di Hitomi. Un giorno è una normale studentessa di Cambridge e il giorno dopo si ritrova sola al mondo senza una famiglia, in un posto che odia con la persona che più odia al mondo.》 Continuava a raccontare Takagi. *Ma certo, Edward Miller, il famoso criminologo di Cambridge, ho letto diversi saggi scritti da lui, papà lo rispettava e lo ammirava tanto. Quindi Drew è la figlia del famoso criminologo deceduto tre anni fa in un incidente stradale. Non avevo idea del fatto che avesse una figlia. Hitomi Takagi invece da quanto mi ha raccontato Heiji era il braccio destro di suo padre, Heizo Hattori, capo di polizia nella prefettura di Osaka.* 《È una questione importante, ispettore. L'organizzazione farà di nuovo la sua mossa, altre persone sono in pericolo, voi dovete fermarli!》La voce di Drew rimbombò nella stanza e risuonava nella mente del piccolo detective, scioccato dalla rivelazione della ragazza. Gli occhi si sbarrarono e un brivido risalì lungo la sua schiena. 《Ha detto… l- l'organizzazione》 Farneticava il ragazzino confuso. Takagi fece un sospiro e socchiuse gli occhi. 《Ci risiamo con questa storia...》 Sbuffò l'ispettore in risposta alla scenata della ragazza. 《Devi crescere Drew. Hai assistito a molte scene del crimine, hai risolto molti casi, perché non riesci ad accettare il fatto che tua madre si sia tolta la vita con le sue stesse mani? Eppure le prove parlano chiaramente. Non esiste nessuna organizzazione, ficcatelo bene in testa. Dei signori vestiti in nero che ti danno la caccia… Insomma, ti rendi conto anche tu di quanto sia surreale?》 L'espressione delusa di Drew condizionò l'umore dell'ispettore. 《L’istigazione al suicidio vale tanto quanto un omicidio…》Mormorava la ragazza sconfortata dell’ennesimo rifiuto dell'ispettore. Shiratori non poteva fare a meno di essere dispiaciuto per la situazione della ragazza ma erano giorni che cercava di essere comprensivo e ragionevole nei suoi confronti, il suo comportamento iniziava ad essere di intralcio al suo lavoro. 《Ascolta, so che è un momento difficile ma, credimi passerà. Quanto ai provvedimenti, troppe persone hanno assistito a ciò che è successo oggi, se facessi finta di niente anche questa volta, ne andrebbe della nostra credibilità, sei una ragazza intelligente, so che capisci esattamente quello che intendo.》 Drew abbassò lo sguardo e scosse la testa in senso di disapprovazione. Era quasi certa che il sovrintendente avrebbe capito se gli avesse potuto parlare. Evidentemente la questione dell’organizzazione era talmente seria da non essere condivisa nemmeno agli ufficiali di alto grado come Shiratori. Eppure la sua ostinazione derivava dalle parole di quello scrittore di gialli, l'unica persona che credeva alla versione di Drew. Yusaku Kudo aveva assistito alla scena del crimine in cerca di prove valide che potessero reggere la versione che vedeva l'organizzazione come responsabile del suicidio di Hitomi Takagi. In quel momento le sue parole riecheggiavano nella mente di colei che giaceva seduta, ancora ammanettata senza motivo su quella sedia di fronte all'ufficiale di polizia. < Se è giustizia che cerchi, sarò sincero, è una strada pericolosa quella che hai davanti, non è quello che avrebbe voluto tuo padre per te e so che non dovrei spingerti a certe decisioni. Ma non sei sola, conosco delle persone che possono aiutarti. Vai a Tokyo, lì troverai le risposte che cerchi. Vai e fatti giustizia piccola Drew. > 《La supplico ispettore… l'organiz..》La voce di Drew si bloccò dallo spavento quando l'uomo che aveva difronte batté violentemente i pugni sul tavolo per la seconda volta. Questa volta il botto fu talmente forte che Miller credeva che il tavolo avrebbe ceduto. Lei rialzò lo sguardo di scatto e deglutì sconvolta, colta alla sprovvista dall'improvvisa reazione violenta dell'uomo. 《Non voglio sentire un'altra parola.》Sussurrò all'orecchio della ragazza mentre le si avvicinava per liberarle i polsi dalle manette. Intanto l'agente Takagi si fiondò nello studio in preda al panico, spaventato dal rumore che aveva udito da dietro la porta. 《Che succede qui?!》 Interrogò il superiore. 《Succede che devi insegnare le buone maniere a questa ragazza. Non sopporto che il buon nome del Professor Miller venga infangato dalle azioni sconsiderate di una ragazzina capricciosa.》 