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Autore: Master Chopper    12/09/2019    2 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 4: Dance like the elephant and do your death walk when you feel to

(Part 4)  Daily Life

 

 

Quando Nashi riaprì gli occhi avvertì tutto il peso che lo aveva oppresso durante il suo sonno sollevarsi e svanire. Ciò gli procurò quasi sollievo, e cullato da uno sconosciuto torpore aprì gli occhi.

Si trovava in camera sua, sul proprio letto, tuttavia una sensazione di dejà-vû lo allarmò all’istante.

- La piscina !- Il ricordo gli riapparve nitido grazie alla sua memoria sovrumana, spaventandolo.

Fece per girarsi, ma una presenza allungò una mano verso di lui.

“ Ti sei svegliato, Nashi …” La mano si era posata sulla sua, già sudata per la tensione ed artigliata alla coperta nell’atto di alzarsi.

Nishizaka lo guardava ora con un sorriso sollevato e gentile. Gli aveva parlato con voce bassa, tradendo solo in parte l’evidente preoccupazione che nutriva. Si era seduta su di una sedia accanto al letto.

Per il ragazzo fu impossibile definire quanto tempo fosse passato, a causa della mancanza di finestre nella propria stanza di dormitorio. Non fu quello però il suo primo interrogativo.

“ Cosa è successo ?” Si sentì subito affaticato anche solo nel pronunciare quelle poche parole.

“ In piscina hai iniziato a perdere molto sangue dal naso e hai rischiato di annegare mentre svenivi. Per fortuna eri vicino a tutti noi, così ti abbiamo soccorso.”

Subito il bruno avvertì una scarica di nausea sentendosi raccontare tutto ciò, ed il suo viso si contorse nel disgusto. La ragazza fece scivolare la mano lungo il suo braccio, accarezzandolo dolcemente.

“ Devi esserti molto affaticato in questi giorni, o forse è la mancanza di vitamina D… comunque è solo un po’ di epistassi, hai bisogno semplicemente di riprendere le forze.”

Per quanto le parole dell’Ultimate Web Personality avessero cercato di confortarlo, l’espressione di Nashi era dura e molto tesa.


“ Non ho ricordi dell’istante in cui sono svenuto …” Cominciò col dire, sciogliendo il silenzio.

“ Tuttavia ho impressa una sensazione nella mia mente: la paura di morire. Io ho creduto di star morendo, e questo mi ha spaventato nonostante fossi incapace anche solo di reagire.”

Debole ed indifeso. Non era stato nient’altro fino a quel momento.

A differenza di Kumagai, Takejiro o Umezawa lui non sapeva come difendersi. Tutto ciò che gli faceva combattere la paura di essere ucciso era la fiducia nei suoi amici, ma questo non sempre bastava.

Aveva paura di non potersi difendere dagli inganni di Monokuma, o dalla disperazione che quest’ultimo poteva risvegliare nei propri compagni. Non era abbastanza forte da difendersi da queste eventualità.

- Ecco perché io sono destinato ad aver paura della morte.-

 

“ Vorrei che qualcuno mi abbracciasse mentre muoio …” Disse la ragazza, con il capo chino ed ore le mani che stringevano il nulla.

Il bruno le rivolse lo sguardo, confuso, quando lei ricominciò a parlare.

“ Ci sono così tante morti orribili nel mondo: vittime di guerra, bambini che non hanno mai visto la luce, persona abbandonate sulla strada. Forse l’unica morte che possa definirsi dolce, e magari anche rispettosa nei confronti della vita è proprio quella tra le braccia di chi ti ama.”

Una ciocca di capelli scivolò lungo il viso di lei, eppure Nashi riuscì a scorgere chiaramente un sorriso colmo di tristezza.

“ È solo un pensiero che pubblicai sul mio blog quando ero piccola.” Spiego lei con imbarazzo, riaggiustandosi i capelli.

“ Pubblicavi pensieri sulla morte nel tuo blog ?” Domandò spontaneamente Nashi, vedendola annuire.

- Non pensavo che fosse nato così il suo blog… dato che è il più seguito del Paese.-

“ Amavo le poesie e la filosofia, erano il modo più bello per conoscere i pensieri altrui su qualcosa che mi spaventava come la morte… e le parole che leggevo erano sempre così incantevoli. Avrei voluto anche io parlare di ciò che mi spaventava come una lode o una dedica.”

Mentre parlava Nishizaka sembrava rivolgersi ad un passato per il quale provava nostalgia infinita, nonostante l’ombra della tristezza aleggiasse ancora su di lei.

Nashi ripeté: “Amavi ?”

Lei sospirò “ Ora non ho più tempo per pubblicare poesie, e so che non tutti i miei followers apprezzerebbero. Mi focalizzo sui trend più in-topic come i locali da visitare, i film da guardare, le fiere a cui prendere parte… ho perso anche solo la voglia di pensare un po’ a me stessa.”

Facendo ricadere il silenzio su quella discussione, i ragazzi presero a guardare per terra con aria sommessa.

Entrambi avevano paura della morte, perché quel luogo non faceva altro che far ricadere tutte le peggiori paure ed angosce del mondo lì fuori su di loro.

Da prigionieri venivano assillati con l’ossessione per loro stessi: la disperazione urlava all’ego di riprendersi la vita a costo di qualcosa di imperdonabile.

“ Grazie per essere rimasta qui con me.”

 

L’Ultimate Web Personality sollevò la testa di scatto, incredula. Con gli occhi sgranati ed il viso ancora pietrificato su di una maschera di oppressione, guardò davanti a sé.

Nashi le stava sorridendo con un alone di rossore sulle guance, tuttavia si impegnava per mantenere gli occhi fissi nei suoi.

“ E grazie per avermi aiutato. La paura di morire svanisce quando attorno sento di avere degli amici come voi.” Continuò il bruno, ed allora vide Nishizaka rispondere con un altro sorriso.

“ Amici …” Sussurrò lei, accarezzando le coperte accanto a dove era steso l’Ultimate Memory.

“ A proposito di questo, Nashi, ti volevo chiedere… tu di fidi davvero di Lilith ?”

La domanda colpì il ragazzo a bruciapelo, tuttavia non perse tempo a rispondere: sapeva già cosa dire.

“ Io mi fido di tutti perché voglio salvare tutti, e voglio salvare tutti perché mi fido di tutti. Siamo sulla stessa barca, siamo compagni… ed abbiamo sofferto abbastanza.” Per un attimo si era fatto serio mentre pronunciava quelle parole, ma poi di colpo era tornato a guardare fisso negli occhi la ragazza.

“ È un motto a cui penso per darmi forza, diciamo che l’ho imparato… a memoria !” Concluse la frase con un sorriso un po’ imbarazzato per la battuta.

Ad ogni modo, il suo discorso aveva irradiato Nishizaka di una luce calda, capace di rasserenare il suo spirito ricolmo di preoccupazione.

