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Autore: Kay75    02/09/2019    3 recensioni
Sanae per far addormentare i gemelli racconta la leggenda di Tanataba, ma noi scopriremo un dolce ricordo legato a questa festa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ci vedremo a Tanabata


 

Era mercoledì 7 luglio e a Barcellona una cappa di caldo affliggeva la città e Sanae era al balcone mentre ammirava il cielo stellato. 

"Mamma, mamma… Quando torna papà? Ci deve dare il bacio della buonanotte, se no non andiamo a dormire!" affermò serio Daibu, mentre Hayate annuiva con la testa, ad avvalorare la tesi del gemello. 

I bambini avevano 5 anni, Tsubasa aveva chiamato per avvisare che avrebbe ritardato per un impegno improvviso. 

"Ragazzi fate i bravi e andate a letto, verrò con voi e mentre attendiamo vostro padre vi leggerò una storia, ma prima filate a lavarvi i denti!" disse Sanae un po’ burbera. 

I gemelli obbedirono facendo un saluto militare prima di dirigersi nel bagno, Sanae sorrise tra se e se, quelle piccole pesti erano oro vivo e se fisicamente potevano essere la copia del padre, caratterialmente avevano preso da lei. 

Sanae chiuse la porta finestra del balcone e si mise a riordinare in cucina. 

‟Mammaaaaa!″ le vocine dei figli la reclamavano nella stanza da letto ‟Arrivo bambini!“ esclamò in direzione della stanza. 

Sanae andò verso la stanza passando per il corridoio spazioso e adocchiò una foto dove ritraeva lei, Yukari e Ryo in yukata l'ultimo anno del liceo, Yukari in un bel yukata azzurro con stampate delle gru bianche, Ryo era in arancio a disegni geometrici sempre bianchi, mentre il suo era bianco con disegni floreali rossi, Erano sorridenti e sereni, ma solo lei sapeva che la sua era solo una facciata. 

"Bambini lo sapete che giorno è oggi?“ esordisce Sanae rivolta ai figli. 

I gemelli negarono muovendo la testa a destra e sinistra. 

" Oggi in Giappone e anche a Nankatsu si festeggia Tanabata"

“Dove vivono i nonni. " esclamò Hayate. 

"Si dove vivono i nonni" sorrise la ragazza. 

Purtroppo i bambini sarebbero cresciuti non potendo avere la costante presenza dei nonni, un continente li divideva, ma con Tsubasa erano d'accordo di poterli far incontrare il più possibile, grazie anche all'aiuto della tecnologia, se non potevano essere vicini fisicamente. 

"Dovete sapere che la storia che vi voglio raccontare narra le vicende di una principessa e…" 

"Mamma ma questa è una storia da femmine, bleah!“ disse con aria disgustata Daibu interrompendo subito la madre. 

"Daibu se non ti interessa la storia e la reputi per femmine, allora smetto, spengo la luce e voi dormite! " rispose un pó piccata la giovane. 

Che pazienza che ci voleva con questi maschi, tutti uguali. 

"No mamma, continua…" rispose mogio il bimbo. 

"Allora, come dicevo, viveva nei cieli una principessa Orihime che tesseva sempre tele e cuciva le vesti delle divinità. Il padre, visto che Orihime era ormai adulta e sempre dedita al suo lavoro senza fare altro, decise di darla in sposa a Hikoboshi un mandriano, gran lavoratore, che faceva pascolare i buoi lungo le rive dei fiumi celesti. Quando i due si conobbero si innamorarono immediatamente… "

" Come te e papà… " ridacchió Hayate e sorrise la stessa Sanae, quei bimbi erano piccoli ma non gli sfuggivano le cose. 

" Si come me e papà che si vogliono molto bene, ma loro dimenticarono i loro doveri, Orihime non tesseva e cuciva più gli abiti per le divinità e il marito Hikoboshi non controllava più i buoi che vagavano liberamente. Il padre di lei si infuriò tantissimo e decise di punire i due innamorati dividendoli tra le due sponde del Fiume Celeste per farli tornare ai loro dovere. 

Orihime disperata non fece che piangere…"

"Voi femmine non fate che piangere… Pure Lola frigna sempre per ogni cosa!" disse con serietà Daibu. 

Sanae gli diede uno sguardo torvo. 

"E di grazia chi è che fa sempre piangere Lola? La maestra mi ha riferito che qualcuno di mia conoscenza la infastidisce. Ma tu lo sai che facendo così vuol dire che sei interessato a lei?"

"Ma non è vero!" piagnucolò Daibu. 