Fu la risposta dell'ispettore dal ciuffo castano. 《Vieni Drew, ti accompagno a casa..》 Disse l'agente Takagi avvolgendole il braccio sulle spalle per darle conforto. Ma Drew scostò la mano respingendola e corse improvvisamente via dalla stanza in lacrime. Conan la vide uscire e allontanarsi da lui attraverso il corridoio. In breve tempo la figura dell’adolescente londinese sparì dalla vista di Shinichi il quale rimase lì a riflettere sulla condotta tenuta da Drew e sulle informazioni da lui appena acquisite. Sarebbe stato facile associarla all'organizzazione per il piccoli crimini commessi, ma era chiaro che l'inglese non avesse cattive intenzioni. Il suo unico scopo era quello di attirare l'attenzione della polizia di Tokyo per risolvere la questione dell’organizzazione e rendere giustizia alla defunta madre. Era chiaro che quella ragazza dalla maglietta a righe ne sapesse meno di Shinichi. Non poteva immaginare che la polizia di Tokyo fosse totalmente all’oscuro della faccenda, era una situazione complicata che andava ben oltre le competenze dell'ispettore Shiratori e anche dei suoi superiori. Era un male che affondava le sue radici già da molti anni prima, quei malviventi erano l'apice della criminalità, tanto da veder coinvolti anche istituzioni come l'FBI, la CIA e la PSB. Dal suo canto, a Conan sfuggiva ancora un dettaglio significante, c'era qualcosa nella giovane universitaria di Cambridge che suonava troppo familiare al piccolo investigatore, un tassello importante che avrebbe probabilmente scombussolato l'assetto della partita che ormai da tempo giocava con gli uomini in nero, in meglio o in peggio. 《Conan, sei ancora qui?》 Domandò Shiratori al ragazzino dal papillon rosso. 《Per questa volta se la cava con qualche ora di attività per la collettività. Non voglio precluderle la possibilità di entrare in accademia un giorno. Ho sentito molto parlare delle sue grandi abilità fisiche e della sua elasticità mentale. Tra la Gran Bretagna e Osaka so che è stata d'aiuto nella risoluzione di molti casi. Spero solo di non essere costretto in futuro a distruggere la sua potenziale carriera.》 Furono le ultime parole che rivolse l'ispettore all’agente Takagi prima di lasciare a sua volta l'ufficio. 《Non si ripeterà , farò in modo di evitare tutto questo.》 Promise l’agente tirando un sospiro di sollievo. 《Vieni Conan, ti riporto a casa…》Mormorò non curante del fatto di essere rimasto da solo. 《Mhh?! È sparito.. Eppure ero sicuro che fosse qui fino a qualche istante fa!》 Mentre il cellulare continuava a squillare, Drew ignorava per la settima volta la chiamata del cugino. Se ne stava seduta a un tavolino di un piccolo bar, davanti alla vetrina da cui osservava le persone che fuori camminavano lungo il marciapiede. Era ormai passata una settimana da quando si era trasferita dal cugino Wataru ma non aveva ancora familiarizzato con quello che la circondava. In fondo il Giappone era un paese completamente diverso dall'Inghilterra e nonostante fosse stata a Osaka diverse volte per via del lavoro della madre, difficilmente aveva avuto la possibilità di trascorrere il tempo liberamente visitando il posto. In verità tutta la sua vita era piuttosto movimentata, le giornate erano sempre piene e raramente aveva il tempo per pensare a sé, era a una situazione nuova per lei. Notò sulla sedia accanto alla sua un giornale, lo prese e lo aprì sul tavolo iniziando a leggere l'articolo di prima pagina. 《 L'agente Race lascia il via libera a Ladro Kid. Il prezioso gioiello reale di Bukingham Palace è stato rubato.》 Era il titolo dell'articolo. 《 Sei anche te una fan dell'agente Race?》 Una calda voce maschile interruppe la lettura appena iniziata dell'articolo. Drew alzò lo sguardo dal giornale e lo volse verso un ragazzo con un grembiule nero e un taccuino in mano, in piedi davanti al suo tavolo. 《A dire il vero no. Ma mi piace tenermi aggiornata su quello che succede nel mondo.》 Rispose lei al cameriere biondo dalla carnagione scura. 《Il tuo non mi sembra un viso familiare, di dove sei?》 《Di Londra. Ma mi sono trasferita da poco qui a Tokyo da mio cugino.》 《Hai dei tratti del viso molto particolari. Chi tra i tuoi genitori è inglese?》 Drew inarcò le sopracciglia indispettita dalle domande rivoltele dall'estraneo. 