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Autore: Elgul1    11/09/2019    11 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Will si mise a sedere al tavolo del bar che, a quell'ora del giorno, era stranamente vuoto davanti a se vide la figura di Angel e quella di Mimic in religioso silenzio che si guardavano nervosamente.
 
" Allora mi hai chiamato dicendo che c'erano novita... Cosa succede?" Gli domandò mettendosi meglio a sedere su quella sedia scomoda.
" Mimic mi ha raccontato quello che ha origliato su quanto ha fatto Walter..." Mormorò Angel facendo la vaga. 
" Magnifico e cosa ha scoperto?" Chiese Will eccitato e lieto di aver finalmente nuove informazioni. 
" A quanto pare i fury che sono apparsi, almeno gli ultimi, erano artificiali quel tizio sta usando il sangue delle persone rapite per poterli creare." Disse brevemente Mimic serio in volto. 
" Perciò, la lista di persone chiamate, era una specie di elenco di cavie non appena il nerd ci dirà chi sono le prossime vittime cercheremo di appostarci e lo prenderemo sul fatto." Propose Will sempre più euforico di come fossero in vantaggio rispetto a quegli inetti ma, le facce dei colleghi, lo lasciavano perplesso nessuno dei due sembrava lieto della cosa ma anzi era il contrario.
 
" Mi spiegate che succede? E' da quando mi avete chiamato che avete quei musi lunghi e, anche al telefono, mi sembrava un funerale dalla voce che avevi Angel." Disse il superiore. 
" Ho parlato con l informatico..." Sussurrò Angel avvillita. " A quanto pare, dopo quei nomi, non c'e ne sono altri perciò non abbiamo nessun nome e nemmeno una possibile futura vittima." Spiegò brevemente lasciando di sasso Will. 
" Perciò siamo di nuovo a zero?" Chiese con mille ingiurie in testa che stava per esplodere. 
" Noi siamo a zero ma, il loro gruppo, forse ha un'altra pista." Ammise Mimic.
 " E quale sarebbe? E' vero sanno a cosa servono le sfere e hanno capito del sangue ma, a parte questo, sono a un vicolo cieco come noi." Lo rimbeccò Will irritato. 
" L amico di Steve a cui è andato a chiedere aiuto qualche settimana fa aveva una pista e, attualmente, è stato rapito..." Rispose Mimic rapido. " E sembra che abbia diciamo trovato la zona in cui forse si nasconde il bersaglio." Concluse ancora con un tono serio. 
" Sei riuscito a prendere questa informazione?" Gli domandò subito Willi già pronto e carico per andare a prenderlo.
Mimic scosse la testa. " Purtroppo no. So solo che sono tornati all'abitazione nient altro." Rispose l altro amareggiato.
 Una vena pulsò sopra la testa di Will facendo allarmare Angel che provò a bloccarlo ma, la mano del super, agguanto il collo esile di Mimic iniziando a stringerlo. 
 
" Sbaglio oppure ti avevo detto che avresti dovuto seguirli passo passo nelle loro indagini eh?!" Ruggì lui come un leone facendo voltare gli avventori di diversi tavoli e impallidire alcuni camerieri. 
" Adesso basta Will!" Gli gridò di rimando Angel cercando di staccare quel braccio enorme dal collo di Mimic che si divincolava come un forsennato.
 " Stai perdendo completamente la testa lo capisci questo?!" Gli sbottò di rimando ancora la donna notando gli occhi da pazzo del collega e il suo respiro che lo faceva sembrare quasi un toro pronto alla carica. 
" Questo non è vero." Replicò lui duramente lasciando la presa e facendo crollare l uomo sulla sedia che respirava a fatica. 
" Si invece..." Rispose lei con lo stesso tono e fissandolo faccia a faccia. " Fai doppi turni, agisci in maniera più aggressiva del solito e non dormi da giorni..." Gli cominciò a dire senza alcun timore. " Questo caso, questa voglia di vendetta ti stanno mandando nei pazzi e non te ne accorgi..." Continuò a dirgli con lui che rimase in silenzio ad ascoltare. " Perciò io, Mimic e gli altri abbiamo deciso di smetterla." Concluse dandogli le spalle e aiutando Mimic a mettersi in piedi. 
" Che intendi dire?" Gli chiese Will basito da quell'affermazione. 
Angel si girò smuovendo le stupende ali dietro di lei per fissare Will.
" Intendo dire che abbiamo deciso di smetterla di indagare in segreto su questo caso..." Replicò ancora duramente. " Diremo tutto quello che abbiamo scoperto a Steve e gli altri forse, in qualche modo, tutto questo potrà tornargli utile..." Aggiunse ancora  dandogli di nuovo la schiena e lasciandolo solo per la prima volta dopo anni.
 
