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Autore: TheManiae    29/08/2019    1 recensioni
Due nuovi nemici scendono in campo, e stavolta sono molto più potenti e pericolosi di qualsiasi altri affrontati prima d'ora. I nostri eroi dovranno unire le forze e scavare dentro l'essenza dei loro Miraculous, o il mondo pagherà il prezzo più alto:
La Fine.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Lunga vita alla Regina

 

Queen Bee si stava davvero godendo quel viaggio mentale.

Era seduta di traverso sul trono, con le gambe stese sopra il bracciolo e un cuscino di velluto dietro la schiena. Attorno a leile servitrici si muovevano in lungo e in largo, volando in giro e obbedendo a ogni suo ordine e più piccolo capriccio. Poco prima aveva mandato una di loro a prendergli un caffè.

Pollen si avvicinò e si chinò in avanti. «Mia regina, è tempo che cominciate la vostra prova.»

«Devo proprio?» sbuffò, arrendendosi poco dopo. «Va bene. Che devo fare?»

«In realtà è molto semplice. Dovrete solo dimostrare di essere una grande regina, comprendendo il potere e la natura del Miraculous dell'Ape.»

«Nulla di troppo difficile. Sono sempre stata una grande leader. Il mio papino lo dice sempre» rispose carica d'orgoglio.

Pollen annuì e si voltò. Una cameriera si stava avvicinando, con un vassoio d'argento su cui c'erano una tazza di caffè e alcuni biscotti. Purtroppo, mentre stava salendo le scale, inciampò con un grido. Queen Bee strillò quando si ritrovò coperta di liquido bollente.

«Stupida imbranata! Impara a camminare!» esclamò cercando di togliersi il caffè di dosso. «I miei capelli! Ci vorranno ore per pulirli!»

«S-Scusatemi» disse la cameriera, inginocchiandosi e tremando come una foglia.

«Mia regina, non potete lasciarla impunita. Si merita una giusta punizione.» Uno strano sorriso apparì sul volto di Pollen.

«N-No, la prego» la cameriera si inchinò più in basso che poteva, premendo la fronte contro il pavimento bagnato. «La prego mia regina.»

«Guardie, prendete questa inetta» ordinò Pollen. Due sue simili, rivestite in armature dorate e armate con alabarde dalla forma elegante, atterrarono ai lati della cameriera, afferrandola per le braccia e forzandola a stare in piedi.

«Datele la punizione che merita.» Queen Bee mosse la mano con un gesto di disinteresse totale, continuando a tentare di pulirsi i capelli. «E portatemi una spazzola e un asciugamano.»

«Portatela fuori e tagliatele la testa. E portate ciò che la regina ha chiesto.»

La cameriera impallidì, e i suoi occhi si fecero lucidi e spaventati. Tentò di divincolarsi dalla presa delle guardie. «Vi prego no! Giuro che non succederà più! Non voglio morire, vi prego!»

Continuò a urlare, mentre le sue simili in armatura la portavano via. Queen Bee rimase senza parole, totalmente incredula. Solo dopo diversi secondi pieni di tensione e urla, riuscì a parlare. «Fermi!» Si voltò verso Pollen. «Ho detto di punirla, non di ucciderla.»

Lei alzò un sopracciglio. «Ma mia regina, questa incompetente vi ha offeso.»

«Un'offesa non merita di certo la morte!» Come poteva dire una cosa simile? Soprattutto nei riguardi di una sua simile.

Lo sguardo della Kwami divenne un cipiglio seccatto. «Una brava regina dovrebbe pretendere il rispetto dei suoi sudditi e far decapitare quelli che disobbediscono.»

Gli occhi di Queen Bee divennero due schegge di ghiaccio brillanti quando si posarono su quelli di Pollen. La sua espressione era seria, la più seria che avesse mai avuto fino a quel momento in tutta la sua. Guardò la cameriera in lacrime, ancora terrorizzata e tremante, che la fissava con una lieve speranza nelle iridi dorate. Tornò a guardare Pollen. «Sono io la regina. Decido io come una regina si deve comportare coi sudditi, e sotto il mio regno certe cose da ora in poi saranno vietate. Chiaro?»