《Perdonalo. È un ragazzo molto curioso, per questo motivo fa molte domande ai clienti.》 Interferì l'altra cameriera avvicinandosi al tavolo al quale era seduta la ragazza. 《Desideri qualcosa?》 Chiese gentilmente la cameriera dai lunghi capelli castani. 《Un caffè, grazie.》 Azusa annuì con la testa e sì voltò per tornare al banco. 《Ah e… Scusa. Vorrei anche ordinare un succo.》 Aggiunse Drew richiamando l'attenzione della ragazza. 《Un succo e un caffè. Curiosi i gusti degli inglesi.》 Commentò il cameriere mentre riponeva su un vassoio i piatti lasciati sul tavolo accanto dai clienti appena usciti. 《 Non è per me. Ma sento che a breve entrerà un ragazzino da quella porta. Sarebbe scortese non offrirgli niente》 Replicò scherzosamente la diciottenne inglese. 《Come sei arrivata qui? Perché hai scelto di venire proprio in questo posto?》 Continuava il biondo con le sue domande. 《Il nome. Mi intrigava molto. “Caffè Poirot" non c'è nome che si addica meglio a un bar sottostante all'agenzia investigativa del famoso Detective Kogoro il dormiente.》 Replicò accennando un sorriso al ragazzo che nello svolgere il suo lavoro non staccava lo sguardo dalla sua interlocutrice. In quel momento la porta del locale si aprì e Conan fece il suo ingresso nel bar, esattamente come previsto dalla ragazza. Si guardò attorno cercando di individuare la persona che stava seguendo fino a qualche minuto prima. Drew alzò la mano facendo cenno al ragazzino di sedersi al suo tavolo. 《Hai tirato a indovinare?》 Domandò la cameriera dal banco, assistendo alla scena. 《No, quello non lo faccio mai.》L'affermazione di Drew sorprese il cameriere biondo. Conan nella confusione guardò prima Azusa, poi Drew, poi Tooru e poi di nuovo Drew. 《Quindi sei tu il ragazzino che l'inglese aspettava, ciao Conan.》 Tooru salutò il piccolo amico carezzandogli la testa per scompigliargli i capelli con un gesto affettuoso. 《Il caffè per lei e un succo per lui. Ecco qua.》 Tooru lasciò il vassoio sul tavolo di Drew mentre il piccolo Conan si accomodava sulla sedia antistante a Drew. Il cameriere si voltò per tornare al banco lasciando i due al tavolo. 《Biondo.》 Drew richiamò per l'ultima volta l'attenzione del cameriere. Il nomignolo affibbiatogli da lei lo divertì strappandogli un sorriso. 《Mio padre era inglese.》 Dichiarò Drew in risposta alla domanda che aveva lasciato in sospeso precedentemente. Ma non fu l'unica informazione che lui percepì dalla frase. Il verbo al passato lasciava trasparire la morte del caro, un'informazione che diede al cameriere da riflettere. 《Come facevi a sapere che sarei venuto?》 Domandò Conan afferrando la cannuccia nel bicchiere di succo. 《 Se ti sei intrufolato nell'auto di Shiratori, ho pensato che non avresti rinunciato facilmente a seguirmi 》 《 Perché tanta curiosità nei miei confronti?》 Chiese a sua volta Drew afferrando per il manico la tazzina alzandola dal piattino. 《 Sei nuova da queste parti. Ho pensato che avresti gradito un po' di compagnia.》 Replicò Shinichi mentre sorseggiava la bibita. Aveva un'aria così innocente e spontanea, ispirava molta simpatia e poi le vesti di bambino spesso giocavano a favore del detective, era facile avvicinare una persona dal momento che, avere a che fare con un bambino, portava spesso ad abbassare la guardia e a far trasparire informazioni che altrimenti una persona nasconderebbe. O almeno questo era quello che pensava Shinichi, il quale cercava di intenerire la londinese sorridendo. La verità era che la curiosità di Drew era tanto forte quanto quella di Conan. La situazione si capovolse inaspettatamente e da colui che investigava su di lei, Shinichi si ritrovò a essere colui che doveva proteggere i suoi segreti. 《Quella ragazzina che era con te prima… Sapresti dirmi come si chiama?》 La domanda di Drew colse alla sprovvista Shinichi il quale dovette trattenersi da qualsiasi tipo di reazione degna di nota. 《Ai Haibara. È una mia compagna di classe.》 Rispose cercando di mantenersi calmo e cercando di usare la sua domanda a suo favore. 《Perché ti interessa saperlo?》 