Anime & Manga > Sword Art Online
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Autore: SimoDoria1997    29/08/2019    0 recensioni
"Finalmente riuscirò a giocare a Sword Art Online!"
In quel momento la mia testa riusciva ad elaborare solo quello, dopo non essere stato scelto come Beta Tester non mi era rimasto che aspettare e così è stato. Ormai stavo stringendo quel famoso VRMMORPG tra le mani e non mi rimaneva che correre a casa ed indossare il NerveGear per poter così catapultarmi in quel Mondo di spade.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nella grande piazza ritornò il silenzio, una volta dileguatosi, Kayaba portò via con se i molteplici brusii dei vari player momentaneamente rinchiusi in quella piazza. Ma non durò molto, infatti, si sentì provenire da una delle estremità della zona un urlo disumano, dal tono della voce sembrava una ragazza ma da quanto era acuto e disperato, pure il sistema faceva fatica ad elaborarlo. Provai a concentrare lo sguardo verso il punto da cui proveniva quel suono straziante, come avevo previsto si trattava di una ragazza, da dove mi trovavo non riuscivo a vederne in modo limpido i dettagli, era in ginocchio, immobile mentre si teneva la testa tra le mani. Qualcuno provò a rassicurarla ma sembrava non volersi fermare, da lì in poi la situazione cominciò a degenerare. Più e più persone iniziarono ad urlare, a sbracciarsi quasi come se facendo così qualcuno potesse davvero vederli, dalla tanta confusione sembrava che la piazza potesse crollare da un momento all'altro. In un attimo di lucidità presi l'avambraccio di Erika e strattonandola la portai all'uscita della piazza. "Ehi, che stai fac.. si può sapere dove stai andando?" Non le risposi, in quel momento la cosa più importante da fare era allontanarsi da quell'ammasso di persone urlanti per evitare di venirne travolti, in quel momento ogni secondo in più sarebbe stato di vitale importanza. Arrivammo in una delle tante vie secondarie in quella che al momento sembrava una cittadina fantasma. Probabilmente a causa del passaggio dal giorno alla notte e all'allontanamento dalla piazza le urla si placarono venendo sostituite da una BGM (Background Music) che in quel momento era tutto tranne che rilassante e confortevole. Nella via in cui ci trovavamo non c'era anima viva, se non qualche bottega gestita da NPCs che continuavano a ripetere frasi preimpostate a ripetizione. Mi fermai un attimo per capire dove ci trovavamo in quel momento e di conseguenza cercare qualche punto di riferimento. Erika, che continuava a starmi vicina (non che in quel momento avesse molta altra scelta), si divincolò dalla mia presa prendendo un attimo le distanze. "Si può sapere cos'hai in mente di fare!?" "Dovevamo allontanarci il più possibile dalla folla, se fossimo rimasti intrappolati in mezzo a quella confusione non ne saremo più usciti fuori" "Ah, quindi ora dovremmo esser salvi? Hai sentito cosa ha detto quel tipo!? Se le cose stanno veramente così noi siamo intrappolati in uno stupido gioco senza aver la possibilità di uscire! Morire qui significa morire nella vita reale? Ma stiamo scherzando? Diamine! Mi spieghi come fai a rimanere così dannatamente calmo? Mi stai dando sui nervi!" Più continuava a parlare, più si avvertivano delle irregolarità nella sua voce, stava cercando di sopprimere un pianto. In Sword Art Online non era possibile nascondere le proprie emozioni, un sensore in tempo reale inviava e riceveva informazioni direttamente dal cervello e, in caso di cambi di umore (Imbarazzo, rabbia, tristezza..) li avrebbe palesati subito nella faccia dell'avatar. "Io non sono calmo! Sto solo cercando una locanda dove poter avere il tempo di riordinare un attimo le idee, so benissimo cosa sta succedendo e proprio per questo non dobbiamo perdere tempo!" Ripresi a camminare e, dopo un attimo di titubanza, Erika cominciò a seguirmi continuando a lamentarsi tra sé e sé. Dalla via in cui ci trovavamo, ritornammo in una delle strade principali, l'illuminazione artificiale della città si era ormai attivata, guardandomi intorno mi resi conto di quanto l'ambiente che ci circondava fosse reale, eravamo in un videogioco con la mente, ma il nostro corpo inerme continuava a trovarsi in un letto, era tutto davvero troppo surreale e per questo una piccola parte di me continuava a sperare fosse solo un brutto sogno. Percorrendo il perimetro delle strade più esterne della città ci accorgemmo di un agglomerato di persone, questa volta non si trattava di NPCs, erano giocatori veri e propri ma non avevamo idea di cosa stesse succedendo ma in qualsiasi caso saremmo dovuti passar di lì. Una volta affiancato il gruppo il mio corpo si fermò quasi come se avesse avvertito istintivamente qualcosa di maledettamente sbagliato e così fece pure Erika. Un ragazzo stava in piedi sopra a quello che avrebbe dovuto