Sotto lo sguardo sorpreso dell'assistente e delle guardie, la regina discese la scalinata e superò il ponte. «Lasciatela andare» comandò, e le guardie obbedirono all'istante. La afferrò prima che cadesse a terra, sorreggendola con un braccio sotto alla spalla.

«Grazie...» piagnucolò tra le lacrime, rivolgendole un sorriso di gratitudine. «Grazie mia regina...»

Nel suo cuore, Queen Bee si sentì stranamente bene.

«Stupida.»

La voce che aveva parlato era gelida, metallica. Voltandosi, Queen Bee vide Pollen in piedi davanti al trono. Una nebbia nera le incoronava la testa, brillando di una luce rossa proprio sulla fronte. La sclera degli occhi si era fatta nera e l'iride si era come ingrossata, facendoli apparire come due eclissi nel mezzo dell'oscurità più pura.

«Non siete stata capace di essere la nostra regina. A questo punto prenderò IO il comando!»

Dalla sua testa, la nebbia la avvolse completamente, attaccandosi a lei come una seconda pelle. Da essa nacque una corazza chitinosa scura, simile a oro bruciato e annerito. Sulla testa si era creata un elmo dalla forma insettoide, con tre grossi rubini come occhi e quattro tenaglie affilate attorno alla bocca. Le ali sulla schiena si spalancarono, contorte e affilate, piene di buchi e brillanti di una malaticcia luce verdognola. Infine, la sua ombra divenne come liquida e cominciò a ribollire, e un lungo bastone nero emerse dalla pozza. Pollen lo afferrò e lo sollevò una mano sola, rivelando che si trattava del manico di una gigantesca ascia bipenne, le lame grosse quanto un torace umano. Nonostante le dimensioni mostruose, maneggiava il letale strumento con una facilità impossibile, roteandolo in aria prima di puntarlo verso Queen Bee. «E lo farò tagliandovi la testa!»

Prima che la ragazza potesse dire o fare qualsiasi cosa, Pollen scattò. Mosse l'ascia per colpirla di lato, ma lei spinse via la cameriera e rotolò, evitando l'attacco per un soffio. Riuscì perfino a sentire la lama che le tranciava la punta dei capelli.

«Stai ferma. Ti prometto che sarò veloce e indolore!» Pollen alzò l'ascia e la mosse in orizzontale. L'eroina la schivò piegandosi all'indietro, come Matrix, scattando poi in avanti per colpire la rivale con un pugno al volto. O almeno, l'avrebbe colpita se lei non l'avesse fermata con una mano.

«Osi colpire la tua regina?» La Kwami strinse la presa, e Queen Bee lanciò un grido, cadendo in ginocchio. Sentiva le ossa della mano sul punto di rompersi. «Guardie! Aiutatemi!»

Pollen rise di gusto. «Non ti obbediscono più, Chloé Bourgeois. Loro sono mie, per sempre!»

La nebbia oscura si radunò attorno ai suoi piedi, vorticandole attorno e aumentando sempre di più. Esplose con forza e si diffuse ovunque, ricoprendo ogni centimetro della stanza. L'oro delle pareti arrugginì e divenne nero e contorto, con volti di insetti mostruosi che emergevano da esso. Dalle bocche di quei mostri fuoriuscirono centinaia di pinze rotonde legate a delle catene, che si chiusero attorno al collo di tutte le servitrici e le guardie all'interno del salone. Gridarono e lottarono, stringendo i collari per rimuoverli, ma senza alcun risultato.

«Lasciale stare!» esclamò Queen Bee. Sfruttando l'agilità del Miraculous, balzò al di sopra dell'ascia, colpendo la rivale con una ginocchiata in faccia. Pollen si sbilanciò, perdendo la presa. Liberatasi, la bionda balzò rapidamente all'indietro e tirò fuori la sua trottola, roteandola in un cerchio luminoso.

La Kwami la fissò con rabbia, e l'oscurità crebbe attorno ai suoi occhi. «Pianterò la tua testa su una picca!» La sua voce era carica di rabbia, disprezzo, odio. Alzò la mano verso la rivale, e dal suo palmo fuoriuscirono una decina di catene che si scagliarono verso di lei, i ganci metallici che mordevano l'aria come serpenti affamati.

