Crossover
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Autore: UlquiorraSegundaEtapa    09/09/2019    4 recensioni
Dal capitolo 4:
"Il ragazzo dovette fare i conti con una verità che era stata ovvia per lui in passato, ma che ora cominciava ad apparirgli stranamente scomoda: tutti duellavano. Era come fumare, arrivi al liceo e tutti fumano. Ecco, alla loro età tutti duellavano. Erano la generazione dei duellanti. Alan si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Peggio.
Si sentiva come un uomo che aveva fatto voto di castità ad Amsterdam"
La storia di Alan, dei suoi amici e della lotta con i suoi demoni, immaginari e reali. In un mondo dominato dal Duel Monsters, diventato sport nazionale, non c'è pace per chi vuole ritirarsi dalla scena. Il passato torna sempre a bussare alla porta, e quando lo fa non ammette rifiuti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7: Il domatore di draghi (Seconda parte)
 
 
Furono i rumori della battaglia a svegliare Alan.
Si guardò intorno disorientato per la seconda volta quel giorno. Al buio era ancora più difficile riconoscere quel posto. Ma essendosi fatto un po’ di sonno, ora gli era più facile ricordare e tornare alla realtà. Era in infermeria, dopo il brutto crollo che aveva avuto quel giorno.
Si massaggiò gli occhi. Perché si era svegliato così di soprassalto?
A rispondergli furono nuovamente i rumori. Provenivano dal tetto. Si mise a sedere, tenendosi al lettino, e sollevò la testa. Riconosceva in maniera inconfondibile quei suoni.
Qualcuno stava duellando. Ma lì, sul tetto di un ospedale? Chi poteva mai essere?
Improvvisamente, la stanchezza e la perdita dei sensi gli parvero un lontano ricordo. Come una falena attratta dalla fiamma, sentiva l’impulso irresistibile di alzarsi e scoprire cosa stesse accadendo. Non sarebbe stato facile, certo, dopotutto era svenuto, e il braccio che gli tirava gli fece ricordare il marchingegno mostruoso che era infilato nella sua vena.
Ma ce l’avrebbe fatta, in un modo o nell’altro.
Quando poggiò i piedi sul pavimento freddo, lo invase un tremolio che gli ricordava le mattine d’inverno, quando metteva i piedi fuori dal letto per iniziare la giornata e subito il freddo del pavimento lo invadeva come una scarica dai piedi fino alla testa. Aveva le dita formicolanti, così provò a massaggiarle un po’. Sopra di lui, la battaglia imperversava. E la sua curiosità aumentava.
Quando i piedi tornarono a funzionare, afferrò il supporto per la flebo e si mise in marcia. Lasciò la stanza buia, la mano che non reggeva la flebo tesa in avanti per intercettare eventuali ostacoli. Arrivò in corridoio, dove non c’era quasi nessuno. L’infermiera che stava in fondo, alla reception, non doveva avere molta voglia di fare il turno di notte. A giudicare da dove puntava il suo sguardo, o si era addormentata, o stava controllando le stories di Instagram.
Meglio così, pensò Alan. Doveva anche avere i capelli tutti sfatti, tra l’altro, quindi meglio ancora di non avere qualcuno che gli chiedesse dove stava andando era il non essere visti affatto. Così arrivò indisturbato all’ascensore, e digitò per il tetto.
Mentre l’ascensore saliva, con qualche scossone, Alan pensava che era fin da piccolo che aveva il leggero timore di restare bloccato in ascensore; tuttavia, questo non gli aveva mai impedito di prenderlo.
Anche questa volta, i suoi timori non si concretizzarono. L’ascensore suonò, e le porte si aprirono. La porta dell’attico era lì in fondo, davanti a lui, alla fine di un corridoio buio. Avanzò, accompagnato dal rumore delle ruote del supporto per la flebo.
 
Quando aprì la porta, Lance aveva appena evocato il Drago Nero Occhi Rossi.
Surge era indietreggiato sgranando gli occhi. – Non… non è possibile! Il Drago Nero!!
Il drago ruggì e il suo verso squarciò la notte. Lance strinse il pugno.
- Te l’ho detto, Surge. Adesso conoscerai la vera paura!!
Alan era senza parole. Di fronte a lui, si trovava una delle carte più famose del Duel Monsters, una di quelle leggendarie, dei primissimi tempi. C’erano solo poche carte che potevano rivaleggiare con essa per fama. Ne era rimasto talmente rapito, che non si era nemmeno domandato perché Surge e Lance stessero duellando sul tetto a quell’ora, né cosa ci facesse lì Surge.
Lance strinse il pugno. – Vai Drago Nero Occhi Rossi, distruggi il suo mostro con Bomba di Fuoco Infernale!!
Il drago caricò la sua letale e leggendaria palla di fuoco cremisi, percorsa da scariche nere di potere, che sparò con precisione mortale sul Drago Doppia Canna di Surge, mandandolo in frantumi. Il biondo si schermò gli occhi dal bagliore.
