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Autore: ali04    01/09/2019    4 recensioni
Gli dei del Monte Olimpo raggiungono una piccola isola nel Mar Giallo per portare a termine una missione: ritrovare Eros, il dio dell'amore, rapito da Crono e dai Titani e nascosto tra i mortali.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Irene

 


6. Sei
(έξι)
 
 
 
Spalancò gli occhi e un gemito lasciò le sue labbra. Che strano sogno aveva fatto: era su uno scoglio sperduto in mezzo al mare e nessuno riusciva a sentire le sue urla.
Si stropicciò gli occhi e spostò una gamba per scendere dal letto, ma non trovò altro che roccia.
D'istinto si aggrappò a tutto ciò che trovava accanto a lui, ed erano rocce e rocce. 
Quello scoglio era fin troppo reale!
Iniziò a tremare in modo incontrollato ed aprì la bocca per urlare, ma nessun suono uscì.
No, doveva gridare. Doveva chiedere aiuto!
Si mise lentamente in piedi, ma improvvisamente tutto intorno a lui impazzì.
Il vento fischiò e diventò così forte e violento da rischiare più di una volta di sbalzarlo in acqua. Il mare diventò mosso e ora grandi onde si infrangevano sullo scoglio, bagnando lui dalla testa ai piedi. Il cielo si ricoprì di nuvoloni neri e dei fulmini lo illuminavano a tratti. 
Era terrorizzato da ciò che stava succedendo: sarebbe morto, ne era certo. 
"Baekhyun!"
Sentire il suo nome lo fece sussultare e si voltò freneticamente da tutte le parti, per capire da dove venisse la voce. 
"Baekhyun!"
Aprì la bocca: era lì, su quel maledetto scoglio! 
Ma perché non riusciva a parlare?! 
Ben presto si rese conto che, anche se ci fosse riuscito, la sua voce non avrebbe mai superato il frastuono delle onde e del vento, oppure i tuoni.
"Baekhyun!"
Lacrime di disperazione e frustrazione iniziarono a scorrere sulle sue guance senza che potesse fermarle. 
Ma non piangeva solo perché non riusciva a parlare o solo perché era certo di morire. 
Piangeva perché aveva riconosciuto quella voce.
"Baekhyun!"
"BAEKHYUN!"

 
 

- BAEKHYUN!
Baekhyun spalancò gli occhi pieni di lacrime e un gemito lasciò le sue labbra. Il vento gli colpiva la faccia e si sentiva intontito: quel sogno era davvero terrificante! 
- Baekhyun, maledizione, non ti muovere! 
Il tono allarmato della voce ora veniva dalle sue spalle e il ragazzo si voltò lentamente: dietro di lui c'era Chanyeol. 
Un'espressione spaventata gli sfigurava il viso e aveva le mani tese in avanti.
- Sta fermo!
Baekhyun non capiva cosa stava succedendo.
Si voltò nuovamente mettendosi dritto e scoprì che, davanti a lui, c'era il mare.
Non era in tempesta come all'inizio del suo sogno, ma era comunque mosso e le onde si andavano a scontrare contro lo scoglio su cui si trovava.
Il ragazzo si guardò: era in pigiama.
Quello non era un sogno, era la realtà.
La consapevolezza di aver camminato ancora da sonnambulo per l'isola lo fece tremare dalla testa ai piedi. 
Quella volta, però, si era avventurato tra gli scogli frastagliati ed era in equilibrio sopra uno di questi. Ad ogni movimento rischiava di scivolare, situazione peggiorata dal fatto che era a piedi nudi.
- C-Chanyeol? 
La sua voce era tornata, o meglio, nella realtà poteva usarla. Ma era così flebile e tremante da esprimere chiaramente tutta la paura e la confusione che provava in quel momento.
Fece un piccolo passo indietro, per allontanarsi dal baratro, ma i suoi piedi nudi scivolarono leggermente.
- Baek, sta fermo! - ordinò Chanyeol, facendo un passo verso di lui. 
Per raggiungerlo doveva superare alcuni scogli, resi bagnati dall'acqua.
- Non muoverti, okay? Sto arrivando!
- C-cos'è successo? - chiese Baekhyun, con la voce che tremava incontrollata.
- Stavi sognando - Chanyeol doveva urlare, per farsi sentire sopra il frastuono delle onde - Ti ho visto salire qui e sono corso, ma non ho fatto in tempo prima che ti avvicinassi così tanto al bordo.
Anche il ragazzo alto era in pigiama e, piano piano, lo stava raggiungendo. 
- Eccomi, allunga la mano. - disse quando gli arrivò più vicino, allungando la sua verso Baekhyun.
Non erano sulla stessa roccia, ma ancora un passo e Chanyeol sarebbe stato accanto a lui.
Baekhyun sollevò la mano, notando quanto stesse tremando. Doveva essersene accorto anche Chanyeol, perché fece un piccolo sorriso incoraggiante.
- Sono qui, adesso ti porto al sicuro.
Baekhyun annuì e allungò la mano verso quella di Chanyeol, spostando i piedi per voltarsi completamente verso di lui.
Ma lo scoglio era troppo bagnato: Baekhyun scivolò improvvisamente, cadendo in acqua.