“ Ti ammiro molto per questo, Nashi …” Sussurrò con un filo di voce, stringendosi nelle spalle.

Rimasero insieme a parlare del più e del meno fino a dimenticarsi dello scorrere del tempo. Quando Nashi comunicò che la nausea e la debolezza gli era passata, l’Ultimate Web Personality sembrò molto contenta.

“ Bene! Vuoi provare a fare due passi ?” Gli chiese, tendendogli la mano.

Lui la prese ed insieme si alzarono. Recuperò le proprie scarpe ai piedi del letto.

 

Era sul punto di uscire, quando un ricordo molto più importante prese iniziativa nel suo cervello, come se avesse scostato violentemente tutti gli altri pensieri.

D’improvviso l’adrenalina a causa di quella illuminazione gli fece guardare la ragazza con uno sguardo molto più intenso, al punto da farla sussultare.

“ Nishizaka, ti devo dire una cosa !” Esclamò.

“ Ben risvegliato, Nashi! Sono contento di non vederti morto per circostanze naturali !” La voce squillante di Monokuma irruppe con prepotenza nel silenzio vibrante della stanza.

L’orso era apparso dal nulla, in piedi sul letto. Indossava un camice da medico, con tanto di occhiali e stetoscopio attorno al collo.

“ Dopotutto ti avrei curato anche dalla peggiore malattia: non posso permettere che moriate in qualsiasi modo che non sia la morte per omicidio !”

L’Ultimate Memory aveva contratto ogni muscolo del suo corpo, attanagliato dalla rabbia così come dal nervosismo. Avrebbe voluto annientare Monokuma con un solo colpo, ma non poteva.

- Ero sul punto di rivelare a Nishizaka del piano di fuga !- Si morse il labbro e mantenne il silenzio.

 

“ Davvero è impossibile morire non ammazzati ?” Domandò scettica la ragazza, come al solito non trattenendosi dal guardare l’orso con disprezzo.

“ Virtualmente impossibile, sì !” Annuì lui.

“ E se io mi puntassi una delle pistole dell’Armeria in bocca e premessi il grilletto ?”

“ Sfidi i miei riflessi, carina! Sono capace di tagliare in quattro una goccia di pioggia con una katana, figurati se non posso evitare il suicidio.”

“ Sì, vabbé !” Sbottò l’altra, mostrando una smorfia seccata.

“ Tu! N-N-Non mi credi ?!” A quel punto il peluche sembrò molto offeso e colpito da quella mancanza di fiducia, tanto che iniziò a tremare spasmodicamente.

“ Per niente !” Nishizaka aveva incrociato le braccia al petto, distogliendo lo sguardo dall’animale.

“ N-Non mi credi?! T-Tancredi ?!” Continuò l’altro.

“ Eh ?” Fece Nashi, confuso da quel dialogo.

“ E allora vi presento una nuova regola, mannaggia a voi! Ora sì che mi crederai !” Nell’istante in cui l’orso bianco e nero sollevò le zampe al cielo, gli e-Handbook degli studenti iniziarono a squillare.

Incuriositi loro li accesero, così videro gli schermi presentare il Regolamento. Improvvisamente si aggiunsero delle nuove scritte, modificando la schermata.

L’ultima parte in fondo alla pagina recitava così:

“  Regola Numero Otto: Monokuma renderà vano ogni tentativo di suicidio.

Regola Numero Nove: Altre regole potranno essere aggiunte in futuro.

 

“ Come sei permaloso… hai davvero aggiunto una regola solo perché non ti credevo ?” Chiese esterrefatta l’Ultimate Web Personality.

“ Taci! Itachi! E sappi che ti tengo d’occhio… Pinocchio !” Rispose rabbiosamente Monokuma, per poi sparire come suo solito.

Quando finalmente regnò la pace, una terribile angoscia si era posata sulle spalle di Nashi.

- Adesso come farò ad avvisare Nishizaka del deltaplano ?-

 

 I due compagni raggiunsero il Salone, trovando ogni tavolo sparecchiato nonostante la maggior parte degli studenti stesse sostando lì.

Qualcuno approcciò Nashi per chiedergli come stesse, mentre altri si confrontavano sulla nuova regola apparsa nel Regolamento. Gli venne detto che Umezawa si trovava in bagno, Ebisawa stava dormendo nella propria camera mentre di Takejiro non c’era alcuna traccia.

“ È già passata ora di pranzo ?” Chiese il ragazzo a Kumagai, trovandola pensierosa ed in disparte ad un tavolo.

“ Sì, da qualche ora. Quello stupido non si è nemmeno presentando …” Rispose lei, continuando a fissare la porta del bagno dei maschi in apprensione.

“ Ah, Umezawa …” Mormorò allora il bruno, ipotizzando che sicuramente lo stuntman era al lavoro sul suo progetto.

“ A proposito, Kumagai, sembrerebbe che tu ed Umezawa ultimamente andiate molto d’accordo !” Nishizaka si intromise nella discussione, balzando al fianco del ragazzo e cingendogli un fianco in un abbraccio.

Lui non si poté ritrarre a causa della forte stretta di lei, così nulla gli poté impedire di divenire rosso come un peperone.

Più o meno lo stesso destino era capitato all’Ultimate Contorsionist, la quale aveva abbassato lo sguardo, gonfiando le labbra in una smorfia imbarazzata.

“ Ehm, ecco …”

“ Che invidia! Siete così carini !” Squittì la rosa, stringendo ancor più forte Nashi. Il bruno soffocò un gridolino di sorpresa, fortunatamente venendo rilasciato dalla ragazza.

“ C-Comunque credo che andrò a dare un occhiata ad Umezawa !” Balbettò frettolosamente, cercando di allontanarsi dalla sua fonte di disagio incamminandosi verso il bagno.

Sentì quasi le proteste dell’Ultimate Web Personality alle sue spalle, quando sulla strada gli spuntò davanti Kigiri.

Con il suo sguardo gelido la ragazza lo pietrificò sul posto, facendogli notare come cercasse la sua attenzione.

“ Kigiri ?” Lui si accostò.

“ Sono contenta di rivederti in piedi. Ti sei ripreso ?” Lo interruppe lei, sollevando una mano per zittirlo.

In quel momento Nashi comprese che non c’era nulla di cui preoccuparsi: la criminologa voleva solo sapere come stesse.

Tirando un sospiro di sollievo annuì: “ Sì, anche se non ho ben capito cosa mi sia preso. Grazie per avermi portato in camera, chiunque sia stato.”

“ Merito di Kumagai ed Akagi. Invece non ringrazi me per averti rivestito ?”

“ Cosa ?!” Esclamò lui, stupefatto e forse ancor più in imbarazzo di prima.

La ragazza non batté ciglio: “ Eri bagnato fradicio, ma ti sei asciugato in fretta fuori dall’acqua. Ad ogni modo era importante recuperare i vestiti per prendere le chiavi della tua camera, quindi per non lasciarti nudo …”

“ Ok, ok! Ho capito, basta con questi dettagli, per favore !” La supplicò il ragazzo, coprendosi la metà scoperta della faccia con una mano.

