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Autore: warblerslushie    03/09/2019    2 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da diversi anni e Blaine sente il desiderio di creare una famiglia insieme, dal momento che stanno diventando adulti.
Tuttavia, tra le rispettive attività lavorative ed il fatto che Kurt non si sente ancora pronto per crescere dei bambini, le cose all'interno della famiglia Anderson-Hummel hanno subito un brusco rallentamento.
Ma cosa accadrà quando la coppia riceverà un'inaspettata notizia?
Tratto dalla storia:
"«N-non posso tornare con lui, Coop» gemette Blaine, arricciando la mano intorno al polso di Cooper «Non posso»
«Non devi farlo»
«I-io lo amo così tanto... ma lui n-non mi ama più»
«Blaine – »
«Perché n-non mi ama?»
Blaine pianse, tirando Cooper più vicino a sé, e con la mano buona strinse suo fratello in un serrato abbraccio, singhiozzando contro il colletto della sua camicia."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Kurt si accasciò contro la porta d’ingresso e spostò il ciuffo dalla fronte.

I suoi genitori se n’erano appena andati dopo aver passato poco più di una settimana con lui nell’appartamento; anche se sapeva che dovevano tornare alle loro vite li in Ohio, Kurt avrebbe sentito molto la loro mancanza in casa.

Da quando Blaine si era trasferito la settimana prima, tutto gli sembrava … vuoto.

Il letto a due piazze era troppo grande solo per lui oramai e, sebbene loro due avevano litigato nelle ultime settimane e dormivano in stanze diverse, si sentiva ancora il profumo di Blaine tra le lenzuola, soprattutto dal lato del letto di Kurt… cosa che spezzò il cuore di Kurt quando lo scoprì.

Perché in quella settimana in cui non si erano parlati, Blaine si era sentito tanto solo da accoccolarsi al cuscino di Kurt.

Ora a poco più di due settimane dall’incidente di Blaine a casa di Rachel, tutto in casa Anderson-Hummel era diverso.

In realtà, se Kurt ci pensava abbastanza a lungo, probabilmente avrebbe potuto chiamarla casa Hummel ora ; ma farlo significherebbe che tra lui e Blaine fosse davvero finita per sempre e Kurt non era sicuro di poter essere ancora pronto a pensarlo.

Sospirando, si allontanò dalla porta e si diresse in cucina; si guardò in giro alla ricerca di qualcosa da bere.

Una bottiglia di vodka alla lampone era poggiata sul bancone e Kurt se ne versò un bicchierino, e se lo scolò d’un fiato con una smorfia sul volto prima di mettere il bicchierino nel lavandino e appoggiarsi al bancone.

Jennycat si strusciò sulle sue caviglie, la coda che si muoveva contro le sue gambe mentre camminava.

“Manca anche a te, vero?”

Il gatto strofinò la testa contro i suoi piedi prima di andarsene e Kurt si morse il labbro, mentre guardava l’arredamento della stanza.

C’erano milioni di cose tutte intorno che gli ricordavano Blaine; semplici piccolo puntini di cose che gli urlavano che Blaine era stato li e che lo facevano sentire pessimo ogni volta che li vedeva.

Una note della settimana scorsa era attaccata sul frigorifero con un piccolo magnete a forma di papillon: su cui , scarabocchiato da Blaine,  c’era scritto: “ Non dimenticarti… domani visita importante per il bambino dal dottore! Ti amo – Blaine”

Era la nota che Blaine gli aveva lasciato per l’appuntamento che lui aveva deliberatamente mancato, quello che Blaine aveva cancellato e per questo si era ammalato.

Solo vedere quella nota , fece sentire Kurt disgustato.

Accigliandosi, tolse la nota dal frigorifero, la fece a pezzettini e poi la gettò nella spazzatura mentre lasciava la cucina per andare in camera da letto.

Se solo fossi andato all’appuntamento con lui, tutto questo non sarebbe successo… tuo marito sarebbe qui con te in questo momento invece di vivere dall’altra parte della città.