 
***

La testa gli faceva così male: era pesante, dolorante... 
Non riusciva ad aprire gli occhi e si rendeva conto che stava passando dalla coscienza all'incoscienza. Sapeva di non essere più in acqua e una voce gli arrivava attutita, ma stava troppo male per badarci. 
Voleva solo che il mondo diventasse completamente nero, così avrebbe potuto riposare.
- Mettilo qui, svelto!
- Ma che gli è successo?! 
- È caduto in acqua. I-io... ero lì ma è scivolato e non sono riuscito a prenderlo. Ha battuto la testa. 
- Lo vedo. 
- Dobbiamo fare qualcosa! Perché non si sveglia? 
Questa la riconosceva: era la voce di Chanyeol, chiaramente agitato.
- Sta calmo, Chanyeol. È in buone mani.
Una voce di donna: calma, posata. Nel suo tono c’era un pizzico di irritazione, nascosta benissimo dalla sua pacatezza.
- Ci penso io. Tu stammi alla larga, sei troppo agitato.
Oh, possibile che quella fosse davvero la voce di Sehun? 
- Ma che diavolo hai fatto? Sei impazzito a portarlo qui?! 
Anche questa voce femminile gli era conosciuta, ma non ricordava dove l'aveva già sentita. Vaghi ricordi iniziarono a girovagare nella sua mente.
Lui e Chanyeol. Da soli. In biblioteca.
Seulgi!
- Cosa avrei dovuto fare? Lasciarlo annegare? 
Ora Chanyeol sembrava arrabbiato. Ma perché?
- Non era affare tuo!
- Chiudi la bocca, Seulgi!
Baekhyun odiava sentire le persone litigare, ma soprattutto odiava sentire Chanyeol così arrabbiato.
Con un enorme sforzo, aprì gli occhi, ma scoprì ben presto di avere la vista appannata. 
Nonostante ciò, capì subito dove si trovava: era steso su un divano, nel salotto della grande casa sulla scogliera.
- Bentornato tra noi.
Un sorridente Jongin fu la prima persona su cui i suoi occhi si posarono. Intorno a lui c'erano un numero indefinito di ragazzi e ragazze. 
Pochi istanti dopo, Baekhyun vide Chanyeol apparire accanto a lui.
- Ehi, mi hai fatto prendere un bello spavento.
La sua voce era tornata dolce, ma il suo tremito rivelava quanto fosse spaventato.
- C-cosa...
- Shhh non sforzarti - disse Chanyeol, spostandogli una ciocca di capelli che gli aveva momentaneamente coperto gli occhi.
Baekhyun provò ad alzarsi, ma i suoi tentativi furono resi vani dalla mano di Sehun che, appoggiata alla sua spalla, lo costrinse a tornare sdraiato. 
- Fermo. Hai battuto la testa e devo medicarti quella ferita sulla fronte. Torno subito. - disse poi, alzandosi e scomparendo dal campo visivo di Baekhyun.
Il suo posto venne subito occupato dalla donna più bella che Baekhyun avesse mai visto in vita sua: i lunghi capelli neri sembravano seta e la sua pelle era bianca e candida, come neve; il suo viso era di una bellezza eterea, caratterizzato da due dolci ma attenti occhi scuri e da una bocca carnosa, dipinta di rosa pallido; il suo esile collo era circondato da una striscia nera larga non più di tre centimetri, chiaramente un tatuaggio.
Se avessero chiesto a Baekhyun di descrivere quella donna, probabilmente non sarebbe riuscito a trovare le parole adatte.
Era davvero possibile che una creatura del genere esistesse? 
Doveva aver battuto la testa fortissimo.
- Dovresti andare ad aiutare Sehun. - le disse Chanyeol, ma la donna lo guardò come se dalle sue labbra fosse appena uscita un'incredibile assurdità.
- Può cavarsela benissimo da solo. 
- Irene, per favore. 
La donna, che a quanto pareva si chiamava Irene, assottigliò lo sguardo: - Potrei staccargli la testa se resto troppo tempo in una stanza da sola con lui. Ne sei consapevole? 
- Sì. Ora vai, grazie.
Irene raddrizzò le spalle con aria fiera e diede le spalle al divano su cui era steso Baekhyun, per poi andarsene. 
Le parole che la donna aveva pronunciato avevano in un attimo spazzato via tutta la calma e la dolcezza che il suo aspetto esprimeva. Ma stava scherzando, ovviamente.