Hayate saltando fuori dal letto e additando il fratello iniziò a canzonare il fratello. "Ti piace Lola, ti piace Lola, ti piace Lola!" 

"Zitto, stai zitto!“ alzandosi pure lui dal letto,"A te piace Mariasol, me lo ha riferito Miguel e mi ha detto che le hai regalato un orsetto." rispose arrabbiato al fratello, tanto che stavano per mettersi le mani addosso. 

"Fermatevi tutte e due e state certi che sarete in punizione domani" tuonó Sanae. 

"Ma mamma!“ risposero in coro i gemelli. 

"Niente ma mamma, siete impossibili, appena potete vi azzuffate. Con papà decideremo la punizione“, rt5sapendo che la mamma non si sarebbe smossa dalla decisione ritornarono buonini nei propri letti. 

"Mamma…" 

"Dimmi Hayate?" rispose Sanae ancora un pó irritata.

"Come finisce la storia?“

Sanae fece un sospiro e si rimise a sedere. 

"Non meritereste di sentire il finale della storia, ma ve la dirò lo stesso. Allora, eravamo rimasti che il padre della principessa li divise e lei disperata si mise a piangere" dicendo diede un'occhiata torva ai figli ammonendoli in silenzio. 

"Il padre dopo un pó ebbe compassione della figlia, così permise ai due sposi di potersi incontrare una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese. Da qui nacque la festa di Tanataba." 

“Ma che tristezza, prima, si potevano vedere sempre sempre, poi solo una volta… No non è giusto!“ esclamò Hayate. 

" Hai ragione piccolo, non è giusto che due persone che si amano possano vedersi solo una volta l'anno." rispose una voce maschile. 

" Papà!"

“Tsubasa!” esclamarono in coro i presenti, i bambini si alzarono e si tuffarono sul padre. 

“Daibu, Hayate mi siete mancati” 

“Anche tu papà.” intanto Tsubasa con lo sguardo dava un caldo abbraccio alla sua Sanae e lei con la mano gli accarezzò la guancia. 

Tsubasa gli fece un sorriso. 

“Vado di là, tu metti a letto i due scalmanati che poi dobbiamo parlare della loro punizione” e fece l'occhiolino al marito. 

“Mamma!” esclamarono in coro i gemelli. 

Nel mentre socchiude la porta porta sentiva il marito parlare con i figli. 

"Allora ometti, cosa avete combinato per far arrabbiare la mamma? 

Sanae era di nuovo in terrazza, adorava quel piccolo rifugio dove aveva messo un tavolo e due divanetti e di lato tanti vasi di fiori e alcuni vasi di piante aromatiche che usava per le sue ricette. Occuparsi di quel piccolo angolo verde la rilassa tantissimo. 

"I due caterpillar hanno ceduto" disse Tsubasa mettendosi seduto accanto alla moglie. 

“Dobbiamo punirli per davvero? Dai vi avevo sentito e non mi sembrava una cosa così grave." cercando di intercedere per i suoi adorati figli. 

Sanae gonfiò le gote con fare arrabbiato per poi mettersi a ridere sommessamente "Ma no, era un modo per fermarli, se no si sarebbero messi a fare a botte. Alla fine mi han fatto troppo ridere, Lola, Marisol… Di  sicuro i tuoi figli per gli affari di cuore sono più svelti del padre." Affermò ilare la castana. 

Tsubasa non poteva di sicuro replicare nulla a quella affermazione e come al suo solito, nei momenti di imbarazzo, si mise una mano dietro la nuca. 

"Siete stati grandi in campo, come sempre e tu hai fatto un gol spettacolare, ma dimmi cosa è successo alla tua gamba?” chiese la ragazza cambiando discorso.

" Per fortuna nulla, solo un piccolo affaticamento e mi hanno controllato subito. Un paio di giorni di riposo e posso tornare ad allenarmi come al solito.” 

" Bene, sono felice che non sia nulla di grave."

“Come sempre vedi subito se succede qualcosa al mio corpo.”

“Beh, mio caro Capitano, con te ormai ho fatto una tale esperienza  e oramai a studi quasi conclusi penso di averci fatto l'occhio. Sai, ieri mi ha chiamato la clinica privata Sol et salus e mi prenderanno per fare il tirocinio."

Tsubasa abbracciò la moglie e si congratulò con lei. 

Fare università e seguire i loro due figli non era semplicissimo, in particolare per gli studi, ma Sanae era una donna caparbia. 

"Gli hai raccontato la leggenda di Tanabata…” volgendo lo sguardo al cielo stellato, al ragazzo mancavano le notti stellate che vedeva dal tempio di Nankatsu, a Barcellona, per quanto bellissima non era la stessa cosa. 

