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Autore: An13Uta    11/09/2019    2 recensioni
Tra tutte quelle che lo hanno fatto piangere nel corso della sua lunga, estenuante vita...
(ambientata in una specie di AU)
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Link, Skull Kid
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La Cosa Più Triste.






La cosa più triste a cui riesce a pensare.

 


Non è il fatto che il suo primo ricordo fosse dolore dolore dolore freddo fatale apri gli occhi chi sono mi conosco sono io sì sono io sono qui qui dove qui ovunque da dove vengo? Da qui. Sì. Solo da qui.


Non il fatto che nessuno degli altri volesse stare con lui anche solo per una sonata.

Non il fatto che era tanto disperato da inventarsi compagni che, alla fine, in qualche modo, sebbene li avesse creati lui stesso, se ne andavano.

(Non come si dicesse di annoiarsene dopo un po' di tempo, quando li lasciava andare per paura di opprimerli.)

Non il fatto che i suoi primi amici lo avessero lasciato.

Non il fatto che i suoi primi amici lo avessero minacciato di farlo a pezzi se fosse tornato.

Non il fatto che se ne fosse andato.
 

Non il modo in cui si era piegato in due e abbandonato alle carezze di qualcuno che gli era entrato nella mente come un verme in una mela, mormorando parole gentili e amabili mentre lo forzava in una pesante coltre insensibile, oscurando ogni cosa ai suoi sensi, ubriacandolo di amore fittizio che aveva creduto vero, vero, vero.

Non il modo in cui aveva lasciato il proprio corpo e la propria volontà in balia di un demone solo per sentirsi almeno un po' amato.

Non il modo in cui era andato nel panico appena erano tornati, colossali e forti e ti spezzeremo ti spezzeremo ti spezzeremo non tornare mai più o ti spezzeremo e come solo quello, solo quel terrore era riuscito a risvegliarlo dal torpore e combattere contro la possessione.

Non il modo in cui il suo tentativo di liberarsi era stato stroncato sul nascere e lui era stato gettato a terra come un gioco rotto.



Non il suo ennesimo risveglio dopo quei terribili tre giorni, e la costatazione che non era ancora tornato.
 


Non l'attesa.


L'attesa che lo aveva quasi ammazzato.


Che lo aveva quasi fatto impazzire.


Quasi consumato fino a sparire.



No.



La cosa più triste a cui riesce a pensare è stare immobile, davanti a morte certa, mano nella mano con qualcuno che laggiù, a quella morte, ci deve andare.

Solo.


-Andrà tutto bene.- gli fa segno con un sorriso e un po' di difficoltà, avendo a disposizione solo una mano.


Skull Kid rimane dov'è. Le sue dita si stringono più forti attorno al palmo che può avvolgere entrambi i suoi pugni con facilità.

Non mollerebbe mai.


-Devo farlo.


Lo sa.


Lo sa.


La sua presa è sciolta da dita molto più grandi delle sue. Il suo sguardo punta lontano.

Non vede niente. Niente oltre a macchie sfocate che ha sempre visto da quando riesce a ricordare.

E quando quella sagoma senza forma, di un verde impossibile da non riconoscere, gli passa davanti agli occhi, piange. Radicato nel terreno con entrambi i piedi, lo scialle un mero rifugio contro il vento, piange.





La cosa più triste a cui riesce a pensare.



La cosa più triste a cui riesce a pensare è il giacimento di ambra nel campo incolto dove l'erba gli raggiunge i gomiti, dove riesce ancora a riconoscere le impronte dei suoi stivali impresse nel terreno.

   
 
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