Baekhyun spostò lo sguardo verso Chanyeol, che si stava passando una mano sul viso. 
- Mi dispiace tanto - gli disse, con voce flebile - Io... non so cosa mi sta succedendo. 
- Non preoccuparti - Chanyeol posò un braccio accanto alla testa di Baekhyun ed iniziò a giocare con le ciocche dei suoi capelli. - Scoprirò cosa ti succede e risolveremo questa cosa.
- Tu non risolverai proprio niente! Hai altro da fare.
La voce che era intervenuta apparteneva a Seulgi, non c'erano dubbi. 
Chanyeol non le prestò attenzione ed il suo sguardo non lasciò mai il viso di Baekhyun. Lui iniziava a sentirsi in soggezione per quegli occhi che lo scrutavano, ma non lo infastidivano, né gli creavano imbarazzo. Le carezze di Chanyeol lo stavano facendo rilassare e Baekhyun chiuse piano gli occhi...
- Eccomi, cosa sta succedendo? 
Il ragazzo venne riscosso dal suo sonno e riaprì gli occhi. Ora accanto a Chanyeol c'era un altro ragazzo e il ragazzo alto si scansò subito, per fargli spazio. Lo sguardo del nuovo arrivato era serio ma, appena si accorse che Baekhyun lo stava guardando, gli sorrise rassicurante. 
- Ciao, tu devi essere Baekhyun. Hai creato parecchio scompiglio in questa casa.
Baekhyun guardò Chanyeol alla ricerca di spiegazioni, ma lo sorprese arrossito fino alla punta delle orecchie. 
- Baekhyun, ti presento mio fratello maggiore: Suho.
Baekhyun spalancò la bocca sorpreso, ma si affrettò a richiuderla, per non fare la figura dell'idiota. 
Dunque quello era Suho, l'altro fratello. Se Chanyeol e Kyungsoo erano così diversi da non sembrare nemmeno parenti alla lontana, Suho lo era ancora di più. Mentre gli altri due avevano i capelli neri, quelli di Suho erano castano scuro. Kyungsoo era serio e sembrava sempre in collera con qualcuno, Chanyeol era sempre sorridente e allegro, invece quel Suho era posato e rigido, come se tutte le responsabilità del mondo gravassero sulle sue spalle. 
Ad un certo punto, comparve Kyungsoo accanto ai fratelli.
- Devo portarlo con me? 
Come se dentro di lui fosse scattata una molla, Chanyeol si alzò e diede al fratello uno spintone così forte da farlo finire a terra.
- Stai alla larga da lui! - gli intimò, furioso.
- Calma, calma - Jongin intervenne mettendosi in mezzo ai due, con una mano sul petto di Chanyeol e l'altra tesa per aiutare Kyungsoo a rialzarsi - Non dimenticate che abbiamo un ospite e che, da quello che ho saputo di lui, è parecchio curioso e sveglio. 
Kyungsoo accettò la mano di Jongin e si alzò. Dai suoi occhi non traspariva nessun sentimento, né emozione. Si avvicinò a Chanyeol, ma Jongin li stava ancora dividendo. 
- Ti avevo avvertito. Dovevi restare concentrato e ora guarda che è successo: l'hai portato qui! 
- Quindi qualcuno è d'accordo con me - disse Seulgi - Caspita, è una novità.
- State zitti! - esclamò Chanyeol - Non l'avrei mai lasciato annegare. 
- Non stiamo parlando solo di questo - disse Kyungsoo - Possibile che tu non riesca a controllarti? Persino Sehun riesce a tenersi a freno, nonostante quel ragazzino dai capelli rosa sia più che disponibile. 
- Io non sto...
- Tu stai facendo come tuo solito! - sbottò Seulgi - Vuoi qualcuno e lo fai tuo, senza pensare minimamente alle conseguenze! 
- Ora basta! - tuonò Suho e, come se la sua parola fosse legge, quella lite si concluse di colpo.
Nel salotto calò il silenzio e Baekhyun fissò i ragazzi nella stanza, ammutolito.
Aveva capito ogni parola, ne sapeva il significato, ma messe in quella successione non avevano senso. Non riusciva ad individuare il contesto della discussione e, per lo sforzo di provarci, la testa prese a fargli un male terribile.
Nessuno più parlava e quello era sicuramente un bene, in quel momento.
