Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    31/08/2019    0 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente, nella tarda mattinata, Rafiki si diresse alla Rupe dei Re, per annunciare a Scar e alle altre leonesse del branco ciò che la sua visione gli aveva rivelato. 

Camminò in mezzo all’enorme branco di iene, molte delle quali erano intente a spolpare carcasse. L’anziano sciamano non aveva mai visto tanti animali uccisi in un giorno solo. 

Era conscio che la bilancia dell’Equilibrio tra prendere e dare stava pericolosamente pendendo da un lato a ritmo preoccupante. Di quel passo, a forza di prendere dalla Terra, essa non avrebbe più avuto niente da dare a quelle grasse iene che in quel momento banchettavano allegre. Eppure Ahadi aveva parlato di tempi di abbondanza e pace… Come era possibile?
Solo alcuni dei fidati seguaci di Scar alzarono lo sguardo verso Rafiki, ma non gli mostrarono alcuna deferenza e presto tornarono a mangiare. 

Stava per salire sulla scalinata rocciosa che portava alla Rupe, quando una vocina candida e pregna di curiosità si fece sentire tra le sue zampe. 

-Tu sei lo sciamano?- chiese un cucciolo di iena –E’ vero che questa notte hai visto il futuro e stai per raccontarlo al nostro re?- 

Rafiki guardò quel cucciolo negli occhi, non riuscendo a reprimere un leggero sorriso quando vide il ciuffetto nero della sua codina muoversi allegramente. I suoi occhioni guizzavano da lui al suo bastone quasi con ammirazione. 

-Uno dei Grandi Re del Passato mi ha fatto intravedere uno squarcio del futuro- confermò facendo sorridere il cucciolo –Ma lascia che il vecchio Rafiki ti dica una cosa che ha appreso negli anni-. 

Gli prese la testolina bruna del pelo da cucciolo, per poi avvicinare il suo orecchio dritto e trepidante alle labbra. –Mentre uno sciamano ha bisogno che delle vecchie salme reali gli diano visione del futuro, a un animale con un po’ di cervello basta guardare il giorno presente per conoscere il domani. Lo trovo più facile e molto meno criptico di tutte le profezie che possono sussurrare gli antenati- disse facendo ridacchiare il cucciolo. 

Ogni tanto secondo lui era utile smorzare tutta quella deferenza nei confronti degli Antenati, in modo che i posteri sapessero agire anche senza il loro consiglio. Il futuro esisteva per rinnovare il passato. 

-Ma allora a che serve il Giorno dell’Oracolo?- domandò poi la piccola iena. 

Rafiki si appoggiò al suo bastone e guardò in alto verso la punta della Rupe, dove Scar rimirava il regno che aveva agognato fin da subito. La sua criniera poco folta e il fisico magro, tuttavia, non gli conferivano nemmeno la metà della regalità di suo fratello. 

-Negli ultimi anni è diventata più una tradizione che uno spunto per la guida dei sovrani, che spesso sanno agire da soli- disse tornando a guardare il cucciolo –Ma non tutti sono abbastanza lungimiranti da vedere il futuro con i propri occhi- 

Tutto ciò suonava contraddittorio alle sue stesse orecchie. Aveva visto un futuro di prosperità, per un regno in cui avanzava la carestia. 

-Hai visto un futuro brutto, sciamano?- chiese il piccolo di iena. 

-Non ne sono sicuro…-ammise il babbuino. Mentire non era un dovere contemplato dal suo ruolo di sciamano. Essendo un interprete tra il mondo dei vivi e gli Antenati, era suo compito inviolabile tradurre correttamente a entrambi o avrebbe perso per sempre l’accesso al mondo celeste. 

-Se guardo il presente posso vedere il futuro…- ripeté la piccola iena, pensieroso –Sembra che stia peggiorando… Le terre del branco non erano così quando siamo arrivati- 

-E non hai tutti i torti, piccolo. Cacciare troppo fa male alla terra- disse Rafiki, scompigliandogli i ciuffi scuri sulla testa –Sei sveglio. Come ti chiami?-

-Asante- rispose quello, gonfiando il petto al complimento. 
-Allora, Asante, ti consiglio di continuare a guardare il presente e di agire adesso per non farlo peggiorare- disse sperando che capisse. 