Drew si morse il labbro e scoppiò improvvisamente a ridere. Inutile dire che Conan non era l'unica persona nella stanza che cercava di estrarre informazioni dalla ragazza, per questo motivo Drew di tanto in tanto, distoglieva lo sguardo dall’interlocutore e osservava con discrezione il cameriere biondo al banco. Tre. Le aveva contate, erano tre le volte che aveva sorpreso il biondo interessarsi alla conversazione che stava tenendo con Conan. La prima volta aveva portato la zuccheriera alle ragazze sedute al tavolo alle spalle di Conan, il ché non poteva essere altro che una scusa per avvicinarsi, dal momento in cui ciascun tavolo era già munito di bustine di zucchero, sia bianco che di canna. La seconda, Drew aveva volutamente alzato leggermente il volume della voce per vedere la reazione del cameriere e notò che mentre affettava il pane, di tanto in tanto si bloccava e rimaneva immobile per qualche istante. Quando si cerca di ascoltare qualcosa di importante si tende a bloccarcisi involontariamente da qualsiasi azione, questo perché il cervello cerca di elaborare le parole e il loro significato. La terza: la cameriera dal grembiule rosa riferiva al biondo l'ordine di una signora. Un semplice ordine, un semplice sandwich di tacchino. Ma due minuti dopo il biondo si avvicinò al tavolo della signora con un taccuino chiedendole cosa desiderasse mangiare. Evidentemente si era distratto quando Azusa gli parlava e non si era accorto del fatto che la donna avesse già fatto il suo ordine. 《Sei un monello molto curioso.》 Disse Drew al ragazzino sviando il discorso dalla domanda di lui. 《E sembri anche troppo sveglio per la tua età.》 Drew aveva iniziato a stuzzicare volutamente con le parole il piccolo detective. Se lui avesse reagito sarebbe stato un chiaro segno che Conan stava nascondendo qualcosa. E così fu. 《I-io? Assolutamente no, sono un ragazzino come gli altri, sono gli occhiali che mi fanno sembrare più intelligente di quanto non lo sia. Sai… Me lo dicono in molti!》 La risata nervosa e isterica del ragazzino dal papillon rosso aveva dato a Drew la conferma che sperava. Non aveva esattamente compreso cosa stesse nascondendo, ma c'era una teoria nella mente di Drew che, per quanto assurda, risultava coerente con i fatti. 《Già, gli occhiali… I tuoi sono molto particolari. Posso sapere dove li hai comprati?》 Perfino il cameriere da dietro il banco aveva notato che il ragazzino si sentiva messo alle strette dalle frecciatine dell'inglese. Come aveva fatto a notare le molteplici funzione di quegli occhiali progettate dal dottor Agasa? Non aveva ancora un nome nella sua mente, ma la figura della londinese era intrigante, il modo in cui sceglieva la mossa giusta senza lasciarsi colpire a sua volta. Era uno scacco matto quello che aveva appena fatto a Shinichi, ma non si trattava di avere un intuito superiore all'altro. Kudo non poteva sapere di partire svantaggiato dalle circostanze. Drew aveva molte più informazioni sul conto dell'altro, mentre il famoso detective liceale non si era avvicinato minimamente alla soluzione. 《Non saprei. Mi sono stati regalati da un amico.》 Farneticava il ragazzino abbassando lo sguardo. Non poteva fare a meno di domandarsi se la diciottenne di Londra avesse o meno scoperto la sua identità, tra l'altro, c'era il rischio che la sua fosse stata tutta una messinscena per stanare il detective e che in verità, quella ragazza facesse parte degli uomini in nero. La preoccupazione prendeva il sopravvento, nonostante i fatti suggerissero che l'inglese non aveva nulla a che fare con gli uomini in nero. 《Va tutto bene. Sono dalla tua parte. In fondo non avrebbe senso farsi la guerra dal momento che abbiamo un unico nemico. Il tuo segreto è al sicuro con me.》 Cercava di tranquillizzarlo Miller che aveva letto le preoccupazioni del bambino dai suoi occhi. 《 Quello che non mi convince è il biondo. Ha un'aria sospetta, non trovi?》 Bisbigliò coprendosi la bocca con un mano per evitare che il biondo potesse intuire le sue parole dal movimento delle sue labbra. Conan si voltò verso il banco, scrutando l'amico che in quel momento riceveva i pagamenti alla cassa. Amuro inarcò le sopracciglia e ricambiò lo sguardo del ragazzino. Conan sapeva di non poter svelare l'identità segreta del membro dei Servizi Segreti del Giappone, non sarebbe stato corretto nei suoi confronti e inoltre, non aveva ancora scoperto il mistero che si celava dietro la figura di Drew. Eppure l'indizio che cercava era proprio lì davanti ai suoi occhi. Chiusasi alle spalle dei due la porta del Caffè Poirot, Drew si abbassò all'altezza del ragazzino. 