 
-
 
 
Joseph si sentiva nervoso e veramente in fibrillazione. Ogni tanto si tirava la cravatta che aveva al collo cercando di allargarla almeno un'po visto quanto l'aveva fatta stretta. Si guardò attorno notando, solo in quel momento, le piante che si stagliavano sotto la finestra chiusa e da cui traspariva un'po di luce a tratti nonostante le persiane abbassate. 

 
" Stai bene?" Gli domandò Alex seduto davanti a lui. 
" Si anche se sono piuttosto nervoso." Ammise lui senza alcun timore e senza nascondere la paura. 
" E' normale averne stai facendo una cosa piuttosto importante." Lo rincuorò il comandante con un sorriso paterno. 
" E se andasse male? E se la gente mi odiasse?" Domandò ancora tra mille dubbi ricordando quello che aveva combinato da giovane. 
" Non essere così negativo..." Replicò Alex dandogli un bicchiere d'acqua. " Nessuno si ricorda più di che razza di pericolo eri sei cambiato da allora adesso ti sai controllare." Aggiunse cercando di dargli la sicurezza che, in quel momento, sembrava averlo abbandonato.         Joseph fece un lungo respiro e poi si mise in piedi.                                   
  " Sei pronto?" Gli chiese Alex alzandosi anche lui in piedi. Il giovane annuì. " Molto bene e allora andiamo." Gli annunciò aprendogli la porta verso la conferenza.
 
 
-
 
 
Mentre scendeva nella cantina un solo pensiero, per il momento, rimbombava come un'allarme nella testa di Justice chi cavolo era quel tipo? Come poteva conoscere quella storia che aveva tenuto all'oscuro di tutti? 
Si ricordava di aver ucciso tutti coloro che si trovavano nel laboratorio quel giorno e e di essere fuggito insieme all'arma come poteva saperlo?
 
 Non appena scese gli ultimi gradini cliccò l'interrutore della luce e si avvicino a un'enorme cassa nascosta in un angolo. 
 
Con comodo tolse il coperchio rivelando una specie di elmo nero come la pece con una visiera abbassata.
 - Ci rivediamo.- Pensò con un misto di sconforto e di eccitazione che gli dava quell'arma. L'aveva usata solo una volta tre anni fa per una missione che, all'apparenza, sembrava impossibile per chiunque e da allora non aveva avuto più il coraggio di indossare quella cosa portatrice di morte. Quando l'aveva messa si era sentito un dio sceso in terra per portare distruzione a chiunque lo intralciasse ma, dopo quella volta, aveva deciso di metterla rinchiusa in un angolo sperando di non doverla più usare.
 