 
LIFE POINTS LANCE: 3000
LIFE POINTS SURGE: 4900
 
- Ora non fai più tanto lo spavaldo, eh Surge? – lo rimbeccò Lance. – Non c’è nulla che tu possa fare di fronte al mio drago. Ora posiziono quest’ultima carta coperta, e termino il mio turno.
Un brontolio sommesso scaturì dalla gola di Surge. La tensione tra i due era tale che non si erano nemmeno accorti di Alan. Il ragazzo, da parte sua, stava in silenzio quasi religioso, affascinato dalla bellezza e dalla ferocia del mostro che aveva davanti. Il Drago Nero se ne stava imponente e proteso in avanti, gli artigli aperti e le fauci spalancate, pronto a colpire nuovamente al comando del suo possessore.
Surge pescò con rabbia. – E’ il mio turno! – dichiarò.
Aveva solo due carte in mano. Lance, da parte sua, non ne aveva nemmeno una, però aveva una carta coperta, oltre al suo Drago Nero. Surge, invece, aveva il campo di gioco completamente libero.
Ottimo, pensò, non potendo impedire però al sudore di imperlargli il viso e di scendergli lungo il collo. Con queste due carte, mi sarò guadagnato una difesa ben solida. E se pesco il mostro giusto, sarà fregato…
Tornò a guardare l’altro. – Ora posiziono un mostro coperto in difesa – disse, materializzando l’ologramma. – E termino il mio turno.
Cercò di non far trasparire la sua soddisfazione. La carta che ho posizionato è Sfera di Distruzione, pensò con un mezzo sorriso. Non appena la attaccherà con Occhi Rossi, la mia sfera si attaccherà al suo draghetto. E poi… Kaboom!
Guardò Lance con un ghigno. Ti dimostrerò che non sei invincibile.
Strinse con forza l’ultima carta rimastagli in mano.
- E’ il mio turno, pesco! – affermò Lance. Subito stese in avanti il braccio con la mano aperta: - Scopro la mia carta trappola, Cupidigia Insaziabile!
La carta raffigurava uno scrigno pieno di tesori, con dentro però un serpente e posizionato su una botola, con un avido ladruncolo che si stava avvicinando, le mani protese, la bocca contratta in un ghigno e gli occhi avidi. – Grazie a questa carta – spiegò Lance – posso pescare altre due carte, ma non potrò farlo per altri due turni.
Le aggiunse alla sua mano.
- Una mossa rischiosa – commentò Alan, appoggiato al suo supporto, e che ancora nessuno dei due aveva notato. – Lance potrebbe essersi precluso delle ottime possibilità.
Anche Surge era, non sapendolo, dello stesso parere. – Ohoh! E così sacrificheresti le tue prossime due mani? Mai sentito parlare delle “pescate morte”?
Quello a cui alludeva Surge era il pericolo di pescare carte inutilizzabili in quel momento. Lance poteva aver guadagnato due ottime carte, ma non avrebbe avuto diritto alle sue prossime Draw Phase, e c’erano carte, nel Duel Monsters, che si attivavano proprio nel corso della Draw Phase. Era un bel rischio.
Tuttavia, il ragazzo rispose con un sorrisino. – Il mio deck è a prova di pescate morte. E te lo dimostro subito!
Mostrò una carta magia che raffigurava il Drago Nero Occhi Rossi in procinto di sferrare il suo attacco mortale. – Attivo la carta magia Esplosione di Fuoco Infernale! Occhi Rossi non può attaccare in questo turno, in compenso però posso infliggerti un danno pari ai suoi punti di attacco originari!
- COME?! – Surge era stato colto completamente alla sprovvista. Non ha… intenzione di attaccare la mia carta coperta? Non si era aspettato quella mossa. Lance colse lo sgomento nei suoi occhi: - Scommetto che ti aspettavi che attaccassi la tua carta coperta, non è così? Peccato che io non sia tipo da cadere in simili trappole.
Strinse il pugno. – Avanti Occhi Rossi, Esplosione di Fuoco Infernale!!
Il drago caricò la sua mortale palla di fuoco, che scavalcò le difese del mostro coperto di Surge e lo colpì direttamente. Quello lanciò un urlo mentre le fiamme cremisi lo avvolgevano.
 
LIFE POINTS LANCE: 3000
LIFE POINTS SURGE: 2500
 
- Incredibile… - fece Alan, rimasto per la seconda volta ad occhi aperti di fronte alla forza di quel drago leggendario.
- E ti darò il benservito con questa – proseguì Lance. – Scommetto che ti ricordi della mia Fiammata di Drago!
Mostrò di nuovo la carta magia che raffigurava un drago nell’atto di lanciare la palla di fuoco. Il cuore di Alan mancò un colpo. Conosceva molto bene il drago raffigurato su quella carta. Si strinse le piastrine, facendole tintinnare.
