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Autore: Iuccy_97    10/09/2019    0 recensioni
[M.I. High]
Blane Whittaker non era mai stato particolarmente alto rispetto ai suoi compagni, fin dall'asilo. [...] ​continuava ad essere disposto in prima fila nel coro di Natale, nella foto di classe e in ogni attività in cui dovessero vedersi i volti di tutti gli alunni. Sempre in prima fila, con le femmine e gli sfigati, mentre gli altri maschi, file indietro, ridevano e scherzavano.
.
Piccolo racconto sull'infanzia di Blane, dall'amicizia con Stewart all'amore per il karate.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno successivo Blane prese il suo posto in prima fila profondamente imbarazzato. L'occhio sinistro era pesto e tutti se ne accorsero, compresa la professoressa Kinstley, che gli chiese come se lo fosse procurato. Il ragazzo ovviamente mentì.
-Dobbiamo riprendere "War of fire"- bisbigliò a Stewart a metà della lezione di letteratura.
L'amico lo fissò sbigottito.
-Sei impazzito? Ci ammazzeranno di botte! L'unico modo è dirlo ad un professore, ma se facciamo le spie...-
-Sara ancora peggio.- concluse quello dai capelli scuri -Per questo ho un piano.-
Ne discussero per le due ore seguenti. Il biondino era terribilmente contrario e si oppose con determinazione finché l'altro non riuscì a convincerlo della bontà della sua idea: sarebbero comunque stati vittime di altre botte, almeno poteva riavere ciò che era suo.
Nell'intervallo i due amici si avvicinarono al corridoio in cui Louis, Jason e Francis avevano gli armadietti.
-È di sicuro lì dentro.- sussurrò Blane, indicando quello del capo banda.
Stewart annuì e rimase nascosto dietro l'angolo mentre l'altro si incammina a verso il trio, che gli dava le spalle. Passando loro accanto, diede un colpo con la spalla a Louis, che per mantenere l'equilibrio dovette appoggiarsi a Jason.
-Ehi, guarda dove vai!- gridarono.
Solo a quel punto Blane si voltò a guardarli.
-Ma guarda chi c'è! Cavalletta!- esclamò Francis, muovendo un passo in avanti.
Il ragazzino indietreggiò, attirandoli verso di sé.
-Ciao ragazzi.-
-Guarda che bell'occhio nero. È un peccato che sia solo, giusto?- commentò Jason, battendo il pugno destro contro la mano aperta.
Alle sue spalle, Stewart sfruttò il momento di distrazione per frugare negli armadietti.
-Aspettate, ragazzi, aspettate!- esclamò Blane, temporeggiando.
-Cosa? Vuoi metterti prima a piangere?- lo derise Louis, avanzando ancora.
Solo quando fu a portata, Blane, fulmineo, girò sui tacchi e corse via, portandoseli dietro.
Come da piano, i corridoi erano pieni di studenti e lui, piccolo e agile, riuscì a passare nella ressa più velocemente degli altri tre. Ci avrebbe messo poco a seminari se, girando l'angolo nel corridoio della palestra, non fosse andato a sbattere in Julian, Tony e Daniel.
-Ehi, fai attenzione piccolino!- esclamò Julian, quando se lo ritrovò tra le braccia.
-Scusate, ragazzi, io...-
-Stai scappando?- lo derise Tony -Pensavo le avessi già prese ieri.-
-Vi prego ragazzi, fatemi passare.- li supplicò Blane, guardandosi alle spalle. Al fondo del corridoio, i tre lo stavano puntando.
-Fermatelo!- gridò Louis.
Il ragazzino provò a scappare, ma Daniel e Tony lo afferrarono per le spalle e lo trattennero. Ci volle poco perché gli altri li raggiungessero.
-Ehi, fratello, come stai?-
Blane, con gli occhi sgranati, fissò Julian e Jason scambiarsi una stretta di mano.
-Ciao fratello. Appena finisco di pestare questo moccioso andrà ancora meglio.-
-C'è il preside!- li avvisò in quel momento Francis.
