Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Ste_exLagu    04/09/2019    1 recensioni
Aggiunto prologo
Hanamichi si trasferisce negli Stati Uniti e viene ispirato da un Telefilm, e comincia a scrivere a dei futuri figli. Comincia con la prima lettera in cui comincia a dare qualche notizia del suo primo anno allo Shohoku, e accenna all'incontro con Kaede.
Fa parte della serie Tutta la vita in un secondo. Nella linea Temporale si posiziona dopo "un secondo" e dunk"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Nobunaga Kiyota
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Tutta la vita in un Secondo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Busta 2bis

2Ottobre

Cari J&J,

Ora che vostro padre ha scoperto le sue carte sono più tranquillo a scrivere anch’io. Ogni giorno lo guardavo al campetto giocare con squadre diverse e contro avversari che si alternavano, e poi andavamo a mangiare, e questo mi riempiva di gioia, ma ero anche molto turbato. Un ragazzo della mia età si era tolto la vita e non capivo perché, è il problema di chi è amato, e che è supportato dalla propria famiglia, non riesci a capire che per qualcuno non è così. Io andavo in una scuola di elite, avevo una media prodigiosa e giocavo al gioco più bello in assoluto. Rukawa ha lasciato un vuoto anche nella mia vita, ho avuto problemi ad accettare di non essere immortale, di accettare che qualcuno potesse trovare orrida questa vita. Nel frattempo conoscevo sempre più a fondo Hanamichi e il campionato invernale si avvicinava, e anche loro avevano cominciato di nuovo ad allenarsi, con il proposito di vincere il campionato nazionale in onore di quel ragazzo silenzioso, in campo erano una macchina da guerra, rabbia e concentrazione. Ai preliminari li abbiamo battuti, ma loro hanno vinto tutte le altre partite. In campo c’è stato uno scontro tra me e Hana e lui mi è crollato addosso, e io mi sono fratturato la tibia destra, e ho ricevuto una specie di bacio, abbiamo sbattuto le fronti, e poi le nostre labbra si sono sfiorate, ho sempre avuto il dubbio che fosse il parto della mia mente, ma lui mi ha aiutato, mi ha preso di peso e portato in panchina scusandosi duemila volte, in Giappone abbiamo molti modi per chiedere scusa e lui ha usato quello che si usa di solito solo per chiedere scusa agli dei. Gli ho detto che son cose che capitano e mi son girate le palle, per me quel campionato era finito e avrei dovuto puntare sul campionato estivo dopo la riabilitazione. Ho girato un mese col gesso e un altro mese e mezzo con le stampelle. Ormai ero sempre allo Shohoku, i suoi compagni non capivano cosa stesse succedendo, e forse nemmeno noi. Io sapevo solamente che avrei voluto che quel bacio ci fosse stato per davvero. Ero sempre più nervoso in presenza di Hanamichi ma non riuscivo a non andare a trovarlo, nonostante fosse spezzato in due dal dolore creato anche dalla lettura del diario di Rukawa sorrideva ed era un vulcano di energia. I suoi compagni di squadra ad un certo punto si erano abituati alla mia presenza. Un pomeriggio come un altro stavo guardando Hana fare i fondamentali e l’ho chiamato, e lui si è avvicinato a me che lo stavo raggiungendo zompettando con le stampelle, quando è stato a tiro l’ho preso per il collo della canottiera azzurra che usava in allenamento e l’ho baciato davanti alla manager e a mezza squadra, e non uno sfioramento di labbra, un bacio con tutti i crismi, e tanta tanta lingua. Considerate che una cosa del genere in Giappone è scandalosa a prescindere dal genere delle persone coinvolte. Il rosso è diventato il mio colore preferito in quel momento, vostro padre ha ricambiato quel bacio, tirandomi su, e tenendomi in modo da non dover stare appeso alle stampelle che sono ricadute ai nostri piedi. Non ho idea di quanto sia durato, nella mia testa una mezz’ora ma penso non sia possibile realmente. Ero felicissimo, ma da quel bacio son partiti un sacco di problemi, il vostro poco testardo padre, ridete pure, mi ha fatto vedere i sorci verdi prima di accettare di essere omosessuale in primis, e di essere anche innamorato di me. Dire che la discrezione non faccia parte del mio essere è a volte superfluo, sono sempre stato abituato ad essere limpido nelle mie relazioni con gli altri, fin troppo sincero a tratti.