Voi due sareste felici, invece hai rovinato tutto.

Trattenendo le lacrime, Kurt salì sul letto e si stese, coprendosi fin sopra la testa con le coperte.

Riuscì a sentire Jennycat sistemarsi ai piedi del letto e deglutì a fatica, cercando disperatamente di mandar via il nodo che gli si era formato in gola.

Solo che cominciò a singhiozzare, spezzato,  e rotolando su un fianco si rannicchiò contro il cuscino che ancora odorava di Blaine.

Sono solo.



Quando Cooper tornò a Providence all’inizio della settimana, Blaine ne fu felice.

Non è che non volesse bene a suo fratello ,ma dopo averlo sentito lamentarsi di Kurt ogni cinque secondi, Blaine aveva solo bisogno di stare un po’ di tempo da solo; cosa che stava finalmente facendo ora che Cooper era tornato a Rhode Island per finire di girare il suo film.

Anche se l’appartamento era spazioso ed assolutamente stupendo, per Blaine non sembrava… casa.

Era troppo pulita, troppo grande ( solo per lui in quel momento) ed era troppo silenziosa pe i suoi gusti.

All’inizio aveva supplicato Cooper di lasciargli portare Jenny-tuttamacchie con lui, ma dopo una lunga discussione su quanto fosse pericoloso per una persona incinta possedere un gatto a causa di tutti i problemi con la lettiera e la cacca di gatto e bla bla bla.

Così Jenny rimase da Kurt e Blaine era bloccato in quella casa che aveva un acquario pieno di pesci tropicali noiosi.

Alcune mattine, si preparava solo della crema di cereali e si sedeva sul divano, guardando i pesci nuotare avanti ed indietro nell’acquario.

Poi immaginava Jenny seduta sul bordo della vasca , mentre batteva con le sue piccole zampe sull’acqua e rideva per ore.

Le mancava.

Gli mancava Kurt.

Onestamente, essere solo nel nuovo appartamento era difficile.

Alcune notti si svegliava con la voglia di un bicchierone di latte e finiva per sbattere contro un muro perché ancora non si era abituato a quella casa.

O si svegliava tremante nel bel mezzo della notte per poi rotolare ed accoccolarsi a Kurt, per poi trovare la parte del letto vuota accanto a lui.

In quelle notti , afferrava un cuscino e ci piangeva contro, desiderando che le cose fossero andate diversamente.

Ma non lo avevano fatto e non era come se lui potesse tornare indietro nel tempo per cambiarle.

E non poteva tornare con Kurt , come desiderava fare, non dopo il modo in cui erano finite prima.

Kurt era diventato distante e freddo nei suoi confronti durante le ultime settimane insieme; era ovvio che Kurt non volesse il bambino e che non era per nulla entusiasta della gravidanza ( come Blaine aveva pensato fosse) e dopo tutte le loro liti e l’aumento di stress che aveva sopportato Blaine, avevano bisogno di stare separati.

Ma comunque non tutto andò senza dolore.

Blaine si sente come se qualcuno lo avesse spezzato in due e avesse lasciato l’altra sua metà da qualche altra parte e a volte si chiede se anche per Kurt fosse lo stesso.

“Mi manca il tuo papà” dice con dolcezza al suo ventre, massaggiando il pancione mentre stende le gambe sulla poltroncina abbinata, “ mi manca anche Jennycat”

Sospirando , chiuse gli occhi cercando di immaginare cosa stesse facendo Kurt, se suo marito fosse o meno al lavoro prendendo un caffè con Isabelle; o se stesse ancora dormendo perché aveva il turno più tardi.

Fuori, pioveva incessantemente e lo aveva fatto per tutta la mattinata, così Blaine si chiese se Kurt avesse indossato i suoi stivali da pioggia se doveva davvero lavorare quella mattina.

"Mi manca. Spero stia bene"  pensò mentre si scivolava nel sonno , le mani che ancora accarezzavano lo stomaco.