- Ah! – Surge strinse il pugno, spavaldo. – Mi spiace per te, Lance, ma il mio mostro coperto ha ben più di ottocento punti di difesa!
E si ricordava perfettamente di quella carta che aveva aperto il loro duello. Ma quell’informazione a Lance non faceva né caldo né freddo. – Hai dimenticato che questa carta mi permette di scegliere tra due effetti?
- Cosa? – fece l’altro, corrugando la fronte e stringendo i denti.
Lance chiuse gli occhi, continuando a sorridere. – Permettimi di rinfrescarti subito la memoria.
Li riaprì di scatto, il loro marrone che bruciava così violento. – Essendo io impossibilitato a colpire il tuo mostro coperto, posso scegliere di infliggerti direttamente ottocento punti di danno!
- Maledetto!! – esclamò Surge, ricordatosi ora di quel primo effetto. L’ologramma proiettò la testa del drago, e per la seconda volta in quel turno Surge si ritrovò avvolto dalle fiamme, nascondendo il volto tra le braccia e cercando di soffocare un grido.
 
LIFE POINTS LANCE: 3000
LIFE POINTS SURGE: 1700
 
- Ho finito – disse Lance – ma non prima di posizionare la mia ultima carta coperta. A te la mano, Surge. Ma goditela bene, perché sarà la tua ultima!
Una vena pulsava con forza sulla fronte del biondo. – Che spavaldo! – esclamò. – Hai fegato a dire una cosa del genere, ma ti ricordo che non puoi prevedere il futuro!
E lo additò in quel modo. – Ora pesco! Un lusso che tu non puoi permetterti – gli ricordò con una risatina malvagia.
Lance fu impassibile.
Quanto mi sta sul cazzo quell’uomo, pensò Alan. Lo aveva odiato fin dal primo momento in cui l’aveva visto.
Surge guardò la sua carta con un sorrisino. Poi qualcosa catturò la sua attenzione, forse un moscerino, perché guardò di lato. E fu allora che finalmente si accorse di Alan. Quando incrociò lo sguardo del biondo, il ragazzo sussultò per un attimo. Quello, rimasto dapprima sorpreso, mutò la sua espressione in una di rabbia, e poi di scherno.
- Guarda un po’, c’è anche il moccioso – commentò.
Anche Lance si volse, sorpreso. – Alan? Che ci fai qui, dovresti riposare.
- E’ un po’ difficile con un Drago Nero che urla proprio sopra la mia testa, non ti pare? – gli fece notare il moro. Lance fece un sorriso colpevole.
Surge fece una risata sguaiata che richiamò l’attenzione di entrambi. – Sei venuto ad assistere alla disfatta del tuo protettore, Alan – lo informò. Alan corrugò la fronte a quelle parole.
- Cosa intendi? – gli domandò in tono poco cordiale.
Surge emise una risatina sommessa. – Sai, ti è andata bene che ci fosse ancora Lance qui, altrimenti avresti già rimediato una bella gamba rotta, o qualcos’altro.
Alan sgranò gli occhi, e subito dopo la rabbia lo invase realizzando ciò che l’altro gli aveva detto. – Hai cercato di aggredirmi mentre dormivo, bastardo?!
Ora era lui a voler dare una lezione a Surge. Aveva i pugni che gli tremavano.
- Calmati, Alan – lo invitò Lance. – Se vinco questo duello, Surge dovrà abbandonare per sempre il Parco dei Duelli.
Tornò a guardare il suo avversario. – Era una cosa che avrei dovuto fare già molto tempo fa.
Non è abbastanza, pensò Alan con rabbia.
- Mpf, allora fammi vedere come batti questo!
Surge posizionò la carta appena pescata. – Evoco Riflettore in posizione d’attacco!
La nuova macchina di Surge aveva un aspetto vagamente umanoide, con la base che era un’anfora blu dalla quale si sollevava un corpo meccanico rosso, con quello che sembrava un mantello, un ingranaggio come collare, e un volto con una maschera antigas e privo di espressione. Era ricoperto di specchi che riflettevano la luce della luna in modo sinistro. (Attributo: Luce; Lvl: 4; Tipo: Macchina/Effetto; ATK: 1700; DEF: 1000).
- Immagino che tu sappia perfettamente cosa fa questa carta, non è così Lance? – lo sfidò il biondo. L’altro non rispose alla provocazione. Anche Alan sapeva quale fosse l’effetto del mostro di Surge.
Se Lance lo attacca, subirà un danno pari a 2400 punti, l’attacco del suo Drago Nero Occhi Rossi. Inoltre, Surge ha ancora una carta in mano, e se è una magia rapida può metterlo in difficoltà.