rappresentare i limiti dell'area, un corrimano in metallo percorreva tutto il perimetro di quella città e, dopo di esso c'era solo il vuoto. "Vedete, è praticamente impossibile che quel pazzoide sia stato veramente serio con noi, non si possono rinchiudere così tante persone dentro ad un videogioco, ne sono certo!" Il suo sguardo era vuoto, le sue parole erano accompagnate da una risata isterica, non prometteva nulla di buono. "Non appena il mio avatar oltrepasserà i limiti dell'area mi risveglierò dall'altra parte, fidatevi che è così!" Tutte le persone lì intorno lo osservavano in silenzio senza dir nulla. Il ragazzo in piedi sul corrimano si girò rivolgendosi col corpo verso l'esterno, aprì le braccia come se stesse per prendere il volo e si lasciò cadere. Corsi verso il corrimano e mi affacciai per vedere l'esito di quella folle decisione. Continuava a cadere, cadere, cadere.. fino a quando il suo avatar non iniziò a brillare, subito dopo esplose in migliaia di frammenti, andò letteralmente in frantumi. Dove poco prima il ragazzo era appena sparito apparve una scritta: "Dead" Del ragazzo non c'era più traccia, nessun respawn, niente di niente, era andato, sparito. Portai entrambe le mie mani alla bocca e venni preso da un forte senso di nausea, le persone che insieme a me avevano assistito a quell'orribile spettacolo cominciarono ad urlare all'unisono, il panico stava tornando protagonista e la scena della piazza si stava ripetendo. Guardai Erika, stava ancora fissando giù, non si muoveva, nel suo sguardo vidi il terrore, le misi una mano sulla spalla e la incitai a continuare a seguirmi senza far troppe domande. La velocità con cui ci spostammo fu ai limiti dell'umano, alle nostre spalle continuavano ad avvertirsi le urla di quelle persone, ma finalmente, davanti a noi apparve un'insegna che in tutto questo pandemonio ci fece per un attimo tirare un sospiro di sollievo: "Beginner's Inn", una locanda. Non avevo bene idea di come funzionassero le locande il questo gioco, ma non appena entrati mi fiondai subito al bancone dove un'anziana signora già aveva riposto il suo sguardo su di me. "Benvenuti in questa umile locanda avventurieri, come posso..." "Una camera doppia!" Non la feci nemmeno finire di parlare, fortunatamente l'NPC davanti a me fece un cenno con la testa e subito dopo sentii il suono di una transazione, probabilmente era già stata prelevata la somma di Col necessaria per il pernottamento nella stanza designata. "Prego, avventurieri, la vostra stanza si trova al primo piano, non vi rimane che prendere le scale" L'anziana signora mi sorrise e subito dopo tornò a sbrigare le sue faccende. Lanciai un'occhiata a Erika e ci avviammo verso le scale. Non appena salita la prima rampa di scale ci ritrovammo automaticamente dentro a quella che sarebbe stata la nostra momentanea dimora. La stanza era molto spartana, una minuscola stanza composta da due letti, una scrivania ed una sedia, nulla di più. mi sedetti su uno dei due letti e subito dopo mi rivolsi alla ragazza che a quanto pare si era seduta a sua volta nell'altro letto in silenzio. "Dovremo fare il punto della situazione, il prezzo per il pernottamento qui in base ai col in nostro possesso non è estremamente alto, ma prima o poi il denaro a nostra disposizione finirà, dovremo procurarci dei soldi e quindi saremo obbligati ad uscire di qui, questo è un problema." Erika, seduta di fronte a me, se ne stava con le braccia appoggiate sulle gambe, era visibilmente esausta, la sua estrema sfrontatezza si era completamente affievolita e sembrava non avesse nemmeno la voglia di rispondere, si limitò a guardarmi mentre delle lacrime le scendevano lungo il viso. Mi alzai dal letto e mi spostai di fronte a lei per poi inginocchiarmi subito dopo. "Ascoltami, tutto questo è surreale, lo so, un incubo se così si può dire, ma dobbiamo farci forza, abbiamo avuto la fortuna nella sfortuna di entrare qui dentro insieme, a differenza di chi in questo momento sta vagando da solo per la cittadina senza saper né cosa fare né dove andare. dobbiamo cercare di riposare almeno un po' e domani decideremo sul da farsi." Non appena finii di parlarle distolse lo sguardo da me per poi compiere con la mano destra il gesto per aprire il menù, scese fino alla voce "Sistema", e si fermò sul campo "logout", provò a premere, ancora e ancora, al quarto tentativo le fermai la mano e lì, dopo aver riposto il suo sguardo su di me, scoppiò completamente in lacrime, aveva smesso di trattenersi. Ero inerme di fronte a quel pianto disperato, era straziante, sembrava il pianto di una bambina. Appoggiò la fronte sulla mano che continuavo a tenerle ferma mentre continuava a singhiozzare, non sapevo davvero che fare, eravamo davvero lì, abbandonati a noi stessi, in quel mondo sconosciuto.
   
 
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