Baekhyun provò a guardarsi intorno, senza muoversi troppo. Era steso su uno dei due divani presenti nel salotto e sull'altro erano sedute due ragazze e un ragazzo. Una delle due la riconobbe subito: era Joy, la ragazza che alla festa ballava sul tavolo. Accanto a lei c'erano quelli che probabilmente erano gli ultimi due componenti della famiglia che Baekhyun non aveva ancora conosciuto. La ragazza aveva lunghi capelli biondi, quasi d'oro, come quelli di Sehun. Probabilmente era quella la gemella del ragazzo biondo e, se non ricordava male, si chiamava Yeri. 
Baekhyun la osservò attentamente: aveva un viso attento e sveglio, con due occhietti vispi e furbi. La cosa che confuse Baekhyun, fu che aveva l'aspetto di una ragazzina del liceo. 
Se era gemella di Sehun, avrebbe dovuto avere anche lei 22 anni, invece sembrava averne massimo 17. Baekhyun chiuse qualche secondo gli occhi: stava troppo male per riflettere, perciò si prese l'appunto mentale di chiedere spiegazioni a Chanyeol.
L'altro ragazzo era davvero carino ed il suo viso esprimeva fiducia e simpatia. Si muoveva continuamente sul divano e ogni tanto si spostava dagli occhi un ciuffo di capelli neri. Ogni volta che Baekhyun posava lo sguardo su di lui, il ragazzo gli sorrideva, rivelando una fossetta adorabile sulla guancia. 
In piedi dietro al divano dov'erano seduti i tre, c'erano Wendy e Xiumin e, nella poltrona, era seduto Chen. Tutti loro lo fissavano e Baekhyun poteva vedere nei loro occhi preoccupazione, ma anche una strana tensione e paura, come se Baekhyun, conciato com'era, potesse aggredirli. 
- Eccoci, questo dovrebbe andare bene. 
La voce di Sehun attirò la sua attenzione: il ragazzo biondo era entrato con una ciotola in mano, seguito da Irene, che portava una cassetta del pronto soccorso. 
- Riesci a sederti? - gli chiese Chanyeol, avvicinandosi per aiutarlo a sollevarsi.
Baekhyun accettò l'aiuto e, a fatica, si mise seduto. La testa gli girava, ma non osava lamentarsi per non disturbare ancora la famiglia.
Irene aprì la cassetta e prese del disinfettante: - Ora sistemiamo questa escoriazione. 
Appena posò il panno bagnato sulla ferita di Baekhyun, il ragazzo sussultò.
- Va tutto bene? - chiese Chanyeol, allarmato. 
Sehun alzò gli occhi al cielo ed avvicinò la ciotola alle labbra di Baekhyun.
- Bevi.
- Cos'è?
- Non posso dirtelo - decretò Sehun - Bevi. 
Baekhyun non osò non fidarsi e bevve tutto il contenuto della ciotola. Aveva un sapore strano, ma non cattivo. 
- Tra poco dovresti stare meglio - disse il ragazzo biondo e gli occhi di Baekhyun cercarono subito Chanyeol. 
- Grazie. Mi hai salvato, di nuovo. 
Sulle labbra di Chanyeol si formò un sorriso appena accennato.
- Yeol, parliamo. - l'ordine di Suho fece sparire anche quel piccolo accenno di sorriso, ma Chanyeol non lo ignorò. Sfiorò con un dito la guancia di Baekhyun e si affettò a seguire il fratello, preceduto da Seulgi. 
Irene gli mise infine un cerotto sulla fronte ed osservò il suo operato.
- Non male.
- Non era poi molto difficile. - commentò Sehun e la giovane donna lo fulminò con lo sguardo.
Baekhyun rabbrividì: non aveva mai percepito così tanto odio in un'occhiata.
Doveva essersene accorto anche Jongin, perché intervenne: - Stiamo calmi, d'accordo? A Baekhyun non interessano i nostri litigi di famiglia.
Il ragazzo dai capelli neri gli sorrise e Baekhyun ricambiò.
- Ragazzi - intervenne Irene, rivolta a coloro che stavano solo osservando la scena - Tornate nelle vostre camere. Lo spettacolo è finito. 
- Ma... - provò a protestare Joy, ma Irene le rivolse uno sguardo severo.
- Andate. Restiamo qui solo io e... Sehun. 
- E io - completò Jongin - Sia mai che gli stacchi davvero la testa.
Baekhyun ridacchiò, certo che stessero scherzando per farlo stare meglio. 
- Resto anch'io. - decise Kyungsoo, ma Irene scosse la testa. 
