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Autore: Sherry_4869    31/08/2019    2 recensioni
questo è un remake di una storia, precisamente una one-shot, che scrissi e pubblicai ormai l'anno scorso, e che ho deciso di correggere, modificare e abbellire, e di spezzare in qualche capitolo! Ai ricorda la serata precedente, nella quale Gin aveva cercato di ucciderla, e si sente male. Ancora una volta, sarà Conan a salvarla. Buona lettura!
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Hiroshi Agasa, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SBAM!!!

 
... In pochi secondi Conan scagliò una pallonata alla mano di Gin che gli fece volare
via la pistola.


Gin stesso si scansò, lasciando cadere la ragazza a terra, senza energie, riversa sul
freddo, gelido pavimento di quel terrazzo in cima alla torre di Tokyo.
Non riusciva neanche a muoversi.
Iniziò a sentire le gocce di pioggia bagnarle il viso, sentì Gin urlare: “Vodka, corri,
dobbiamo andarcene!”.
Poi...
Improvvisamente...
... Un forte dolore al petto.
Un dolore che non la lasciava più respirare: era l’effetto del farmaco, il suo tempo
stava scadendo, e presto sarebbe tornata bambina.

Doveva correre a nascondersi, ma non poteva.
 
Non ce la faceva.
 
L’ultima cosa che sentì furono le sirene della polizia, poi più niente...

...

Sì risvegliò due ore dopo, di nuovo nel corpo di Ai. Era quasi mezzanotte, si trovava
nel suo caldo letto.
Si tirò su, lentamente, mettendosi seduta.
“M-ma... Sono...”
La ragazza si guardò intorno, con un’espressione che era un misto di stupore e
profonda stanchezza. Lo sguardo di chi non ha più la forza di stare sveglio, ma che
combatte un duello all’ultimo sangue pur di rimanerlo.
Si guardò di nuovo un po’ attorno.
 
“Sono viva...” mormorò, quasi avesse paura a pronunciare quelle parole.

“Sì, sei viva, Ai” le rispose improvvisamente una voce familiare.
 
La ragazza sussultò: Conan era appoggiato al muro in fondo alla stanza, con la
testa china a fissare il pavimento e le braccia incrociate.
 
“Ora dimmi, Ai...” iniziò in modo calmo il ragazzo, per poi esplodere, al punto da
spaventare la castana: “Cosa volevi fare?!?! Volevi mettere fine alla tua vita? Volevi
smettere di scappare e dargliela vinta!?”.
 
“Lo so Conan, mi dispiace…” disse Ai con la voce tremolante.
Conan le si avvicinò e si sedette sul letto della ragazza, un po’ più calmo: “Mi hai
fatto preoccupare... Non farlo mai più!”. Ai avrebbe voluto rispondergli, ma sentì
un’improvvisa fitta alla testa. Si stava sentendo di nuovo male, e non capiva perché.
Conan se ne accorse subito e si agitò: “Oh cavolo!! Stai ancora male! Cerca di
sdraiarti, vado a chiamare il dottor Agasa!!”.
Detto questo, l’occhialuto corse fuori dalla stanza.
‘No... Resta qui...’ pensava la ragazza. Quelle parole avrebbe voluto dirle, non solo
pensarle, ma non ce la faceva.
Il ragazzo sparì fuori dalla porta, e lei crollò.

FINE FLASHBACK

La serata per lei era finita così.
Guardò la sua tazzina e il caffè ma... Le si era chiuso lo stomaco.
Capì che non sarebbe riuscita a mandarne giù neanche un sorso, e non lo bevve.
“farò a meno del caffè, il lavoro non aspetta.” Si disse, in fondo non aveva molta
scelta. Si sedette alla scrivania e prese il quaderno dove teneva tutti gli appunti
riguardanti l’APTX4869.
La ragazza lo prese insieme a una penna, ma non appena lo aprì capì che
probabilmente avrebbe faticato, e non poco: non riusciva a leggere nulla.
Le parole erano sfocate e tremolanti.
Ai si guardò una mano, e la situazione era la stessa.
“mh... Accidenti... Non mi sono ancora ripresa da ieri sera, non posso crederci...” e si
toccò la fronte.
Il suo stomaco era stretto, e la gola era tappata da un nodo.
“Forse... Forse mi aiuterà sciacquarmi la faccia con acqua gelata.” la ragazza entrò
nel bagno.
Prima, quando ci era entrata, nonostante lo specchio fosse davanti a lei, non aveva
fatto caso al suo aspetto, e quando vi rientrò quasi si spaventò da sola: i suoi capelli
castani erano spettinati, il suo colorito era cadaverico, le sue guance erano graffiate,
i suoi occhi verdi erano lucidi, spenti e su tutto il corpo era piena di cicatrici, bende e
cerotti.
 
... Ma già lo sapeva.
Lo sapeva già di essere piena di ferite, Gin le aveva sparato sette proiettili, ma non si
era ancora accorta di come l’avesse ridotta la sera prima. Dopo essersi sciacquata la
faccia, prese una spazzola e tentò di rimettere a posto i capelli. Di certo sarebbe
stato un miglioramento, seppur piccolo.
Aveva ancora addosso il suo pigiama: un pantaloncino nero e una maglietta nera.
 
Il nero.
 
Il colore che aveva fatto parte di tutta la sua vita.
 
Ciò che viene sempre associato a tutto ciò che è negativo: le tenebre, la morte,
l’oltretomba...
 
Per lei significava semplicemente l’organizzazione criminale di cui aveva fatto parte
fin dalla nascita, quel qualcosa che malediceva costantemente, ciò che le aveva
portato via la famiglia.
 
 
...
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: ecco la seconda parte del remake! Spero vi piaccia, intanto sto continuando a lavorare alla “giornata al mare”, anche se per ora sto ancora lavorando al tredicesimo capitolo. Spero apprezzerete comunque anche questo! A presto! <3
   
 
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