“ Ti ho chiesto di dirmi grazie, non basta! Ubbidisci !” Sentenziò l’altra, serissima.

Il bruno scostò le dita per guardare con i suoi occhi colmi di vergogna la ragazza, deglutendo a vuoto per la pressione.

Dopo qualche secondo però il silenzio venne interrotto dal suono di una risatina.

“ Eh ?”

“ Sei davvero facile da intimidire.” Un sorriso compiaciuto era apparso sulla classica maschera di pietra della ragazza, la quale sembrava molto divertita dalla sua reazione.

Nashi si gratto nervosamente la testa, riprendendo compostezza.

“ Uno scherzo da parte tua, Kigiri… davvero qualcosa che non mi aspettavo.”

“ Comunque sia sono davvero contenta che tu stia meglio. Quando ho visto tutto quel sangue in acqua… non ho potuto non pensare che stesse succedendo qualcosa di terribile ancora una volta.”

“ Ehi! Sono solo debole di costituzione, sta tranquilla. Mi dispiace di aver fatto preoccupare tutti voi.”

I due si guardarono negli occhi, entrambi più sollevati, o almeno cercando di convincersi che tutto stesse andando per il meglio.

 

“ Hai già perlustrato i Magazzini ?” Domandò il ragazzo, riallacciandosi all’ultimo dialogo avuto con la criminologa in piscina.

“ Sì. Ebisawa ed Amari ci stanno andando molto spesso per raccogliere il materiale necessario per la festa.”

“ E… ciò di cui volevi parlarmi ?”

“ Non è il momento, né il luogo.” La ragazza gli diede le spalle, iniziando ad incamminarsi verso un tavolo.

“ Aspetta, Kigiri.” Cercando di non dare troppo nell’occhio ed abbassando appena al voce, lui la raggiunse con un breve scatto.

Le si parò di fianco, all’altezza del suo orecchio.

“ Potresti informare tu Nishizaka di quello che non sa ?”

Non si aspettava di certo un rifiuto, però il ragazzo rimase sorpreso quando lei si irrigidì al suono della sua voce. La risposta tardò ad arrivare, ma poco prima che lui potesse insospettirsi ulteriormente, sentì:

“ Va bene.”

Kigiri si voltò per guardarlo negli occhi.

“ Zayasu lo sa ?” Chiese per ultima cosa lui.

“ Sì, è stato informato da Akagi.”

Detto ciò, senza destare altri sospetti, i ragazzi presero strade diverse in totale serenità.

 

Nashi entrò in bagno, dirigendosi automaticamente dove sapeva avrebbe trovato Umezawa.

Vide l’amico accovacciato nel suo solito angolo, questa volta circondato da molte meno cianfrusaglie e con davanti a sé uno scheletro di cavi e tubi metallici ben più grande.

Il rosso si voltò, sentendolo arrivare, e mise in mostra un sorriso raggiante.

 “ Nashi! Mi hanno detto che sei andato a fondo come un sasso in acqua !”

Nonostante l’Ultimate Memory non ci trovasse nulla da ridere, ricambiò il sorriso.

“ Colpa mia che non ho seguito le tue indicazioni sulla salute, vero ?”

Umezawa annuì con fare serio.

“ Tu e quell’Ebisawa siete uguali!  Sono sicuro che se anche tu provassi ad aiutarmi dopo a stento un’ora saresti stanco morto come è lui adesso. Per questo devo lavorare da solo, sono l’unico capace di farcela …”

Man mano che parlava il suo tono di voce si faceva sempre più flebile, come se stesse mormorando tra sé e sé piuttosto che ad un interlocutore vero e proprio.

Nashi trovò molto strano questo comportamento, così come il non poter guardare negli occhi il suo amico: a stento aveva sollevato lo sguardo dal proprio operato.

“ Kumagai era preoccupata per te.” Disse allora, cercando di portare avanti il dialogo.

Il silenzio del bagno era spezzato dai rumori di chiave inglese sui bulloni conficcati nei tubi, o dal frusciare dei cavi lungo l’imbracatura.

“ Ebisawa mi ha portato qualcosa dalla cucina. Sto bene.”

Nuovamente non ci fu nessuna continuazione, ed il tono meccanico con cui rispondeva l’Ultimate Stuntman evidenziava solo la durezza della sua solitudine autoimposta. Nashi non sapeva davvero come reagire, tanto meno come sentirsi a riguardo.

Sapeva che il suo amico stava lavorando in quel modo così estenuante da due giorni solo per salvarli tutti, eppure le preoccupazioni altrui sembravano scivolargli addosso senza nemmeno alleggerire il suo carico.

 

Fu sul punto di lasciarlo da solo, perché tanto non sarebbe cambiato nulla, quando si sentì chiamare.

“ Volevo parlarti di una cosa, perché magari te ne intendi di queste cose.”

Il rosso si era espresso in un modo misterioso e criptico, così per Nashi fu impossibile non fermarsi, incuriosito.

“ Penso che mi stiano tornando dei ricordi che quel maledetto orso bastardo mi aveva cancellato.” Disse serenamente il ragazzo, nonostante il peso di quella rivelazione ebbe un effetto molto diverso sull’altro.

“ Davvero ?!” Esclamò infatti Nashi. “ E cosa ricordi ?”

“ In realtà solo sensazioni… come la paura, lo sconforto, la disperazione …” Si soffermò su quell’ultima parola in una pausa riflessiva, mentre i suoi muscoli agivano instancabilmente.

Era strano notare il contrasto tra essi ed i suoi occhi persi nel vuoto, o meglio, nei ricordi.

“ Credo di aver desiderato ardentemente la morte, un tempo... non so quando. Però è da prima dell’ultimo Processo di Classe che mi sembra di rivivere un trauma.”

A Nashi saltò all’ora all’attenzione il ricordo del comportamento di Umezawa durante le investigazioni sull’omicidio di Fujima Wakuri.

 

 “ Cosa stai insinuando? Vuoi di nuovo cercare rogne come l’altro giorno ?!”  Umezawa sollevò un pugno davanti al viso, sostenendo uno sguardo di sfida con l’Ultimate Liar per qualche secondo.

Nonostante la rabbia, però, dopo poco abbassò la mano e sospirò esasperato.

“ No… lascia stare.” Con un tono tanto abbattuto e debole da non sembrare appartenente proprio a lui, si infilò le mani in tasca e camminò via.

 

“ Se devo sopravvivere solo per potere vedere arrivare il giorno in cui qualcuno di voi morirà, allora preferisco morire adesso e non vedere nessun’altro soffrire !”

 

“ Non voglio più niente di tutto questo: cadaveri, Monokuma File, l’ascensore, i Class Trial! È orribile! Come potete pensare di vivere in un mondo dove qualcosa del genere esiste ?!”