- Hai già fatto abbastanza guai con le tue parole. Se non vuoi che Chanyeol ti rispedisca da dove sei venuto, è meglio che non ti trovi qui quando torna. 
Kyungsoo ridacchiò malevolmente e fece spallucce: - Non vedo l'ora di tornare lì. Mi farebbe solo un favore. 
Detto ciò, se ne andò, senza salutare nessuno della sua famiglia, né Baekhyun. Ben presto, anche tutti gli altri se ne andarono ma, a differenza di Kyungsoo, salutarono il loro ospite.
Soprattutto il ragazzo con la fossetta fu gentile con lui. Si chiamava Lay e gli fece una riverenza, prima di dileguarsi. 
Rimasero in quattro e nessuno di loro parlava. Baekhyun si sorprese a pregare che Chanyeol tornasse presto.
Irene chiuse la cassetta del pronto soccorso e si alzò: - Vado a sistemare questa. Jongin vieni a darmi una mano, così prepariamo qualcosa per il nostro ospite.
- Sì, mamma. - rispose Jongin, con nella voce una punta di ironia. 
Baekhyun provò a protestare, ma i due se n'erano già andati. 
Rimasto solo con Sehun, arrischiò un'occhiata verso di lui: chissà cosa avrebbe detto Luhan se avesse saputo che in quel momento si trovava da solo con il suo sogno proibito. Probabilmente gli avrebbe dato la botta in testa definitiva per mandarlo all'altro mondo.
- Vado un momento in cucina - disse improvvisamente Sehun, alzandosi con la ciotola in mano - Resta seduto e non fare movimenti affrettati.
Baekhyun si limitò ad annuire e, come se non vedesse l’ora di andarsene, anche Sehun sparì. L’avevano lasciato solo senza tanti complimenti, ma al ragazzo non dispiaceva.
In poco meno di mezz’ora aveva visto e sentito troppe cose e più della metà non avevano senso. Tutta quella famiglia non lo aveva. Provò piano piano ad alzarsi, ignorando la testa che girava, per darsi un’occhiata intorno. Nonostante tutto, la sua curiosità andava soddisfatta.
Posò lo sguardo sull’orologio: erano le 2 di notte.
Aveva davvero svegliato tutti gli abitanti della casa e ciò lo fece sentire enormemente in colpa.
Tenendosi allo schienale del divano e poi ad un tavolino in legno, si avvicinò alla finestra e guardò fuori: il mare era una tavola piatta. Nessuna onda, nemmeno la più piccola. Eppure, fino a mezz’ora prima era agitato.
Baekhyun voleva andarsene da quella casa: non si sentiva molto a suo agio e non voleva disturbare ulteriormente. Inoltre, non vedeva l’ora di posare la testa sul suo cuscino e chiudere gli occhi, sperando che il martellare alla testa cessasse.
La porta d’uscita era lì, poco distante da lui, ma non poteva andarsene senza aver salutato e ringraziato gli abitanti di quella casa, soprattutto Chanyeol, che l’aveva salvato per la seconda volta.
Attraversò il salotto, dirigendosi verso un arco che divideva la stanza dal corridoio.
Fare quei pochi passi gli sembrò infinito e lo stancò enormemente ma, quando arrivò e si sporse per superare l’arco, fu costretto a fare un passo indietro e restare nascosto.
Nel corridoio c’erano Chanyeol, Suho e Seulgi.
La ragazza e Chanyeol erano chiaramente alterati e Baekhyun provò a concentrarsi, per capire cosa dicevano.
- Il tuo errore non è stato salvarlo - riconobbe la voce di Suho - Ma permettergli di lasciarlo entrare nella tua vita. Non siamo qui per divertirci.
- Perché pensate tutti che io voglia divertirmi con un mortale? Baekhyun è un ragazzo che ha bisogno di aiuto, io…
- Davvero ci chiedi perché pensiamo ti voglia divertire?- chiese Seulgi, ironica.
- Basta - intervenne Suho, severo - So che non andrete mai d’accordo, ma potreste almeno provarci, per il quieto vivere?
Chanyeol abbassò lo sguardo e sospirò: - Perché credete fossi in mare stanotte? Lo stavo cercando.
- In mare?
- Il mare mi guida, Seulgi. Come tu sei guidata dai tuoi stupidi libri! Pensi che Lui apparirà un giorno da uno di quei grossi e polverosi tomi?
Ora Chanyeol era chiaramente arrabbiato e si rivolse a Seulgi, puntandole un dito contro.