Lo smidollato preside camminava con la testa per aria, senza però fare caso agli studenti.
Velocemente il gruppo si spostò nello spogliatoio maschile, dove poi Blane rimase nascosto fin oltre la fine delle lezioni.
Da lì si diresse verso casa, dove ad aprire la porta c'era la madre, già arrivata dal lavoro.
-Che ti è successo?!- esclamò vedendo entrambi gli occhi neri e naso e sopracciglio sinistro incrostati di sangue.
-Niente.- rispose seccamente lui, entrando.
-Blane, non scherzare! Kyle, vieni a guardare tuo fratello!- gridò la donna mentre si fiondava in bagno.
Il figlio maggiore uscì sbuffando dalla camera da letto, ma quando vide lo stato in cui era ridotto il fratello sgranò gli occhi e attraversò l'ingresso di corsa.
-Ehi, che ti è successo?- chiese, inginocchiandosi al suo fianco.
Blane alzò lo sguardo, fissò Kyle direttamente negli occhi e si sentì ulteriormente umiliato. Era così basso che suo fratello accucciato lo sovrastava comunque. Con rabbia, lo allontanò.
-Lasciami stare! So cavarmela da solo!- esclamò, mentre gli occhi già gonfi si riempivano di lacrime.
La madre lo raggiunse in quel momento e, stringendolo per un braccio, iniziò a tamponargli la faccia con un asciugamano umido.
-Portiamolo in ospedale.- suggerì Kyle, alzandosi in piedi.
-Sì, hai ragione.-
-No, Kyle non ha sempre ragione!- gridò ancora il più piccolo, battendo un piede per terra.
-Blane!- lo richiamò il fratello, con un tono serio che usava raramente.
-Non ho detto nulla a mamma, ma già stamattina avevi un occhio pesto! Cosa vuoi che faccia? Aspettare fino a che non torni a casa con un braccio o una gamba rotta?-
La donna li guardo terrorizzata.
-Che cosa è successo? Perché non me lo avete detto?-
-Perché non è successo nulla.- sibilò Blane, sentendosi tradito dal suo stesso fratello.
-Basta lamentele, vado a prendere la macchina.- disse Kyle, afferrando le chiavi e uscendo dall'appartamento.
-Andiamo.- mormorò la donna, leggermente sotto shock, tirando per un braccio il figlio, che la seguì controvoglia.
 
-Sono caduto. A ginnastica.- borbottò con una faccia inespressiva Blane al dottore che lo visitava.
-È sei riuscito a romperti il naso, spaccarti il sopracciglio e farti due occhi neri? Senza parlare dei lividi. Ragazzo mio, se è davvero così, tu hai bisogno di una benedizione!- esclamò ironicamente l'uomo mentre gli steccava il naso appena riallineato.
-Ti hanno picchiato?- chiese Susan per l'ennesima volta, sperando che il figlio cambiasse la sua versione dei fatti.
Ancora una volta, lui negò.
Mente un'infermiera lo disinfettava, l'ortopedico chiamò da parte il fratello e la madre.
-È ovvio che sia stato picchiato.- disse, pulendosi gli occhiali sul camice -Sapete di episodi di bullismo o simili nella sua scuola?-
-Lui non ci ha mai detto nulla.- mormorò la donna, spaventata.
-E anche lo sapesse, è troppo orgoglioso per dircelo.- aggiunse Kyle, scuotendo la testa.
-Vi consiglierei di parlarne con i professori se lui insiste a non dire nulla. Ma soprattutto, è fondamentale che nelle prossime due settimane stia lontano dai guai se non vuole problemi al setto nasale.-
Susan annuì.
-Grazie dottore. Faremo il possibile.-
 
Quando uscirono dall'ospedale erano quasi le undici di sera. Si misero in macchina in silenzio: Kyle alla guida, Susan sul sedile del passeggero e Blane dietro, sulla destra.
-Mamma.- esordì questo, dopo un po'.
-Dimmi.-
-Pensi che Stewart sia ancora sveglio?-
La donna e il fratello maggiore si scambiarono uno sguardo.
