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Autore: TeamFreeWill    11/09/2019    6 recensioni
Un motel… un temporale minaccioso e i nostri piccoli bross che devono contare solo su stessi. Molta dolcezza e bromance :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Prima dell'inizio'
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John Winchester entrò guardingo nella stanza assegnatagli di un anonimo motel nella periferia di Buffalo, in cui i suoi figli avrebbero dovuto soggiornare soli per un giorno intero, mentre lui avrebbe dato la caccia a un fantasma vendicativo. Un lavoro piuttosto veloce a dire la verità.

Comunque, per non destare sospetti, alla reception aveva prenotato una stanza con un letto matrimoniale e due lettini singoli. La receptionist gli sembrava una tipa impicciona e non voleva problemi di alcun tipo con i servizi sociali.

Osservò quella stanza attentamente studiandone ogni angolo per assicurarsi che non ci fosse alcun pericolo per i suoi amati figli, che silenziosi, mano nella mano, aspettavano dietro di lui di poter entrare.

Quando si assicurò che tutto fosse a posto, vi entrò seguito da Sammy, di 5 anni, e da Dean, che di anni ne aveva 9.

Non disse molte parole ai suoi figli, visto che sapevano esattamente come comportarsi quando rimanevano da soli. Bastò solo uno sguardo intenso, rivolto soprattutto al maggiore.

“Lo so papà” rispose il biondo velocemente - ormai era un mantra per lui -, mentre iniziava a svuotare il borsone con i vestiti e metteva in frigo un po’ di provviste per la cena. “Badare a Sammy. Mettere il sale su porte e finestre e…” prendendo sicuro la pistola che John gli stava porgendo e nascondendola veloce nel suo letto, lontano da Sam “…sparare e poi chiedere. Rispondere solo al tuo secondo squillo. Non aprire a nessuno. Non uscire.”

John sorrise orgoglioso al suo ometto e poi si rivolse al minore, che si era messo sul suo lettino a guardare Scooby Doo in tv. “Ciao Sammy. Ci vediamo tra due giorni noi.”

Gli accarezzò la testolina dolcemente e solo allora il più piccolo lo guardò con i suoi occhioni da cucciolo e chiese, ancora una volta, dove andasse e perché non rimanesse mai a giocare con loro, con un’innocenza da sciogliere il più duro dei cuori.

L’uomo si morse le labbra, ingoiando l’amarezza per quella vita che non si meritavano e si costrinse a rispondere ancora una volta con un vago “Lo sai. Vado via per lavoro.”

A Sammy parve bastare quella risposta vaga e ritornò a rivolgersi alla tv come se niente fosse, John lo fissò malinconico per un breve istante per poi tornare a indossare il solito sguardo indurito.
Doveva andare. Aveva un lavoro da fare.

“Bene...” si riprese passandosi una mano sul viso “…vado” e detto ciò salutò anche il figlio maggiore, ma solo con un cenno della testa e un sorriso orgoglioso.

Rimasto solo, il biondo sospirò e si organizzò per passare il pomeriggio con il suo fratellino fino all’ora di cena quando mangiarono quello che il padre era riuscito a comperare al minimarket prima di fermarsi al motel: dei sandwich, della frutta e verdura di stagione, oltre che dei biscotti e una torta di mele.

Non era molto, ma dovevano farselo bastare. Tanto era solo un giorno e lui, ricordando come si organizzava la mamma, sapeva come fare! Per la sua giovane età era un vero ometto di casa ormai!

Dopo cena, comunque, i due ragazzi ripresero a guardare la tv e a giocare con i soldatini e le costruzioni proprio come avevano fatto al pomeriggio, ignorando completamente il temporale che si stava avvicinando, il vento che man mano si alzava e quei nuvoloni minacciosi che oscuravano la luna lentamente.

Giocarono molto fino a quando la stanchezza non prese il sopravvento, specialmente nel più piccolo e all’ennesimo sbadiglio del suo fratellino, Dean, proprio come avrebbe fatto una mamma amorevole, lo portò nel suo lettino, gli diede il bacio della buona notte e gli rimboccò le coperte.

“Notte Sammy” disse con amore “materno” mentre il più piccolo rispondeva “Notte Dee” accarezzandogli una guancia e un attimo dopo si addormentava stringendo l’orsacchiotto, che un tempo fu appartenuto a suo fratello.

Dean s’intenerì e, dopo aver sistemato la stanza, anche lui andò a letto, scivolando quasi subito nel mondo dei sogni. Un sonno profondo e sereno dove finalmente poteva essere solo un bambino.