Spostò lo sguardo. E non sappiamo cosa faccia quel mostro coperto
Tornò a guardarli entrambi. Pare un classico stallo alla messicana
- Avanti, Lance – lo invitò. – Termino il mio “ultimo turno”, stando alle tue parole. Che cosa farai? Attaccherai il mio Riflettore, accettando di subire quel danno solo per distruggerlo, oppure rischierai e sfiderai il mio mostro coperto?
Lance non rispose. Surge rise di gusto. – Ormai ti ho fregato!!
Strinse il pugno con tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Se attacca la mia carta coperta, Sfera di Distruzione farà piazza pulita del suo Drago, e poi io potrò attaccare direttamente i suoi life points al prossimo turno. Se invece attaccherà Riflettore…
Guardò la carta che aveva in mano. Userò Rimozione di Limite per duplicare i suoi punti d’Attacco, e in questo modo azzererò i suoi life points.
Socchiuse gli occhi. In ogni caso vinco io!!
Surge ha creato una situazione dalla quale è difficile districarsi, dovette riconoscergli Alan, ora ancora più frustrato per via di questa cosa. Mi chiedo se Lance riuscirà a cavarsela.
L’altro sembrava molto sereno. – Tocca a me – disse, mostrando il duel disk. – Non posso pescare, per via di Cupidigia Insaziabile. Perciò non mi rimane che una cosa da fare…
La cosa che gli era rimasta da fare restò in sospeso nell’aria per un po’, un non detto che gravava su di loro. La tensione era tanta, e si avvertiva quella fatalità che fa presagire che il duello stia per terminare. Poi il domatore di draghi puntò il dito e disse: - Attacco la tua carta coperta con Drago Nero Occhi Rossi!!
- AH!! – esclamò Surge, trionfante. – Peggio per te, Lance! Ti presento…
Il mostro apparve. – Sfera di Distruzione!!
La carta era una sfera rossa di metallo con degli uncini che sembravano le zampe di un ragno, e una manopola simile a quella di un forno sopra. (Attributo: Oscurità; Lvl: 4; Tipo: Macchina/Effetto; ATK: 1400; DEF: 1400).
- Oh no!! – esclamò Alan.
- Oh sì!! – fece invece Surge. – Quando Sfera di Distruzione viene scelta come bersaglio di un attacco mentre è coperta, può equipaggiarsi al mostro in questione, e al prossimo turno salterà in aria infliggendo al possessore di quel mostro un danno pari ai punti d’attacco del mostro equipaggiato!
- Quindi Lance perderà Drago Nero Occhi Rossi in ogni caso – realizzò Alan, sconfortato.
Surge ghignò, godendosi appieno il trionfo. – Esattamente.
Stese in avanti la mano. – Vai Sfera, attaccati a Drago Nero!!
La sfera emise un bagliore rosso, e subito dopo arpionò il drago con i suoi uncini, attaccandosi al suo torso come uno schifosissimo ragno. Il drago lanciò appena un verso di disapprovazione. La sfera iniziò ad emettere dei “bip!” continui, il timer che lampeggiava di rosso.
Sta per esplodere!, pensò Alan.
Fu a quel punto che Lance fece una cosa che nessuno dei due si aspettava, rispondendo all’esclamazione di prima di Surge in un modo delicatissimo. – E tu attaccati al cazzo, Surge.
- Cosa hai detto?! – fece l’altro, visibilmente sorpreso. Lance ora stava sorridendo, un sorriso affilato come i denti del suo drago.
- Pensavi che sarei caduto nella tua trappola, e invece sei tu ad essere finito nella mia – rivelò. Ma Surge non ci stava. – Di che diavolo parli? Quale trappola?
Lance gli spiegò paziente come stavano le cose: - Nel momento in cui la tua Sfera di Distruzione si è equipaggiata al mio drago, tu hai perso il duello.
- Ma è impossibile! – Poi Surge si accorse di una cosa, un dettaglio che gli era sfuggito.
- Non mi dirai…
Ora gli tremavano gli occhi. Lance consolidò i suoi timori: - Proprio così! Scopro la mia carta trappola: Bruciatura Occhi Rossi!!
La carta raffigurava il Drago Nero Occhi Rossi con molteplici fasci di luce che uscivano dal suo corpo crepato, segno che stava per esplodere dall’interno. – Quando un mio mostro Occhi Rossi viene scelto come il bersaglio dell’attacco o dell’effetto di un mostro avversario, posso distruggerlo ed entrambi subiamo un danno pari al suo attacco!!
- Cosa?! – Surge cominciava a realizzarlo. – Ma questo significa che…
- Fai due conti – lo invitò Lance, anche se era palese. – Non hai abbastanza life points per sopravvivere a questo turno!!
- NOOOOOOOOO!!!!