《Adesso puoi dirmelo. Cosa sai dell'organizzazione?》 La loro attenzione fu richiamata da un vociferare di sottofondo proveniente da qualche metro di distanza lungo lo stesso marciapiede. 《Finalmente ti ho trovato! È tutto il pomeriggio che ti cerco!》 Tre ragazze si avvicinavano ai due con passo svelto. Indossavano la stessa divisa ma erano completamente diverse; c'era la castana dai capelli lunghi, la ragazza dai capelli biondo cenere sostenuti nella parte anteriore da un cerchietto e infine una ragazza dai capelli corti neri come la pece dal fisico fino e slanciato. 《Ero così preoccupata, ho provato a chiamarti ma non rispondevi! Poi ho chiamato il dottor Agasa che mi ha detto che ti aveva perso di vista ma che probabilmente ti avrei trovato in centrale, ma quando sono arrivata alla centrale, l'agente Takagi mi ha detto che eri sparito improvvisamente e non aveva idea di dove ti fossi cacciato.》 《Il dottor Agasa…》 Mormorò a bassa voce Drew mordendosi il labbro. Ran tirò per l'orecchio la piccola peste mentre continuava con le sue prediche e mentre Drew assisteva alla scena divertita, Sonoko e Masumi squadravano l'estranea dalla testa ai piedi. 《Ti chiedo scusa, ho pensato di offrirgli un succo qui al Caffè Poirot, non ho pensato che qualcuno potesse essere preoccupato per la sua assenza.》 Disse Drew alla ragazza dai capelli lunghi, in difesa del ragazzino. 《In quel caso era compito di questo marmocchio avvisare del fatto che si trovasse qui.》 Ribatté Sonoko lanciando uno sguardo minaccioso al bambino. 《Scusa ma… Tu chi sei?》 Domandò Ran volgendo le sue attenzioni verso la compagnia di Conan. 《 Drew Miller》 Si presentò la ragazza dalla maglia a righe porgendo la mano alla figlia del famoso detective dormiente. Mentre Sonoko osservava attentamente l’outfit poco curato e poco femminile della nuova arrivata, Masumi sbarrò gli occhi alla vista di Drew. 《Ma tu…》 Mormorò Drew nel tentativo di riconoscere la ragazza dai capelli corti. 《Mi chiamo Masumi, piacere di conoscerti!》 La giovane detective liceale cercò di allontanare i sospetti dell'inglese fingendo di non aver mai avuto a che fare con lei e inaspettatamente la messinscena ebbe successo, tanto da far pensare a Drew di essersi sbagliata o di aver visto in lei una persona che in verità non era. 《Tu devi essere Ran Mouri.》 Affermò Drew lasciando i presenti indispettiti dal fatto che conoscesse già il nome. 《O almeno è la mia supposizione. Hai detto di aver passato il pomeriggio a cercare Conan, prima hai chiesto informazioni al dottor Agasa, poi a Wataru. Ma non avendolo trovato avrai pensato di tornare a casa ad aspettarlo… Visto che vivete insieme, a essere precisi, proprio qui: all'agenzia del famoso detective Goro il dormiente.》 Disse indicando la finestra dell'appartamento sopra al Poirot Le rivelazioni della ragazza lasciarono a bocca aperta Ran e Sonoko. Sulla detective liceale, le parole della ragazza non ebbero lo stesso effetto. In fondo non si aspettava altro dalla persona che aveva già in passato incrociato su diverse scene del crimine. Conosceva bene le abilità deduttive dell'ex compagna di classe, colei a cui are stato concesso il salto di due anni per la brillante carriera scolastica. Ai tempi dell'high school giravano molte voci sul suo conto, dicevano che in un test era risultato che avesse un QI di 150, molti sostenevano che studiasse 10 ore al giorno, altri dicevano che non studiasse mai e che fosse tutto frutto di cultura personale acquisita già dall'infanzia. Erano solo voci, ma Sera aveva visto con i suoi occhi come la ragazza inglese fosse in grado di giungere a conclusioni esatte dai minimi particolari. 《Come facevi a sapere che vivo dallo zietto Goro?》 Lo stesso Shinichi non riusciva a capacitarsi di quanto in un'ora, Drew fosse stata capace di scoprire sul suo conto. 《Beh, quella era solo un'ipotesi… Ho notato una certa confidenza con il biondo del Caffè Poirot, quindi ho pensato che venissi spesso qui. Inoltre Ran ti stava cercando, se dovessi cercare qualcuno, il primo posto in cui andrei a cercare sarebbe casa sua. Non ha avuto bisogno di cercarti a casa visto che vivete nello stesso posto.》 Conan annuì compiaciuto, la sua ipotesi era più che azzeccata, non poteva essere altrimenti. 《 Il biondo del Caffè Poirot… Ho capito, ti riferisci a Tooru Amuro!》 