" Cosa è successo?" Domandò Karen in cima alle scale mentre Justice si rigirava tra le mani l'oggetto e lo distoglieva così dai suoi pensieri. " Ti ho sentito gridare prima al computer..." Disse ancora con un tono che pareva preoccupato per l uomo. 
" Non ti allarmare..." Replicò lui con un tono calmo posando l'elmo impolverato a terra e cominciando a prendere gli altri pezzi.
" Il cliente mi ha detto chi sarà il prossimo bersaglio e, vedendo una parte dei video, ho deciso di tirare fuori questa..." Gli spiegò brevemente posando accanto all'elmo una specie di bracciale. 
" Quella cosa sarebbe?" Chiese incuriosita la donna scendendo di sotto. Lui sospirò quasi amareggiato di doverne parlare.                                " Questa che vedi è un ritrovato della tecnologia di Elderen durante la guerra..." Cominciò a dirgli bloccandosi ad ammirare il pettorale della corazza prima di posarlo. 
" Doveva servire per affrontare super principalmente di livello III oppure un gruppo di super abbastanza folto. I nostri scienziati ne stavano progettando vari modelli da usare per la difesa e l'attacco..." Disse ancora in maniera fredda. " Ma, io, decisi di prendermi il prototipo e poi ho ucciso ogni membro del laboratorio prima di fuggire." Concluse ricordando ancora quel momento di vendetta che si era gustato uccidendo i suoi aguzzini. 

 
" E perché non l'hai usata contro Evaline?" Gli domandò all'improvviso la donna. 
" Non è qualcosa che voglio usare volentieri..." Gli rispose lui subito. " E' un'arma che consuma chi la utilizza e, in più, i tempi di ricarica sono piuttosto lunghi se la battaglia dura troppo rischio che si scarichi e sarebbe inutile." Aggiunse mentre estraeva l'ultimo pezzo e lo posizionava sopra la scatola richiusa. 
" E' davvero così forte questo super?" Gli chiese Karen con un tono incerto nella voce. 
Lui si girò abbastanza stupito era preoccupazione e ansia quella che aveva percepito?
 " Da come ho visto è davvero potente..." Ammise più a se stesso che a lei. " Le strategie che ho usato con altri super con lui sarebbero inefficaci così come le mie arti da combattimento..." Disse ancora con una sorta di rassegnazione. 
Nella sua carriera aveva ucciso centinaia di super e senza alcuna difficoltà ma, vedendo quello che quel tipo riusciva a fare, qualcosa si era mosso dentro di lui qualcosa che non avvertiva da tempo paura. 
 
" Quest'arma che vedi è l'unico modo in cui, uno come me, possa sperare anche solo di abbatterlo." Concluse brevemente tetro. 
" E' proprio necessario che tu lo faccia?" Mormorò la donna sempre sulla cima delle scale e abbassando timidamente lo sguardo.
Lui annuì. 
" E perchè devi per forza?" Disse ancora Karen stringendo la mano destra sopra il corrimano. 
" C'e troppo in ballo." Rispose lui facendo il vago e mettendo, sopra un piedistallo, i vari pezzi dell'armatura nera. 
" Cosa? I soldi per caso? Potresti consegnargli quello che hai fatto fino ad ora e andartene senza rischiare la tua vita." Propose la donna. 
Lui si alzò da dove si trovava e la guardò per qualche istante.
" Io non fuggo dalla mia missione..." La rimbeccò Justice. " Pensi che, solo perché ci conosciamo da qualche settimana questo ti dia il diritto di darmi simili consigli?" Gli domandò invelenito risalendo i gradini verso di lei.
 " Ma no, non è questo..." Replicò Karen chinando la testa spaventata e senza riuscire a proseguire la frase. 
" E allora perché mi stai dicendo di fuggire?!" Esclamò colmo di rabbia lui a pochi centimetri da lei. 
" Poco fa mi hai detto che siamo noi a scegliere cosa essere..." Sussurrò la donna alzando lo sguardo verso di lui. " E allora perché non scegli di andartene? Perché non scegli di rimanere in vita piuttosto che rischiarla in un'impresa folle da cui non sai se farai ritorno?" Gli domandò tutto d'un fiato Karen lasciandolo di sasso mai, dal che aveva memoria, qualcuno si era preoccupato così per lui. 
Si era sempre buttato a capofitto in ogni impresa nonostante i colpi che subiva, le ferite e i rimproveri mai, nessuna persona si era preoccupata per la sua vita.