Un paio d’ore dopo, Blaine si svegliò sentendo qualcuno bussare alla porta.

Sbadigliando, si alzò dal divano , stiracchiando le gambe stanche , dirigendosi piano verso la porta per vedere chi fosse la persona che stava facendo tutto quel casino.

Guardando attraverso lo spioncino, sorrise quando vide chi c’era davanti alla sua porta e, quando l’aprì, Rachel saltellò dentro, un luminoso sorriso sul viso, brandendo una busta piena di cibo.

“Hey! Spero tu abbia fame! Ho portato il pranzo!”

“Come facevi a sapere che non avevo ancora mangiato?”

Rachel rise.

“Solo un’ipotesi… spero che non ci siano problemi… ho scelto italiano… ho preso qualcosa strada facendo ed ho preso un po’ di tutto nel caso avessi la voglia di qualcosa di speciale”.

“Beh….” Iniziò Blaine, sbirciando nella busta quando Rachel le poggiò sul tavolo, “ in realtà ho solo una gran voglia di latte… quello e di patate crude,  ma ho mangiato patate a colazione, quindi questo andrà benissimo perché sto morendo di fame.”

“Patate crude?” chiese Rachel mentre prendeva dei piatti dalla credenza per metterli sul tavolo.

Rachel mise una generosa porzione di pasta e di insalata in ogni piatto mentre Blaine sistemava i panini all’aglio, “ non hai abbastanza amido nella tua dieta?”

“ A dire il vero… è più di schifezze che ho voglia, è strano?”

“Avrei detto di no… ma si… questo è raccapricciante”

“Prenditela col bambino”

“Questa è cattiva! Non è nemmeno qui per difendersi” scherzo Rachel mentre si sedeva a tavola.

Blaine si sedette di fronte a lei e si lanciò immediatamente sul cibo, facendo ridere la sua amica quando lo vide infilarsi un intero panino all’aglio in bocca.

“Devi essere davvero affamato”

“È colpa del bambino” mormorò Blaine con la bocca piena e Rachel ridacchiò.

I due continuarono a mangiare tranquillamente per un po’ dopo questo; Rachel di tanto in tanto faceva qualche domanda sul bambino o su quanto tempo Cooper sarebbe stato fuori.

A metà della loro conversazione sulle abitudini dal sonno di Finn, Blaine si bloccò ed una strana espressione apparve sul suo viso.

“Hey… stai bene?”

“Io…” iniziò Blaine, solo per fermarsi di nuovo, facendo un’altra strana espressione, portandosi poi la mano sul pancione, “ questo è strano”

“Cosa è strano? Stai bene? Hai bisogno che chiamo qualcuno?”

“No, no… non muoverti… solo.. penso .. penso che il bambino abbia appena scalciato”

La forchetta di Rachel tintinnò nel piatto.

Un sorriso radioso apparve sul suo viso e cominciò a battere le mani, eccitata.

“Davvero?! Oh mio Dio…posso sentire?”

“Puoi provarci… non credo che ci riuscirai perché è debole; io riesco a sentirlo visto che… beh.., sai, lui è li dentro”

Blaine si alzò e si avvicinò a Rachel, prendendolo poi la mano per poggiarla sul suo stomaco.

I due aspettarono pazientemente qualche movimento e poi Blaine sorrise.

“Ha scalciato di nuovo”

“Aww… non riesco a sentirlo!”

“Forse quando sarà un po’ più grande ci riuscirai” la consolò Blaine, sorridendo vero il suo pancione, mentre Rachel lo accarezzava dolcemente.

“Comunque… è così eccitante… scommetto che sei davvero felice in questo momento”.

“Si… lo sono” disse , accarezzando il punto un cui riusciva a sentire quei dolci piccoli calcetti.