-Non lo so. Perché?-
Il ragazzo strinse le spalle.
-Niente, volevo chiedergli se era riuscito ad avere un gioco.-
 
Il mattino successivo, Susan rimase a casa dal lavoro. Kyle uscì alle sette per andare in accademia come tutti i giorni e la salutò con un abbraccio.
-Stai tranquilla.- le disse, chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre Blane dormiva ancora, aveva deciso di tenerlo a casa per quel giorno, fece il numero dei Crichter. Sapeva che Mary era già in piedi per preparare la colazione al marito e al figlio.
-Pronto?-
-Ciao Mary, sono Susan, ti disturbo? So che è presto ma...-
-Susan, figurati! Volevo telefonarti io! Stewart ieri è tornato a casa preoccupato...-
-Che cosa sa Stewart? Ti ha detto qualcosa?- esclamò la donna.
-Non molto in realtà. Mi ha detto che Blane lo ha difeso da dei ragazzi del terzo anno e che ieri dopo l'intervallo non l'ha più visto. Sembrava molto preoccupato, per questo volevo sentire te... È tutto a posto?-
-Oh Mary, no! Ieri sera siamo andati all'ospedale... È arrivato a casa con entrambi gli occhi neri, un sopracciglio sanguinante e il naso rotto!-
-Oh mio Dio!-
-Glielo hanno dovuto steccare e ora è a riposo per due settimane. Ed è pieno di lividi sulle braccia e sulla schiena.-
-Ma è terribile! Mi dispiace così tanto Susan! C'è qualcosa che posso fare?-
-No, ora come ora no. Blane è a casa, vedo se riesco a convincerlo a spiegarmi cosa è successo. Ma ti prego, se Stewart ti racconta qualcosa dimmelo! Blane continua ad insistere di essere caduto!-
-Poverino! Deve essere così spaventato!-
-Cosa posso fare secondo te, Mary?-
-Non lo so Susan, non lo so…-
-Mamma.-
La voce nasale di Blane riempì la stanza e la donna si voltò di scatto.
-Blane, mi hai spaventato! Scusami, Mary, ti richiamo io. Grazie della telefonata.-
-Grazie a te. E non esitare a chiamarmi per qualunque cosa.-
-Grazie. Buona giornata.-
Susan mise giù il telefono e fissò il figlio, in piedi a braccia conserte sulla porta della camera da letto. Il pigiama ereditato da Kyle gli cadeva asimmetrico per colpa dell'elastico ormai indurito.
-Sai che è scortese origliare le conversazioni altrui?- lo richiamò, adottando la stessa posizione. Era ben chiaro da chi avesse preso l'espressività.
-Non stavo origliando. Abitiamo in venti metri quadrati, ero già sveglio e tu hai ripetuto il mio nome almeno venti volte.- esclamò, dirigendosi verso il cucinino.
Mentre apriva uno sportello per prendere una tazza continuò.
-E per la cronaca, Stewart non c'entra nulla.-
-Blane, per favore. Sono solo preoccupata. Sappiamo che sei stato picchiato e se continui a non parlare stamattina andrò a scuola a parlare con i professori.-
-No!-
-Ah, allora ammetti che c'è qualcosa sotto!-
Il ragazzo arricciò le labbra e si sedette al tavolo.
-Se vai a parlarne a scuola sarà ancora peggio. È una faccenda che devo risolvere da solo. E poi sono stato io a provocarli.-
-Cosa?- esclamò la donna, fulminandolo con lo sguardo.
-Blane Whittaker, non ti ho forse insegnato che mai e poi mai bisogna aggredire qualcuno? E poi spiegami: perché dovresti attaccare qualcuno più forte di te?
-Non li ho aggrediti.- sbottò lui. Poi si zittì.
-E allora?- chiese la madre, sedendosi dalla parte opposta del tavolo e fissandolo negli occhi.
Dopo qualche secondo il ragazzo proseguì.
-Volevo aiutare Stewart. È meglio che picchino me che sono abbastanza veloce da scappare, no? Lui non può difendersi.-
-Oh, Blane.- mormorò la donna, alzandosi per andare ad abbracciarlo.