Justice si riscosse e osservò la donna minuta che aveva davanti e che teneva la testa abbassata come spaventata da quello che lui gli avrebbe potuto urlargli contro.
" Io ho scelto questa strada da quando ho abbandonato il mio paese..." Le rispose. " Non posso cambiare il mio percorso la mia è una strada lastricata di cadaveri e, fino a che vivrò, lo sarà sempre di più..." Le spiegò brevemente mettendogli una mano sopra la testa. " Tu, al momento, sembri avere la possibilita di scelta che io non ho mai avuto." Le disse ancora togliendo la mano dalla sua testa e scendendo i gradini.
" Comunque se potessi preparare il pranzo sarebbe l'ideale avrò molto da fare in questi giorni." Le gridò con un tono che sembrava quasi cordiale.  Karen sorrise e, senza dire niente, chiuse la porta lasciandolo solo col suo lavoro.
 
 
-
 
 
Il flash delle macchine fotografiche lo colpì in pieno facendogli chiudere gli occhi non sapeva nemmeno lui quante volte. Joseph non era abituato a tutti quei riflettori se solo ne avesse avuto il potere avrebbe voluto diventare invisibile se ne avesse avuto il potere. 
 
" Salve a tutti." Disse Alex con un largo sorriso. " Come ormai saprete, l altro giorno, un giovane ha portato alla cattura di alcuni membri della banda di Overport che, da anni, tiranneggia i bassifondi delle nostre città..." Cominciò a dire diventando serio. " La cattura di quei cinque va alla nuova recluta da poco assoldata ovvero..." Mise una mano sopra la spalla destra del giovane. " Di Joseph Strauss." Concluse lasciando che, un lungo silenzio, scendesse nella sala stampa e che, il volto di alcuni agenti, impallidisse a sentire quel cognome così portatore di sciagure. 
 
" Intende sul serio che quel ragazzo è il figlio dei due più pericolosi super che la polizia del nostro stato abbia mai affrontato?!" Esclamò un giornalista in prima fila indicandolo con la mano che gli tremava dall'eccitazione.
 Alex annuì. " Si, lui è proprio figlio dei coniugi Strauss ma, adesso, lascio la parola a lui." Disse mettendosi a sedere e facendo cenno al giovane.
 
" Buonasera a tutti..." Disse quasi balbettando Joseph prendendo la parola e ancora nel panico. " Si, il mio cognome è Strauss e sono proprio il figlio dei coniugi Strauss meglio conosciuti come i mietitori di Alfea se ancora qualcuno se lo domanda." Cominciò a dire senza alcun timore. Aveva fatto pace con quella parte della sua vita che aveva giurato di chiudere sin da quando aveva compreso la vera natura di quelle due persone che si reputavano la sua famiglia ma erano solo di due spietati assassini adesso rinchiusi chissà dove per i loro crimini. 
" Ma, nonostante quello che i miei hanno fatto, io non sono come loro..." Disse ancora più convinto di quello che stava dicendo e girandosi verso Alex. " Il comandante Alex, tempo fa, mi trovò. Nonostante sapesse del mio passato, nonostante sapesse del terribile potere in mio possesso mi propose di entrare nelle forze di polizia..." Continuò. " Inizialmente mi sentivo spaesato..." Ammise mostrando le mani che, rapidamente, cambiavano i vari elementi fino a tornare normali lasciando stupefatte tutte le persone in sala eccetto Alex. " Avere un potere come il mio essere capace di cose del genere potrebbe far paura a chiunque perfino al suo stesso proprietario..." Disse ancora ricordando perfettamente quello che pensava quando il comandante lo trovo.
" Non per riscattare la mia famiglia o altro ma, come mi spiegò, quando si ha un potere come il mio è giusto metterlo a disposizione del prossimo cercando di aiutarlo al meglio delle nostre possibilità." Concluse cercando poi di riprendere un'po di fiato dopotutto quello che aveva detto. 
 