La pelle del Drago Nero cominciò a squarciarsi in più punti, la luce rossa che usciva fuori come se la sua anima di fuoco premesse per liberarsi di quel guscio. Alla fine lanciò un poderoso ruggito al cielo ed esplose, portandosi con sé anche il mostro di Surge. L’esplosione si propagò per tutto il tetto. Surge fu sbalzato all’indietro come se lì fosse detonata una granata per davvero. Cadde a terra sbattendo schiena e gomiti, lanciando un verso ferito. Dalle sue tasche rotolarono monete truccate con solo testa e solo croce, e dadi a una sola cifra livellati in modi diversi, che il biondo aveva probabilmente memorizzato.
Lance se ne uscì dal fumo, trionfante.
 
LIFE POINTS LANCE: 600
LIFE POINTS SURGE: 0
 
- Incredibile… - mormorò Alan. Quella era stata una conclusione al cardiopalma.
Surge si girò di schiena e batté i pugni sul cemento. – Dannazione… come ho potuto perdere?
- E’ molto semplice – gli fece la voce di Lance, che ora torreggiava su di lui con uno sguardo implacabile. – Non c’è trucco che possa reggere contro chi sa duellare. Senza i tuoi inganni, tu non sei niente. E io ti ho dimostrato che anche con quelli non hai vita lunga.
Surge digrignò i denti come un cane appena bastonato che mediti la sua vendetta.
- Questo lo vedremo… - sibilò.
- No, direi di no – gli rispose l’altro. – Ho vinto io, il che significa che da questo momento in avanti ti è proibito tornare al Parco dei Duelli.
Surge sussultò, evidentemente dimenticatosi della posta in gioco. Quel verso fece godere Alan come mai prima d’ora. Il vento soffiò sul tetto, muovendo i capelli e gli orli dei vestiti dei presenti.
Il silenzio che ora era calato sembrava irreale. Come si sarebbe evoluta la situazione? Surge non sembrava il tipo da andarsene a testa bassa e accettare tranquillamente quanto successo. Ma Lance cosa avrebbe fatto? E lui? Mille domande giravano nella testa di Alan.
Era così intento a figurarsi i possibili sviluppi di quella situazione, che quando l’azione iniziò non se ne rese subito conto. Vide Surge rialzarsi di scatto, portare l mano dietro alla schiena ed estrarre un oggetto di ferro. Alla luce della luna mandò dei bagliori sinistri mentre rivelava la propria forma. Era un vecchio giratubi, arrugginito ma comunque mortale. Il suo cuore mancò un colpo. Se avesse colpito Lance, gli avrebbe lasciato ben più che qualche livido.
Ma anche Lance fu più reattivo dei suoi pensieri. Mentre non si rendeva neanche conto di star stringendo con maggior forza il supporto per la flebo, Alan vide Lance scattare di lato e menare un colpo all’avambraccio di Surge. La mano che stringeva il giratubi si aprì di scatto, e il biondo perse la presa sull’oggetto, che cadde sul cemento con un clangore metallico che esplose nelle orecchie di Alan. Il rosso scostò il braccio dell’altro, e ora che quello era rimasto scoperto gli piantò un bel pugno sullo zigomo sinistro. Il moro sentì le nocche che incrinavano le ossa sotto alla pelle della guancia.
Surge volò contro la ringhiera di sicurezza e si accasciò lì, mugugnando. Lance riabbassò il pungo ancora stretto, continuando a guardarlo. – Minacciare un rivale che ti ha battuto con un arma del genere – commentò, l’odio nella voce. Scansò il giratubi con il piede senza neanche degnarlo di uno sguardo. L’arnese roteò vicino ai piedi di Alan, che si scansò di poco come se ne provasse timore. Lance camminò verso Surge, e lo raccolse per il colletto della giacca di pelle, con una forza che Alan non gli avrebbe sospettato affatto. Se lo portò all’altezza del viso.
- Sei feccia della peggior specie – gli sputò in faccia, per poi scagliarlo nuovamente sul cemento l’istante dopo. Surge mugugnava, ma ora sembrava anche esibirsi nella macabra parodia di una risata, il suo corpo scosso come se stesse avendo una crisi epilettica.
- Sono fortunato… - mormorò. – Alla fine anche lo stoico e impeccabile Lance ha perso la calma. Eheh…
E subito dopo sputò un fiotto di sangue. Alan rabbrividì.
Lance si avvicinò nuovamente a lui. – No, questo non sono io quando perdo la calma – lo informò. Lo afferrò nuovamente per il bavero della giacca e lo rimise in piedi, facendo comunque in modo che lui gli desse le spalle. Surge doveva essere come in stato catatonico, perché non reagiva. Aveva gli occhi stralunati e il mento sporco di sangue.
- Questo – proseguì – sono io che contravvengo alla mia etica professionale.
E non appena l’ebbe detto fece la cosa che fece perdere a Surge, e ad Alan, almeno dieci anni di vita. Il biondo sentì la terra che gli mancava da sotto ai piedi mentre l’altro rafforzava la presa afferrandolo anche con l’altra mano. Aprì la bocca per urlare quando vide il mondo capovolgersi, c’era prima il cielo, e poi il pavimento dell’attico che ora però era diventato il soffitto, e poi di nuovo il cielo, e poi il pavimento – o soffitto, o tetto? – e poi ancora un vortice confuso, finché non si vide, come da fuori, precipitare.