Quella sera non era al campetto, e io ero disperato, seduto al bordo di un campo che non avrei potuto calcare per ancora un mese di riabilitazione, ero frustrato e arrabbiato, oltre che cotto all’inverosimile. Lo sognavo anche ad occhi aperti, ero proprio andato. Mentre lo aspettavo o forse ero troppo stanco e disperato e basta mi si è avvicinato uno dei compagni di squadra occasionali di Hanachan e mi fa “Si dice in giro che tu sia gay” ho fatto una smorfia e ho risposto candidamente “Si sono gay, problemi?” lui ha scosso la testa e mi è in pratica saltato addosso, mi ha baciato con foga e mi ha fatto cadere a terra, e si è messo sopra il mio corpo, ho tirato schiaffi e pugni, ma questo era molto più forte di me, alla fine con una stampellata là dove non batte il sole, sono riuscito a liberarmi, ma non sapevo che qualcuno avesse assistito alla scena, perdendosi però il finale.

Il giorno dopo sono tornato alla sua scuola e lui mi ha preso da parte e me ne ha dette di tutti i colori, che baciassi tutti, mi ha dato della puttana e del poco di buono, non ha peccato di fantasia nell’insultarmi, ho reagito istintivamente e gli ho tirato un pugno sul naso e da lì è nata una mezza rissa che è stata sedata dall’allora capitano della squadra di vostro padre, che ha concluso la sua sfuriata con uno “stronzo mi hai fatto diventare gay” lì per lì non avevo capito niente e mi sono allontanato alla velocità massima che le stampelle mi permettessero, ero distrutto, in una settimana avevo perso ogni certezza, con molta fortuna ero scappato da un male intenzionato, e avevo perso l’amicizia del ragazzo che mi piaceva. Me ne sono tornato a casa, e non ho cenato, non ho parlato con i vostri nonni, cosa che non era mai successa, e mi sono chiuso in camera, penso di essere uscito solo dopo molte ore solo per bere un po’ d’acqua. Questo stato di tristezza è durato per un paio di settimane, mentre il mio corpo tornava ad essere forte e tonico grazie alla riabilitazione la mia mente vagava dalla tentata violenza al bacio bellissimo in palestra. Ad un certo punto ho capito cosa potesse aver provato Kaede a sentire il rifiuto di parlare, di confrontarsi con lui. Quando entra nella tua vita l’arricchisce e la stravolge e ti crea una sorta di dipendenza, e vieni travolto dai suoi sentimenti.



Un mercoledì mattina ero pronto per il primo allenamento dopo l’infortunio. Noi prima della lezione facevamo preparazione atletica, e quella mattina ho cominciato a correre con i mie compagni, molti avevano intuito che qualcosa non andasse nonostante indossassi ancora la mia maschera di sbruffone sempre allegro e spensierato. Qualcuno rallenta e si allinea al mio passo, ancora fatico a mantenere la stessa velocità di sempre “Sono un cretino” sussulto e mi giro a guardare un Hanamichi Sakuragi con espressione da cucciolo abbandonato che si insulta, e il mio unico pensiero alla sua visione era “Sposami” gliel’ho detto veramente, e mi sono sentito morire, e molto molto stupido. “Quando avrò l’anello del campionato al dito” mi risponde e io devo avere avuto un’espressione molto stupida e stupita in quel frangente, perché l’ho visto sussultare. “Ti sposerò ma non adesso, adesso vorrei solo chiederti scusa perché sono tardo e cretino” lo zittisco con un bacio in mezzo alla pista di atletica sotto i fischi dei miei compagni di squadra, una riserva, un primino fa “Te la fai col nemico, sei un traditore” ci voltiamo a guardarlo con espressione cattiva, soprattutto Hana, ma sono stato io a parlare “Lo amo, ma sul campo non c’è amore che tiene è guerra.”

Ho sempre viaggiato ad una velocità tutta mia, che è molto simile a quella di Hana che per fortuna non si è fatto prendere dal panico un’altra volta. “Anch’io Nobuscimmia” mi ha fatto ridere “Scimmia rossa” ha preso la mia mano e me l’ha baciata. “vorrei provare a uscire con te” mi confessa “Io non aspettavo altro che tu me lo chiedessi, e mi sono ritrovato a confessargli della mia cotta colossale e dei tentativi di approcciarmi a lui. Finimmo gli allenamenti e io saltai le lezioni imboscandomi con Hana in una stanza vuota del club. Vi bacio Nobu



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Ste_exLagu