“Si, devono imparare ne nostre tradizione, anche se i piccoli per ora cresceranno qui." Affermò Sanae.

Con Tsubasa erano decisi a far diventare i figli cittadini del mondo, per ora parlavano spagnolo e il giapponese, poi con  le scuole avrebbero imparato l'inglese e, chissà, cosa sarebbero diventati in futuro, di sicuro loro come genitori li avrebbero supportati in tutti i modi.

" Sai, stavo pensando che i protagonisti di Tanetaba assomigliano a noi due quando ero in Brasile, ci potevamo vedere di rado e non c'era tutta la tecnologia di ora con videochiamate e via dicendo." affermò Tsubasa, stringendo la mano alla moglie. 

"È vero!” affermò Sanae e ripensando alla festa di Tanetaba e ai suoi amici ritratti nella foto nel corridoio. 


 

FLASHBACK 


 

"Sanae, allora vieni con noi?” disse Yukari come al solito piena di energia. 

"Dai Anego, non ti far pregare, non esci più, sei sempre qui a lavorare." piagnucolò Ryo. 

Ryo per quanto poteva fare il pagliaccio ci teneva a Sanae, era come una sorella per lui e la stessa cosa per Yukari. 

"Ecco, appunto Ryo, devo lavorare” (e non voglio pensare che mi sarebbe piaciuto andare alla festa con Tsubasa, come una qualsiasi coppia.)

Il viaggio in Brasile aveva mitigato per breve tempo la sua depressione per la lontananza del ragazzo, l'unica cosa era lavoro, lavoro. lavoro nella pausa estiva prima di diplomarsi e decidere del proprio futuro. 

Lei cosa voleva diventare, cosa voleva essere a parte la futura signora Ozora? 

“Dai Sanae non fare così, da dopo che sei tornata dal Brasile mi sembri troppo strana. Ouch!!!" Yukari aveva dato un calcio allo stinco d e l povero Ryo, che come al solito dava fiato alla bocca prima di far funzionare il cervello. 

Tsubasa era tabù. 

Il Brasile era tabù. 

“Yukari ma che cosa fai?” fece Ryo all'indirizzo della ragazza, massaggiando la povera caviglia dolorante. 

Yukari fulminò con lo sguardo Ryo e intanto Sanae alzava gli occhi al cielo sapendo che quei due erano un caso perso. 

"Sanae, dai… " pregó Yukari come ultimo tentativo, mentre stava per allontanarsi. 

Nel mentre arrivava la madre di Sanae con gli ordini dei ragazzi. Arrivata al tavolo venne interpellata da Ryo. 

"Zia, senti, ma questa sera Sanae deve lavorare?” 

La donna guardò Ryo e poi la figlia. 

" Questa sera la gelateria è chiusa. " affermò. 

Sanae maledisse, Ryo, la madre e il fato in quel momento. 

" Ok. Ok. Vengo, ci vediamo alle porte del tempio per le 20, ora torno al lavoro." sventolando una mano all’aria e dandosi alla fuga.

Yukari batté le mani per la felicità e Ryo sorrise sornione perché aveva raggiunto il suo scopo.


 

Sanae era nella sua stanza lo yukata estivo appeso ad un'anta del suo armadio, lei ancora in intimo a rimuginare sulla serata. 

La madre di Sanae bussò e aprì la porta. 

“Figlia mia ma ancora non sei pronta? Farai tardi con i tuoi amici"

"A dirla tutta, mamma, non è che ne abbia una gran voglia." disse mogia la mora. 

"Sanae ma così deluderai i tuoi amici, hai visto come sono stati solerti nel volerti con loro questa sera?” domandò la madre.

"Si lo so, ma io…"

"Ti manca Tsubasa!”

“Si! No! Si, mamma, ma non è solo lui,  sono io. La prossima primavera mi diplomerò e io non so cosa farò della mia vita. Tutti hanno un sogno, uno scopo ed io nulla… Sento che mi son persa per strada!” affermò gettandosi tra le braccia materne e singhiozzando leggermente. La donna accarezzò i capelli della figlia. 

"Sanae non preoccuparti, da qui al diploma ci sono parecchi mesi e intanto puoi capire cosa vorrai fare, male peggio nel mentre lavorerai nell'impresa di  famiglia." Sanae annui. 

"Ora lavati quel viso, vestiti, fatti carina e vai a divertirti." 