Nel frattempo, fuori, un tuono e un fulmine squarciarono l’aria improvvisamente. Un rombo assordante e inquietante e fuori si scatenò, man mano che i minuti passavano, l’apocalisse tanto da svegliare il piccolo Sam, che, deglutendo, il cuore palpitante, si nascose sotto le coperte, raggomitolandosi su se stesso cercando di non ascoltare tutto quel rumore. Ma non ci riusciva e più si sforzava, più il tutto diveniva sempre più spaventoso.

Per lui era la prima volta che viveva un temporale così violento e minaccioso. O almeno non aveva ricordi di aver mai vissuto niente del genere. Ma dove cavolo li aveva portati il suo papà?

Vento, pioggia e fulmini lottavano tra loro sempre più agguerritamente tanto che molte foglie e fiori appena sbocciati caddero a terra o vorticarono via. Dulcis in fundus, iniziò perfino a grandinare copiosamente!

Il povero bambino iniziò a tapparsi le orecchie e a serrare gli occhi a ogni tuono e fulmine che percepiva. Anche se sotto le coperte la stoffa era fine e la luce ovattata dei fulmini si intravedeva lo stesso. Ombre minacciose si proiettavano sui muri ogni volta.

Il respiro si fece man mano sempre più veloce e gli occhi sempre più lucidi di lacrime a malapena trattenute.

“Basta! Basta!” riuscì a dire, la voce alzata di un’ottava, mentre l’ennesimo lampo illuminava tutto e un altro tuono faceva tremare ogni cosa molto più di prima.

Fu talmente forte e assordante che per un istante lungo una vita al piccolo parve che si rompessero pure i vetri, ma poi tutto cessò facendo piombare la stanza e la città nel buio.

Fu troppo per Sammy. Tirò su con il nasino e con la manina cercò il suo orsacchiotto, stringendolo a sé forte forte.

Magari lui poteva proteggerlo da quel brutto temporale, ma non fu così e nei minuti successivi quell’inferno diventava sempre più furioso e lui aveva sempre più paura. Era terrorizzato fin dentro l’anima.

Tutto quel vento...quella pioggia...quei tuoni e fulmini...quella grandine che picchiettava sul tetto, sulle porte e finestre del motel...E se crollava tutto? Si chiese spaventato.

Iniziò a piagnucolare sempre più forte invocando il nome del fratello, il suo eroe.

“Dee!” chiamò voltandosi lentamente verso il letto del fratellone, che era accanto al suo, a dividerli solo il comodino. “Dee... dormi?” domandò, ma non ottenne risposta alcuna. Dormiva, ma lui aveva tanta paura e voleva suo fratello accanto a sé.

“Dean! Ho paura!” Niente, solo il sibilo del vento minaccioso giunse alle sue orecchie, che a lui parve come le unghie di un gatto sulla lavagna. Deglutì. Non ce la faceva più.

Così si fece coraggio, lentamente tirò fuori la testolina piena di capelli arruffati da sotto le coperte e, aguzzando lo sguardo nella semi oscurità, osservò il suo fratellone dormire beatamente a pancia in giù, sereno, incurante che fuori ci fosse la fine del mondo, un braccio sotto il cuscino e l’altro abbandonato mollemente fuori dal letto.

Era proprio coraggioso, pensò orgoglioso, se nemmeno un temporale così brutto e cattivo lo svegliava, ma lui non era coraggioso. No! Non lo era affatto e aveva troppa paura in quel momento e così, le lacrime che ormai rigavano le sue guance paffute, chiamò più forte il nome del suo Dean.

“Svegliati! Ho tantissima paura”, ma Dean dormiva molto profondamente e nemmeno stavolta lo sentì, coinvolto com’era nel sognare la sua mamma. Gli mancava ogni giorno e solo nei sogni poteva rivederla...risentire le sue carezze o i suoi baci...la sua dolce voce e il suo profumo.

“Dee...ti prego. Ho molta paura. ” Sammy continuava a chiamarlo, ma ogni volta il risultato era sempre lo stesso.

A quel punto Sam decise di prendere la situazione in mano: scese dal suo lettino tremante e con pochi passi insicuri, l’orsetto sempre stretto a sé, raggiunse il suo fratellone e gli toccò il braccio scuotendolo leggermente facendo mugugnare il fratello nel sonno.

“Svegliati Dee” A Sam la voce uscì tremante, gli occhi sempre più annebbiati dalle lacrime. “Dean ti vuoi svegliare?!” gridò forte scoppiando in un pianto disperato, all’ennesimo tuono.