Intuì Ran dalla descrizione di Drew. Solo in quel momento Conan aveva capito che Miller aveva volutamente accennato al cameriere per farsi dire il suo nome. Drew Miller ne sapeva una più del diavolo. 《Dimmi Conan, non è un po' grande per te?》 Sonoko stuzzicava il ragazzino dandogli prima un pizzicotto sulla guancia per poi prenderlo a gomitate. 《 Ma cosa dici! Drew è solo un'amica. Sì è trasferita qui da poco dall'Inghilterra. Sai, è la cugina di…》 《Takagi… L'agente di polizia.》 Lo precedette Sera interrompendolo. Drew ebbe un sussulto, l'intervento di Masumi rimetteva in ballo l’ipotesi di averla già conosciuta in precedenza.《Hai detto che Ran aveva chiesto informazioni in centrale facendo riferimento a un certo Wataru. Pur conoscendo l'agente Takagi, non avevo idea di quale fosse il suo nome, mentre tu l’hai chiamato per nome. Quindi immagino che sia lui la persona con cui sei imparentata. Dico bene?》Spiegò Masumi che ottenne come risposta da Miller un sorriso complice. 《È stato un piacere conoscervi. Sì è fatto tardi, devo andare.》 Diede le spalle alle tre liceali e al piccolo detective, si infilò la mano destra in tasca mentre l'altra la sventolava all'aria come gesto di saluto. 《Ci si vede, Shin.. Conan! 》 Salutò sarcasticamente, sbagliando intenzionalmente per dare un'ultima frecciatina al grande detective dell'est, il quale rispose con una smorfia. Ran seguì la ragazza con lo sguardo finchè non svoltò all'incrocio, scomparendo dal suo campo visivo. 《 È una ragazza piuttosto strana, non trovate anche voi?》 Commentò Sonoko in riferimento a colei che aveva appena lasciato il posto. 《 Già.》 Fu l'unica parola che uscì dalla bocca di Masumi la quale rifletteva su quale potesse essere un motivo valido per decidere, così su due piedi, di trasferirsi da Londra a Tokyo. 《 Sapete, io trovo che abbia dei tratti del viso veramente belli.》 L'opinione di Ran si fermava prettamente sull'aspetto fisico. 《Le lentiggini, i capelli, gli occhi… gli occhi.》 Sì ripeté per accentuare l'aspetto che più l'aveva colpita. 《Concordo, anche se i suoi gusti quanto a vestiti lasciano un po' a desiderare. Ma è una bella ragazza, il marmocchio ha occhio per le ragazze!》 Replicò Sonoko schernendo ancora una volta il ragazzino. *Ancora con questa storia…* Pensò tra sé e sé. Intanto Drew, proseguiva nel suo cammino con le mani nelle tasche dei jeans, ripensando a quanto successo in quella giornata. I suoi passi rallentarono progressivamente fino a fermarsi, mentre con la coda dell'occhio notava dei movimenti sospetti alle sue spalle. 《Credi che non me ne sia accorta?》Disse voltandosi in direzione opposta alla sua marcia. 《È da tanto che non ci si vede…》 《…Heiji Hattori.》 Un ragazzo dalla carnagione scura e un cappellino bianco uscì da un vicolo laterale, spuntando da dietro il muro di un edificio. La vista dell'amica dopo tanto tempo gli strappò un sorriso, camminava verso lei mentre con una mano si girava la visiera del cappellino all'indietro. 《 E così, mi hai scoperto… Ormai non mi aspetto diversamente.》 Disse poggiandole una mano sulla spalla. 《 Spiare una spia. È come rubare a casa dei ladri.》 Schernì il suo amico per le sue pessime doti di spionaggio. 《Come hai fatto a scoprirmi? Ero abbastanza convinto che non potessi vedermi.》 Drew riprese a camminare e così fece il suo amico in attesa di spiegazioni. 《Ho un certo sesto senso.》 Disse scherzosamente Drew tenendo sulle spine il ragazzo di Osaka. 《 Sapevo che saresti venuto a cercarmi, una volta scoperto che mi sarei trasferita a Tokyo. Quindi ho pensato che ci fossi tu dall'altra parte della chiamata…》 《La chiamata.》 Ripeté Heiji in ascolto. 《Il telefonino di Conan era chiuso, eppure lo schermo è rimasto illuminato per tutto il tempo che siamo stati al Caffè Poirot. Questo perché aveva aperto una chiamata perché tu potessi ascoltare la nostra conversazione. Poi mi sono ricordata che eri tu a parlarmi sempre di un certo Shinichi Kudo, un tuo amico dalle grandi capacità investigative, il tuo più grande rivale. Immagino anche che sia questo il motivo per cui Ran non riuscisse a mettersi in contatto con lui.》 Tipico di Drew, un occhio attento come il suo non si lasciava sfuggire il minimo particolare. 《 Stavo giusto pensando su chi scommettere…》 Intervenne Hattori infilandosi le mani nelle tasche. 《Riguardo a cosa?》 