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Autore: Blue_Fire_Fly    30/08/2019    0 recensioni
SOGNO
Questo è un sogno che ho fatto stanotte, ve lo racconto tale e quale a come io l'ho sognato e ne seguiranno altri, non stupitevi o alteratevi se la storia non ha un filo conduttore logino ed è inconcludente.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero appena trasferita in Austria da mio Zio.
Ero in una specie di locale, c’erano molte persone che conoscevo tra cui una mia cara amica, Silvia.
Ho passato la serata con lei a fare conoscenza con diverse persone, tra cui si trovava un ragazzo con la quale entrambe abbiamo fatto amicizia, con me si è rivelato simpatico e gentile e non ho notato che comportamento avesse avuto con Silvia.

Il giorno dopo io e lei siamo andate a fare un tour guidato nelle case di quartiere con un gruppo di ragazze del luogo, il tour consisteva proprio nell’entrare in casa di persone e visitare la loro dimora.
Una delle case in lista da visitare era quella del ragazzo conosciuto la sera prima. Entrate in casa Silvia ed altre ragazze cominciarono a tirare fuori dagli zainetto diversi oggetti, che sembravano tutti cartoleria o accessori giapponesi.
In realtà quelle cose erano oggetti per fare magie e lanciare maledizioni.
Chiedo spiegazioni a Silvia che si altera dicendomi che io non l’ho notato ma la sera prima il ragazzo del bar si era comportato da vero cafone e villano con lei e quindi meritava una maledizione in casa sua.

Arriva anche mio zio che a quanto pare conosce la famiglia, saluta tutti i parenti per poi rivolgersi a me un po’ infastidito ma scherzosamente, chiedendomi come mai non avessi risposto al suo messaggio dove mi chiedeva di incontrarci, gli risposi che stavo facendo questo tour e che quindi non sarei stata comunque libera.
Mi presenta una mia cugina, pelle scura capelli lunghi lisci e neri top bianco e forse una quinta di seno, con lo stesso QI di un cetriolo, comincia a fare la gatta morta con il ragazzo della sera prima in bar.
In seguito guardando sulla rubrica del cellulare scopri che il ragazzo era salvato sotto il nome Jcy.

I genitori di Jcy si siedono al tavolo e mi fanno accomodare.
Mentre la moglie, una donna anziana in abito azzurro a fiori, magra dai capelli ricci e brizzolati resta in silenzio, suo marito, un uomo anziano con occhiali e camicia gallo chiaro a righe verticali bianche, dalla costituzione robusta, calvo e con dei baffi importanti, mi fa un discorso molto maschilista su quale dovrebbe essere il ruolo della donna che conclude con la frase “La donna dovrebbe servire e riverire l’uomo, quindi tu dovresti servire e riverire mio figlio.”
Mi alzo indignata sbattendo le mani sul tavolo, inizialmente espongo le mie opinioni in maniera controllata, sua moglie commenta ciò con un “Pensavo peggio.”
Ma la mia collera cresce con il volume della mia voce e dopo poco mi ritrovo ad urlare all’uomo, esco di casa indignata e buttando delle lattine di birra nella raccolta differenziata.

Mi unisco ad una banda di vandali, di circa una ventina di persone, tutti con le creste ed le giacche di pelle, con la quale bevo e decidiamo di fare un po’ di casino.
Andiamo in una lunghissima galleria, io entro dentro ad un carrello della spesa lasciandomi trascinare da chi capita, nella galleria facciamo un po’ di vandalismo con graffiti alle pareti e rompendo un po’ di cose che capitano, sempre continuando a bere; ormai eravamo un po’ alticci.
La polizia viene mobilitata per fermarci ma non ci inseguono, si limitano ad osservarci dall’altro lato della galleria, con colonne di cemento che ci separano.
Noi continuiamo il nostro devastante corteo, ormai quasi arrivati alla fine del tunnel troviamo un’altra banda di teppisti, a differenza nostra che siamo pieni di energia e di voglia di fare casino loro sono sfiniti e totalmente ubriachi.
Uno di loro mi chiede se voglio finire la sua bottiglia di liquore al mango, rispondo di sì e mi avvicino con il carrello per prenderla, era quasi completamente piena e comincio a berla mentre ci avviamo verso l’uscita del tunnel.
Fuori dalla galleria scendo dal carrello, tutta la banda di vandali è sparita, all’uscita del tunnel , ci sono postazioni di agenti con tavoli pieni di cibarie e bevande come se stessero facendo un picnic.
Nessun agente mi ferma o mi arresta, quindi io cammino tranquilla e prendo un panino da uno dei tavoli per poi avviarmi verso i miei genitori, con loro vi era anche mio zio che come prima cosa mi chiede quale è stata la mia impressione su mia cugina, in cono con mia madre rispondiamo “Un troione!”.
Quindi mio zio comincia a farmi un discorso sull’invidia e su quanto è sbagliato essere invidiosi e poi aggiunge un altro discorso molto strano, dove mi dice che io in passato ho dato molti Pokemon in giro e che ora ne traggo i benefici perché mi stanno tornando tutti indietro.
Essendo di cattivo umore mi avvicino al parapetto e getto di sotto l’ultimo pezzo del panino che mi era rimasto.
C’è una vista su un parco pubblico, completamente allagato a causa di giorni di pioggia.
Sembrava un piccolo lago in mezzo alla città, colorato da calde tinte pastello donatogliele da gli alberi e le rose che decoravano il fondo di quel cristallino lago.

   
 
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