Il maggiore, dallo spavento, si svegliò di soprassalto, il cuore martellante nel petto, la mano sinistra già stretta nell’arma che teneva nascosta sotto il cuscino pronta a puntarla verso chiunque lo avesse svegliato in quel modo, ma non lo fece. Riuscì a tenere a bada quell’istinto primario inculcatogli dal padre, riconoscendo, pochi secondi dopo, il tocco e la voce disperata del suo Sammy che lo chiamava.

“Sa...Sammy!” biascicò, lasciando la pistola immediatamente e tirandosi su a sedere. Cercò di accendere la luce, ma capì che doveva esserci un blackout e così si concentrò di nuovo sul suo fratellino, i sensi in allerta, completamente sveglio ormai.

“Cos’hai?” Poi, “Ehi non piangere. Dai sono qui ora” disse sorridendo, ma Sammy non gli rispose e un attimo dopo salì sul letto del maggiore, si accoccolò a lui e lo strinse forte. Tremava di paura. Letteralmente!

A Dean si spezzò il cuore a percepirlo così fragile e spaventato, le lacrime che gli bagnavano il pigiama. Si morse le labbra, un piccolo groppo alla gola che doveva trattenere a forza. Era il maggiore, doveva essere forte per Sammy. Ora era lui la sua “mamma”.

“Sammy....” iniziò a dire, la voce bassa e profonda, serena e tranquilla proprio come faceva Mary quando lui stesso correva da lei spaventato per un qualcosa, ”....shh tranquillo. Tranquillo” Poi, iniziando ad accarezzargli la schiena e la testolina in dolci carezze ipnotiche, richiese “Cos' hai?” e “Hai fatto un brutto sogno, piccolo?”.

Sammy si beò di quelle carezze e per un po’ rimase zitto, protetto da quel calore e sicurezza che solo il suo fratellone sapeva dargli.

“Allora??” insistette il maggiore, continuando ad accarezzarlo più intensamente e fu in quel momento che Sam si sfogò, stringendosi a lui ancora di più all’ennesimo rombo assordante di un tuono che fece tremare le finestre.

“Dean, fuori è molto brutto! C’è tanto rumore! E ho paura” disse tutto d’un fiato riprendendo a piangere. Per il maggiore fu troppo.

“Basta piangere ok?” la voce dolce, ma sicura. Materna. “Puoi farlo per me?” chiese sorridendo. Doveva calmarlo assolutamente.

“Cre...” deglutì il più piccolo ”..credo di sì”. La voce era un sussurro.

“Puoi riuscirci. Lo so!”

Sammy annuì, ma come fare?
Sospirò. Era difficile, ma doveva ascoltarlo, doveva allontanare dalle sue orecchie il frastuono che c’era all’esterno, solo così avrebbe smesso di piangere.
E così fece quando, in un momento di calma, percepì il battito del cuore di Dean, proprio li sotto il suo orecchio. Un dolce tamburellare ipnotico e rilassante.

Era un suono così confortante...

Dean sentì il corpo del suo fratellino rilassarsi nel suo abbraccio e si accorse che aveva smesso di piangere. Sorrise soddisfatto.

“Hai ancora paura?” chiese per sicurezza.

“Con te qui vicino...no” rispose Sam annuendo.

“E non devi averne. Mai! Non finché ci sono io a vegliare su di te e a guardarti le spalle. È il mio compito questo Sammy e lo farò per sempre” gli rispose prontamente, stringendolo ancora più forte e avvolgendolo in un caldo e amorevole abbraccio. Una muta promessa e giuramento che solo la morte avrebbe potuto spezzare.

Sammy, a quelle parole piene di significato, sorrise e un attimo dopo ricambiò quell’abbraccio pieno d’amore: Dean era tutto per lui. Padre. Madre. Fratello. Amico.

I suoni minacciosi della tempesta non erano più spaventosi ora. Anzi, si rese conto che non lo erano mai stati.

“Ti voglio bene Dee” sussurrò felice, prima di sbadigliare lasciandosi cullare dal respiro del fratello, dalle sue carezze e dai battiti del suo cuore. Si addormentò qualche secondo dopo, non sentendo Dean che gli rispondeva con un dolcissimo “Te ne voglio anche io Sammy”, prima di addormentarsi anche lui.





Note autrice
Che dire i bross da piccoli sono troppo teneri e pucciosi.
Grazie Nattini1 e a Cin75 per avermi betato la storia e a Lilyy per avermi segnalato gli errori di batittura che non avevo notato ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
 
  
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