Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    31/08/2019    2 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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         My duty is to bring you in your land



 
L a febbre cominciò a essere meno alta e Sandor riuscì a riposare decentemente, non sognò nulla.
Non gli capitava da un po’ di non sognare suo fratello, il suo sguardo freddo e carico di odio, le sue mani che lo tenevano premuto contro i tizzoni ardenti, quell’odore di carne bruciata, la sua carne che lentamente si scioglieva, le sue urla.
 
Sandor riaprì lentamente gli occhi e vide che la pioggia era cessata, splendeva di nuovo il Sole.
Si guardò intorno e vide l’uccelletto dormire, si mise a sedere lentamente e la osservò: i capelli le erano ricaduti in piccola parte sul viso angelico appena arrossato, dormiva su un fianco stringendo nella manina un piccolissimo ciondolo a forma di lupo, quasi come se volesse ricordarsi delle sue origini, di chi era.
Sandor in un moto di tenerezza – tenerezza che non credeva nemmeno di avere – le si avvicinò barcollando appena e le si sedette vicino, la osservò a lungo e intensamente: il suo cuore non cessava di battere all’impazzata, maledetta febbre, quando sarebbe passata del tutto?
Le spostò la ciocca di capelli che le ricadeva sul viso e Sansa si mosse nel sonno, Sandor sollevò la mano, non voleva che la ragazzina lo vedesse chino su di lei e si fosse fatta strane idee!
Si allontanò da lei e si avvicinò all’entrata della caverna, guardò il Sole alto nel cielo e si disse che era ora di svegliarla e rimettersi in viaggio: quella vicinanza alla Stark non gli faceva per nulla bene!
Lui era il Mastino, un cane fedele al proprio padrone, ma pur sempre un cane pronto a mordere, squartare, ammazzare, spezzare chiunque egli volesse, non sarebbe stata quell’innocente creatura a fargli perdere la rotta!
 
Quando Sansa riaprì gli occhi vide l’uomo in piedi a scrutare l’esterno: il Sole era alto e faceva brillare l’erba e le rocce all’esterno. Sansa sorrise, non le capitava da un po’ di sorridere in quel modo e non era solo per il bel tempo che si sentiva così serena, ma lo era anche nel vedere la sua guida stare meglio, era felice di sapere di nuovo in forze l’uomo che faceva di tutto per sembrare una belva.
“Buongiorno!” lo salutò lei e Sandor sobbalzò estraendo fulmineamente il pugnale dalla cintola “Per i Sette Inferi non farlo più!” esclamò rinfoderando l’arma. Sansa ridacchiò guardando il Mastino “Come state?” gli chiese guardandolo dritto negli occhi.
“Bene.” rispose lui semplicemente “Anche se credo che la febbre non mi abbia lasciato del tutto.” aggiunse in tono burbero.
“Posso vedere?”
Lui si voltò verso di lei assumendo un’espressione perplessa che contrasse grottescamente la parte bruciata del suo volto, lei però non provò più repulsione verso quella carne rosacea consumata dal fuoco, ma solo una grande e profonda tenerezza. 
 
Da dove nasceva questo sentimento?
 
Entrambi sapevano che ciò che avrebbero potuto provare si sarebbe sciolto come la neve con i primi raggi più caldi del Sole e perciò nessuno disse all’altro ciò che realmente stava cominciando ad animare il loro animo, nessuno ne aveva il coraggio e la forza.
Entrambi avevano paura.
In modo diverso.
Ma la paura di essere definito uno sciocco e un illuso da lei era più forte dell’ammettere quello che ormai in Sandor Clegane stava diventando ogni secondo più chiaro e lei temeva che lui le avrebbe riso in faccia se gli avesse detto che cominciava a provare tenerezza, comprensione e affetto per lui.
 