Abbassò lo sguardo sentendo uno strano formicolio agli occhi, “ solo… vorrei che Kurt fosse qui”

“Oh tesoro”

“Cioè.. so che le cose tra noi non vanno più bene, ma a volte vorrei che lui fosse solo emozionato di tutto questo come lo sono io… capisco che non tutte le persone amano i bambini, ma… quando eravamo più giovani, ha sempre  detto che non gli dispiaceva avere dei bambini quando saremo stati più grandi ed ora… ora se n’è andato”

“Non sei da solo ad affrontare tutto questo, lo sai? Hai me, Finn, Cooper, Burt, Carole… tutti noi… non sai da solo “

“Lo so… solo… è strano non averlo qui , sai?” Blaine si risedette e strofinò i palmi sulle cosce, “ mi siedo qui e guardo tutte quelle trasmissioni sui bambini su TLC e tutte le mamme sono li con i loro mariti che sono eccitati per i loro bambini … ho perfino guardato uno speciale per le gravidanze maschili l’altro giorno e gli altri papà erano al settimo cielo che i loro mariti fossero incinti… non posso fare a meno di sentirmi geloso, credo… mi manca… tanto ed è davvero strano perché è solo a pochi minuti da qui…ma onestamente… sembra che siamo ai due poli opposti del mondo.”

“Blaine…”

“Questo non è un buon argomento per una cena… scusa… continuo a rovinare le cose per noi e tutto ha cominciato a diventare tipo una storia del “me misero” … scusa” .

“Non devi scusarti” disse Rachel , prendendo la mano di Blaine tra le sue, “ sei spaventato in questo momento ed io lo capisco, completamente…. Quello che è successo negli ultimi mesi è davvero orribile e non avresti mai dovuto subire tutto quello stress… voglio dire… voglio bene a Kurt, ma stava sbagliando a trattarti in quel modo e capisco perché te ne sei andato… non ti biasimo, Blaine.

Sei uno dei miei migliori amici e ti voglio un mondo di bene e non mi piace vederti soffrire”

“Anche Kurt sta soffrendo”

“Lo so… Ma lui può badare a se stesso… tu devi pensare alla tua salute e a quella di tuo figlio ancora non nato, Blaine… Kurt starà passando un brutto momento ora… ma anche tu e, onestamente, guardarti svenire l’altro giorno è stato senza alcun dubbio il momento più spaventoso della mia vita”

Strinse la sua mano con fermezza.

“ Io e Finn non avevamo idea di cosa stesse succedendo e Kurt non rispondeva al telefono e poi abbiamo scoperto che ti stava ignorando e questo non sarebbe mai dovuto accadere.

Mai”

“Rachel…”

“Voglio bene a Kurt… davvero… ma alla fine starà bene… e lo sarai anche tu, lo so …

Solo… solo prenditi cura di te , okay? Non preoccuparti di Kurt, non preoccuparti di niente e nessuno… solo … focalizzati su te stesso e sul bambino.

Siamo tutti qui per te e se avessi bisogno di qualcuno, sai… puoi semplicemente chiamare me o Finn , okay? Saremo da te non appena possibile”

“Io… grazie.. lo apprezzo davvero molto” disse Blaine, abbassando timidamente la testa.

Rachel strinse di nuovo la sua mano prima di lasciarla andare e tornare a mangiare la sua pasta.

Sorridendo alla sua amica, Blaine prese un altro morso di pane all’aglio, assaporando quella piccola e luminosa sensazione di vicinanza che sentiva crescere in se.

Non importava quanto lunga fosse l’attesa per quel momento, ne valeva la pena anche se l’unica persona con cui poteva condividerlo era sua cognata.



Passarono diversi giorni prima che Blaine potesse uscire di nuovo di casa.

Aveva l’ordine severo di rimanere a casa e riposare dopo la sua degenza in ospedale e, mentre seguiva gli ordini del medico, aveva cominciato a soffrire di claustrofobia.

Così, dopo due settimane chiuso in casa, Blaine si avventurò tra la gente; per prima cosa, si fermò al caffè dove lavorava per salutare il suo ex capo e gli altri dello staff.