 

Sicuramente dopo essere sopravvissuti al processo il suo atteggiamento era ritornato ad essere quello di sempre, ma ciò non cancellava quella bizzarra e terrorizzata parentesi della sua vita.

“ Non riesci a capire a cosa sia legato tutto ciò? Forse si tratta di qualcosa accaduto mentre o dopo essere stato rapito …” Provò a suggerire il bruno, ma vide l’altro scuotere la testa in disaccordo.

“ Bha! Non importa, comunque… so solo che poco dopo ho ricordato di avere una ragione di vita.”

“ Una ragione di vita ?”

“ Esatto, qualcuno mi diede una ragione per vivere! Però… non so chi fosse. Ricordo solo di essere stato salvato da tutta quella merda e di essermi sentito di nuovo meglio.”

Quella conversazione diventava sempre più strana ed imprevedibile con tutte quelle rivelazioni di vitale importanza, ma sicuramente difficili da collocare nel tempo.

“ Pensavo tu mi sapessi aiutare !” Sbottò ad un certo punto il rosso, imprecando e cozzando il suo pugno sul terreno.

“ Hai presente quando dopo uno sbornia passano diversi giorni in cui recuperi gradualmente i tuoi ricordi ?”

“ No! La mia memoria non funziona così !” Ribatté il ragazzo, sentendosi incompreso e per questo deluso.

Nella più totale confusione il discorso deragliò dopo poco, così Nashi lasciò il bagno senza aver ricavato niente.

Dopotutto gli premeva principalmente accertarsi che il suo amico stesse bene.

E, proprio per lo stesso motivo, sapeva a chi rivolgersi adesso.

- Anche Takejiro ha ammesso di star recuperando dei ricordi, ultimamente …-

 

Provò a cercarlo nel suo dormitorio, eppure non ricevette risposta. Il ragazzo si rese conto così di non aver visto l’Ultimate Liar nemmeno una volta quel giorno.

Mentre sostava davanti alla porta di Takejiro nel corridoio, avvertì lentamente una sensazione familiare di placidità impossessarsi del suo corpo. Sapeva cosa fosse: era iniziata la sera.

Alle sue spalle udì il rumore di un’altra porta che si apriva.

“ Oi Nashi, apparecchiamo tu ed io oggi.” Borbottò Ebisawa, grattandosi pigramente il sedere mentre usciva dalla propria stanza e trascinava le pantofole.

Il bruno sorrise. Purtroppo il suo orologio biologico aveva ragione, in quanto si era abituato ai ritmi della vita in quella torre al punto da riconoscere l’orario senza nemmeno dover guardare l’esterno.

Pregò ovviamente affinché quella triste condizione non durasse ancora a lungo, e seguì l’Ultimate Radio Host.

 

Quando la cena fu pronta, alle 22 in punto tutti furono presenti in Salone.

Per l’appunto Nashi fu sorpreso di rivedere Takejiro far capolino dalla porta assieme a Kigiri, Lilith e Zayasu.

- Quei due sono una coppia fissa, ormai …- Pensò il ragazzo guardando la ragazza magica e lo scrittore parlare tra di loro.

- Però quando Takejiro e Kigiri confabulano c’è sempre qualcosa sotto.-

Comunque sia lui ed il corvino si sedettero a due tavoli diversi a causa di mancanza di spazio, e dovette cenare in compagnia di altri.

“ Certo che nei Magazzini al Quarto Piano si può trovare davvero di tutto.” Mormorò Ebisawa mentre mangiava.

“ Pensate che ho trovato un cuscino ortopedico, una maschera del sonno, dei tappi per dormire ed una coperta riscaldata… completamente a caso !”

“ Dubito tu abbia trovato tutto queste cose per dormire meglio a caso.” Osservò Umezawa, per poi scoppiare a ridere.

“ Comunque sia !” Li interruppe Amari, indicando i presenti con il cucchiaio ancora pieno di curry.

“ Grazie ai Magazzini abbiamo trovato tutto l’occorrente per la festa di dopodomani sera. Domani ci servirà solo una mano a spostare tutto al Secondo Piano, va bene anche in Palestra.”

E dicendo “ci servirà solo una mano”, agitò il cucchiaio verso i compagni, schizzando cibo ovunque.

“ Davvero avete trovato tutto l’occorrente ?” Domandò allora Nashi, il quale non aveva potuto aiutare nessuno nella ricerca.

“ Sì! Anche dei vestiti eleganti delle nostre taglie !” Cinguettò la video maker.

Ebisawa annuì: “ Nel magazzino a sinistra, che è evidentemente più grande di quello a sinistra, ci sono più cianfrusaglie… ma cianfrusaglie davvero utili.”

“ Ah, pensavo fossero delle stesse dimensioni entrambi i Magazzini.”

“ Bon, cena finita!  Vado in bagno !” Battendo le mani sul tavolo, Umezawa si alzò con un gran sospiro.

“ Il dolce !” Lo interruppe Kumagai, apparsa alle sue spalle, mentre con una mano lo rimetteva seduto e con l’altra adagiava di fronte a lui un budino alla vaniglia.

“ Grazie !” La ringraziò lui con un bacio volante.

- Almeno c’è qualcuno che lo fa mangiare …- Pensò divertito l’Ultimate Memory, preoccupandosi un po’ meno per il suo amico.

 

A cena finita, dopo meno di un’ora la maggior parte degli studenti si furono ritirati nelle proprie stanze.

Nashi vide Takejiro uscire dal bagno dei maschi dopo una lunga assenza, assieme ad Umezawa, ed entrambi si ritirarono nel corridoio dei dormitori.

Il ragazzo allora si voltò verso Kigiri,  rimasta come lui per chiudere le porte della Sala Computer, della Sala Giochi e della Cucina.

“ Kigiri, tu hai idea di dove sia stato tutto il giorno Takejiro ?” La domanda era palesemente retorica.

“ Gli ho chiesto di controllare assiduamente che nessun’arma manchi dall’Armeria.” Rispose serenamente lei mentre girava la chiave nella serratura.

Il bruno non poté che lasciarsi sfuggire un flebile verso di sorpresa, senza però aggiungere nulla.

- Kigiri vuole essere così cauta anche se tra due giorni lasceremo questa torre? Ma perché ?-

Purtroppo quell’interrogativo non uscì mai dalla sua bocca, perché la ragazza si diresse verso i dormitori non appena ebbe finito il suo compito.

Erano le 23:40, così il ragazzo decise di andare a dormire, sempre più insoddisfatto e dubbioso.

 

 

 Giorno 14

Ore 8:00

 

“ Oohayo Goodmorning, miei cari Ultimate Students.”

Una luce fredda avvolse Nashi nel suo nuovo sogno, accompagnata da una voce inquietantemente calda ma inespressiva.

Una sensazione di sconforto e disagio lo avvolse sin dal primo istante, mentre man mano la luce diventava insopportabile.