Domandò Drew non avendo compreso il significato delle parole di Heiji. 《Su chi per primo avrebbe scoperto l'identità dell'altro.》 Miller sorrise compiaciuta, adorava vincere almeno tanto quanto odiava perdere. Ma non ebbe il vanto di ritenersi superiore al figlio di Yusaku, il quale si era dimostrato fuori dal comune quanto a doti intuitive. 《Non fare la modesta, sprizzi gioia da tutti i pori per questo.》 Aggiunse stuzzicando la ragazza. 《Ti sbagli, non è per questo che sono felice.》 Lo corresse Drew premendo il pulsante sul palo del semaforo e fermandosi in attesa del verde. 《Davvero? E allora qual è il motivo?》 Per tutto quel tempo, nessuno le aveva creduto. Wataru credeva che avesse perso la ragione per la disperazione, la polizia la credeva talmente disperata da inventarsi un racconto su un'organizzazione malvagia di uomini in nero. Nonostante Heiji fosse al corrente sull'esistenza dell'Organizzazione, sapere di poter contare su una persona come Shinichi Kudo era la vera ragione del suo buon umore. Non solo era un ottimo elemento, sapeva che quel detective era tanto motivato almeno quanto lei nel tentativo di far affondare quei criminali. 《È inutile dirtelo. Non capiresti. Ci sono cose che puoi capire solo vivendole sulla tua pelle.》 Fu la risposta di Drew, che suonava tanto misteriosa quanto arrogante. 《Con questo cosa vorresti dire? Se pensi che io sia inferiore a te o a Kudo, ti sbagli di grosso!》 Si alterò il diciassettenne di Osaka. Era solo una messinscena, sapeva quanto la divertisse vederlo arrabbiato, la verità è che Heiji aveva capito perfettamente che la ragazza gioiva per il semplice fatto di aver trovato una pista nell'indagine sui suoi nemici. 《Non te la prendere!》 Drew non gli aveva mai raccontato dell'organizzazione anche se aveva da tempo percepito che c'era qualcosa di losco nell'aria, non poteva immaginare che quelle persone sarebbero state capaci di commettere un omicidio. Il poco che sapeva sugli uomini in nero, Heiji l'aveva appreso da Shinichi. 《Ad ogni modo, non voglio sminuire il tuo amico. Il motivo per cui sono stata capace di risalire alla sua identità è che avevo tutti gli indizi a mia disposizione. Ma non c'è modo che lui possa scoprire… …Che sono io la persona che si nasconde dietro la maschera di Race》 《Non dovresti sottovalutarlo. Non avrà tutti gli indizi che avevi tu, ma Shinichi è in grado di trovare indizi che non ci sono》 Replicò il grande detective dell'ovest fiducioso nelle capacità dell'amico. 《Gli stringerò la mano quando sarà riuscito a risalire alla mia identità segreta.》 Dichiarò Miller molto sicura di sé escludendo del tutto la possibilità che quel piccolo ragazzino dal grande intuito, potesse scoprire il suo grande segreto. 《Perché non hai portato Kazuha con te? Mi sarebbe piaciuto rivedere anche lei.》 《Sono solo di passaggio, papà voleva sapere come te la passavi visti gli ultimi avvenimenti. Voleva assicurarsi che ti saresti trovata bene a Tokyo dal momento che l'ispettore Megure gli ha riferito ogni singola tua bravata. Domani tornerò a Osaka.》 Proprio in quell’ istante passarono davanti a un negozio di televisori che aveva esposti diversi schermi sintonizzati su un canale che passava il notiziario. 《Sei una spia piuttosto bizzarra. In genere le spie tendono ad agire nascoste, mentre la spia Race appare su tutti i giornali da quando sei diventata il nemico numero uno di Kid. Non credi che questo possa crearti dei problemi?》 Osservò Heiji mentre vedeva scorrere sugli schermi alcune immagini che erano state scattate a Race in diverse occasioni. Drew sbuffò e mostrò un atteggiamento di disapprovazione. Abbassò lo sguardo e si morse il labbro. 《 Se è per questo dovrebbe indispettirti anche il fatto che l'intelligence si occupi di uno stupido ladro da quattro soldi, il quale tra l'altro, riconsegna sempre ciò che ha rubato. È una copertura del direttore. Se avessi voluto mettere dietro le sbarre Kid, l'avrei fatto già da tempo. Ma concentrare le attenzioni dei media su un personaggio come Race, è come un modo di proteggere i veri segreti dell'MI. Di fatto, nelle missioni che non riguardano quel ladro da strapazzo, non agisco mai nelle vesti di Race.》 《Non hai idea di quanto io sia curioso di sapere cosa fai realmente nelle tue missioni! Essere una spia dev'essere davvero eccitante!》 