- Te la prendi con me, ma cosa stai facendo tu per trovarlo? Almeno io vado all’università, frequento quasi tutti i corsi per poter incontrare più ragazzi possibili, faccio parte della squadra di pallanuoto, cerco di farmi degli amici. Tu cosa fai? Te ne resti tutto il giorno in quella biblioteca.
- Quando lo troveremo, dovremo fargli ricordare chi è. Pensi che sarà così facile stavolta? Loro ce lo stanno nascondendo troppo bene, pensi che in un attimo Lui ricorderà chi è, come è successo ad Afrod…
- Joy. - la interruppe Suho - Come è successo a Joy.
Chanyeol assottigliò lo sguardo: - Baekhyun non ha colpe in tutto questo. Non devi prendertela con lui.
- Infatti non me la prendo con lui, ma con te. Se vuoi domani mi iscrivo all’università o cerco un lavoro come Chen e Wendy, ma se quando lo troveremo non saremo pronti a fargli ricordare chi è e a portarlo con noi, non lamentarti.
Suho sospirò e guardò i due accanto a lui, che si lanciavano ancora occhiate cariche d’odio: - Avete finito?
- Sì. - rispose Chanyeol, irritato.
- Sì, padre. - rispose Seulgi.
A quelle parole, Baekhyun sgranò gli occhi: padre?
Ma non era possibile, giusto? Suho e Seulgi dovevano avere più o meno la stessa età, lui non poteva essere il padre di Seulgi.
In quel momento a Baekhyun tornò in mente che, in biblioteca, Chanyeol gli aveva detto che Suho e Irene erano sposati. Certo, erano giovani, ma non troppo per sposarsi.
Perciò Seulgi era anche figlia di Irene. No, non aveva nessun senso.
La testa gli scoppiava e prese a vorticare paurosamente.
Doveva tornare seduto, sia per non cadere a terra, sia per non rischiare di essere sorpreso ad origliare.
Era appena riuscito a tornare al divano, quando Chanyeol entrò nel salotto.
- Ehi, ti hanno lasciato tutto solo?
Baekhyun si sforzò di sorridere ed annuì: - Sì, ma non potevo andare chissà dove.
Chanyeol ridacchiò e si sedette accanto a lui. Il modo in cui lo guardava, faceva sentire Baekhyun in soggezione, come se non fosse mai abbastanza per quegli occhi scuri.
- Mi hai fatto spaventare tantissimo, lo sai? Credevo di impazzire di paura e, credimi, non mi era mai successo.
- Mi dispiace tanto - sussurrò Baekhyun - Io… non so come fermare il sonnambulismo.
- Cercherò una soluzione e la troverò, fidati di me.
Il ragazzo aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa glielo impedì: fidarsi di lui?! Come poteva fidarsi di un ragazzo così strano, con una famiglia di cui non avevano nessun senso né a gesti, né le parole? Niente nei nuovi arrivati aveva un che di logico.
Fidarsi di Chanyeol gli sembrava impossibile, ma… il ragazzo alto posò due dita sulla sua guancia ed iniziò a muoverle delicatamente, come se temesse di scalfirlo se ci avesse messo più forza.
- Ho parlato con Suho ed entrambi crediamo sia meglio se resti a dormire qui stanotte.
- Io… - Baekhyun deglutì a vuoto - Non posso, ho già disturbato abbastanza.
- Questo non è vero - Chanyeol sorrise - Non posso lasciarti tornare a casa in queste condizioni, hai preso una botta in testa troppo forte. Qui c’è Sehun e lui se ne intende parecchio di arti mediche.
- È un dottore?
- Una specie - Chanyeol ridacchiò - Voglio poterti tenere d’occhio ed evitare che tu te ne vada ancora in giro, almeno per questa notte.
Come poteva rifiutare? Annuì e, in quel momento, entrò nel salotto Irene.
- Baekhyun resta - le disse Chanyeol, con un tono che non ammetteva repliche - Fagli vedere la sua stanza, mentre io avverto tutti.
Irene annuì, palesemente scocciata, ma il ragazzo alto la ignorò.
- Vengo a darti la buonanotte. - disse a Baekhyun, prima di alzarsi, lasciandolo lì rosso dall’imbarazzo.
Irene se n’era accorta e, infatti, lo fissava seria: - Vieni, troviamoti la camera più lontana possibile da quella di Chanyeol.
 