“ Sono qui per comunicarvi… l’arrivo imminente della vostra fine.”

Le parole, dapprima confuse ed ovattate, divennero sempre più nitide. La voce era più forte, assordante.

Nashi spalancò gli occhi, perché quello non era l’ennesimo sogno.

 

Davanti al letto il monitor si era acceso, proiettando una luce blu elettrica nella stanza buia ed illuminando il suo corpo atterrito sotto le coperte.

Il ragazzo inavvertitamente incassò la schiena nella testata del letto.

Davanti a sé era riapparso il giovane uomo biondo che aveva svelato loro la sua identità durante l’ottavo giorno di prigionia.

Il suo nome era stato ripetuto innumerevoli volte nei discorsi degli studenti e tra i pensieri dello stesso Nashi, al punto che lui stesso si ritrovò incoscientemente a ripeterlo.

“ Tabata Bussho …”

E Tabata Bussho continuò a parlare, abbracciando un Monokuma e fissando davanti a sé con occhi di ghiaccio, dietro i suoi occhiali.

 

“ È ineccepibile che questo Killing Game non si sia concluso in metà mese, dunque pongo da oggi una nuova condizione. Non avrete più moventi come le Richieste, la Killer Card o i Monokuma Bangle… bensì un limite di tempo.”

Il tono lento ed inesorabile del mastermind rappresentava perfettamente l’implacabile terrore che stava paralizzando il ragazzo mentre ascoltava quelle parole.

“ Dodici giorni. Duecentoottanta ore. Al tramonto del vostro venticinquesimo giorno di prigionia, farò esplodere tutte le bombe in questa torre, seppellendo definitivamente la vostra patetica resistenza.”

Tabata si tirò su gli occhiali, facendo riflettere sulle lenti le luci che lo circondavano e rendendo il suo sguardo ancora più irraggiungibile.

“ Avete però due modi di salvarvi da questo destino. Il primo è ovviamente superare il Killing Extra-Curricular Course uccidendo uno studente. Il secondo invece consiste nell’uccidere il mio infiltrato: in quel caso moriremo solo io e lui, mentre tutti i sopravvissuti saranno liberi di fuggire !”

Il monitor si spense mentre riecheggiava nell’aria un’ultima dichiarazione.

“ Ve lo ripeto: rinunciate alla speranza.”

La camera fu nuovamente buia come la mente dell’Ultimate Memory, fin troppo scosso anche solo per muoversi.

Un gelo crudo e spietato si era conficcato fin dentro le sue ossa, non facendolo sentire al riparo nemmeno sotto il caldo delle coperte che lo avevano accompagnato nel sonno.

Si era svegliato per vivere un incubo.

 

Quando recuperò abbastanza coraggio e forza da alzarsi dal letto non aveva idea di quanto tempo fosse passato, tuttavia il momento venne scandito da un rumore di scatto proveniente dalla serratura della sua porta.

- Come mi disse Kigiri, anche la scorsa volta le porte erano rimaste chiuse durante il video …- Pensò, ancora stravolto dalla confusione ma incapace di scappare dai propri ricordi.

Si trascinò verso l’uscita, ripiombando nella realtà e nei corridoi del dormitorio.

“ Dannazione… quel tipo è fuori di testa !” Sentì qualcuno alla sua sinistra ringhiare sommessamente.

Trovò immediatamente Zetsu, con lo sguardo terrorizzato perso nel vuoto ed i denti stretti.

Come lui tutti gli altri sopravvissuti si erano riversati all’esterno delle loro camere, svegliati in un quattordicesimo giorno all’inferno.

“ Quindi c’è davvero un infiltrato come aveva detto Lilith nello scorso processo …” Mormorò Akagi, intento ad asciugarsi nervosamente tutto il sudore che colava dalla sua fronte.

“ Io? Io avrei detto una cosa simile ?” L’Ultimate Majokko si portò immediatamente le mani al viso, incredula.

“ S-Sì. Ci sono due mastermind per questo gioco: Tabata Bussho e l’infiltrato. Ci dicesti così.” Prontamente Zayasu corse a cingerle le spalle con le proprie mani, guardandola dritta negli occhi con tutta la compostezza che cercava di recuperare.

“ Però tu stai tranquilla… loro ti hanno usata, ma non sei più in combutta con loro… tantomeno sei l’infiltrata.” Disse tutto ciò mentre la sua voce diventava sempre più sicura di sé e dolce.

La rossa sollevò lo sguardo verso di lui, rimanendo a bocca aperta mentre provava a rilassarsi.

“ Però all’epoca ci desti anche un’altra informazione interessante !” Quel momento che sarebbe potuto essere di ispirazione per tutti venne interrotto da Takejiro, il quale aveva sollevato il dito con aria incuriosita.

“ Ovvero che se avessi raggiunto il Quinto Piano, allora avresti avuto un indizio per scoprire la sua identità… questo significa che arrivando lì potresti avere più chance di smascherare l’infiltrato, ucciderlo e salvare tutti i restanti.” Il modo in cui parlava era serio, esattamente come la sua espressione, però tralasciava quasi l’ombra un invito o di un consiglio.

Questo fece venire i brividi a Nashi, il quale guardò l’Ultimate Liar atterrito dalla sua nonchalance.

“ Il Quinto Piano… mancherebbe così poco, in teoria.” La voce di Akagi fuoriuscì da un Ultimate Rhythm Game Player completamente pallido ed inespressivo come un guscio vuoto.

In disparte, Umezawa si portò una mano alla fronte, esclamando debolmente: “No… non possiamo. Arrivare al Quinto Piano vorrebbe dire farlo grazie alla morte di altre persone …”

 

“ Proprio per questo non dobbiamo cadere nella trappola di quell’occhialuto maledetto! Noi usciremo di qui sani e salvi grazie alle nostre forze !”

Fu proprio quando anche le speranze costruite in quei giorni sembravano crollare, che Kumagai esplose in quell’urlo.

I suoi compagni rimasero immobili per la sorpresa, guardandola ergersi a testa alta e con i pugni sui fianchi.

“ Non dobbiamo dare retta a nessun mastermind! Se siamo arrivati qui fin’ora non è grazie a loro, come vuole farci credere l’occhialuto… ma è perché continuiamo a combattere ogni giorno !”

L’Ultimate Contorsionist a quel punto sorvolò con lo sguardo tutti loro, eppure per qualche secondo si soffermò su Umezawa. Lo trovò intento a fissarla con gli occhi spalancati e lucidi, in attesa che ricominciasse a parlare.

“ Dovete credere nelle vostre capacità. Finché saremo uniti ed avremo fiducia in noi stessi, allora il modo per fuggire esisterà.”

Tutto attorno era piombato il silenzio, e nessuno osò parlare ancora.

Persino Takejiro aveva immediatamente chinato la testa, non trovando modo di reagire.