La bionda balzò all'indietro, evitando il primo attacco delle catene, che si schiantarono contro il pavimento, distruggendo la pietra come se fosse vetro. Dopo qualche attimo di apparente calma, tornarono all'attacco, uscendo dalla nube di polvere che avevano creato e allungandosi attorno a Queen Bee, circondandola e scagliandosi contro di lei da ogni direzione.

Riuscì a evitare i primi tre attacchi, ma un quarto la colpì alla schiena, togliendole il respiro e probabilmente rompendole qualcosa. Bastò quel piccolo attimo di distrazione, e tutte le altre catene la raggiunsero. Una catena le sfondò il petto, scagliandola con forza verso una sua simile, che la ferì a un fianco e, nuovamente la lanciò verso un'altra catena. Questa sorta di pin-pong del dolore andò avanti per diversi secondi, che per Queen Bee parvero delle ore. Voleva urlare, ma ogni colpo le mozzava il fiato.

L'ultimo attacco la scagliò a terra, generando un piccolo cratere nel pavimento attorno a lei, ma le catene non avevano ancora finito. Venne afferrata per una gamba e alzata in aria, per poi essere sbattuta con forza contro la parete metallica. E questo successe ancora, e ancora, e ancora, finché il pavimento e le pareti non si coprirono di schizzi di sangue.

Dopo quasi un minuto, l'attacco, o meglio, il massacro senza pietà, si fermò. Pollen si avvicinò alla ex regina, che pendeva inerme a testa in giù. Del sangue colava dalla bocca e dal naso, scivolando lungo il volto e i capelli, tingendo l'oro di cremisi. Il suo costume era strappato in più punti, e ovunque la pelle visibile appariva piena di lividi violacei.

«Povera Chloé Bourgeois. Ladybug ha fatto un grosso errore a darti il mio Miraculous.» La catena si sollevò di colpo e si staccò dalla gamba dell'eroina, che fu lanciata verso l'alto. Stava per toccare il suolo, quando Pollen la colpì con il lato piatto dell'ascia a mo' di mazza da baseball, scagliandola lontano. Queen Bee sbattè e rotolò sul pavimento per diversi metri. Tentò di rialzarsi, ma tutti i suoi muscoli sembravano bruciare, e a malapena riusciva a respirare. Sentiva il sapore ferroro del sangue in bocca, e la sua vista era coperta da un velo rosso e puntini neri.

Pollen si avvicinò, con un sorriso crudele sul volto, e poggiò lo stivale corazzato sulla sua spalla. Queen Bee gridò di dolore, mentre sentiva l'osso sotto la carne che si veniva schiacciato e che sembrava sul punto di rompersi.

«Patetica e debole. Sei la Portatrice più inetta che io abbia mai avuto, e ne ho avute tante.» Queen Bee non sapeva se a fare più male fosse la spalla schiacciata o le parole affilate come lame.

«Lasciala stare!»

Pollen si voltò, e Queen Bee alzò lo sguardo. A parlare era stata la giovane cameriera da cui era cominciato tutto, che ora stava in piedi, sfidando la Kwami oscura con lo sguardo. Stranamente era l'unica a non essere bloccata da catene e collari.

«Molto bene.» Pollen tolse il piede dalla spalla e si girò verso la sua simile, puntandole contro l'ascia. «Prima faccio fuori te.»

La Kwami scattò in avanti, gridando di gioia sanguinaria, l'arma in alto, pronta a uccidere. La cameriera gridò e cadde all'indietro dallo spavento, coprendosi il volto con le braccia come se tale gesto potesse difenderla.

Ma il colpo non arrivò.

Pollen tentava di calare l'ascia, ma qualcosa glielo impediva. Guardando in alto, vide che la trottola di Queen Bee era legata attorno al manico. L'eroina la stava trattenendo, impedendole di colpire la povera subordinata.

«Lasciami!» esclamò lei, tirando con forza per calare l'arma, ma lei, nonostante fosse ferita, stanca e sanguinante, non mollò la presa. Anzi, con una forza che nemmeno lei riusciva a capire dove provenisse, diede un forte strattone. L'ascia fu scagliata verso l'alto, colpendo il lampadario, il cui oro era annerito e i diamanti erano diventati rosso sangue, e il gancio che lo sorreggeva.

Per un istante, l'unico suono fu quello del metallo che gemeva e si deformava. Poi il lampadario cadde. La cameriera riuscì ad allontanarsi prima che colpisse il pavimento, ma Pollen non fu così veloce, finendo schiacciata.