***
 
La stanza che gli avevano dato era più grande del salotto di casa sua. La vista dava sul mare e dalla finestra entrava una leggera brezza. Il letto a baldacchino era enorme e sicuramente ci sarebbero stati comodi lui, Luhan e anche Doyeon. Di fronte al letto c’era un camino, al momento spento, e una piccola scrivania dall’aria antica.
- Spero la stanza sia di tuo gradimento. - commentò Irene, aprendo il grande armadio che si trovava nella parete alla sinistra del letto. - Qui ci sono asciugamani e un pigiama di Chen, che dovrebbe andarti bene.
Baekhyun abbassò lo sguardo sul suo aspetto: aveva dimenticato di essere caduto in acqua ma, sorprendentemente, l’essere bagnato fradicio non l’aveva infastidito. La botta alla testa aveva avuto la precedenza. In quel momento, però, sentiva un gran bisogno di cambiarsi e mettere dei vestiti asciutti.
- Il bagno è qui accanto, così non devi fare tanta strada. - continuò Irene, poi si fermò a fissarlo - Sai, sei davvero carino, perciò accetta un consiglio: ignora la mia famiglia e vivi la tua vita. Noi non resteremo qui per sempre e Chanyeol non ci abbandonerà per la sua amicizia con te.
La giovane donna aveva creato delle virgolette in aria alla parola “amicizia”.
Baekhyun si sentì incredibilmente fuori posto e in imbarazzo ma, per sua fortuna, Chanyeol fece il suo ingresso nella stanza.
Capì al volo che qualcosa non andava, perciò si affrettò a congedare Irene.
- Grazie, ora ci penso io.
La ragazza annuì e lanciò un’ultima occhiata a Baekhyun, prima di uscire e lasciarli soli.
Chanyeol chiuse la porta e si passò una mano sul viso: - Mi credi se ti dico che stasera hai parlato con i più antipatici?
A Baekhyun sfuggì una risatina: - Perciò non siete tutti come lei o Kyungsoo?
- No. - Chanyeol si avvicinò alla finestra - Jongin è simpatico, nonostante sia parecchio irascibile. Wendy è molto dolce, se non la fai arrabbiare e se non ti chiami Kyungsoo. Yeri è molto allegra ed è divertente passare il tempo con lei. È una vera forza della natura. Lay invece è pazzo, nel vero senso della parola. Gli piacciono i piaceri della vita, come l’alcol e le droghe, ma non farebbe male ad una mosca. Xiumin lo conosci, ti ho visto parlare con lui. È un buon amico e si fa in quattro ogni volta che c’è bisogno di lui. Sehun, beh, non parla molto, ma ci vado d’accordo più che con chiunque altro. Chen e Joy sono abbastanza pacifici, certo lei è spaventosamente egocentrica, ma qui lo siamo un po’ tutti.
Chanyeol si voltò a guardare un Baekhyun che, attento, registrava ogni parola che gli veniva detta.
- Il terzo fratello è molto serio, ma sembra gentile.
- Ha molte responsabilità e una preoccupazione che non lo fa stare tranquillo.
- Invece Kyungsoo…
- Lui è più complicato.
Baekhyun si sedette lentamente sul letto: - Ma sono i tuoi fratelli, perciò vuoi loro bene, no?
Chanyeol non rispose e fece spallucce.
- Perché tu e Seulgi vi odiate tanto? - chiese Baekhyun - Sembra proprio che non sopportiate la presenza l’uno dell’altra.
- È così.
- Ma perché? Vivete sotto lo stesso tetto.
- Non siamo gli unici che si odiano qui.
- Ma…
- È per una cosa successa tanti anni fa - Chanyeol incrociò le braccia sul petto - Volevamo la stessa cosa, ma lei ha vinto e non gliel’ho mai perdonato. Poi sono successe tante altre piccole e grandi cose che hanno aumentato l’astio tra di noi.
- E non potete rimediare?
Chanyeol sorrise debolmente e si avvicinò a Baekhyun, abbassandosi quanto bastava per poterlo guardare negli occhi.
- No, siamo così da troppo tempo ed entrambi siamo troppo orgogliosi per fare un passo indietro. So che non puoi capirlo e non ti chiedo di farlo.
Baekhyun aspettò che continuasse, ma il ragazzo alto aveva finito. Gli sorrise e sfiorò la mano di Baekhyun con le dita.
- È tardissimo, devi dormire un po’. Per tua fortuna domani non c’è scuola, quindi resta pure a letto tutto il tempo che vuoi. Nessuno verrà a disturbarti.
Baekhyun annuì: - Grazie, per tutto. Per avermi salvato, per l’ospitalità…
- Non devi ringraziarmi - Chanyeol si rialzò e fece un passo verso la porta della camera - Ci vediamo domani, piccolo sonnambulo.
- A domani. - Baekhyun ridacchiò e salutò il suo salvatore con la mano, prima che quest’ultimo uscisse.
Il pigiama di Chen gli stava perfetto e, in meno di cinque minuti, Baekhyun era sotto le pesanti e profumate coperte.  Aveva chiuso gli occhi da pochi secondi, quando cadde in un sonno profondo.
 