Amari ed Ebisawa si guardarono l’un l’altro speranzosi, proprio come Zayasu con Lilith.

Nishizaka cercò con lo sguardo Nashi, accennando un sorriso come per salutarlo dopo una lunga assenza. Era pur sempre felice di rivederlo.

Kigiri annuì con le braccia conserte, non trovando parole migliori.

“ Sì …” Mormorò Umezawa, sussurrando appena, mentre rapidamente si asciugava gli occhi con la manica, sperando di non essere visto. Intanto Kumagai gli passava di fianco, dirigendosi verso la Cucina.

“ Su, forza! Inizia una nuova giornata e qualcuno qui deve preparare la colazione per tutti !”

 

Dopo qualche ora Nashi si trovava intento raggiungere il Quarto Piano. Aveva bisogno di parlare con Takejiro, e a quanto diceva Kigiri si poteva trovare nell’Armeria. Un luogo macabro, ma decisamente adatto al corvino.

Durante la lunga salita dell’ascensore, il ragazzo si ritrovò solo con i propri pensieri.

- Il discorso di Kumagai serviva a tutti noi, ma era chiaramente un messaggio diretto ad Umezawa: se lui perde la speranza in ciò che sta facendo, siamo tutti condannati a morire entro dodici giorni.-

Riteneva incredibile come l’urgenza di un piano di fuga crescesse con il passare dei giorni e con il presentarsi di nuove avversità.

Non appena fu uscito dall’ascensore, il rumore di qualcosa di pesante che cozzava contro una parete lo colse di soprassalto.

Lanciò un gridolino, ma fu felice che nessuno l’avesse sentito. Allarmato, comprese che il rumore provenisse dalla parete al suo fianco.

Non trovò nulla per terra o in giro.

- Aspetta però, qui di fianco c’è il magazzino di sinistra… a detta di Ebisawa ed Amari dovrebbe essere il più grande, quindi è possibile che sia dall’altra parte di questa parete.- Ipotizzò, e così facendo uscì dal bagno per controllare.

Non vide nessun altro in giro per il corridoio principale del Quarto Piano, così si fiondò immediatamente alla sua destra nel magazzino.

Seguendo una mappa tridimensionale che si era creato da solo, raggiunse il punto in cui il muro avrebbe dovuto separare quella grossa stanza dal bagno. Effettivamente notò proprio come uno scaffale fosse collassato sul suo stesso peso, riversando tutte le sue mensole ed il loro contenuto sulla parete.

Nella montagna di cianfrusaglie spuntava un cartoncino a forma di Monokuma in bianco e nero.

Una scritta a penna riportava: “ Hai trovato il Monokuma segreto.”

“ Vabbé …” Borbottò il bruno, accartocciandolo.

 

Quando uscì dal magazzino, tuttavia, ebbe una strana sensazione. Sembrava quasi che il mondo si fosse capovolto, tuttavia nello spoglio corridoio non era cambiato nulla.

- Ora sono… sul lato destro o sbaglio ?- Anche se confuso, decise di non prestarci troppa attenzione.

Poteva trattarsi di una disattenzione, e comunque era intenzionato a trovare Takejiro.

 

Purtroppo di lui non ci fu traccia nemmeno in Armeria, e siccome dubitava che si trovasse nell’altro magazzino, ritornò in ascensore a mani vuote.

In quei giorni non trovava mai il modo di parlare apertamente con chi volesse.

Durante la sua discesa si trovò a pensare per puro caso al robottino che aveva trasmesso il messaggio olografico due giorni prima.

- Future Foundation …- Ripeté quel nome all’interno della sua testa.

- Kigiri non sembra fidarsi, tuttavia se sono gli unici dalla nostra parte, dovremmo rivolgerci a loro quando saremo scappati di qui. Magari potrebbero aiutarci a capire cosa è successo al mondo durante La Tragedia.-

 

Tabata Bussho. Dal primo momento in cui aveva sentito il suo nome non aveva potuto non collegarlo ad un altro che solo lui conosceva, o meglio, ricordava: Tabata Ideyoshi, l’attuale preside della Hope’s Peak Academy.

- La Hope’s Peak Academy senza dubbio nasconde più di quel che crediamo… a detta di Lilith, inoltre, La Tragedia ha avuto inizio proprio a causa di un esperimento umano condotto su di uno studente… l’Ultimate Hope, Izuru Kamukura. Anche i fascicoli nella classe al Secondo Piano lo confermano.-

 

“ Quei ragazzi, un tempo compagni nel corpo del concilio studentesco, si sono ammazzati in preda alla disperazione proprio nella classe 5-C. E l’unico sopravvissuto fu Izuru Kamukura !”

 

“ Gli studenti si rivoltarono, le nazioni accusarono la Hope’s Peak, e ben presto, senza sapere più il perché, migliaia di guerre imperversavano ovunque provocando terrore e violenza. Non c’era più salvezza, solo una lotta tra chi voleva proteggere gli studenti, simboli della speranza, e chi voleva distruggere questo vano sforzo nel nome di Junko: questi ultimi vengono chiamati Ultimate Despair.”

 

- Forse Monokuma non sta usando impropriamente il nome dell’Accademia come pensavo …- Questo funesto interrogativo gli tenne compagnia durante tutta la discesa fino al Primo Piano.

 

In Salone trovò solo Akagi, sorprendentemente. Il videogiocatore sedeva con le spalle curve e la testa all’ingiù, sostenuta dai palmi delle mani.

Il bruno chiamò il suo nome, avvicinandosi per controllare se stesse andando tutto bene. Lo vide sollevare la testa e con un sospiro salutarlo debolmente.

“ Oi Nashi …” Aveva inclinato un angolo della sua bocca per formare un sorriso, ottenendo un risultato molto stanco e poco credibile.

L’Ultimate Memory non aveva bisogno di fare altre domande.

In quella torre ciò che accadeva ad uno, accadeva a tutti gli altri, quindi le paure di Akagi erano anche le sue.

Vivere l’esperienza dell’ultimatum dato da Tabata Bussho era stato traumatizzante, e nonostante il discorso di Kumagai fosse servito a ricordargli che una speranza esisteva, aveva ancora paura.

- Solo che… mi vergogno troppo a dirlo.- Ammise Nashi, mentre prendeva una sedia e la avvicinava a quella dell’amico.

- Sarebbe come dubitare di Umezawa, no ?- Si sentiva parecchio in colpa per questi pensieri.

“ Certo che in questi giorni ci siamo anche divertiti.”

Le parole del ragazzo dai capelli viola eruppero dalla sua bocca con così poco preavviso, che Nashi dovette impiegare qualche secondo prima di capire che avesse parlato.

Si girò verso di lui, aspettando che riprendesse.

“ So che sembra un’atrocità dire qualcosa del genere di giorni dove altri studenti si sono uccisi a vicenda… però ci siamo fatti forza anche con dei bei momenti. Mi mancheranno …”

L’Ultimate Rhythm Game Player rivolse lo sguardo verso il lato destro della sala.