Lo vide annuire vigorosamente, mentre lui scalava le rocce per raggiungere il re. A ogni masso che scalava però, in lui cresceva l’impulso di correre indietro o di mentire. Tutto pur di non raccontare la sua visione in cui quel leone e la sua discendenza regnavano per i secoli a venire. Secoli… secoli interi di Scar alla Rupe dei Re. 

Tuttavia si ripeté che sarebbe stato un sacrilegio mentire sulla visione, sul dono concesso dagli Antenati. 

-Rafiki- la voce di Sarabi lo distolse dai suoi pensieri. Non si era nemmeno accorto di essere arrivato in cima, mentre la sua mente rimescolava le immagini di Ahadi, del Re Polvere e della Leonessa Luna, cercando di trovare un altro senso a tutto. 

-Sarabi- la salutò abbracciandola, mentre le altre leonesse osservavano tutto dietro di loro. 

-Che notizie porti dal mondo celeste?- chiese la leonessa, forse sperando che fosse stato il suo compagno a svelargli il futuro. 

-Tempismo perfetto, Rafiki!- disse Scar sopraggiungendo quasi di corsa, ansioso di conoscere il responso –Stavo giusto pensando a te. Ebbene?- 

Gli artigli del leone graffiavano con trepidazione la roccia sotto le zampe, mentre Scar sedeva composto sfoggiando un sorriso sardonico. Sotto quel portamento fiero, tuttavia, l’anziano mandrillo scorse un forte nervosismo, quasi come se il leone avesse paura di ciò che avrebbe detto. 

Lo sciamano sospirò, stringendosi al suo bastone, per poi alzare la testa e guardare il re negli occhi: -Ebbene, sire, vostro padre mi ha fatto dono di vedere il vostro futuro. Voglio citarvi le sue stesse parole: “Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. I loro discendenti regneranno nei secoli”- 

Un mormorio si accese tra le leonesse, che mai avevano sentito un responso tanto criptico. Solo una si fece avanti con il muso sereno, senza manifestare la minima confusione alle parole di Rafiki. 

-Che splendida notizia, mio re!- esclamò Zira, la compagna di Scar, avanzando impettita tra le altre leonesse –Non è ovvio? Tu, Taka, sei il Re Polvere e io la tua regina, una leonessa nata in un plenilunio. La nostra discendenza è destinata alla gloria!- 
Andò a mettersi al suo fianco, sfregandosi nella sua criniera color catrame con affetto. 

Era vero. Lo stesso Rafiki aveva fatto nascere la leonessa proprio in una notte di luna piena. 

-Hai ragione- ammise il re, allargando il suo sorriso –Mio fratello e il suo povero figlio non hanno avuto un destino altrettanto glorioso. La loro stirpe è stata stroncata tristemente. Ma la mia… Oh no! La mia è destinata a imprimersi nella roccia e nel tempo! Nulla la ostacolerà! E con essa… io diverrò immortale!-

-Sì, mio re- concordò Zira, ghignando quasi quanto lui –A tal proposito… Sono incinta-. 

-Quale meravigliosa notizia, mia regina!- esclamò Scar, ormai sempre più euforico. Ma non era felicità per essere padre, quella che Rafiki vedeva nei suoi occhi, era brama. Non di potere ma di immortalità. 

-Tali notizie vanno festeggiate! Sarabi, prepara un’altra battuta di caccia! Voglio che portiate più prede di quante ne abbiate mai prese sotto tutto il regno di Mufasa!- ordinò, prima di avviarsi di nuovo verso la punta e ruggire, seguito da Zira. 

-Scar, abbiamo cacciato abbastanza per oggi. Sempre più mandrie stanno scomparendo per i ritmi di caccia insostenibili. Di questo passo non…!- iniziò l’ex regina. 

-Non hai sentito Rafiki? Sotto i miei discendenti queste terre non conosceranno la carestia! Secoli di gloria e abbondanza attendono questo regno! E’ più di quanto quell’inetto di Mufasa abbia mai ottenuto nella sua reggenza pateticamente prudente. Ora andate! Meno prendete, meno le iene vi lasceranno- ruggì il leone sfoderando gli artigli e mostrando le zanne ingiallite. 

Nei suoi occhi brillava un’euforica follia che terrorizzò Rafiki. Per la prima volta, il babbuino rimpianse di non aver mentito.
   
 
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