Esclamò il ragazzo dalla carnagione scura il quale invidiava il mestiere della ragazza. 《La tua immaginazione non si avvicina minimamente a ciò che è realmente l'MI6. Fare la spia non è come fare il detective.》 Disse Miller contrariata dall' entusiasmo di Heiji. La verità era che non c'era molto di cui gioire, durante la sua carriera da spia, Miller aveva avuto a che fare con persone pericolose e spesso aveva visto i suoi compagni morire davanti ai suoi occhi. Per non parlare poi del sospetto caso di suicidio di sua madre. Il movente poteva essere legato proprio a lei, chiunque avesse scoperto il suo segreto avrebbe potuto mettere in pericolo le persone che facevano parte della sua vita. Questo era il motivo per cui Drew tendeva a non prendere troppe confidenze con le persone che la circondavano. Nell'MI6 girava da sempre il detto “I sentimenti sono la rovina di una spia.” S'intendeva che i legami affettivi erano un'arma letale in grado di distruggere le persone. Perché se vuoi bene a una persona, non puoi fare a meno di preoccuparti per la sua incolumità e finisci per perdere lucidità, elemento essenziale per concludere una missione con successo e tornare a casa indenni. Inoltre rimaneva pur sempre il fatto che i nemici possono sempre prendere di mira proprio le persone a cui tieni di più. Per questo legare con tante persone, rende una spia più vulnerabile. In ogni caso, quando aveva accennato al suo capo dei suoi sospetti su un gruppo di uomini in nero che aveva notato girovagare in giro per il quartiere di Kensington, questo le rispose che non c'era nulla da temere perché se fossero state delle persone pericolose, avrebbero già preso adeguate misure di sicurezza. A parte i casi di furto e i casi di movimenti clandestini quali gare di velocità, giochi d'azzardo illegali, Drew non riceveva missioni importanti da anni ormai. Il tutto si poteva far risalire all'incidente che vide come vittima suo padre, il capo aveva pensato che lo shock emotivo avrebbe potuto compromettere le prestazioni della spia. Le era stato anche negato il permesso di indagare su quegli uomini, ma Drew aveva deciso che avrebbe agito da sé, dal momento che le ultime missioni non la soddisfacevano affatto. Drew entrò nell'MI6 all'età di 14 anni, attraverso il programma speciale “Giovani Reclute" che mirava a selezionare giovani ragazzi particolarmente dotati mentalmente e fisicamente per missioni che richiedessero particolari coperture. Come dimostra il piccolo Conan, un ragazzino è in grado di agire attirando meno sospetti, su questa logica si basava il programma anche se poco etico, dal momento che a quell'età, si tende sempre a sottovalutare il rischio agendo impulsivamente. Il programma fu infatti un disastro e su cinquanta reclute selezionate, più della metà morì alla prima missione, dopo un anno l'MI contava una perdita di 37 teen-reclute. Al momento i superstiti del programma erano solo 7 tra cui la diciottenne Drew Miller. Questi pensieri tormentavano la giovane spia la quale preferì sviare dall’argomento. 《Ad ogni modo… Sai dirmi qualcosa su un certo Tooru Amuro?》 《ETCCÌ!》 Starnutì il cameriere biondo mentre tirava tra i tavoli per raccogliere i pagamenti lasciati dai clienti. 《Salute.》 Disse divertita la collega mentre posava su un vassoio dei bicchieri. Lo osservava mentre rimaneva fermo davanti al tavolo su cui si erano in precedenza seduti Conan e la ragazza inglese. 《C'è qualcosa che non va?》 Gli domandò preoccupata dal suo strano comportamento. Amuro stava leggendo l'articolo per cui la londinese si era mostrata molto interessata. Non c'era nulla di sospetto in quello, dal momento che ormai l'agente Race era diventata molto popolare per le vicende con Ladro Kid. Ma aveva avuto una strana sensazione durante il loro incontro, come se non fosse la prima volta che incontrava quella ragazza. Inoltre le conoscenze del piccolo Conan erano sempre in qualche modo interessanti, per non parlare del fatto che Drew aveva previsto l’arrivo di Conan senza aver mai avuto a che fare con lui. Per metà inglese e orfana del padre, questi erano gli unici indizi che aveva di lei. Ma per quanto piccola era Beika, non avrebbe avuto difficoltà a incontrarla di nuovo… Per pura coincidenza… Oppure no.
   
 
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