Lance l’aveva gettato dal tetto.
Merda… è uno scherzo vero? Quel bastardo non può…
Ma sembrava proprio di sì. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. Chiariamoci, Surge era sempre stato un imbroglione. Se la vita ti dà la possibilità di prendere scorciatoie, sarebbe stupido non approfittarne, no? Però ha sempre saputo che non tutti la pensavano come lui, e anzi, c’era gente a cui le sue giocate del cazzo non piacevano affatto. Il biondo aveva sempre saputo che si trattava soltanto di far girare i coglioni alla persona sbagliata per ritrovarsi in un… come l’aveva chiamato Cobblepot? In un cappotto di legno, ecco.
Ma non avrebbe mai immaginato che quella persona sarebbe stata Lance. Si dice che quando stai per morire ti passi tutta la vita davanti. Surge non sapeva se valesse soltanto per l’affogare, ma tanto il risultato era lo stesso. Il fatto è che stava precipitando così velocemente che non aveva tempo per visionarsi il filmino di tutta la sua fottuta vita di merda. Attendeva da un momento all’altro l’impatto con la strada che gli avrebbe frantumato le ossa. E tutto ciò a cui riusciva a pensare era: Che morte da coglioni!
E l’impatto ci fu. Ma non con l’asfalto.
Surge atterrò su una montagna alta circa tre metri di lenzuola sporche, tutte ammucchiate sul retro dell’ospedale. Il colpo lo sbalzò e lo fece rimbalzare come se fosse su un materasso gonfiabile al mega centro commerciale. Tentò di aggrapparsi a qualcosa, ma i bordi delle lenzuola erano scivolosi, e come unico risultato ottenne quello di rotolare giù. Questa volta finì davvero sull’asfalto, ma chiaramente tutta la potenza distruttiva dell’urto era stata assorbita e ammortizzata dalle lenzuola, che caddero su di lui come una coltre di fantasmi. Surge si dibatté come se un serpente gigantesco lo avesse appena divorato. Emerse fuori nella parodia di una macabra nascita, respirando l’aria notturna e tossendo per la puzza. C’era una pozzanghera lì vicino, anche se il cielo era terso e non aveva piovuto, perché c’era sempre una pozzanghera da qualche parte e per qualche motivo.
Il suo cuore galoppava all’impazzata, gli occhi spalancati come quelli di un cerbiatto accecato dai fari. Non si era ancora reso conto di essere vivo.
Si guardava intorno spaesato. Che posto era? Che ore erano? Perché il cuore sembrava volergli uscire dal petto e non c’era nessuna bella ragazza nelle vicinanze?
Poi lentamente tornò alla realtà. Era ancora vivo. E quel figlio di puttana di Lance gli aveva giocato un bello scherzo del cazzo.
Strinse i pugni con forza. Provò a rimettersi in piedi ma le gambe gli tremavano ancora per lo spavento e allora ricadde in avanti. Si fece schermo con le mani, che affondarono nell’asfalto irregolare, composto da tante piccole punte dove il catrame si era solidificato sotto i violenti raggi del sole.
I capelli ormai si erano scarmigliati e gli ricaddero davanti al volto quando riabbassò la testa e finì a imprecare. – Maledetto… maledetto bastardo.
Il tanfo delle lenzuola sporche non lo toccava nemmeno in quel momento. Sentiva la rabbia montare a tal punto che avrebbe potuto piangere. Sferrò un pugno all’asfalto e si sbucciò le nocche.
- Non posso credere di aver perso!
Lo gridò alla notte indifferente, al puzzo delle coperte che gli avevano, ironicamente, salvato la vita. Al rumore del vento che lasciava ondeggiare un vecchio giornale come uno scheletro trasparente per la strada. Alle fronde degli alberi che si stagliavano contro il cielo notturno. A qualunque dio ci fosse oltre quel firmamento. E a chiunque aveva deciso di punirlo con quella sconfitta.
Ce l’aveva fatta, aveva la vittoria in pugno, e invece Lance aveva ribaltato tutto con quell’ultima mossa. Se non l’avesse fatto, no, se non si fosse frapposto fra lui e il suo bersaglio, tutto quello non sarebbe successo. Surge voleva solo dare una lezione al ragazzino che gli aveva rubato la scena. E ora invece aveva perso, era stato messo in ridicolo – se si fosse sparsa la voce, di certo nessuno avrebbe più avuto paura di lui – e per giunta non avrebbe più potuto avvicinarsi al Parco. Sapeva perfettamente come funzionavano le cose lì. Aveva perso una partita, e per una sorta di qualche inviolabile legge non scritta del cazzo – lui ci credeva solo quando gli faceva comodo – ora era bandito da quel luogo come Adamo ed Eva dal Giardino. Lo avrebbero sicuramente linciato, se avesse provato ad avvicinarsi.