Barbara era dispiaciuta di averlo perso di nuovo, ma era felice che lui ed il bambino stassero bene ora, ed in più Blaine le promise che ogni tanto si sarebbe fermato di nuovo e avrebbe preparato le sue barrette vegane se si fosse sentito bene.

Dopo aver fatto visita al caffè, era passato a trovare i suoi amici al programma di doposcuola ed ebbe anche modo di rivedere alcuni suoi alunni.

Mentre usciva, vide Annette con uno dei suoi amici e quando la ragazzina lo vide, si precipitò da lui e lo abbracciò forte, piangendo per il fatto che non le fosse più permesso di prendere lezioni da lui per colpa di sua madre.

Blaine le accarezzò la guancia e poi parlarono di quanto lui sentisse la sua mancanza e di quanto sperasse che lei facesse del suo meglio, in futuro quando sarebbe stato il suo momento di esibirsi.

Per la fine del pomeriggio, Blaine si stava dirigendo al suo appuntamento col dottore con gli occhi pieni di lacrime dopo la sua conversazione con Annette.

Si stava ancora asciugando le lacrime quando entrò nello studio della ginecologa; l’addetto alla reception lo guardò con comprensione.

“Colpa degli ormoni, tesoro?”

“Non lo so” disse tristemente Blaine, segnando il suo nome sulla lista dell’accettazione.

La segretaria gli sorrise e gli fece un cenno.

“Oggi non siamo molto impegnati… puoi passare”

Una infermiera aprì la porta per Blaine che la seguì nella sala degli esami, rispondendo con attenzione a tutte le sue domande, prima di andare a farsi controllare la pressione ed il suo peso.

Mentre attraversava le varie stanze sulla strada verso la sua, non poté fare a meno di notare le altre persone incinte nell’edificio che avevano i loro mariti accanto come supporto.

Mi manca.



Isabelle sbirciò nell’ufficio di Kurt, aprendo completamente la porta quando vide l’uomo che stava cercando seduto alla sua sedia, il mento poggiato sulla mani mentre fissava una foto incorniciata della prima ecografia di Blaine.

“Scommetto che il bambino è molto più grande ora” commentò, sedendosi dall’altro lato della scrivania di Kurt.

L’uomo la guardò per un millisecondo per poi tornare a guardare di nuovo la foto.

“Blaine è di 22/23 settimane ora… scommetto che il bambino è enorme”

“Probabilmente starà anche scalciando”  Isabelle si abbandonò ai ricordi, “ quando mia sorella era incinta, mia nipote iniziò a scalciare  intorno alla 22 settimana..:”

“È un lui… Blaine sta per avere un maschietto”

“Oh… beh…congratulazioni! Umm… è emozionante”

“Si”  mormorò tristemente Kurt, “ immagino lo sia”

Lanciò un’ultima occhiata alla foto prima di voltarsi completamente verso Isabelle;  i suoi occhi bagnati di lacrime fissarono , ignorandola, il suo capo per qualche secondo prima di spostare lo sguardo verso la finestra.

Isabelle riuscì facilmente a vedere l’angoscia ed il dolore sul suo viso e sospirò.

"Kurt, hai pensato di parlare con qualcuno di tutto questo?"

Fu accolta dal silenzio.

“Voglio dire… come un terapista o altro? Non ti fa bene imbottigliare tutto.

Ho notato che non stai mangiando correttamente, umm… non dormi, non mangi, a malapena sei operativo e, onestamente, odio vederti così

Anche tu meriti di essere ascoltato, sai?”

"Non ho bisogno di uno strizzacervelli."

“Davvero? Perché tutto di te dice il contrario in questo momento” la donna gli fece un cenno , indicando il suo mal assortito abbigliamento.

Tutte le altre volte, Kurt era stato l’immagine della perfezione, ma Isabelle aveva subito capito che qualcosa non andava quando aveva sentito girare la voce che c’era qualcuno del suo staff , nell’edificio, stava indossando qualcosa di atroce e peggio di un pugno nell’occhio.