***
                             
Sentiva come se una forza lo stesse attirando. Una calamita.
Tutto in lui ne era attratto, ogni sua minima parte. Il suo cuore, la sua anima.
Sentiva che si stava avvicinando, sentiva la potenza crescere. Era così… indescrivibile.
Eccolo, nel buio poteva vederlo: uno spiraglio di luce. Ciò che attirava la sua attenzione era rinchiuso e lui doveva liberarlo, doveva prenderlo.
Era un forziere. No, un armadio.
In quell’armadio era rinchiuso il mare intero.
Allungò una mano ed afferrò una delle ante.
Il mare non poteva stare rinchiuso in un armadio.
 
 
- Cosa cazzo stai facendo?!
Baekhyun sgranò gli occhi e sussultò. Accanto a lui c’era Chanyeol e le sue dita si serravano intorno al suo polso. La mano del più basso era protesa in avanti, verso quello che Baekhyun riconobbe come un armadietto in legno scuro, molto massiccio e non totalmente chiuso.
Spostò lo sguardo sul viso di Chanyeol, ma ciò che vide lo fece sussultare nuovamente: il ragazzo alto era furioso.
- Cosa volevi fare, eh?! - gli urlò contro, stringendo ancora di più la presa sul suo polso.
Baekhyun sentì che gli faceva male e provò a liberarsi.
- Io non lo so, stavo dormendo! - tentò di difendersi e gli bastò darsi un’occhiata intorno, per capire che non era più nella stanza di prima.
Tutto in quella nuova stanza gridava Chanyeol: era la sua camera. Baekhyun non poté fare a meno di arrossire, nonostante il più alto sembrasse davvero arrabbiato con lui.
- Chanyeol, lasciami! - gli urlò contro e lui lo accontentò.
Baekhyun usò l’altra mano per massaggiare il polso dolorante e guardò Chanyeol, infuriato e spaventato.
- Sei impazzito? Stavi per rompermi un polso!
- Tu stavi per aprire il mio armadio!
- Mi dispiace, okay?! Sai che non lo faccio apposta!
Chanyeol sospirò a fondo e chiuse momentaneamente gli occhi che, quando riaprì, erano tornati quelli di sempre.
- Scusami, io…
- Non importa! - sbottò Baekhyun affrettandosi verso la porta della stanza.
Neanche la voce di Chanyeol che lo chiamava lo convinse a fermare la sua fuga. Non sapeva nemmeno lui come, ma alla fine arrivò nella stanza che gli era stata assegnata e si nascose sotto le coperte.
Era confuso, spaventato, sconvolto.
Perché era finito nella camera di Chanyeol e perché voleva aprire il suo armadio? Cosa che, a giudicare dal suo polso dolorante, il più alto non aveva apprezzato affatto.
Non voleva dormire, ma era così stanco. In un attimo si era nuovamente addormentato e non si accorse che, nella toppa della porta, una chiave girava per chiuderlo dentro.
 
 


  
Apollo, oltre ad essere il dio del sole, lo è anche delle arti mediche.
 
Era, moglie di Zeus, odia tutti i figli illegittimi del marito. Uno dei più odiati è Apollo.
Secondo una leggenda, Era condannò la madre di Apollo e Artemide, Leto, ad essere seguita da un serpente, perché nessuno la ospitasse nonostante fosse incinta. L’unico ad aiutarla fu Poseidone, che le diede rifugio in mare, sfidando così Era.
 
Ares è figlio legittimo di Zeus ed Era.
 
 
   
 
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