- Vaffanculo! – gridò.
Ma stavolta, a rispondergli non fu il silenzio della notte. Davanti al suo campo visivo si profilarono una coppia di mocassini ben lustrati, e i lembi di un cappotto lungo. Il tipo che lo portava era alquanto panciuto, e ogni suo passo era accompagnato dal ticchettio del suo bastone, no, del suo ombrello sull’asfalto.
Surge non aveva neanche bisogno di alzare gli occhi, ma lo fece ugualmente.
- Pare che tu abbia avuto una nottataccia, Surge – constatò Cobblepot. Il monocolo riluceva sinistro sotto alla luce della luna.
Surge sporse il labbro, snudando i denti. – E tu si può sapere che diavolo vuoi?
Il Pinguino gli rispose con un ghigno. – Parlare di affari. C’è una persona che vorrei farti conoscere.
 
Inizialmente Alan si era preso un colpo, ma poi non aveva potuto trattenere le risate quando Lance gli aveva spiegato che Surge era atterrato sulla montagna di lenzuola sporche che il camion della lavanderia passava a ritirare ogni venerdì per poi puntualmente riconsegnarle il lunedì mattina.
Era stato terribilmente da sconsiderati e fottutamente geniale al contempo. Il rosso lo aveva poi riaccompagnato nella sua stanza, e aveva detto: - Andrò a svegliare l’infermiera e le chiederò di fare attenzione, per favore. Dannazione a lei.
Alan ridacchiò, ora che la tensione si era lentamente sciolta. – Non posso credere di aver rischiato la vita due volte lo stesso giorno.
Lance rispose con una risatina a sua volta. – Pare proprio che tu sia una persona scomoda, Alan.
- Così sembra, sì.
Lance socchiuse le labbra. Poi fece per andarsene, quando l’altro gli disse: - Senti un po’…
Si volse. Quello intanto si era rimesso seduto sulla brandina. – Com’è che possiedi un Drago Nero Occhi Rossi?
Lance non si era aspettato quella domanda. – Perché?
- Pura curiosità – disse l’altro. Lance era ancora interdetto. Ma visto che non era certo un segreto di stato, gli rispose: - Apparteneva a mio nonno, Drake, uno dei campioni dell’Altopiano Vittoria.
Si grattò dietro la testa. – Di solito non racconto di essere il nipote di un campione di Duel Monsters, sai com’è la gente, potrebbe farsi strane idee. Riescono a pensare che tu sia un raccomandato anche in questo campo, pensa un po’. Il Duel Monsters non è un’azienda a conduzione familiare, non si può essere “figli d’arte”, ecco.
Alan rimase impassibile. – Comunque, me l’ha data lui diversi anni fa, prima di morire.
- E’ morto? – Alan ne sembrava addolorato.
Lance annuì. – Sì, un paio di anni fa, dopo essersi ritirato dal mondo del duelli.
- Come mai aveva smesso? – domandò il moro. – Sapevo che di solito i duellanti non si arrendono mai, neanche alla vecchiaia.
Lo disse con un sorriso. Lance non poté non sorridere a sua volta.
- E’ un’ideologia che condivido in pieno. Ma…
Il suo sguardo si rabbuiò. – Mio nonno era una persona orgogliosa, molto. Anche troppo, se vogliamo. E pare che… nel suo ultimo duello… non ci crederesti se te lo dicessi.
- Tu prova lo stesso – lo esortò l’altro. C’era una strana luce nei suoi occhi, che si vedeva anche al buio. Lance non sapeva spiegarselo, ma fu indotto a rivelarglielo.
- Be’, sembra che abbia perso contro un ragazzino di undici anni, o giù di lì.
Lo disse con una certa vergogna. – Non poteva sopportare questa cosa. Così mi ha dato la sua carta migliore, e si è ritirato per sempre. Ha passato i suoi ultimi anni a guardare il mare e a sentire il vento sulla pelle.
Si guardò il pugno e lo strinse. – Se non fosse stato così orgoglioso, forse avrebbe potuto continuare a duellare. Magari avrebbe persino preso sotto la sua ala quel bambino. Voglio dire… mio nonno era un grande campione, e se quel bambino l’ha sconfitto…
Allargò le braccia. Alan gli fece cenno di aver capito.
- Da quel giorno ho fatto una promessa, sulla tomba di mio nonno – gli rivelò Lance, tirando nuovamente fuori il suo sorriso. – Gli ho promesso che avrei trovato quel bambino e l’avrei battuto. Il mio sogno è di diventare un grande duellante, il più grande di tutti. Ma per farlo, devo prima trovare quel bambino, anche se non sarà più un bambino ora, e sconfiggerlo a duello.
