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Autore: Anonima Italiana    04/09/2019    4 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calais

Isabella si era ripresa fisicamente dal parto, seppure con fatica, ma il dolore per la morte della sua bimba non se n’era mai di certo andato. La giovane passava le giornate quasi completamente chiusa nella sua stanza, da sola: solo la madre e due cameriere potevano entrare ogni tanto. Piangeva, pregava e pensava costantemente alla piccola cassettina bianca che si inabissava nelle gelide acque del mare; a tratti le sembrava quasi di impazzire, provava un costante senso di vuoto e di freddo pensando che, se solo avesse saputo imporsi e avesse avuto il coraggio di Anna, avrebbe potuto rifiutare quel maledetto viaggio, e ora sarebbe da qualche parte al sicuro occupandosi della sua piccola Anne.

Giorgio era andato  a trovarla subito dopo il loro arrivo, una volta prestatele le prime cure; ma davanti a un dolore così profondo non era riuscito nemmeno ad avvicinarsi , rimanendo impalato ai piedi del letto della moglie, capace soltanto di dire “Mi dispiace” e basta. E questo aveva innervosito ancora di più Isabella, che per reazione gli aveva vomitato addosso tutta la sua sofferenza, dicendogli che tutto quanto era accaduto era colpa sua e di suo padre, che l’avevano costretta a mettersi in viaggio quando invece avrebbe dovuto essere in isolamento…e se non fosse stato per la loro maledetta ambizione non sarebbe accaduto nulla: la loro figlia sarebbe viva, i suoi fratelli non gli si sarebbero messi contro, l'Inghilterra non sarebbe stata preda di una rivolta che aveva fatto dei morti, non si sarebbero inimicati la regina Elisabetta e anche Anna sarebbe lì con lei.
Dopodichè la poverina si era buttata sul letto a piangere e l'aveva cacciato fuori.
 
 
Il duca di Clarence non aveva battuto ciglio e aveva ascoltato in silenzio tutti gli insulti e le accuse; poi,sempre in silenzio, se ne era andato e da allora non aveva più trovato il coraggio di visitare sua moglie. Si informava della sua salute presso le cameriere, ma per il resto passava il suo tempo in giro a cavallo  o per le taverne della città, annegando i suoi dolori nel vino e nei bagordi, con cui cercava di annegare il proprio dolore.
 
Chi proseguiva imperterrito per la sua strada e senza alcun dubbio, invece, era Richard Neville: certo, era dispiaciuto per la nipotina morta, ma erano cose che capitavano di frequente e non c’era da fare troppe tragedie, altrimenti non si andava più avanti. Per fortuna i due sposi erano giovani e avrebbero sicuramente avuto altri figli (magari maschi). Perciò, bando alla tristezza: c’era da concentrarsi sul vero obiettivo di quel viaggio, ovvero l’incontro con Margherita D’Angiò e soprattutto…come convincerla a portare avanti l’alleanza ora che non poteva più dare in sposa Anna a Edoardo di Lancaster?
Questi sì che erano questioni serie nella vita!

Il giorno dell’incontro tanto temuto la ex regina d’Inghilterra si presentò con grande ritardo; appena entrata, rispose con uno sbrigativo cenno di saluto all’inchino di Warwick, dirigendosi immediatamente impettita e a passo sicuro verso lo scranno che le era stato destinato.  Non ci voleva alcuna particolare abilità per notare che la D’Angiò, evidentemente, era già irritata di suo e che quindi il già non semplice incontro si preannunciava ancora più difficile. Il conte cominciò a sudare freddo, ciononostante mantenne la calma.
Solo una volta accomodatasi sullo scranno la ex regina si rivolse all’uomo:

- Benvenuto, conte di Warwick. E’ una gioia poterci finalmente ritrovare- disse con la stessa espressione che avrebbe avuto se davanti a lei ci fosse stato un qualche curioso animale.

- E’ un onore anche per me, Vostra Grazia-

- Chi l’avrebbe mai detto fino a poco tempo fa, nevvero? La ruota gira, come diceva sempre la mia amica Jacquetta…- fece la D’Angiò,scrutando Warwick dal basso verso l’alto, volutamente, con sguardo non troppo amichevole.

- A proposito…forse è meglio chiarire due cose fondamentali, in vista della nostra futura collaborazione.
Punto primo: non ho affatto gradito quanto accaduto di recente per opera vostra a Jacquetta, che nonostante tutto quanto capitato tra noi io continuo a considerare la mia migliore amica, nonché una delle dame più importanti del regno…e voi l’avete chiamata “Strega”, portata in tribunale, processata come una comune delinquente!- la voce della D’Angiò era vibrante di sdegno, per non parlare degli occhi: se avesse potuto sprigionare fulmini attraverso di essi, Warwick sarebbe stato già bell’è che incenerito.