Senza perdere tempo, la servitrice corse da Queen Bee, aiutandola a rialzarsi. «Mia regina! State bene?»

«No...» La bionda a malapena riusciva a restare in piedi, aggrappandosi disperatamente alla servitrice. «Dobbiamo...»

Un suono cristallino la interruppe, e le parole le morirono in gola. La nube di polvere che si era creata dalla caduta del lampadario si dissipò, e i resti d'oro bruciato e diamante si mossero. Un'improvvisa esplosione scagliò i pezzi ovunque, mentre una figura enorme e terribile si innalzava dai resti, ergendosi sopra le due per parecchi metri. Era completamente nera, coperta scaglie metalliche e colante oro bruciato da grossi buchi nel petto e nei molti arti. I grossi artigli di ferro delle quattro braccia si strinsero al terreno e alla parete, e il volto insettoide e deforme, pieno di tenaglie e occhi rossi e vuoti, puntava verso di loro. Una corona d'oscurità pura le circondava la testa, dalla quale spuntavano diverse antenne che fremevano rabbiose.

«IO SONO LA REGINA DI QUESTO MONDO! MORITE! MORITE! MORITE!!!» urlò Pollen, o qualunque altra cosa fosse quell'essere, e si tuffò sulle due. Dal suo corpo si crearono centinaia di braccia artigliate, chele, zampe e bocche e tutte puntavano su di loro.

Queen Bee si mise davanti alla cameriera e chiuse gli occhi, attendendo il dolore e la fine. Il terrore la paralizzava, e ogni secondo d'attesa pareva essere infinito.

Non arrivò nessun colpo, e da dietro gli occhi chiusi riuscì a intravedere una luce. Ne aprì lentamente uno, timorosa, ma appena comprese cosa aveva davanti, rimase a bocca aperta.

Pollen si era trasformata nuovamente. Il mostro era svanito, lasciando il posto a una figura che poteva essere definita solo in un modo: Divina. Un abito bianco le copriva il corpo snello, danzando leggiadro in un vento inesistente. Quattro sottili ali d'insetto azzurre si aprivano alle sue spalle, brillanti come diamanti illuminati dalle stelle. Il suo viso ora era gentile e bellissimo, e sulla sua testa brillava una corona fatta di luce purissima.

«Ma che...» Queen Bee non riusciva a capire. Guardandosi attorno, vide che tutta l'oscurità della sala si era dissolta, e tutte le serve e le guardie erano di nuovo libere. Anzi, sembrava quasi che tutto fosse ancora più luminoso e splendente di prima.

Pollen le sorrise. «Hai dimostrato cosa significa davvero regnare. Hai rischiato la tua vita per proteggerla. Un vero capo non è il più forte, non è quello che si impone sugli altri, ma chi protegge il suo popolo mettendosi in prima linea.» Le offrì una mano per rialzarsi, e appena la toccò, Queen Bee si sentì subito meglio. Una luce dorata dalle dita di Pollen avvolse il suo corpo, guarendo le sue ferite.

«Non potevi dirmelo a parole, vero? Dovevi necessariamente prendermi a botte.» Nonostante la guarigione, l'eroina sentiva ancora il dolore, i lividi e le ossa rotte di pochi secondi prima, e rivolse un'occhiata carica di rabbia verso la Kwami.

«Mi scuso per avervi ferito, mia regina, ma per comprendere l'animo di una persona le parole non bastano. Non conta come un Portatore vive, ma da come muore.» Detto questo, Pollen si tolse la corona di luce. Nelle sue mani, il cerchio luminoso emetteva un caleidoscopio di colori. Tutte le sue simili si avvicinarono, circondando le due.

«Mia regina» disse, allzando la corona sopra la testa di Queen Bee e ve la poggiò sopra. Attorno a capo, la giovane eroina sentì una piacevole sensazione di benessere. Pollen si inginocchiò «Siamo onorate di essere tue servitrici.»

Tutte le altre si inchinarono. «Lunga vita alla regina.»

Una luce accecante invase la vista di Queen Bee. L'ultima cosa che vide fu Pollen, che le sorrideva fiduciosa. «Lunga vita alla regina.»


 

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-La Follia mi scorre nelle vene

   
 
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