Fu uno shock.

Fu prendere tutto ciò che di bello mi aveva regalo la vita e buttarlo a terra, rompendolo in mille pezzi.

''I bambini vengono via con me, Steve.''

Non mi riconoscevo più.

Urlavo parole che non erano mie.

Pregavo che qualcuno mi salvasse.

''No, non lo faranno. Peter e Morgan sono i miei figli e-''

Dolore, pena e... rabbia?

''I tuoi figli? E io? Sono anche miei figli, Steve! Loro erano i NOSTRO figli! Cos'è cambiato? Oh, già, l'hai mandato a puttane. L'ultima volta che ho controllato, eri tu quello che ha buttato il nostro matrimonio nel cesso. Eri tu quello che ha rinunciato a noi! Eri tu quello che ha messo i nostri amici contro di me! Col cazzo che ti farò mettere contro di me anche i miei figli. Mi hai sentito? I miei fottutissimi figli!''

No, amarezza.

''Mi dispiace di essere arrivato a questo punto, Tony.''

.

.

.

Quell'alone rossiccio intorno a noi si era fuso con i miei occhi, impedendomi di vedere lucidamente. Le rovine, i massi, l'aridità che ci giravano intorno non vacevano che soffocarmi.

Sono lontano da casa per morire.

Qualcuno si sarebbe mai preso la briga di riportare il mio corpo a New York?

Forse Strange, ma è meglio se metta Peter come priorità da riportare a casa.

Adesso o mai più.

Devo farlo fuori.

Anche solo per vendetta.

Anche solo per rivincere su tutti quegli anni che ha passato ad infestare la mia mente.

Anche solo per cercare di alleviare il dolore.

Il tempo non guarisce, anche se tutti dicono il contrario.

Il tempo ti fa brevemente passare di mente un ricordo, il cervello è fatto così, immagazzina, ma qualcos'altro lo farà sempre tornare alla luce.

E non smetterà mai di fare male.

''Dimmi, Stark: ti importa ancora di lui, dopotutto?''

La cosa che odio più di tutte di questo mostro è che sa leggerti nel pensiero.

Non può, non ne ha le capacità, non ha nemmeno la gemma della mente, ma in qualche modo legge ogni cosa e dio, mi fa saltare i nervi.

Eppure ha ragione.

''Lui? Dopo tutto questo tempo? Sempre.''

.

.

.

''Ti fidi?''

Ha sussurrato. la dolce melodia della sua voce che si fa strada alle tue orecchie. Senti le parole non dette, quelle lasciate in sospeso, sotterrate sotto anni di odio e risentimento. Eppure lo sapevi che nessuno di voi odiava l'altro, eppure non lo avete mai nemmeno ammesso. Le parole che non ha lasciato librarsi nell'aria, nello spazio, tra i vostri volti e anche in piedi in una strada distrutta, le senti chiaramente:

mi ami ancora?

Hai sorriso, dentro di te – anche dopo così tanti anni, lui non ne ha idea. Certo che lo ami, dalla prima volta che hai posato gli occhi su di lui e i vostri sguardi si sono incontrati.

Si ripete.

''Ti fidi?''

Tu ripensi a tutti i finali felici che desideravi da bambino. Steccati bianchi, una moglie meravigliosa, tre figli e forse anche un cane. Ripensi a tutte le volte che hai sognato di metter su famiglia con qualcuno di speciale. La pace, finalmente.

Ti guardi intorno, con la battaglia che imperversa.

Le tue dita macchiate di sangue e il taglio sanguinante sulla sua guancia.

Hai incontrato i suoi occhi, e ti è sembrato come la prima volta che lo hai incontrato, in quella piccola piazza in Germania, di fronte al museo.

E tu pensi, ho il mio finale felice proprio qui, perchè essere in qualsiasi posto con lui sembra come un finale felice, non è così?

I finali felici non durano per sempre, ma se questo è il tuo ultimo momento con lui e se questo è il tuo ultimo momento sulla terra, allora l'ultima cosa che vuoi fargli sapere è

''Si.''

.

.

.

Erano circondati da una luce bianca, calda. Il pavimento sotto i loro piedi era talmente morbido da sembrare zucchero filato, Morgan l'avrebbe adorato.

Una leggera brezza li incorniciava nello scorrere infinito del tempo, faceva quasi male, così calda ed eterea.

Ma non ci facevano caso più di tanto, non di certo così occupati a tenersi per mano.

Le loro dita sembravano unire i loro corpi, come se il loro sangue avesse cominciato da lì a fluire nel corpo dell'altro.

In quel momento, si davano vita a vicenda.

Faresti qualcosa per me?

Chiede Tony, i suoi occhi che danzano.

Si.

Risonde Steve, perchè farebbe qualsiasi cosa per lui, in qualunque momento, basta che lui chieda.

Definisci 'amore'

La prima sfida.

'Amore'?

Sul suo volto si dipinge un'espressione perplessa, quella che Tony adora.

Bhe, non sono sicuro se posso definirlo. Cambia per ogni relazione.

Allora prova a fare del tuo meglio, ti va?

I suoi occhi marroni brillavano di malizia.

Steve ammorbidisce lo sguardo blu.

Il mio meglio si limita a definire l'unico amore che io abbia mai amato.

Fallo, allora.

Bhe

comincia, e Tony pensa che suonerà come un 'c'era una volta'.

Fu... un inizio imperfetto, dove il fuoco ardeva più luminoso che mai. Le conseguenze di quell'inizio crebbero, ma non nella fiducia, ma nei terribili risvolti degli errori e una luce brillava su di essi, rendendoli più evidenti e dolorosi che mai.

Ma c'è ancora una sensazione...

fa una pausa.

Tony deglutì, ansioso.

Cosa?

Chiede, in un sussurro.

Proprio qui, adesso.

Dice, Steve.

Questo... io sento 'amore'. io.. io non posso definirlo. È una sensazione, non un mix di lettere che vuoi far capire. È una sensazione. L'altra persona può capirla solamente se la sente anche lui.

Ci fu una pausa.

Allora Tony rise e disse:

Bhe, penso di capire la definizione molto bene, allora.

E Steve, sorrise.

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Ho scritto altre fanfic su Endgame o comunque sulla Stony in generale, fateci un salto se volete e fatemi sapere cosa ne pensate :)