- Ho dovuto farlo, c’erano delle accuse a suo carico- provò a difendersi l’uomo, ma la ex regina gli intimò con la mano di zittirsi.

- Passiamo al secondo punto- disse poi- come vi ho già detto vostro genero Giorgio non mi piace affatto, né come persona né, tantomeno, come re. Non ha nessuna capacità, e se finora ha ottenuto qualcosa deve ringraziare in primis suo fratello il re, e poi voi che avete deciso di tenervelo come burattino. Ma a me che importa di lui? Io ho già un figlio, Edoardo, nato come principe di Galles, e se proprio devo decidere di combattere lo farò per lui, per restituirgli il suo diritto di nascita- 

Richard Neville non provò minimamente a difendere il genero.

- Sono totalmente d’accordo con voi, Vostra Grazia- affermò, felice di poter sfruttare quel minimo appiglio- Ho fatto un errore di valutazione, ma Giorgio può comunque essere utile in altri ambiti…-

- A proposito- lo interruppe nuovamente Margherita D’Angiò- non vedo qui vostra figlia Anna, che in teoria dovrebbe sposare mio figlio. …-

Mentre la donna parlava  Warwick notò che sia lo sguardo sia il tono erano non troppo velatamente di scherno; il conte cominciò a sudare freddo e sentirsi stranamente inquieto, dato che non riusciva a interpretare questo tipo di atteggiamento, nonostante la consapevolezza che dalla D’Angiò ci si poteva aspettare qualunque cosa.

- In effetti, Anna per ora non ci ha seguito…è voluta rimanere in Inghilterra ad assistere mia nipote Alice, gravemente malata e ora sola dato che suo marito sta combattendo con gli York.  Anna è molto affezionata a sua cugina e…-

A questo punto la ex regina sganciò la bomba:

- Ma che strano! A me invece risulta che sia rimasta sì in Inghilterra, ma con suo marito…-

Lo stupefatto Warwick si girò un attimo verso la propria consorte con sguardo stile “ma che diavolo sta dicendo questa?!”, ma la povera Lady Neville, sbiancata, non potè essergli di grande aiuto.

- Non ne sapevate nulla, vero? Non sapevate nemmeno dove era vostra figlia! E nonostante tutto avete portato avanti questa farsa con me….-  e dicendo così la donna fece segno a una sua dama rimasta in disparte di avvicinarsi, cosa che la donna fece porgendo alla ex regina un fascio di lettere, da cui la donna cominciò a leggere brevi stralci nei quali l’autore (o gli autori) narravano con precisione ciò che stava accadendo in quei giorni alla corte reale inglese.
Ovvero, leggeva la D’Angiò malignamente compiaciuta, lo “scandalo d’amore” tra il fratello minore del re, il duca di Gloucester, e Lady Anna Neville, i quali si erano sposati di nascosto poco tempo prima pur di aggirare la contrarietà di Sua Maestà a tali nozze ma anche i crudeli maneggi del padre della fanciulla, il conte di Warwick, che non aveva esitato a separare i due innamorati. Si raccontava perfino (continuava leggendo la donna, che sembrava piuttosto divertita) che lo spietato Richard Neville avesse rinchiuso la povera Anna in un’altissima torre, dandole solo pane e acqua; ma Riccardo con la forza dell’amore aveva assaltato la torre liberando la sua innamorata.
 
Alla fine della lettura la ex sovrana si rivolse nuovamente al suo interlocutore, che se ne stava impietrito per quanto aveva appena sentito, mentre sua moglie poco più in là sveniva nell’indifferenza generale (compresa quella del proprio consorte) e veniva soccorsa solo da due guardie caritatevoli.
 
- Se vi state chiedendo da chi ho avuto queste notizie, sappiate che nonostante tutto a corte ho ancora delle spie che fanno ottimamente il loro lavoro-  e avvicinandosi all’uomo che non riusciva a riprendersi gli porse le lettere, in modo che egli stesso potesse leggerle e rendersi ancora meglio conto della situazione.

- Alla luce di tutto ciò appare chiaro che la nostra alleanza finisce qui, prima ancora di cominciare. Peccato, vi facevo più furbo -

Dopodichè, facendo un breve cenno alle proprie ancelle rimaste in disparte e senza nemmeno salutare, si incamminò verso l’uscita,  sorpassando  con uno sguardo di sufficienza Lady Neville che si stava pian piano riprendendo, mentre il suo consorte, incredulo per lo smacco subito, si accasciava su una sedia lì vicino,prendendo coscienza della fine dei suoi piani.

(fine ventunesima parte)


 
   
 
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