Il figlio appoggiò la testa nell'incavo del suo collo.
-Perché sono piccolo mamma? Io voglio crescere. Voglio essere abbastanza grande da aiutare Stew e da non essere più chiamato Cavalletta e…-
-Cavalletta?- lo interruppe la madre, allontanandosi per guardarlo negli occhi.
-Perché sono veloce e salto lontano.- spiegò lui tranquillamente.
La donna rise e lo strinse di nuovo.
-Voglio diventare come Kyle.-
-Blane, te l'ho già detto mille volte: anche Kyle era piccolino come te. Guarda quanto è cresciuto. Devi solo avere tanta pazienza e imparare ad aspettare.-
-Cosa vuoi che faccia, aspettare di avere un braccio o una gamba rotta?- disse, citando le parole del fratello la sera prima.
-No. Troveremo una soluzione.- sospirò la donna.
 
-Perché non ti iscrivi ad un corso di arti marziali?- chiese Kyle la sera stessa.
-Non dobbiamo insegnargli a combattere.- lo richiamò la madre.
Blane però aveva già gli occhi che brillavano.
-Sarebbe bellissimo.- esclamò.
-Non deve imparare a combattere, ma almeno a difendersi. Guardiamo in faccia la realtà: è alto un metro e uno sputo ed è solo un bene che sappia come usare la forza dei suoi avversari per proteggere sé stesso. E poi sapere di potersi in qualche modo difendere e aiutare Stewart gli darà un po' di autostima.-
La donna fissò il figlio maggiore.
-Pensi davvero che sia una buona idea?-
Kyle guardò Blane che si agitava sulla sedia, eccitato dalla prospettiva.
-Sì, credo di sì.-
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Eccoci qui, benvenuti nel mondo negazionista e ottimista di Blane! Qui capitano ogni tipo di sventure, ma lui non lo ammetterebbe mai. Piccolo reminder: episodio “Allerta nerd”, prima stagione. Per quanto si capisca che lui è arrabbiato e sotto pressione, si sfoga davvero solo a casa del Verme. E così via, in tutta la serie. In tutti i modi cerca di nascondere i problemi alle persone che ama.
Ma andiamo avanti. Questa volta se le è prese veramente, anche se non temete, non è nulla di grave. Le sopracciglia, la fronte e le orecchie sono parti in cui la nostra pelle è particolarmente sottile e basta un piccolo urto per farle sanguinare copiosamente, ma è solamente molto scenico e poco doloroso. Tutto quello che gli rimarrà sono un po’ di lividi. Per il naso, la faccenda è un po’ più complessa: nel giro di due giorni ha subito dei traumi non indifferenti, per quanto sia ancora piccolo, il dottore vuole evitare di peggiorare la situazione.
Julian & Co. Ecco come sono diventati dei bulletti. Per imitazione dei più grandi, per essere accettati dal gruppo dei “fighetti” della scuola. Non hanno un vero e proprio motivo per odiare Blane e Stewart, semplicemente così vuole il capobranco.
Il karate: non mi sembra sbagliata come soluzione. Non me ne intendo in materia, correggetemi se sbaglio, ma mi pare che tra i vari principi ci siano “Usa la forza del tuo avversario contro di lui” e “Usalo solo per difesa”. Altro reminder: episodio “Il grande freddo”, Blane e Stewart sono presi di mira dalla combriccola di Julian per il loro progetto sul riciclo. La nostra spia risponde a tono senza particolare paura. Sa infatti di essere superiore e non ha bisogno di dimostrarlo. Questo non va a smentire le mie idee sull’episodio dei pidocchi: quando Julian lo afferra per i capelli ha dalla sua parte tutta la scuola e si sente tranquillo. Penso quindi che il karate abbia davvero aiutato Blane a reagire in modo migliore agli attacchi, andando a sommarsi alla sbruffonaggine.
Spero vi sia piaciuto e vi ringrazio per aver letto!
Saluti!!:)
   
 
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