Consapevolezza al sapore di sangue e di caffè

Le sottili labbra, le quali poc'anzi avevano sfiorato la superficie nivea ove il caffè era divenuto freddo, or accarezzavano solerte quelle del proprio servitore, il cui pallore risaltava l'espressione sbigottita insita sul volto di quest'ultimo.
«M-Master…?» proferì questi, i residui di quel respiro spezzato sfumarono innanzi l’immutabile barriera che colui che egli serviva aveva creato, al fine di occultare, come un manto la cui oscurità caratterizza le profondità degli abissi, le inespressive e vermiglie iridi, peculiarità appartenenti a ciascun Nobile.
«Il labbro», si lasciò sfuggire il Noblesse, colui che trascendeva ogni creatura mai esistita, colui dal potere incommensurabile, sproporzionato in confronto all’esigua vitalità che andava perduta ogni qualvolta esso emergeva, «una ferita del genere non credo sia sinonimo di compostezza, né di eleganza», esplicò con la medesima imperturbabile, inenarrabile calma della quale egli si serviva per esprimersi, guidando con le palpebre semichiuse l’umida e superficiale lesione presente sulla bocca del maggiordomo: un'insignificante e triste manifestazione della disperazione insorta in seguito alle minacce che giorno dopo giorno si nutrivano disgustosamente della linfa vitale del proprio padrone, inerpicandosi lungo il di lui cammino.
«Ha ragione, mio signore. Mi appresterò a ricordarlo in futuro» esclamò, congedandosi attraverso un inchino, non senza esplicitare un blando sorriso d’imbarazzo in direzione di costui.
«Frankenstein» lo frenò Cadis Etrama Di Raizel, non con l’autorità concessagli dal proprio titolo, bensì per mezzo del medesimo moto con il quale aveva eliminato la presenza di quel sangue – la cui piacevolezza solo un'altra volta aveva lambito la sua lingua, in passato, quando quest’umano aveva deciso di unire la propria anima a quella solitaria del Noblesse. «Andrà tutto bene. È questa la mia unica consapevolezza» concluse mentre il servitore, di spalle, si lasciò sfuggire un ulteriore sorriso, stavolta pregno di certezza, il quale si dissolse sulle gote, cedendo il posto a quell'inaspettato colorito roseo. Si leccò le labbra, per la decima volta estasiato dal sapore di caffè misto a quello del proprio sangue.
 Sì, master. Finché ci sarò io a proteggerla, non permetterò che vada diversamente. Lo giuro. 


Angolino:
「Faccio capolino dalla mia tacita tana attraverso la pubblicazione di questo piccolo scritto, sperando con tutto il cuore che gli amanti di questi due sappiano apprezzarlo adeguatamente. Io li adoro, e adoro Noblesse, quindi ci tenevo a scribacchiare qualcosa in proposito.
La vicenda si colloca in un momento imprecisato nei vari archi del manhwa, l'unica cosa certa è che avviene dopo l'uscita allo scoperto di coloro che hanno tradito il mio piccolo Rai.
Spero davvero che vi piaccia!♥」