Naturalmente quando aveva visto Kurt sgattaiolare, in ritardo, quella mattina, aveva capito di chi stavano parlando, doveva intervenire immediatamente.

Accigliandosi, scavò nella sua borsetta e ne tirò fuori un biglietto da visita, che fece scivolare sul tavolo  fino ad urtare la mano di Kurt.

“Questo è il biglietto da visita della dottoressa Gartner. È una donna brillante ed un’ottima ascoltatrice… solo… ti prego Kurt, parla con qualcuno… qualcuno che sarà neutrale su tutto questo… ti stai uccidendo ed io lo odio… solo… per favore… ti prego… chiamala”

Kurt ignorò lo spigolo appuntito che pungeva la sua mano.

Al contrario continuò a fissare fuori dalla finestra, guardando le nuvole muoversi nel cielo tempestoso.

Di fronte a lui, Isabelle si alzò e se ne andò, il suono della porta che si chiudeva annunciò la sua uscita, ed una volta che se ne fu andata, Kurt si voltò e prese il biglietto, girandoselo tra le dita mentre fissava il nome ed il numero di telefono scritto.

Per quanto non  volesse andare da uno strizzacervelli, più ci pensava e più pensava che non avrebbe potuto fargli male.

Raccogliendo un po’ di coraggio, prese il telefono dell’ufficio e compose il numero.

In pochi secondi, aveva preso un appuntamento per il Mercoledì successivo.



Blaine si tirò su a sedere,  usando dei tovaglioli di carta, che gli erano stati dati , per pulirsi dai residui del gel dell’ecografia  dal suo stomaco.

La Dott.sa Banes gli sorrise dolcemente e gli porse alcune copie dell’ecografia del bambino, poi si alzò dalla sedia e si preparò a lasciare la stanza.

“Ricordati Blaine, hai bisogno di andarci piano e di riposarti… non ho bisogno di rivederti prima di due settimane quando devi venire per farti il vaccino, ma se dovessi sentire qualche effetto collaterale dopo quello che ti ho appena dato oggi, non esitare a chiamarmi… l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di riportarti in ospedale.”

“Si dottoressa… grazie “ disse Blaine senza fiato, ancora stupito di quanto fosse cresciuto il suo piccolo ometto .

Abbassò lo sguardo sulle foto che aveva in mano e sentì il cuore gonfiarsi alla vita del piccolo angelo raffigurato in quelle foto.

Guarda quanto sei cresciuto… aspetta che ti vedano i nonni, gli zii e le zie vedano le foto.

Sorridendo, Blaine salutò la dottoressa e finì di sistemarsi per bene i vestiti.

Mentre si sistemava il cardigan sulle spalle, si sentì bussare piano la porta ed una infermiera entrò.

“Blaine? Ciao… il mio nome è Maggie! La dottoressa Banes mi ha chiesto di chiederti di fermarti un attimo prima di andar via… vuole vederti nel suo ufficio prima che te ne vai… quindi…se non è un problema,  seguimi”.

La donna lo guidò attraverso il lungo corridoio dove era l’ufficio della Banes.

La dottoressa era seduta alla scrivania, la sua attenzione era focalizzata solo su delle ecografie, che, per il terrore di Blaine, erano le sue.

Quando Maggie si schiarì la gola, segnalando la presenza di Blaine, l’ostetrica sorrise facendo un cenno del capo, indicando la sedie di fronte alla sua scrivania per far sedere Blaine.

“Scusa se ti faccio tornare tardi a casa, Blaine… voglio solo parlarti delle ecografie fatte oggi.”

Blaine sentì lo stomaco sotto sopra al tono della sua voce ed immediatamente ripensò a quel momento in cui, solo pochi minuti prima, la dottoressa si era fermata ed aveva osservato con serietà al suo bambino prima di scattare uno screenshot dell’ecografia.

“Cosa succede?”