“ Le partite in Sala Giochi con Domen, la serata cosplay e ieri in piscina. Anche la festa sicuramente sarà bellissima.”

“ Lo penso anche io.” Gli diede ragione Nashi, contento. “ Passare del tempo con voi mi fa trovare la forza per andare avanti. Quando mi sento perso… so che ci siete.”

“ Già. Se non avessi la sicurezza che presto usciremo di qui… mi sarebbe quasi dispiaciuto …” La voce dell’altro ragazzo si perse in un sussurro.

 

- Eh ?- Sussultò Nashi, sicuro che Akagi avesse detto qualcos’altro. Provò a cercare risposte nel suo sguardo, ma lui gli stava dando le spalle.

Combatté contro un brivido che gli stava scalando la spina dorsale, convincendosi che non stesse accadendo nulla di strano.

“ Finalmente trovo qualcuno.”

“ Agh !” Esclamò spaventato l’Ultimate Memory quando una presenza si fu rivelata all’improvviso dietro di sé.

Kigiri guardò i due ragazzi sussultare con un’espressione contrariata, forse offesa.

“ Ho interrotto qualcosa ?”

“ No, no !” Ridacchiò nervosamente Akagi, dissimulando tranquillità.

La criminologa si appoggiò con una mano al tavolo dietro di lei, guardando i due con aria interrogativa.

“ Parlate di andarvene di qui, ma siete davvero d’accordo sul lasciare irrisolti alcuni misteri ?”

“ Misteri ?” Ripeté Nashi, come al solito stupito dalle domande così serie con le quali la ragazza poteva sorprenderlo di punto in bianco.

“ Sì, ad esempio Tabata Bussho. Chi è? È esistito davvero? Cosa vuole da noi ?”

“ Ehm… certo che è esistito davvero, altrimenti non ci avrebbe parlato.” Si intromise Akagi. “ E comunque ci sono due mastermind, quindi uno è per certo Tabata Bussho.”

La ragazza annuì, sembrando d’accordo.

“ Prima di avere la conferma che ci fossero due mastermind dubitai dell’esistenza di Tabata Bussho. Arrivai a credere che qualcuno di noi lo stesse impersonando, filmandosi forse nella camera ancora sigillata al Terzo Piano… però ultimamente mi sono resa conto di un dettaglio: non serve necessariamente filmarsi mentre noi siamo rinchiusi nelle camere.”

“ C-Cosa? Ma così allora staresti comunque negando l’esistenza di Tabata Bussho !” Ribatté il videogiocatore.

“ In che senso “non serve filmarsi mentre noi siamo rinchiusi nelle camere” ? Quando avrebbe potuto farlo ?” Nashi riuscì a mantenere la calma per riprendere una parte del discorso che gli era sembrata fin troppo bizzarra per essere ignorata.

“ Intendo dire che può trattarsi di un messaggio registrato da uno di noi, un solo mastermind. Quello che voglio dire è che uno di noi interpreta Tabata Bussho… per questo ha senso ciò che abbiamo sentito nel messaggio: uccidere un mastermind equivale ad uccidere tutti e due.”

Quella conversazione diventava man mano più terrificante ad ogni parola, ed era agghiacciante notare come Kigiri non si stesse scomponendo minimamente mentre avanzava quella teoria.

“ Registrato… quando ?” Insistette Nashi, digrignando i denti.

“ Devo davvero dirti chi in tutta la giornata di ieri non si è fatto vedere praticamente da nessuno ?”

 

Bastò quell’indizio, apparentemente fuori luogo, per colpire dritto al cuore l’Ultimate Memory, spiazzandolo con un colpo devastante.

- T-Takejiro… ?- Non avrebbe voluto dirlo ad alta voce, ma forse non ci sarebbe nemmeno riuscito.

“ P-Però ai tempi del primo messaggio di Tabata …” Quando ritrovò la forza per parlare, si vide solo interrompere con ancora più spietatezza dalla ragazza.

“ Quel messaggio poteva essere stato registrato anche prima del nostro arrivo. Questo invece è stato troppo specifico: ha dato indizi cronologici, e soprattutto sapeva che dopo dodici giorni fossimo ancora quasi tutti in vita… qualcosa del genere non si può prevedere. Il mastermind ha agito perché è tra le nostre file e conosce la nostra situazione.”

“ Oi! Oi! Oi !” Iniziò a ripetere Akagi, sventolandosi con un fazzoletto mentre sudava copiosamente. Il suo volto variava dall’essere paonazzo a diventare pallido.

“ C-Come possiamo sospettare di uno di noi ?”

Come al solito l’Ultimate Criminologist si mostrò inflessibile, e distogliendo lo sguardo dai due riprese a parlare con il suo tono freddo.

“ Vi dico solo una cosa: ieri sera ho scoperto Nishizaka nascondere una pistola nella sua giacca mentre tornava in camera.”

“ Nishizaka ?!” Nashi per poco non cadde dalla sedia mentre incespicava per lo shock.

Non trovare risposta nello sguardo inespressivo della ragazza non faceva altro che aumentare il suo stupore. Lo convinceva sempre meno che tutto ciò fosse una bugia, anche se lui avrebbe creduto volentieri che fosse solo una storia inventata.

“ E colui che per tutto il giorno, presumibilmente ha fatto da guardia all’Armeria, addirittura controllando che tutto fosse a suo posto tramite l’inventario… oggi non ha riportato niente. Dubito allora che Takejiro sia stato anche un solo istante in Armeria.”

Mentre lei continuava a parlare, l’Ultimate Memory non riusciva a salvare la sua mente da un percorso di dubbi e pensieri terribili.

- Takejiro oggi non era in Armeria! Se ieri non fossi svenuto… avrei potuto controllare.-

Improvvisamente si tirò due schiaffi in faccia, interrompendo quel flusso di pensieri. Il dolore fu breve ma pungente, il suono secco e capace di riportare il silenzio nel Salone.

Quando riaprì gli occhi, Kigiri lo guardava con giudizio.

Disse lo stesso ciò che pensava: “I-Io devo parlare con Takejiro …”

Akagi, colpito da una scarica di brividi, si abbracciò le spalle, spaventato.

“ M-M-Ma sei matto, Nashi?! Se Takejiro è davvero il mastermind, allora potresti fare una brutta fine e…”

 

“ Zitti! Arrivano …” Kigiri si allontanò verso la Cucina a larghe falcate, lasciando i due ragazzi di stucco.

Prima che potessero metabolizzare le sue ultime parole, sentirono l’indistinguibile rumore della porta principale che si apriva alle loro spalle.

Entrambi si fissarono, ancora sudati e ancora con la pelle d’oca.

- Ne riparliamo dopo.- Fu il silenzioso segnale, mentre si preparavano a calmarsi e a sembrare naturali.