Sansa allungò la mano verso la guancia integra dell’uomo e poi gli sfiorò la fronte, era calda, ma non bruciava più tanto come la notte scorsa, stava meglio.
“Non sapevo ti intendessi anche di guarigioni, uccelletto.” le disse lui quando si ritrovarono in marcia su Straniero, lei gli raccontò di come facesse a sapere cosa fare con lui, gli raccontò brevemente delle febbri che avevano colpito i suoi fratelli quando lei era piccola e lui non ringhiò nel sentirla parlare, per la verità – e forse per la prima volta – la ascoltò senza pensare a quanti inutili pigolii proferisse, ascoltò ogni sua parola senza però mai distrarsi troppo: ogni scricchiolio, ogni pietra che cadeva, ogni scalpiccio poteva indicare la presenza di un potenziale nemico.
 
Cavalcarono per molte leghe poi giunsero in un piccolo villaggio non lontano da Pinkmaiden, situato a sud di Delta delle Acque, il cui castello – ricordava Sansa – era tra i più grandi della zona sudoccidentale delle Terre dei Fiumi. Lì si fermarono per far abbeverare il cavallo e fu lì, in una taverna, che i due udirono della sconfitta di Stannis Baratheon e che solo l’arrivo di Tywin Lannister ad Approdo del Re aveva evitato la sua disfatta definitiva. Sansa rabbrividì e il Mastino lo notò perché le disse “Non temere se qualche fottuto Lannister si azzarda a toccarti, si ritroverà senza una mano o un braccio prima che il sole tramonti!”
Sorrise, sapeva che ne era capace e gli restituì uno sguardo complice.
“Edmure Tully sposerà una Frey.” disse un uomo grassoccio a un gruppetto di viandanti seduti a un tavolo e Sansa non poté fare a meno di voltarsi sentendo il nome di suo zio, tuttavia Sandor le posò una mano sulla sua e le ricordò che non doveva reagire in alcun modo sentendo il nome degli Stark o dei Tully o la loro fuga sarebbe rapidamente terminata.
“I Bolton e i Lannister gli daranno il benservito al Giovane Lupo!” esclamò un altro.
Quest’ultima frase allarmò profondamente Sansa.
 
“Dovremmo andare alle Torri Gemelle.” suggerì Sansa una volta allontanatisi dal villaggio.
“Andremo a Grande Inverno. Io lì ti devo portare…” ribatté Sandor.
“Ma mia madre e mio fratello Robb sono alle Torri! A Grande Inverno non c’è nessuno!”
“Ragazzina, il mio compito è portarti nella tua terra, non di lasciarti tra i Frey!”
“Sì, va bene. Però mia madre e mio fratello sono lì, dobbiamo avvisarli! Sono in pericolo!” esclamò insistendo.
“Avranno un esercito, no? A che serve che c’andiamo noi lì?” replicò seccato Sandor.
“Sicuramente avranno un esercito e sicuramente sarete ben ricompensato per il vostro servigio.” gli disse Sansa guardandolo dritto negli occhi “Pensate a quanto oro potreste avere!”
Lui rise “Ho capito a che gioco stai giocando, ragazzina, ma ora oro o meno, ho il compito anche di riportarti a casa…”
“So quali sono le vostre intenzioni, grazie. Davvero. Ma se non li aiutiamo, io non avrò più una casa o una famiglia da cui tornare. Vi prego.” lo implorò Sansa guardandolo a lungo negli occhi, Sandor sbuffò, “Va bene. In pochi giorni dovremmo raggiungerli.”
Stavano per rimettersi in cammino e risalire sul destriero nero come la pece, quando alcuni uomini armati sbucarono fuori da cespugli e alberi con cani ringhianti al loro seguito, il Mastino fu colto alla sprovvista perché qualcuno lo fece cadere in ginocchio, qualcuno colpì Sansa alla nuca e lei perse i sensi.


 
 
_______________________


 
Io qui ho immaginato che 
in qualche modo Sansa venisse a sapere del 
tradimento ordito ai danni del fratello e 
così ho fatto in modo di farla capitare al posto giusto e al momento giusto,
ma la domanda ora è: 
riusciranno ad arrivare in tempo 
o, visto come è terminato il capitolo, non ce la faranno?
  
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