Quando ebbe finito di parlare, Alan abbassò lo sguardo, i capelli sul volto in ciuffi scomposti. Lance era dubbioso. – Che ti prende?
Quando rialzò lo sguardo, Alan sembrava avere gli occhi lucidi. Lance non capiva.
- Temo che il tuo sogno non si avvererà mai – gli disse il ragazzo, dispiaciuto.
- Perché dici così? – Il rosso continuava a non capire.
- Perché quel bambino sono io, Lance – e quelle parole caddero come massi su quella stanza in penombra. – E visto che ti sei aperto con me…
Si alzò in piedi, di fronte a un Lance senza fiato e dagli occhi spalancati.
- E’ giusto che tu sappia perché ho smesso di duellare.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Hola, popolo di EFP!
Ben ritrovati con questo settimo capitolo! Secondo i miei piani, dovremmo trovarci circa a metà della prima stagione, e non potrei essere più contento di così per come sta andando questo progetto. È partito senza tante ambizioni, ma pare che si stia rivelando un successo, e ne sono veramente orgoglioso. Questo è combustibile che mi fa andare avanti e mi sprona ad alzare l’asticella sempre un po’ di più, per sorprendervi sempre e portarvi ottimi contenuti – che naturalmente, in primis, piacciano a me.
Con questo capitolo, abbiamo assistito alla fine del duello tra Lance e Surge, e alla sconfitta di quest’ultimo. Devo confessare che mi sono trovato molto bene a scrivere questo duello, e sono complessivamente contento di come sia andato, ma voglio essere onesto: il finale di questo duello è stato un virtuosismo scenico. Non sono neanche sicuro che si possa chiamare SHENANIGAN questa cosa.
Vi spiego: l’effetto del mostro di Surge è giusto, ma la carta trappola utilizzata da Lance, Bruciatura Occhi Rossi, non sovrascrive l’effetto della prima carta. Questa trappola non si attiva quando un Occhi Rossi è bersaglio di un attacco, ma quando o viene distrutto in battaglia o per effetto di una carta, e allora infligge un danno pari all’attacco originale a entrambi i giocatori. In un vero duello, terminato il turno si sarebbe dovuto attivare l’effetto di Sfera di Distruzione, e in conseguenza di quello poi sarebbe scattata la trappola. In pratica, avrebbero perso entrambi!
Ma siccome mi piaceva troppo il finale scenico e a sorpresa, sempre per amor di narrazione, ho preferito modificare leggermente il contesto di utilizzo della trappola di Lance. Spero che la cosa non vi abbia dato troppo fastidio, e in caso mi scuso per questo.
Comunque, in questo capitolo si aprono un paio di strade. Ora Alan racconterà a Lance del suo passato e del motivo per cui ha smesso di duellare, e abbiamo anche scoperto che era un bambino prodigio. Infatti, era davvero molto piccolo quando ha sconfitto a duello un campione, il nonno di Lance. Drake, inoltre, è l’ultimo Superquattro di terza generazione, della regione di Hoenn, ovvero nei giochi di Pokemon Rubino, Zaffiro e Smeraldo. Anche qui, come nel caso di Serena, non c’è reale palentela. Ad unirlo a Lance è il legame con i draghi, e il fatto che siano entrambi dei Superquattro, ed entrambi i più forti della loro regione. Inoltre, Drake è abbastanza anzianotto, e quindi mi piaceva nella figura del nonno.
E poi abbiamo Surge, il nostro Surge, che dopo essere stato umiliato per ben due volte, è stato avvicinato da una figura che conosciamo bene, perché è in qualche modo con lui che è iniziata la nostra storia. Che cosa mai vorrà il Pinguino da lui? Chi è questa misteriosa persona che vuole presentargli?
Posso solo dirvi che nubi di tempesta si ammasseranno presto sul Parco dei Duelli. E i nostri amici quella tempesta se la prenderanno in pieno.
Concludo questo angolo dell’autore informandovi che, per fortuna, il mio esame è andato molto bene, molto oltre le mie aspettative, e oltre a essere al settimo cielo per questa cosa, adesso ho finalmente del vero tempo libero, e potrò dedicarmi un po’ di più alla scrittura e alla gestione del profilo qui.
Dunque, non resta che salutarci con i migliori propositi. Aspetto sempre le vostre recensioni e commenti, anche in privato, e grazie, di nuovo grazie mille, a tutti voi, lettori silenziosi o meno, per seguirmi in questo folle viaggio. Ci vediamo settimana prossima!
 
Nel prossimo capitolo: “Come pezzi su una scacchiera”
Mentre Alan rivela a Lance il suo segreto, Surge e il Pinguino raggiungono una lontana città, dove il ragazzo scopre per chi lavora quest’ultimo. Malefici ingranaggi cominciano a mettersi in moto, e a farne le spese saranno gli abitanti del Parco dei Duelli.
 
Ciao ciao da UlquiorraSegundaEtapa!!
  
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