" Se allora è entrato nelle forze di polizia quale sarà il suo nome?" Gli chiese una giornalista alzando la mano. Joseph aspettò qualche istante a rispondere. Ci aveva riflettuto sin da quando era entrato in azione l altro giorno e, quel nome, alla fin fine, non gli dispiaceva.
 " Chiamatemi Superior." Rispose brevemente mentre, i flash e le domande, continuavano ad aumentare sempre di più.
 
 
-
 
 
Quando Steve vide la porta di casa sua tirò un sospiro di sollievo. Si sentiva distrutto nel vero senso della parola. A casa di Thomas avevano trovato la mappa della rete fognaria con vari punti segnati Erika l'aveva portata in centrale dove, il giorno dopo, l'avrebbero controllata per capirla meglio. 
 
" Sei tornato finalmente." Disse sorridendo Jennifer vestita di tutta punto e seduta a tavola di cui aveva apparecchiato una sola parte per lui in un suo eventuale ritorno.
 Lui annuì notando, in quel momento, che si era cambiata e truccata.
" Per caso devi ripartire?" Gli domandò lui ricevendo un cenno d'assenso.
 " Il mercato si è spostata nei sobborghi di Alfea e devo andare laggiù per controllare che venga messo tutto in ordine." Gli spiegò brevemente Jennifer con un velo di tristezza nella voce.
 " Preferirei anche io che rimanessi un'altro po. Sono sincero." Borbottò lui di rimando con un sorriso mesto facendola arrossire. 
" Com'è andato l'incontro?" Chiese Jennifer cambiando argomento. 
" Abbiamo scoperto qualcosa in più ma, quello che abbiamo scoperto mi ha distrutto." Ammise Steve mettendosi a sedere accanto a lei.
" Quando Walter ha detto che questi esperimenti li sta facendo da anni mi è caduto il mondo addosso..." Continuò a dire con un filo di voce riuscendo finalmente a liberarsi di quello che si teneva dentro da quando c'era stata quella discussione durante la riunione. 
Jessica ci mise qualche istante prima di capire. " Vorresti dire che..." 
" Si, esatto a quanto pare non era in se." Concluse Steve per lei  sempre più amareggiato e scosso. 
" Glielo devi dire adesso." Gli suggerì Jennifer abbracciandolo di spalle e stringendolo a se.                                                                                            " Come posso dirglielo adesso? Come posso spezzarla di nuovo e farmi di nuovo odiare?" Gli chiese lui. 
Sperava di riuscire a resistere sperava di non dover dire niente ma, a quanto pare, la verità doveva saltare fuori.
 
 " Forse capirà infondo, se è come pensiamo adesso, non è stata del tutto colpa tua." Affermò Jennifer cercando di confortarlo.
 " Sono stato io a premere il grilletto non qualcun altro ma io..." Replicò lui stringendo la mano attorno al suo collo per darsi conforto. " Sono stato io a uccidere il mio migliore amico non qualcun altro." Ammise infine. Ogni volta che lo ricordava, ogni volta che ripensava a quel momento in cui il proiettile lasciava la canna della pistola per ficcarsi nella testa del suo amico impazzito avvertiva forti conati di vomito risalire dal suo stomaco fino alla bocca o almeno questo gli succedeva fino a un anno fa ormai non riusciva a provare più niente se non un senso di vuoto e di rammarico per quello che aveva fatto e che ancora, lo perseguitava dilaniandolo dentro. 
 
" Sono stato io a uccidere Matthew e questo non potrà mai essere cambiato." Mormorò con un filo di voce. Mentre, il ricordo dello sparo, riapparve nella sua mente ormai indelebile. 







ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi so benissimo che, forse, nessuno se lo aspettava.... tutti voi avete letto il prologo e avete visto quello che è successo solo che, come ho sempre detto, non sempre quello che appare è come sembra non sempre la verita viene scritta ;).
Sarei curioso di sapere se, qualcuno, se lo aspettava questa cosa oppure se qualcuno se lo sarebbe aspettato. Sono davvero curioso fatemi sapere e a presto.
   
 
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