 

Durante il pranzo fu difficile apparire tranquillo, ma per fortuna di Nashi il risveglio traumatico era una buona scusa per non fare domande in giro riguardo la brutta cera altrui.

“ Guardate Nashi! Guardate quanto è pelle ed ossa! Non prendete esempio da lui e mangiate salutare !” L’eccezione era ovviamente Umezawa, che sedutosi accanto a lui non la smetteva di riempirgli il piatto per farlo mangiare di più.

“ Che brutto esempio comportamentale sono diventato …” Piagnucolò il bruno, mangiando la sua insalata di pomodori e patate.

Al suo fianco l’Ultimate Stuntman pareva invece un’esplosione di energia. Ogni volta che finiva di ripulire un piatto si alzava ed aiutava Kumagai con le portate, per poi servirsi dalla Cucina e tornare a mangiare con i suoi compagni.

Instancabile ed inarrestabile nonostante oltre due giorni di lavoro senza interruzioni.

Nashi non aveva affatto modo di ricredersi riguardo il suo amico.

“ Non te la prendere, Nashi. Alla ragazze piacciono anche i tipi snelli come te !” Improvvisamente una mano si posò sulla sua, facendolo trasalire appena.

Nishizaka Iki, sedutasi davanti a lui, gli aveva rivolto un sorriso gentile come suo solito.

 

Tuttavia, agli occhi dell’Ultimate Memory quell’azione non passava inosservata come sempre. Nel momento in cui si focalizzò sul viso sorridente della ragazza, un’ombra di terrore avvolse la sua figura.

- Nishizaka ha una pistola !- Non riusciva a non pensarci, così abbassò lo sguardo.

- Se se ne accorge… se se ne accorge …- Continuava  a ripetersi.

- Perché? Perché ha una pistola ?!-

“ Fratello, tutto bene ?”

Il ragazzo sollevò lo sguardo, tremando come un animale indifeso. Nei suoi occhi colmi di paura si riflesse il volto preoccupato di Zetsu.

“ Ti vedo un po’ strano. Stai ancora male da ieri ?” Gli chiese l’amico.

“ Sì, Nashi, anche io ti vedo un po’ deperito. Forse dovresti andare a riposare un po’ dopo pranzo.” Aggiunse Lilith, come sempre con il suo tono premuroso.

“ Ricordate ragazzi !” Esclamò Umezawa, prendendo sotto braccio Nashi e strattonandolo a sé mentre rideva.

“ Curare il fisico include anche riposare molto e mangiare bene! Non prendete me come esempio, visto che mi alleno sempre !”

 

“ Un corpo allenato inoltre va al bagno regolarmente! Ho scoperto in un video che lo stato delle feci ti dice molto sulla tua condizione fisica.” Monokuma si intromise nella discussione, come al solito fuori luogo.

Era appena uscito dal bagno dei maschi fischiettando allegramente, e nel mentre camminava verso i tavoli.

“ Ieri ho visto anche il video di una paperella che si addormentava di continuo durante una lezione di contabilità. Era carinissima! Ad un certo punto scuoteva la testa come per dire: “ nossignore, non posso addormentarmi !”… aaah, che bella paperella, avrei voluto mangiarla.”

 

Tutti avevano smesso di prestare attenzione alle sue parole sin dal primo istante.

Un silenzio tombale era caduto sui tavoli, e persino il rumore delle posate sui piatti si era placato.

 Gli studenti non riuscivano a smettere di fissare l’orso a bocca aperta.

Persino Takejiro, seduto in disparte, aveva smesso di dondolarsi sulla sedia per sussurrare un’imprecazione.

“ Ragazzi? Che succede ?” Domandò Nishizaka, messa a disagio da quella situazione per lei inspiegabile.

Tutto quello che stava accadendo fu come il colpo di grazia per Nashi.

Lo stress e la tensione accumulata fino ad allora sembrava essere esplosa con un tiro mancino che mai e poi mai avrebbe voluto vedere. Nemmeno nella peggiore delle ipotesi.

Terrorizzato da quel che avrebbe visto, voltò il capo verso Umezawa, al suo fianco.

L’Ultimate Stuntman aveva la bocca aperta come se stesse cercando di trasformare l’aria che a stento inspirava in parole, ottenendo però solo rantoli confusi.

Provò a dire qualcosa, ma solo fili di bava gli colarono lungo le labbra, mentre i suoi occhi tremavano in una direzione diversa da Monokuma: la porta del bagno.

“ NOOO !!” Un urlo di disumano terrore esplose nel Salone, instillandosi nella mente degli studenti come un incubo perpetuo.

Umezawa scagliò letteralmente indietro la sua sedie mentre si alzava per correre verso il bagno.

“ Umezawa !” Troppo tardi Kumagai si riprese dallo shock, decidendo così di inseguire il rosso.

“ Non si mette bene …” Nashi sentì Kigiri sussurrare questa frase mentre gli passava accanto.

Tutti i ragazzi si stavano dirigendo verso una sola direzione.

“ N-Nashi, cosa succede ?!” Continuava però a chiedere Nishizaka, aumentando il tono di voce sempre più mentre il trambusto della corsa la sovrastava.

Il ragazzo avrebbe voluto fermarsi a rispondere, ma non ne trovò il motivo.

- … non se tutte le nostre speranze sono state annientate !- Così si alzò, incamminandosi a passo lento verso la porta.

Quando la raggiunse, l’Ultimate Web Personality l’aveva ormai affiancato, ed insieme poterono scorgere da dietro cosa stesse accadendo.

 

“ PERCHÉ!? PERCHÉ È SUCCESSO ?!!”

Umezawa, piegato in ginocchio mentre urlava straziato dal dolore, sembrava quasi piangere una morte.

Infatti, davanti a lui giaceva una carcassa, un ammasso informe di ferraglia distrutta e dilaniata fino ad esser stata trasformata in brandelli. Frammenti di tessuto bianco e nero erano sparpagliati sul pavimento come spruzzi di sangue da un cadavere.

Lo stuntman si dimenava sul terreno, impotente, patetico, battendo i pugni e tirandosi i capelli con una violenza che stava sfociando in altro.

Paura, forse. Rabbia, forse. Disperazione.

 

Monokuma non la smetteva più di ridere.

 

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Ed ecco qui un capitolo colmo di disperazione! Vabbé, per voi sarà stato anche ovvio che i nostri studenti non sarebbero fuggiti così presto, però per loro… sarà un brutto colpo, non aggiungo altro. Gioirà almeno chi pensava che Nashi fosse morto nel finale dello scorso capitolo xD!

Sono contento di essere arrivato a metà di questo Chapter, anche perché lo scorso capitolo, questo ed il prossimo li ho scritti in tre giorni di fila. Però per il prossimo aspetterete un po’, sicuramente meno di una settimana, ma di certo non aggiornerò domani.

Non posso permettermi di passare da un estremo all’altro: o aggiorno ogni morte di papa, o ogni giorno.

Scherzo.

Alla prossima!

 

   
 
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