“Va bene mamma!” disse accondiscendente ma tra se e se «Mi dispiace mamma, non vorrei darti un dispiacere, ma non voglio rimanere chiusa in quel negozio. "


 

" Ragazzi, eccomi, scusate il ritardo!" urlò Sanae sbracciandosi verso i suoi amici.  “Uh questi geta sono fastidiosi, sarebbe stato meglio un paio di scarpe da Ginnastica...” disse sbuffando la castana. 

"Si, per rovinare il tuo outfit" disse Kumi "il tuo yukata ti sta benissimo. Che dite, ci facciamo alcune foto prima di salire al tempio e girare per le bancarelle?”

I ragazzi furono tutti d'accordo, scattarono alcune foto, prima assieme e poi vari gruppetti, dove Ryo faceva il solito buffone. Salirono poi per immergersi nel cuore della festa, con richiami dalle bancarelle dei vari cibi e a quelle dei giochi. Dopo aver mangiato e essersi divertiti, andarono al tempio per scrivere il proprio desiderio

Sanae era di fronte al suo tanzaku di colore verde e non sapeva cosa scriverci, i suoi desideri erano vari. Alzò le spalle e scrisse non uno, ma ben tre desideri,  lo piegò ben bene e si avviò verso un ramo di bambù per poterlo legare. 

Voleva un ramo suo esclusivo, ma era un po’ troppo in alto, ci provò varie volte ma senza successo, fino a quando una mano lo tolse dalle sue e lo legò al ramo prescelto. 

"Principessa va bene dove l'ho legato." disse una voce nota, una voce che non doveva essere lì, una voce che doveva essere a migliaia di chilometri. 

Sanae alza lo sguardo verso il corpo che le sta accanto, vide un sorriso, vide un paio di occhi antracite, vide quei capelli in perenne disordine. 

Stava sognando? 

Aveva preso una botta in testa e stava sognando, era certa, oppure in qualche bancarella aveva mangiato qualche fungo allucinogeno. 

Si girò, alzò la mano, e toccò la sua guancia. Tepore e una scossa elettrica, poi d'impeto gli buttò le braccia al collo come se non ci fosse un domani, stavano per perdere l'equilibrio, ma il corpo allenato di Tsubasa riescì a mantenere l'equilibrio dei due.

Tsubasa si avvicinò all'orecchio della ragazza e le sussurrò “Sono volato da te, ho attraversato il fiume Celeste, per poter incontrare la mia principessa.” e dopo quella frase la strinse forte anche lui. 

Con la voce rotta dal pianto Sanae riuscì solo a mormorare il nome del suo amato come se fosse stato un mantra.

Tsubasa la prese per mano e si incamminò per allontanarsi da tutta la gente che li circondava e gettava sguardi curiosi.

Camminarono per alcuni minuti fino a raggiungere il Belvedere, niente da fare, quello era il loro posto dove era iniziato tutto, dove si erano conosciuti tanti anni fa, dove Tsubasa dopo aver sfidato Kanda aveva finalmente aperto il cuore a Sanae. Si sedettero su una panchina dove potevano ammirare le luci della città che era vestita a festa per Tanabata.
Sanae finalmente calma, stringeva la mano del ragazzo, quella mano calda e grande che copriva la sua.
“Tsubasa, ma come mai sei tornato in Giappone?” domandò la castana.
“A breve ci saranno le qualificazioni e vista la pausa dal campionato son voluto tornare per incontrare gli altri membri della Nazionale” rispose il ragazzo.
“Solo Ryo e Taro sapevano del mio ritorno”
Sanae guardò il suo ragazzo a bocca spalancata…
“Quella scimmia maledetta, me la pagherà cara…” sbottò Sanae
“Scimmia maledetta? Intendi Ryo?” chiese il moro.
“Non prendertela con lui, semmai con me, ho voluto tenere nascosto il mio ritorno anche perché volevo rivederti al più presto. Ryo mi aveva raccontato che ti stavi allontanando, sempre pensierosa e non sorridevi più… Non potevo perdere il sorriso della mia Principessa.” disse, accarezzando i capelli della ragazza.
“Dimmi cosa ti preoccupa?” chiese fissando Sanae.
La ragazza abbassò la testa e delle lacrime caddero sulla mano di Tsubasa.
“Non piangere e vedrai che parlandone riusciremo a risolvere o almeno trovare una soluzione.”
La ragazza alzò di nuovo lo sguardo e fissò il ragazzo.
“Vedi Tsubasa, tutti voi avete un sogno, un obiettivo… tu vuoi diventare un forte giocatore di calcio e vincere il campionato del mondo, Yukari ha deciso di diventare una maestra dell’infanzia, Kumi vorrà fare la stilista… e io? Io cosa sarò? Non lo so proprio...” disse tutto d’un fiato Sanae.
“Ho parlato con la mamma, ma lei mi ha detto che non devo preoccuparmi se non lo troverò subito, nel mentre posso lavorare nella gelateria, ma io non voglio lavorare a vita li!” terminò quasi arrabbiata per quella soluzione.
Tsubasa comprendeva il cruccio della ragazza, ma sapeva che lei era piena di risorse e questo che stava passando solo un momento negativo “Ma Sanae, ragiona, tua mamma non ha per nulla torto, puoi concentrarti su quello che più ti piace fare e da li capire come andare avanti. Sai anche tu che pure la mia carriera di calciatore non durerà per sempre, perciò ho deciso che in futuro vorrò allenare una squadra tutta mia e portarla alla vittoria.” disse con fervore Tsubasa.
Le prese il viso tra le sue mani e disse “ … E ricorda, io ci sarò sempre per te!” abbassò il viso diminuendo la distanza tra i due e baciò le labbra di Sanae.
Intanto il cielo si illuminò del primo fuoco d’artificio che sarebbe stato il clou della festa.
Dentro Sanae si accesero mille emozioni, aveva anche lei dei fuochi d’artificio in corpo. eppure era stato un attimo, uno sfiorarsi di labbra…
Quando allontanò il suo viso, vide quello della ragazza rosso, con gli occhi spalancati e non riuscì a decifrare il suo sguardo.
pensò tra sé e sé Tsubasa.
“Mi dispiace Sanae, per quello che ho fatto!”
Un sorriso malizioso spunto dalle labbra di Anego.
“Perché Capitano?” chiese la ragazza, nel mentre gli afferrò i baveri della polo e avvicinando il viso al ragazzo sussurrò sempre più rossa in viso “Direi invece di baciarmi ancora!”
Tsubasa era timido, ma mica stupido e non se lo fece ripetere due volte.