“Beh… so che ti preoccuperai non importa cosa io ti dica, ma, prima di tutto, non c’è davvero nulla di cui preoccuparsi… mentre ti facevo l’ecografia oggi, ho notato qualcosa di strano vicino il midollo spinale del feto.

Ora… il più delle volte non è nulla… ma visti i tuoi precedenti con i malesseri e lo stress durante questa  gravidanza, vorrei dare un’occhiata più da vicino.

Ora, oggi abbiamo fatto tutti gli esami del sangue di cui avevamo bisogno, ma c’è un test che possiamo fare che ci darà una comprensione più approfondita di quello che potrebbe esserci”

“E qual è?” chiese Blaine esitante, le dita che accarezzavano lentamente il pancione.

“Si chiama amniocentesi…”

“Non è quel test con un lungo ago che… che si infila nello stomaco?”

La dottoressa Banes annuì.

“Si, sfortunatamente questo è quello che spaventa molti pazienti quando glielo menziono per la prima volta, ma devo anche dire che è una procedura abbastanza comune, specialmente nelle gravidanze maschili.

Ci permette di controllare se ci sono malformazioni genetiche facendo dei test sul liquido amniotico ed anche se sembra doloroso, il test dura solo pochi secondi e  ti rimetterai in piedi in poco tempo.”

La mano vagante di Blaine si fermò nel punto in cui sentiva suo figlio scalciare frenetico e , dal profondo del cuore, si chiese se il piccolino stesse cercando di mostrare la sua protesta all’idea di un ago infilato nella sua casetta.

“Umm… quando dovremo fare questo test? Ho bisogno di portare qualcuno con me?”

“Possiamo programmarla per questo Giovedì, se sei libero, e ti suggerisco di farti portare qui da qualcuno che poi ti riaccompagni a casa… anche se la procedura è cosa comune, dovrai monitorare la tua temperatura dopo, perché se dovessi avere un po’ di febbre significherebbe che c’è qualcosa che non va… è meglio avere qualcuno con te che possa controllarti per la serata e forse anche rimanere con te la notte.”

“Quindi… vuole rivedermi questo Giovedì?”

“Si” disse la dottoressa con un cenno del capo, segnando qualcosa sul calendario prima di firmare alcuni moduli.

Blaine la guardò firmare le carte con uno svolazzo e si morse , nervosamente, il labbro inferiore.

“Dovrei potercela fare per Giovedì”

“Bene… allora … mando questo giù all’accettazione così possono fissarti subito un appuntamento. Oltre questo… questo era tutto quello di cui avevo bisogno di parlarti questo pomeriggio. Eccoti un opuscolo sull’amniocentesi se sei curioso e ci vediamo Giovedì, okay? Stai attento”

Blaine prese il libretto che gli stava passando e se lo strinse al petto, alzandosi poi lentamente visto che sentiva il corpo indebolito da tutta l’adrenalina che gli scorreva in corpo.

Con mano ferma, si diresse verso l’ingresso e l’accettazione dove, in qualche modo, riuscì a controllarsi e prenotare l’amniocentesi senza problemi.

Quando l’addetta all’accettazione gli augurò una buona giornata mentre se ne andava, Blaine la salutò con la mano e si diresse verso l’ingresso col cuore che gli batteva forte in petto e la paura gli fece venire la pelle d’oca.

Con incertezza, tirò fuori il cellulare dalla tasca posteriore e lo accese, poggiandosi contro il muro perché le sue ginocchia tremanti a malapena riuscivano a tenerlo in piedi.

Dopo alcuni squilli una voce allegra e luminosa rispose.

“Pronto? Blaine?”

“Rachel… posso chiederti un favore?”



NOTE

E siamo arrivati al 18 capitolo...

Ho anticipato il capitolo perché avrei problemi a pubblicare altrimenti .. vado un paio di giorni fuori e non so se avrò un pc... quindi.... BUONA LETTURA come sempre... ( e se vi va... lasciate qualche commentino... )

https://www.fanfiction.net/s/9040511/18/When-We-re-Older link del capitolo originale
  
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