 

“Ryo hai trovato Sanae?” chiese Yukari “ Uff si e persa i fuochi”
Ryo con passo tranquillo, le braccia incrociate dietro la testa si avvicinò alla ragazza.
“Tranquilla Yukari, penso proprio che non se li sia persa” disse il ragazzo con un sorriso sornione stampato sulle labbra.

pensò.
“Hei Yukari, andiamo a prenderci un gelato, ma offri tu!” iniziò a correre, ben sapendo che la sua proposta avrebbe fatto infuriare la ragazza.

FINE FLASHBACK


 

Barcellona 7 luglio xxxx


 

I due coniugi erano ancora abbracciati sul divanetto della veranda, un fuoco d’artificio illuminò il cielo della città e Tsubasa baciò Sanae.
“Ti ricordi quando ci incontrammo a Tanabata?”
Sanae sorrise sulle labbra di lui, era incredibile la loro sintonia, lei aveva ricordato quella serata e lui lo aveva chiesto.
“Sanae sono passati alcuni anni da allora, mi puoi dire cosa avevi scritto nel foglietto” chiese il ragazzo.
Sanae fece come pensarci un pò su e disse “ Credo proprio di si” facendogli l’occhiolino.
II primo era quello che potessi ritornare presto in Giappone, il secondo che il mio Capitano tontolone, finalmente si decidesse a baciarmi e il terzo…”
“ Il terzo?” chiese il ragazzo.
“ Il terzo è stato quello di trovare la mia strada e la felicità. La mia strada a breve si avvererà diventando un medico e la felicità e aver sposato te e aver avuto quelle due adorabili pesti.” dopo aver terminato la frase, baciò Tsubasa.
Il ragazzo rispose con passione ma una voce in stereofonia proveniente dalla casa li riportava alla realtà.
“Mamma, papà abbiamo seteeee!”
“ Ecco due adorabili pesti” facendo l’occhiolino all’uomo.
“Ti aspetto in camera Capitano.”
Tsubasa era stato sempre timido, ma non stupido e si fiondò in casa per raggiungere la moglie.


 

FINE 



 

Ciao a tutti.
Questa è la mia prima storia che scrivo su EFP ma sono anni che seguo il sito. Mi son voluta cimentare nel fandom di CT perché mi è sempre piaciuta fin da piccola la storia di Tsubasa e Sanae.
Il maestro Takahashi è sempre stato tirchio per raccontare i momenti dei due ragazzi, ma per fortuna esistono le fanfiction.
La fic non seguirò fedelmente la storia originale.
Perdonate i miei errori grammaticali, anzi esiste un gruppo per le beta che si offrono volontarie a correggere questi e(o)rrori???
Vi attendo con critiche e consigli
Kay75



 

   
 
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